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Mercato obbligazionario: BCE apre al taglio, ma i mercati reagiscono male


Com’era lecito atendersi, la Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse nell'ultima riunione, ma ha aperto la porta a un taglio dei tassi, forse a giugno. Tuttavia, questa mossa è stata accolta con cautela dai mercati, con gli indici azionari che hanno subito lievi cali, così come il comparto obbligazionario.

Al mometo, pertanto, i tassi di riferimento restano al 4,50%, quelli sui depositi bancari al 4,00% e quelli sui prestiti marginali al 4,75%. Nel comunicato diffuso prima della conferenza stampa, la Bce ha adottato un tono più accomodante rispetto alle precedenti riunioni, riconoscendo che l'inflazione nell'area euro è in fase di decelerazione, grazie anche alla moderazione salariale in corso e alle misure anti-inflazionistiche già adottate.

Alla luce di questo miglioramento, la Bce ha aperto la porta a un possibile taglio dei tassi di interesse nel corso del prossimo incontro, previsto per giugno, precisando però per voce della presidente Christine Lagarde che la decisione finale sarà comunque data-dependent, ovvero dipenderà dai dati macroeconomici disponibili al momento.

Probabilmente, sono state queste ultime parole di cautela a far sì che il mercato abbia accolto la comunicazione della Bce con un certo scetticismo. In particolare, lo spread BTp-Bund a 10 anni è salito in area 137,50 punti base rispetto ai 134 bps precedenti al comunicato, mentre il rendimento decennale italiano è aumentato di poco meno di 6 punti base, portandosi in area 3,82%.

La sensazione è che i mercati, dopo aver speculato e scommesso infruttuosamente su un pronto taglio dei tassi da parte sia di Fed sia di Bce, ora vogliano attendere di vedere ulteriori dati macro e segnali dell'economia prima di scommettere nuovamente su un allentamento monetario.

Durante la conferenza stampa, Christine Lagarde ha annunciato che l'economia dell'Eurozona nel primo trimestre è stata debole e ha confermato la sua precedente valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine. Secondo la Bce, l’inflazione ha continuato a ridursi, soprattutto per effetto dell’andamento più contenuto degli alimentari e dei beni. Inoltre, dal board osservano anche che i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.

Tuttavia, la stessa Bce ha affermato che “le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi". E poiché, come sappiamo, Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine, quest’ultimo aspetto ha reso guardinghi e attendisti i mercati.

Inoltre, in conferenza stampa è stato precisato che “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento restino sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione”.

In pratica, quindi, la Bce continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione.

A ben guardare, quindi, i mercati si sono trovati di fronte ad una forward guidance un po’ ambigua e, per certi versi, a tratti contraddittoria. Ecco spiegata la reazione di grande cautela degli investitori, tornati con i piedi per terra dopo la sicumera di imminenti cambi di politica monetaria da parte delle bance centrali.

Passiamo quindi all’aggiornamento e all’analisi delle curve di riferimento.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve Eur mostra una sostanziale stabilità dei rendimenti su tutto il tratto della curva rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni si posiziona in area 2,66% rispetto al 2,68% precedente, mentre la scadenza trentennale va in area 2,31% rispetto al precedente 2,38%.

Sempre immutata la conformazione della curva, che rimane invertita con un differenziale 10Y-2Y in lieve ampliamento e ora sui -55 bps. Leggero upside del tratto a breve, con la curva che evidenzia un massimo di rendimento sulle scadenze nella seconda metà del 2024 ora poco sotto area 4,10% rispetto ad area 4,00% della scorsa analisi.

Di fatto stabili le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve, con tassi attesi sempre poco sotto area 4,00% per la seconda metà del 2024, per poi scendere repentinamente verso area 2,50%-2,25% verso fine 2025 e fino ad inizio 2028, data dalla quale i tassi sono rivisti in lenta risalita ora sino ad area 2,75% nel tratto a lunga.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti su scala settimanale dei principali benchmark decennali si nota ancora la persistenza prevalente di una fase laterale, salvo che sull’area USA, in attesa di ulteriori dati macro dopo gli esiti delle ultime riunioni delle banche centrali.

L’area UK vede il rendimento per il GILT sale in area 4,22% con Trendycator che si conferma in stato NEUTRAL. Crescono un po’ anche i rendimenti del BUND che si portano in area 2,46% con Trendycator che conferma la posizione NEUTRAL. In lieve allargamento anche i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 3,85% e con uno spread cha ha ripreso a crescere portandosi ora in area 137 bps; modello Trendycator sempre stabile in stato SHORT. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che strappano ancora al rialzo e si portano in area 4,58% con Trendycator che resta in stato NEUTRAL.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.