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Oltre il Nasdaq : Nvidia capitalizza 1800 miliardi di dollari, quanto un indice azionario! Esame della situazione


Era il 21 gennaio quando in questo articolo assegnammo dei target di movimento, chiaramente in uptrend.

A distanza di un mese andiamo a verificare lo stato delle cose e verificare quali indici hanno sovraperformato e quali invece hanno rispettato le previsioni.

Partiamo da una considerazione, Nvidia capitalizza 1800 miliardi circa, seconda solo a Microsoft ed Apple, ha , nel quarto trimestre 2023, prodotto ricavi in crescita del 770% battendo inesorabilmente le stime degli analisti.

Dati del genere hanno consolidato il trend di mercato ed il giorno seguente, giovedì 22 febbraio, tutte le piazze finanziarie hanno strappato al rialzo, rompendo anche leggermente lo schema come per il Dax 40 che era andato leggermente in lateralizzazione.

Partiamo con il nostro indice il Ftse Mib.

Nell'analisi del 21 gennaio avevamo assegnato il target ai 31000 punti , ma ad oggi, come visibile in figura lo ritroviamo ai 32500 punti quindi in una splendida sovra performance.

Il livelllo al quale sta contrattando ora è di per se già uno dei target di movimento ove potrebbe esserci una rivaltazione di portafoglio ed una piccola e salutare correzione.

In caso di maggior spinta rialzista possiamo già assegnare un secondo prossimo target di movimento al rialzo che vede i 35700 punti come Target 2.

In conclusione pertanto, il FtseMib ha decisamente fatto meglio delle aspettative in quest'ultimo mese, trainato da tutto il mercato azionario mondiale.

Dax 40

Il Dax 40, dal canto suo, l'indice tedesco, ha rispetttato perfettamente le previsioni.

Al 21 gennaio avevamo assegnato un target ai 17500 punti e come visibile in figura il target è stato conseguito.

Ciò che ci attendiamo a questi livelli è perlomeno un attimo di riflessione e valutazione da parte degli operatori.

Una ulteriore rottura al rialzo anche di questo livello porterebbe ad una apertura di ulteriori 1000 punti  e pertanto sino ai 18500 punti.

Nasdaq 100

Al 21 gennaio ci si trovava nell'imminenza delle banche Centrali per cui un certo grado di aleatorietà era dovuto a decisoni di cui si poteva esclusivamente prevedere, in base alle aspettative, l'esito nei movimenti di mercato.

A quel tempo quindi, il Nasdaq vedeva come primo target i 17400 punti in attesa della riunione della Fed.

Il post Fed e la spinta delle aziende connesse all'intelligenza artificiale, ha ulterioremente alimentato il fiume in piena, ed ora spinge al nuovo target che viene nuovamente alzato ai 18800 punti!

La spinta viene soprattutto da Nvidia, come detto, che analizziamo immediatamente.

I dati trimestrali trattati ad inzio articolo hanno prodotto un rialzo dell'11% il 22 febbraio.

I target di movimento portano a 800$ come primo leggerissimo target, vista la propensione a salire senza freni, ed un secondo target ai 940$, target ben più solido del primo.

Dow Jones 

Si era parlato addirittura dei 39500 punti, ancora non raggiunti, quindi in questo caso si è sottoperformato ma se si conseguissero i 39500, li si dovrebbe assistere ad un assestamento e correzione.

La dinamica forte, se il trend proseguisse inesorabilmente, spingerebbe allora il prossimo target ai 40850, e quindi, come per il Dax, ulteriori 1000 punti di strada libera da percorrere con il vento tra i capelli.

In simili circostanze siamo portati a cercare il pelo nell'uovo, e se il pelo viene suffragato dall'incrocio con altre realtà, come da un pò di tempo stiamo facendo, un tale intrigo dubbioso riesce persino a vestirsi in maniera affascinante, veicolando perfettamente il timore per mezzo del mercato obbligazionario, il quale, a suo modo ha segnalato che questo eccezionale rialzo del mercato azionario potrebbe anche celare una bolla speculativa e l'ha fatto facendo risalire i rendimenti che però ad ora scontano solo il piccolo rimbalzo dell'inflazione e null'altro se non pura speculazione o illazioni varie.

I prezzi, sia del T-Bond statunitense che del suo omologo collega europeo il Bund, lo hanno fatto tuttavia, scendendo sino alle importanti soglie di breve (6 mesi circa).

Come si era decretato nei recenti articoli, il livello dei 118 punti era di notevole importanza e significato intrinseco per il T-Bond, e sin dal giorno seguente la riunione della Fed, non ha fatto altro che inanellare una serie di sedute negative che lo hanno portato in pascoli poco erbosi, per usare ua metafora, e soprattutto al di sotto, anche se di un nulla, della soglia fatidica dei 118 punti.

Madesima preoccupazione insita nei prezzi del Bund europeo al di sotto dei 134-133 punti.

L'ultima seduta dell'ottava ha tuttavia rasserenato un pochino il segmento, rialzando la testa ma si attendono i primi scambi già da domani mattina per comprendere se si sia trattato di un fuoco di paglia.

Il dato del Pil statunitense in uscita mercoledì prossimo saprà smuovere le acque e delineare i contorni di un quadro straordinariamente variopinto.

Work in Progress!

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)