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Spread Btp-Bund ai minimi dal 2021: il caos politico francese gioca a favore dell’Italia


Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi scende sotto quota 110, un livello che non si registrava da oltre tre anni. La combinazione di condizioni di mercato favorevoli e instabilità politica in Francia sembra rafforzare la posizione dell’Italia, che beneficia di un miglioramento percepito nella stabilità economica.

Ad oggi, il differenziale Btp-Bund viaggia in area 108 punti base, in deciso calo rispetto ai 116 punti di qualche seduta fa, raggiungendo il livello più basso dall’autunno 2021. Il rendimento del Btp decennale è sceso al 3,19%, confermando una tendenza positiva per il mercato obbligazionario italiano. Questi risultati arrivano nonostante il taglio delle stime di crescita da parte dell’Istat, che ha rivisto il PIL 2024 al +0,5%, un valore dimezzato rispetto alle previsioni governative.

Oltre a fattori legati alle politiche monetarie europee, la crisi politica in Francia ha avuto un impatto significativo. La caduta del governo Barnier, causata da un voto di sfiducia senza precedenti dal 1962, ha generato instabilità nei mercati francesi. Questa situazione ha messo in difficoltà il presidente Emmanuel Macron, costretto a nominare un nuovo governo in un contesto di incertezza che potrebbe perdurare fino alle elezioni parlamentari della prossima estate.

I mercati hanno reagito spostando parte dell’attenzione sull’Italia, considerata più stabile rispetto alla Francia, almeno in termini di conti pubblici e bilancio politico. Questo cambio di prospettiva ha favorito i titoli di Stato italiani, spingendo verso il basso lo spread.

La discesa dello spread Btp-Bund è stata facilitata anche da segnali di debolezza nei Bund tedeschi, i cui rendimenti hanno mostrato una lieve risalita. In Germania si sta discutendo un possibile allentamento del rigore fiscale, con proposte di modifiche al “freno al debito” costituzionale per stimolare maggiori investimenti. Questo spostamento di focus ha permesso all’Italia di posizionarsi come una scelta relativamente più sicura.

Sul fronte interno, la stabilità dei rating e l’approvazione di una legge di bilancio priva di conflittualità con l’UE hanno giocato un ruolo chiave. Tuttavia, gran parte del merito è attribuibile al confronto con la Francia, dove i rischi legati al debito pubblico e alla crescita economica stanno crescendo. Secondo le proiezioni, il rapporto debito/PIL francese salirà dal 112,9% al 116,5% entro il 2027, mentre quello italiano dovrebbe raggiungere il picco del 137,8% nel 2026.

La crisi politica francese sta alimentando preoccupazioni sui mercati, con gli investitori che monitorano attentamente i potenziali effetti su crescita economica, bilancio pubblico e rating sovrano. Nonostante la Francia mantenga un rating AA- rispetto al BBB dell’Italia, la situazione attuale sta modificando la percezione degli operatori, avvantaggiando temporaneamente il debito italiano.

Un altro fattore da considerare è la composizione degli investitori: in Italia, una quota significativa di Btp è detenuta da famiglie, offrendo una maggiore stabilità rispetto alla predominanza di investitori istituzionali nei titoli francesi. Questa caratteristica, unita al contesto favorevole per i titoli italiani, potrebbe mantenere lo spread Btp-Bund su livelli bassi nei prossimi mesi.

La combinazione di fattori interni ed esterni ha permesso all’Italia di ottenere un vantaggio in termini di spread e di percezione sui mercati. Il livello sotto quota 110 rappresenta un traguardo importante, ma sarà cruciale consolidare questi risultati attraverso una gestione responsabile delle finanze pubbliche. L’instabilità francese potrebbe essere temporanea, ma l’Italia ha ora l’opportunità di rafforzare la propria posizione sui mercati finanziari europei.

Passiamo ai numeri e all’analisi delle curve.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
La lettura della ZC-Yield Curve Eur mostra la prosecuzione della contrazione dei rendimenti su tutto il tratto della curva. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni scende in area 2,15%, mentre la scadenza trentennale conferma lo sfondamento della soglia del 2% e approfondisce ulteriormente verso area 1,90%.

La conformazione della curva vede sempre un’accentuata inclinazione negativa sul tratto a breve e mostra una ripresa di appiattimento dalle scadenze 2026 in avanti. Infatti, il differenziale 10Y-2Y stringe ancora, portandosi ora a soli 2 bps. Nel tratto a brevissimo la curva esprime ora un massimo di rendimento sulle scadenze di inizio 2025 poco sopra area 2,75%.

Stabili le previsioni fornite dai tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve, con tassi attesi in area 2,75% per il primo trimestre 2025 e la discesa verticale sulla parte a breve maggiormente accentuata rispetto alle scorse analisi. In consolidamento le aspettative sui tagli dei tassi cospicui da parte della Bce, che mantengono la curva dei forward sempre ben oltre la soglia del 2% (area 1,70%) per i primi mesi del 2026. Ancora lievemente ridimensionate le previsioni di risalita dei tassi, visti ora sotto area 2,45% nell’intervallo 2033-2037.

Analisi Integrata Trendycator
Analizzando con il Trendycator le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali, si consolida la situazione delineata a partire dalla scorsa analisi, con i bond che puntano con sicurezza sui tagli Bce.

L’area UK vede il rendimento per il stabile GILT in area 4,27% con Trendycator che resta ancora LONG. Lieve ritocco al ribasso per i rendimenti del BUND che si portano ora in area 2,10% con Trendycator che resta in stato NEUTRAL. Ancora in deciso calo i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,20% con uno spread in decisa contrazione e ora in area 107 punti base; modello Trendycator stabile in stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che proseguono il ritracciamento dai massimi relativi, portandosi in area 4,17% con Trendycator sempre in stato a NEUTRAL.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.

Conclusioni operative
Sul fronte operativo, non c’è molto da aggiungere rispetto alle strategie illustrate nelle ultime due settimane. La via dei tassi sembra ormai tracciata in modo piuttosto netto, per cui questa pare essere l’ultima chiamata per mettere in cassaforte rendimenti ancora accettabili differenziando le scadenze e il rischio emittente.

La situazione francese gioca a favore di tutti i titoli dell’area “piigs”, lavorabili sia in ottica di cassetto sia in ottica di trading cercando di sfruttare la “leva” dell’accoppiata duration+convexity elevate. In ottica speculativa restano interessanti i titoli governativi francesi, poiché le tensioni a livello politico (che sono ben lungi da una ricomposizione in tempi brevi) potrebbero portare molta volatilità, sfruttabile per ingressi sui picchi di sfiducia dei mercati sul debito d’oltralpe.  

Ecco, quindi, una selezione di titoli francesi ad elevata duration e convexity che potrebbero essere ottimi candidati per un’operatività di trading aggressivo che sfrutti questo momento di estrema crisi e debolezza della Francia.

L’autore del presente articolo è iscritto all’Ordine dei Giornalisti e non detiene gli strumenti oggetto delle sue analisi.
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