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Mercato obbligazionario: la Bce è attesa al varco dopo i dati sui salari


Da giorni a questa parte, una domanda è nella testa di tutti gli operatori di mercato: “Cosa deciderà Lagarde dopo i dati sui salari?”

La riunione Bce del 6 giugno è ormai imminente, per cui è normale che analisti e investitori si stiano domandando quanto, e in che misura, i recenti dati sui salari dell'area euro potranno influenzare le future decisioni sui tassi della banca centrale guidata da Christine Lagarde.

A maggior ragione dopo quanto emerso dalle minute Fed relative all’ultimo board. Ma andiamo con ordine.

Come sappiamo, il dato sui salari ha sorpreso mercati e analisti, i quali avevano previsto un rallentamento della crescita dei salari nel primo trimestre del 2024 o al massimo un mantenimento dei ritmi dell'ultimo trimestre del 2023. Invece, c'è stato un rafforzamento.

Va da sé che Christine Lagarde, non avrà accolto con favore questi dati, soprattutto con le complicazioni aggiunte dalla Fed, visto che le minute dell'ultima riunione della banca centrale USA hanno mostrato scarsi progressi sull'inflazione e alcuni membri del FOMC non solo non sono per nulla d’accordo su un taglio dei tassi, ma anzi considerano del tutto appropriati e necessari ulteriori rialzi.

E, naturalmente, la reazione dei mercati non si è fatta attendere, con azionario e obbligazionario che hanno ripreso la via della correzione.

Interessante, a livello di sentiment, sentire i pareri delle principali banche d’affari. Non tanto per considerare previsioni attendibili il loro punto di vista, quanto per andare poi a verificare sulle curve se effettivamente il mercato sta rimodulando le sue aspettative.

Iniziamo dalle previsioni sui tassi Bce, per il 2024 e 2025, di Barclays.

Gli analisti di Barclays non hanno modificato la previsione di un taglio dei tassi nella riunione del 6 giugno prossimo, ma escludono un ulteriore taglio nella riunione di luglio, contrariamente a quanto speculato in precedenza. In sintesi, Barclays prevede taglio dei tassi di 25 punti base ognuno a giugno, settembre e dicembre (ma non più a luglio), per poi arrivare in progressione ad un totale di 150 punti base distribuiti su due anni.

Inoltre, gli analisti di Barclays hanno anche evidenziato l'incertezza sull'outlook dell'inflazione, visto l’ultimo dato sui salari in aumento più del previsto e l'inflazione dei servizi che persiste. Da qui la convinzione che la maggioranza del Consiglio direttivo della Bce opterà per un approccio più graduale nell'allentamento della politica monetaria, anche se i rischi inflazionistici a lungo termine risultassero simmetrici o addirittura al ribasso.

Per cui, secondo loro, avremo tre ulteriori tagli dei tassi nei meeting del 2025, con un tasso sui depositi previsto al 2,50% entro la fine del 2025. Vi anticipo già che i forward su Euribor 6 mesi raccontano una realtà prospettica leggermente diversa. Ma proseguiamo con le previsioni di Goldman Sachs.

L’attenzione della banca d’affari Usa si concentra sui salari, le cui prospettive secondo gli analisti sono – nonostante il dato ultimo superiore alle attese – di un rallentamento nei prossimi trimestri per i salari dell'area euro, stimato in un -0,80% con una crescita annua stimata al 3,90%.

Tale convinzione trova conforto nei dati francesi, che Goldman considerati predittivi, aggiungendo che la stessa Bce prevede un indebolimento delle dinamiche salariali nel 2024, come sostenuto da Nagel, presidente della Bundesbank, il quale ha affermato che “non ci sono segnali di una spirale salari-prezzi in Germania”.

E terminiamo con le previsioni di ING Bank, la quale in un report ha evidenziato che i mercati prezzano ora minori tagli ai tassi rispetto a prima della pubblicazione dei dati sui salari, con aspettative ridotte a soli 50 punti base di allentamento nel 2024. Ne consegue che, secondo ING, i mercati hanno fatto un repricing delle aspettative sul taglio dei tassi, ritenendo probabili solo due tagli nel corso del 2024, rispetto alle tre prezzate in precedenza.

In sintesi, quindi, ING non solo non vede ragioni per un ulteriore taglio dopo la riunione di giugno, ma anzi aggiunge che “è possibile che i tassi di breve termine continuino a salire ancora nel breve periodo”. Sdoganato e dato pressoché per certo il taglio dei tassi a giugno, la banca olandese ritiene che le incertezze e i dati recenti suggeriscano un approccio più cauto nei successivi aggiustamenti della politica monetaria da parte della Bce.

Infine, per quanto riguarda la situazione tassi Usa, la possibilità di un aumento dei rendimenti dei Treasury è considerata ancora più probabile, poiché il dubbio che attanaglia la Fed ha un peso specifico maggiore rispetto a quello della Bce, tanto che, come sentito e letto alcuni giorni fa, negli Usa si vocifera anche del rischio che la banca centrale Usa torni ad alzare i tassi.

Passiamo quindi ora all’aggiornamento e all’analisi delle curve di riferimento, e vediamo chi si è avvicinato di più alla realtà prospettica indicata dai Forward su Euribor.

Analisi ZC-Yield Curve Eur
La lettura della ZC-Yield Curve Eur mostra una ripresa della salita dei rendimenti su tutto il tratto della curva, dovuta alle mutate attese in termini di politica monetaria Bce. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni sale in area 2,86% rispetto al 2,79% precedente, mentre la scadenza trentennale va in area 2,46% rispetto al precedente 2,44%.

Resta ostinatamente immutata la conformazione della curva, sempre caratterizzata dalla sua inclinazione negativa, particolarmente accentuata nella parte a breve e in quella a lunga, mantenendosi quasi piatta nella parte centrale. In leggero allargamento il differenziale 10Y-2Y, ora sui -55 bps.

Nervoso il tratto a breve, con la curva che esprime ora nuovamente un massimo di rendimento sulle scadenze corte nella seconda metà del 2024 in un’area indefinita compresa tra il 3,90% e il 4,00%.

Si modificano le previsioni fornite dai tassi forward su Euribor 6 mesi sia sulle scadenze a breve, con tassi attesi ora un po’ sopra area 3,75% per fine 2024 confermando comunque le attese per un taglio dei tassi dello 0,25% da parte della Bce, sia sulla parte a medio e lungo. Infatti, nel suo complesso la curva scende sempre repentinamente ma si ferma ora in prossimità di area 2,60% per le scadenze 2027-2031. Questo indica che il mercato si attende una minore incisività della Bce sul fronte taglio tassi. Si sposta quindi in avanti la previsione di risalita dei tassi, ora vista a fine 2031, con una progressione graduale sino al 2033 per poi impennarsi nervosamente nel tratto 2035-2036 che porta ad un massimo ora oltre area 3,00%.

Analisi Integrata Trendycator
Analizzando con il Trendycator le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali si nota molto bene la mancanza di una chiara direzionalità e la fase di attesa in cui si trovano i mercati, per le ragioni viste sopra.

L’area UK vede il rendimento per il GILT salire e portarsi in area 4,27% con Trendycator che si conferma sempre in stato NEUTRAL. Salgono anche i rendimenti del BUND che si portano ora in area 2,59% con Trendycator stabile in posizione NEUTRAL. Stessa sorte anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,89% con uno spread stabile in area 130 bps; modello Trendycator ancora in stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che riprendono a salire e si portano in area 4,36% con Trendycator che si conferma in stato NEUTRAL.

Rendimenti bond governativi benchmark mondiali
Tabella dei rendimenti, su base settimanale, delle obbligazioni governative mondiali con qualunque rating.

Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo.