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NASDAQ100 WEEKLY - Ulteriore ottima settimana di rialzo per gli indici azionari USA con nuovi record per Nasdaq100 e S&P500 !


NUOVI MASSIMI STORICI PER I LISTINI AZIONARI NASDAQ100 E S&P500 MENTRE IL DOW JONES CONTINUA A PAGARE PEGNO. RECUPERO DEL DOLLARO E DEI RENDIMENTI DEI BONDS, SOPRATTUTTO SULLA CURVA BREVE, COMMODITIES PREZIOSE ED INDUSTRIALI IN NETTO RIBASSO. OKKIO ALLE DICHIARAZIONI DI POWELL SULLE PROSPETTIVE DEI TASSI A MARGINE DELLA RIUNIONE DEL FOMC.

Fino a giovedì scorso sembrava che i dati macro USA, nel complesso, continuavano a deteriorarsi dall'inizio del secondo trimestre, non dando alcun segnale di inversione di tendenza. Situazione, questa, ben fotografata dal modello econometrico della FED di Atlanta GDPNow, che passava da indicare una crescita del 3.5% appena 2 settimane fa all'attuale 1.8% annualizzato (e circa mezzo punto è contributo delle scorte) rendendo la lettura del mercato che stava progressivamente trasformandosi da "soft landing" a "growth scare".

Ma, c’è sempre un ma, nell’ultimo giorno della scorsa settimana i dati del mese di maggio sul mercato del lavoro (nuovi occupati nel settore pubblico e privato) e salari orari in netta accelerazione, hanno sorpreso gli economisti uscendo, i primi, nettamente al rialzo nonostante una revisione al ribasso di 10.000 unità del mese di aprile che amplifica ancor più il divario, sia previsionale che effettivo, i secondi con uno 0,2% di rialzo rispetto al mese precedente. Eppure sia il dato in discesa di martedì scorso relativo ai Job Openings (anche se viaggia con un mese di ritardo), né il dato in discesa di mercoledì dei nuovi occupati a cura di ADP, né tantomeno il dato in salita di giovedì sulle richieste di sussidi settimanali, lasciava presagire questa dato a sorpresa dei ‘nonfarm payrolls’. Chiariamo subito che il dato di venerdì scorso potrebbe essere rivisto in calo nella pubblicazione del prossimo mese, ciò non toglie che la reazione del mercato è stata molto violenta soprattutto a livello di rendimenti dei Bonds che in un sol colpo hanno recuperato buona parte del calo dei rendimenti accumulato consecutivamente nei 5 giorni precedenti. A sua volta anche il Dollar Index riguadagnava una figura da 104 a 105 punti, mentre prendevano una sonora batosta le commodities sia preziose (oro, argento, platino) che quelle più cicliche come i metalli industriali (rame, alluminio, nickel) che hanno visto un forte intensificarsi delle prese di beneficio. Ricordiamo che il principale mercato mondiale, quello cinese, ha scorte sui massimi sul rame e il mese scorso ha anche stoppato gli acquisti sull’Oro.

A completamento delle pubblicazioni dei dati macro settimanali riportiamo la conferma dei dati flash dei direttori di acquisto delle PMI del mese di maggio con l’ISM servizi che, diversamente dal suo omologo manifatturiero, straccia il consenso che vedeva solo un moderato ritorno in espansione, marcando il massimo da agosto 2023. In generale, un report dai molti pregi. Per prima cosa, tranquillizza sul lato crescita, relegando il calo in contrazione di aprile a poco più che rumore nella serie. Certo, il manifatturiero non ha offerto le medesime indicazioni, ma negli USA i servizi sono l'80% dell'economia. Di contro la produttività in maggio è stata rivista al ribasso ma meno delle attese, così come i costi del lavoro molto più bassi del previsto, dati positivi per inflazione.

In tutto questo contesto l’azionario non si faceva scalfire più di tanto consolidando l’importante guadagno registrato nella giornata di mercoledì scorso, con tanto di nuovo record nella giornata di venerdì per gli indici Nasdaq100 e S&P500. I titoli tecnologici statunitensi guidati dal cosiddetto gruppo di titoli a mega capitalizzazione dei Magnifici Sette, hanno appena registrato il maggiore afflusso settimanale da nove settimane, con il settore in ripresa dopo che il rally guidato dalle mega cap aveva perso slancio alla fine di maggio. I titoli tecnologici hanno registrato afflussi di quasi 1 mld $ nella settimana terminata mercoledì scorso, il più alto in più di due mesi, dopo aver registrato la stessa quantità di deflussi nella settimana che terminava due mercoledì fa.

Gli investitori hanno continuato a investire denaro in azioni nella scorsa settimana, con i fondi azionari statunitensi che hanno acquistato complessivamente 4,6 mld $ nella loro settima settimana consecutiva di acquisti. Anche i titoli dei servizi di pubblica utilità hanno registrato una domanda positiva poiché hanno assorbito circa 1 mld $ nello stesso periodo, i maggiori acquisti settimanali da gennaio 2022.

Passiamo ora ad occuparci di utili societari. Date le preoccupazioni del mercato circa un possibile rallentamento economico, gli analisti hanno abbassato le stime degli utili più del normale delle società dell’S&P500 per il secondo trimestre?

La risposta è no. Durante i mesi di aprile e maggio, gli analisti hanno effettivamente aumentato le stime degli utili per il secondo trimestre in media dello 0,3%, passando da una media di 59,22 $ a 59,43 $ alla fine di maggio. In un trimestre tipico, gli analisti solitamente riducono le stime degli utili durante i primi due mesi del trimestre, mentre è la seconda volta in 20 anni che la stima viene aumentata durante i primi due mesi del terzo trimestre, la precedente risale al terzo trimestre del 2021 (v. grafico):

A livello di settore cinque degli undici settori hanno registrato un aumento della stima degli utili per il secondo trimestre del 2024 dal 31 marzo al 30 maggio, guidato dal settore dell’energia (+6,2%). D’altro canto, sei settori hanno registrato una diminuzione della stima sempre durante questo periodo, guidato dal settore industriale (-4,3%) (v. grafico):

Passiamo ora ad analizzare il mercato monetario.

Per una volta apriamo il capitolo parlando di Europa in quanto giovedì scorso l’atteso taglio dei tassi della BCE è avvenuto con 25 bps su tutti e tre i suoi tassi di riferimento, portando il Depo al 3.75%. Nello dichiarazione la mossa è stata giustificata con il calo dell'inflazione di oltre 2.5 punti da settembre ad oggi e con il miglioramento del quadro inflattivo. Si è però ammesso che le pressioni sui pezzi restano elevate, che i salari continuano a salire e che l'inflazione resterà sopra il target fino a ben dentro il 2025. Pertanto la BCE resta ‘data dipendente’ con le decisioni che saranno prese meeting per meeting. E' stato inoltre specificato che il Comitato non si impegna a compiere alcun percorso specifico sui tassi.

Le previsioni di crescita sono state alzate in aggregato (con il 2024 portato da +0.6% a +0.9%; il 2025 abbassato da +1.5% a +1.4% e il 2026 lasciato a +1.6%). Quelle di inflazione sono state a loro volta alzate, con un 2.5% per il 2024, da 2.3%; un 2.2% per il2025 da 2%, e un 2.0% nel 2026 da 1.9%. Nonostante il trucchetto di tagliare le previsioni del PIL nel 2025, questa serie di numeri non sembra coerente con un taglio dei tassi, cosa che non ha mancato di emergere nella conferenza stampa, mettendo un po' in difficoltà la Lagarde che si è parecchio spesa per giustificare il taglio. Non a caso, si è registrato comunque il dissenso di Holzmann. Il governatore della Banca Centrale austriaca ha dichiarato che se uno dice di essere ‘data dipendente’, poi deve esserlo. Personalmente ritengo giusta la decisione a livello macroeconomico che, forse, andava attuata anche prima, e credo anche che la decisione da parte della BCE sia stata volta a mostrare la sua emancipazione rispetto a quella della FED, tagliando per prima.

In settimana anche la BoC (Bank of Canada) ha tagliato il suo tasso di interesse per la prima volta in più di quattro anni, portandolo al 4,75% da un massimo di oltre due decenni del 5%. L'annuncio ha alimentato le aspettative di un taglio dei tassi a luglio e di un'ulteriore riduzione al 4% entro la fine dell’anno, (v. grafico):

E veniamo al mercato dei tassi statunitense. La reazione del mercato ai dati macro usciti nel corso della settimana è stata quella di cali generalizzati dei rendimenti che si sono accentuati per ben 6 giorni consecutivi, fino a venerdì scorso quando, dopo l’uscita del dato sul mercato del lavoro, la reazione dei tassi è stata immediata e violenta. Come osservato prima i rendimenti erano arrivati a questa pubblicazione praticamente al culmine di un movimento di calo di oltre 30 bps e quindi assai esposti a una sorpresa positiva anche inferiore a questa, e il risultato è stato un recupero di tutte le perdite degli ultimi quattro giorni. A questo punto, per il futuro, siamo tutti ‘dati dipendenti’.

Andiamo ora a vedere nello specifico lo scenario che si è presentato nel fine settimana appena trascorso sulle probabilità dei tagli sui tassi d’interesse nel 2024 e sui rendimenti dei Treasury.

Saltando la successiva riunione del 2024 in programma mercoledì prossimo, che vedrà i tassi fermi con probabilità al 99,4%, passiamo direttamente a vedere come i mercati prezzino le probabilità per la riunione del 31 luglio 2024. Lo strumento FedWatch del CME Group mostra come le probabilità di nessun taglio si siano ulteriormente confermate dall’84,3% di due venerdì fa all’attuale 91,1%. Quasi inesistenti le probabilità per un taglio di 25 bps che dal 15,5% di due venerdì fa si abbassano all’attuale 8,8%. (v. grafico):

Tutto fermo anche per quanto attiene alle probabilità del primo taglio dei tassi che non riguarda più la riunione del 18 settembre, nella quale le probabilità di nessun taglio si alzano notevolmente al 51,0% rispetto al 40,5% di due venerdì fa, Conseguentemente si abbassano le probabilità di un taglio pari a 25 bps al 45,0% rispetto al 51,3% di due venerdì fa. Infine crollano ulteriormente al 3,9% le probabilità di un taglio per complessivi 50 bps (1 da 0,50% o due da 0,25%) rispetto all’8,2% di due venerdì fa (v. grafico):

E veniamo alla scadenza relativa alla riunione del 7 novembre per quanto riguarda le probabilità del primo taglio dei tassi. Per questa riunione rimangono stabili le probabilità di un taglio pari a 25 bps che dal 48,0% di due venerdì fa passa all’attuale 47,4%. Mentre salgono nuovamente le probabilità di nessun taglio al 35,1% rispetto al 28,3% di due venerdì, il tutto a scapito di un taglio per complessivi 50 bps (1 da 0,50% o due da 0,25%) che dal 21,1% di due venerdì fa passano all’attuale 16,3% (v. grafico):

Infine, per l’ultima riunione del 2024, si rialzano le probabilità per un taglio di soli 25 bps rispetto alle preferenze di un taglio per complessivi 50 bps. Nel primo caso le probabilità passano dal 35,8% di due venerdì fa all’attuale 39,4%, mentre nel caso di un taglio per complessivi 50 bps le probabilità passano dal 37,8% di due venerdì fa all’attuale 36,5%. Si riducono sempre più le probabilità per un taglio complessivo di 75 bps che dal 14,0% di due venerdì fa passano all’attuale 11,0%. (v. grafico):

Come riportato in precedenza, a cavallo delle ultime due settimane ben 6 sono state le sedute consecutive in calo per i rendimenti dei Treasury che avevano accumulato perdite tra i 28,8 punti base della scadenza corta 2 anni e i 35,3 punti base della scadenza a 10 anni ma, dopo una seduta interlocutoria di giovedì scorso, nella giornata di venerdì la reazione ai dati del lavoro di maggio è stata fin troppo violenta con una svendita totale dei Treasury a 2 anni (il più sensibile alle aspettative politiche) e del 10Y con i rendimenti che riguadagnavano rispettivamente 16,3 e 14,6 punti base. Sebbene il rendimento del 10Y sia aumentato di 14,6 punti base nell’ultima seduta, di poco sotto il più grande salto giornaliero di 19,4 punti base il 10 aprile sulla scia di forti dati sull’inflazione, esso è ancora al di sotto della linea di tendenza rotta al ribasso. E a meno che il rendimento non superi il 4,638% della chiusura del 29 maggio scorso, il recente modello ribassista a breve termine di massimi e minimi decrescenti rimane intatto (v. grafico 10Y):

Detto ciò andiamo a vedere nello specifico i numeri: la scadenza corta costituita dal Treasury 2Y è passata dal 4,879% di due venerdì fa, al minimo del 4,722% di giovedì scorso, all’attuale 4,887%. Stessa situazione anche se in tono minore per il Treasury 10Y che dal 4,502% di due venerdì fa passa all’attuale 4,461% con un minimo settimanale al 4,277 di giovedì%. Infine per la scadenza lunga del 30Y ampiezza ancora minore del rialzo che passa dal 4,651% di due venerdì fa all’attuale 4,588% con un minimo settimanale al 4,424% di giovedì. Attualmente il classico spread 2Y – 10Y è posizionato a 42,4 punti.

In discesa i tassi reali, al netto dell’attuale tasso di inflazione, in attesa dei dati inflattivi di questa settimana (CPI e PPI). Come mostrato dal grafico del breakeven inflation a 10 anni, in chiusura di ottava il tasso scende al 2,30% dal 2,35% di due venerdì fa (v. grafico):

Analisi grafica dell’indice di riferimento di una parte delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Prosegue imperterrito il rialzo dell’indice tech con il clou settimanale nella giornata di mercoledì scorso grazie alla spinta dei titoli del comparto dei semiconduttori con NVIDIA a superare per la prima volta i 3 bln di capitalizzazione, la terza azienda USA a farlo dopo APPLE e MICROSOFT e contemporaneamente diventare la seconda azienda per capitalizzazione superando APPLE, per poi consolidare nei due giorni successivi senza farsi mancare la registrazione di un nuovo record a 19113.88 punti nell’ultima seduta della settimana con un guadagno complessivo del 2,04% miglior rialzo dal 22 febbraio scorso.

Quindi tutto bene e tutto bello ? No, dobbiamo sempre mantenere una certa cautela in quanto la partecipazione al rialzo è povera, nel senso che l’indice è trainato da NVIDIA, che è salita quasi di un 30% nelle ultime 9 sedute, tra pubblicazione degli utili e l'incombere dello split azionario ma, in effetti, il rally è legato alle performance stellari di una singola azione o a un ristretto nomi di titoli come quelli dei cosiddetti ‘magnificent seven’ e ciò porta con sé un germe di fragilità. Vale la pena di tenere gli occhi aperti tanto più che, come rileva Jefferies, nelle ultime 5 occasioni in cui un’azione ha operato uno split azionario (AMAZON, GOOGLE, APPLE, TESLA un paio di volte), da lì a qualche giorno è sempre andata incontro ad una correzione.

Con le performance settimanali dei ‘magnificent seven’ è aumentato notevolmente l’indice ‘pesato’ a scapito dell’indice Nasdaq100 equal weighted che nella settimana appena trascorsa ha riportato un guadagno dello 0,94% contro il 2,51% di quello ‘pesato’ ampliando ulteriormente il gap del rendimento da inizio anno con l’equal weighted che registra un minor guadagno del 9,52% rispetto a quello ‘pesato’. Graficamente notiamo la bella candela di mercoledì scorso che oltre a stabilire un momentaneo nuovo record, lascia dietro di sé l’ennesimo gap aperto, poi nella giornata di venerdì le quotazioni si portano ad un soffio dalla proiezione rialzista in area 19150/19200 [rappresentante l’estensione del 100% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 4 di (5)], non senza aver fatto registrare un nuovo ennesimo record a 19113.88 punti pur mantenendo il valore dell’RSI a 67 indicando la possibilità di ulteriori allunghi, dati macro sull’inflazione (CPI e PPI) e retorica dei membri della FED permettendo. Prossima proiezione rialzista l’area 19700/19800 (ma forse ci vorrà un po' di tempo in più), oppure una fase di consolidamento tra i massimi e l’area 18750 con possibile test dell’area 18500, non crediamo che la breve correzione possa andare oltre. La settimana si è chiusa a 19000.95 con un guadagno del + 2,51% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 12,93% rispetto alla chiusura del 2023.  

Come per l’indice tech, ulteriori rialzi nel corso della settimana scorsa per l’indice S&P500 che, nella giornata di venerdì, aggiorna il proprio record a 5375.08 punti di massimo chiudendo l’ottava con un guadagno dell’1,32%. Molto peggio ha fatto l’indice S&P Equal Weight che addirittura perde lo 0,77% così come l’indice Russell 2000 Small Caps che ha segnato un pessimo -2,38% a riprova che le società statunitensi viaggiano a due ritmi molto diversi.

Sebbene ci siano alcuni dati storici che mostrano che l’aumento della concentrazione coincide tipicamente con rendimenti più forti per l’S&P500, il rapido aumento di valore osservato da una manciata dei titoli più grandi sta iniziando a innervosire alcuni investitori. Gli esempi di questo abbondano. Basta guardare il rapporto tra il Russell 2000 RUT focalizzato sulle small-cap rispetto all’S&P 500, una misura che è crollata al livello più basso dal 2001 all’inizio di questa settimana, secondo i dati FactSet. O la divergenza nel prezzo relativo tra l’S&P500 a pari ponderazione e il suo equivalente ponderato in base alla capitalizzazione, che è diventata più estrema poiché l’indice a pari ponderazione ha sottoperformato anche quest’anno. Secondo gli analisti di BofA Global Research, il rapporto tra i due ha recentemente toccato il livello più basso dal 2009. Richard Bernstein Advisors ha illustrato con un grafico come la percentuale di titoli S&P500 che battono l’indice sia rimasta insolitamente bassa nel 2024, intorno al 30%, secondo i dati FactSet. I settori che hanno più performato in settimana sono stati il tecnologico ed il finanziario, mentre quelli che più hanno lasciato sul parterre sono stati i titoli del settore utilities, materie prime e servizi di comunicazione.

Per chi volesse investire un ‘chippino’ su un titolo da ‘montagne russe’, consigliamo GAMESTOP, crollato del 39% nella giornata di venerdì dopo che negli ultimi 17/18 gg. di contrattazioni, le quotazioni sono passate da 17 $ a 64 $ per poi precipitare nuovamente a 18 $, con un successivo rialzo fino a 48 $, per poi precipitare nuovamente 28 $. E’ proprio un vero ‘gioco’ su una società di giochi online.

Venerdì scorso il fornitore di dati dell’S&P Dow Jones Indices ha dichiarato che la società di sicurezza informatica CrowdStrike Holdings Inc., il colosso del ‘private equity’ KKR & Co. e l'host web GoDaddy Inc. entreranno a far parte dell'indice S&P500 all'apertura del mercato del 24 giugno. Il trio sostituisce la società di vendite personali Robert Half Inc., la società di servizi finanziari Comerica Inc. e l'azienda biotecnologica Illumina Inc.

A livello grafico notiamo la continuazione del trend rialzista con le quotazioni della giornata di mercoledì scorso che hanno rotto il precedente massimo storico e con ampi guadagni, per poi ripetersi con un nuovo record a 5375.08 nella giornata di venerdì chiudendo la sessione rimangiandosi il guadagno giornaliero. Superata quindi la resistenza in area 5320 rappresentata dall’estensione del 61,8% di onda 3 di (5) partendo dal minimo di onda 4 di (5), la prossima proiezione rialzista vede l’area 5410 punti e con il livello di RSI a 64 nulla osta che possa essere raggiunta già nel corso di questa settimana, dati sull’inflazione (CPI e PPI) e retorica dei membri della FED permettendo. Viceversa, un possibile consolidamento in area 5300 con correzione in area 5260, non crediamo in un test ancora più profondo dato dal supporto in area 5230/5220 [ritracciamento del 38,2% di onda 5 di (5)].

Nuovo ripiegamento verso i minimi dell’indice Cboe Volatility Index (VIX) che chiude la settimana a 12,22 punti dopo il massimo relativo di 15 punti (coincidente con la propria M.M. a 200periodi) nella settimana nella quale non eravamo collegati. Compatibilmente con le sorti del VIX la situazione sull’indice della ‘paura’, e parliamo dello skew del CBOE sull’S&P500 – un indicatore del mercato delle opzioni per la domanda relativa di contratti call al rialzo rispetto a contratti put al ribasso – che è scesa dai 148 punti di due venerdì fa ad un più tranquillo 139 punti in coincidenza con la propria M.M. a 200 periodi. La settimana si è chiusa a 5346.98 con un guadagno del + 1,32% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 12,10% rispetto alla chiusura del 2023.

Anche nel corso della scorsa settimana sono continuati i segnali di deterioramento per le quotazioni del listino delle major industrial, il DOW JONES, che rispetto agli altri due indici maggiori porta a casa un modestissimo guadagno dello 0,24%, in uno scenario che lo ha visto, nell’ultimo mese, perdere anche più degli altri due indici. Su questo indice si nota ancora di più la differenza tra le forti performance del settore tecnologico e AI e gli altri settori che non trovano la compiacenza degli investitori, istituzionali in primis.

Graficamente notiamo come il rimbalzo dai minimi si sia fermato in area 39100 per poi essere subito ricacciato all’indietro sino in area 38800 producendo un guadagno veramente scarso e ben lontano dai propri massimi storici in area 40000. In prospettiva futura la debolezza dell’indice con un RSI a 48 non depone certo per un attacco ai precedenti massimi ma solo una possibile debole continuazione del rimbalzo trainato dagli altri due indici maggiori. Viceversa, in caso di discesa, le quotazioni potranno andare a ritestare il supporto in area 38000 ma non oltre per non andare ad inficiare l’area del minimo di onda 4 di (5). La settimana si è chiusa a 38799 con un guadagno del + 0,24% rispetto alla chiusura della scorsa settimana, il che porta ad un guadagno del + 2,89% rispetto alla chiusura del 2023.

ORO INDEX

L'Oro ha perso il suo slancio rialzista venerdì scorso, perdendo in una sola seduta quanto di guadagnato in tutta la settimana, chiudendo l’ottava addirittura in perdita.

In questa settimana le dichiarazioni dei politici della FED a margine del FOMC e i dati sull'inflazione statunitense potrebbero influenzare in modo significativo le quotazioni dell’Oro.

Le prospettive tecniche a breve termine evidenziano una forte esitazione tra gli acquirenti.

L’Oro aveva iniziato la settimana appena trascorsa su basi solide, sostenuto dal forte calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA, ma la notizia della sospensione degli acquisti del metallo giallo da parte della CINA per la prima volta in 18 mesi e i dati positivi sull’occupazione negli Stati Uniti ne hanno limitato il rialzo. Il rapporto sull'inflazione di maggio dagli Stati Uniti e gli annunci di politica monetaria della Federal Reserve di questa settimana potrebbero innescare una forte azione sul mercato dell'Oro.

Nella giornata di lunedì scorso, il Dollaro è stato sottoposto a pressioni di vendita aiutando la commodity a guadagnare terreno. L'ISM Manufacturing PMI di maggio è sceso a 48,7 punti dai 49,2 di aprile, mostrando che la contrazione dell'attività commerciale del settore manifatturiero ha accelerato. Inoltre, la componente relativa all'inflazione dell'indagine, l'indice dei prezzi pagati, è scesa a 57 punti dai 60,9, evidenziando un'inflazione dei fattori produttivi più debole.

Mercoledì scorso il dato dell’ISM Services PMI si è attestato a 53,8 punti superando le aspettative del mercato di 50,8. Sebbene questa lettura abbia aiutato il Dollaro a trovare domanda con una reazione immediata, i guadagni della valuta sono rimasti limitati poiché l'indice dei prezzi pagati è sceso a 58,1 punti dai 59,2 di aprile. Altri dati provenienti dagli Stati Uniti hanno mostrato che l'occupazione nel settore privato è aumentata di 152.000 unità, inferiore alla stima degli analisti di un aumento di 173.000.

Dopo essere sceso di quasi il 5% nella prima metà della settimana, il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni ha continuato a scendere nella giornata di giovedì scorso. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti ha annunciato che i costi unitari del lavoro sono aumentati del 4% nel primo trimestre, in netto calo rispetto al 4,7% riportato nella stima iniziale, e il Dipartimento del Lavoro ha affermato che il numero di domande di disoccupazione presentate per la prima volta, nella settimana terminata il 1 giugno, sono saliti a 229.000 unità dalle 221.000 della settimana precedente. A sua volta, l'Oro raggiungeva il livello più alto dalla fine di maggio appena sotto i 2400 $/oz.

Venerdì scorso, Reuters riferiva che la Banca popolare cinese (PBoC) aveva interrotto gli acquisti di Oro a maggio, dopo che aveva aumentato le sue riserve auree per 18 mesi consecutivi. "La Cina deteneva 72,80 milioni di once troy d'oro alla fine di maggio, invariate rispetto alla fine di aprile, come mostrano i dati", ha detto Reuters. La reazione immediata a questa notizia è stata che la quotazione del metallo giallo è scesa sotto i 2.340 $/oz, cancellando gran parte dei suoi guadagni settimanali.

Nella sessione americana, la BLS ha riferito che le buste paga non agricole sono aumentate di 272.000 unità a maggio. Poiché questa cifra ha superato con un ampio margine il consenso del mercato di 185.000, i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi sono aumentati e la commodity è stata sottoposta a forti pressioni di vendita, perdendo oltre il 4% nel corso della seduta.

In questa settimana l'Oro potrebbe avere difficoltà a trovare una direzione nei primi due giorni in vista degli attesissimi dati sull'inflazione di maggio e della riunione di politica monetaria della FED di mercoledì. La BLS pubblicherà i dati sull'inflazione su base mensile e si prevede che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) aumenterà dello 0,2% dopo l’aumento dello 0,3% registrato ad aprile. Il dato ‘CPI core’, che esclude la volatilità dei prezzi degli alimentari ed energia, è previsto in aumento dello 0,3% per allinearsi alla crescita di aprile. Nel caso in cui il ‘CPI core’ aumenti più del previsto a maggio, la reazione immediata potrebbe fornire una spinta al Dollaro e innescare un ribasso dell'Oro. Viceversa un valore dello 0,2% o inferiore potrebbe aprire la porta a un prolungato calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA e consentire al metallo giallo di acquisire uno slancio rialzista.

Inoltre si prevede che la FED lascerà invariato il suo tasso di riferimento. Gli investitori presteranno molta attenzione al riassunto rivisto delle proiezioni economiche, il cosiddetto Dot Plot. A marzo, il Dot Plot mostrava che i membri del Comitato prevedevano una riduzione totale del tasso ufficiale di 75 bps nel 2024. Con il periodo di blackout della FED che terminerà giovedì, gli operatori di mercato presteranno molta attenzione ai commenti del Presidente della FED Powell e dei funzionari prima del fine settimana.

Prospettive tecniche dell’Oro.

La fase di consolidamento delle ultime due settimane tra il supporto in area 2330 $/oz. (ritracciamento del 27,2% della gamba rialzista dal 14 febbraio 2024) e l’area 2380 $/oz., è stata bruscamente violata al ribasso nella giornata di venerdì scorso dopo i dati sul mercato del lavoro, facendo precipitare i prezzi in area 2300 $/oz. ove si trovano attualmente.

In base ai dati macro che verranno pubblicati mercoledì i prezzi della commodity potranno rimbalzare da codesta quota nuovamente verso i 2400 $/oz., altrimenti troviamo il successivo supporto in area 2280 $/oz. (ritracciamento del 38,2% della gamba rialzista dal 14 febbraio 2024).

Passando agli altri due metalli preziosi, continua la discesa dai massimi del 20 maggio scorso a 1105 $/oz. per i prezzi del Platino che hanno sfondato anche il supporto in area 1000 $/oz. per chiudere la settimana in area 970 $/oz. Un ulteriore affondo è possibile fino in area 940 $/oz. ove i prezzi troveranno la propria M.M. a 200 periodi. Viceversa molto importante sarebbe riprendere e superare l’area 1000 $/oz. e consolidarci sopra.

Scenario senz’altro migliore per le quotazioni dell’Argento, anche se la discesa dai massimi sotto l’area di supporto dei 30 $/oz. non sia una bella notizia. Di positivo c’è che attualmente i prezzi stanno cercando di recuperare tale importante area. Vedremo se i dati di mercoledì potranno dare una mano. Viceversa, il mancato recupero dell’area 30$/oz. potrebbe proiettare le quotazioni verso l’area di supporto dei 29 $/oz. e successivamente verso i 28 $/oz.

La quotazione settimanale dell’Oro si è chiusa a 2311,10 $/oz. con una perdita del – 3,50% rispetto alla precedente settimana che porta ad un guadagno da fine anno del + 12,72%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 2334.02 $/oz. Di seguito il grafico daily dell’ORO FUTURES AGOSTO 2024:

POLITICA USA

Per aumentare la produzione di elettricità a zero emissioni, raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra e de-carbonizzare l’economia entro il 2050, l’amministrazione Biden potrebbe riaccendere alcune centrali nucleari spente recentemente o aggiungere reattori a siti esistenti. Sul tema è intervenuta giovedì scorso in un’intervista Jennifer Granholm, segretaria dell’energia del governo statunitense. Già a marzo scorso il Loan Programs Office (LPO) del Dipartimento dell’Energia ha emesso un prestito condizionale da 1,52 miliardi di dollari ad Holtec International per riaprire un reattore spento nel Michigan, che potrebbe diventare il primo impianto nucleare del Paese ad essere riacceso dopo essere stato chiuso. La segretaria Granholm ha detto che sarebbe sorpresa se il LPO non stesse discutendo con operatori di altri impianti chiusi circa la loro riapertura. La segretaria ha anche detto di non essere coinvolta nei colloqui del LPO. Granholm ha anche spiegato che la produzione di energia nucleare USA potrebbe essere aumentata in modo economicamente vantaggioso costruendo nuovi reattori in siti esistenti, specificando che circa 30 siti di centrali elettriche negli Stati Uniti hanno avuto il permesso di costruzione di ulteriori reattori.

Nel corso della sua visita in Francia, venerdì scorso il Presidente statunitense Joe Biden ha incontrato a Parigi l’omologo ucraino Volodymyr Zelenskiy nel primo faccia a faccia tra i due da dicembre, incontro che si era tenuto a Washington. I due si incontreranno anche questa settimana durante il G7, ospitato proprio dal nostro Paese. Venerdì scorso nell’incontro a Parigi, Biden si è scusato con il Presidente ucraino per i ritardi nel passaggio al Congresso del pacchetto di aiuti approvato in aprile ed ha confermato che avrebbe firmato un’altra tranche di aiuti da 225 milioni di dollari volti a sostenere l’Ucraina nella ricostruzione della sua rete elettrica. Come riporta Reuters, il nuovo pacchetto di sicurezza include intercettori di difesa aerea, sistemi d’artiglieria e munizioni, veicoli blindati, armi anticarro ed altre capacità, inoltre aiuterà a rinforzare le difese aeree di Kiev e le sue capacità in prima linea.

E se in Europa ci siamo appena lasciati alle spalle un appuntamento elettorale, negli USA continua il cammino di avvicinamento alle elezioni di novembre. Reuters, citando il membro del Comitato Nazionale Repubblicano Harmeet Dhillon ed un’altra fonte, ha riportato che giovedì scorso il candidato repubblicano Donald Trump ha raccolto circa 12 milioni di dollari nell’ambito di un evento ospitato da due venture capitalist del settore tecnologico a San Francisco. Dhillon ha fatto sapere che Trump all’evento ha parlato di come la senatrice Elizabeth Warren (democratica) sta “perseguendo le criptovalute”. L’evento di San Francisco dà continuità all’aumento della raccolta fondi di Trump dopo il verdetto di colpevolezza delle scorse settimane. Trump, infatti, è il primo pregiudicato a correre per la presidenza degli USA, dopo che a fine maggio una giuria di New York lo ha dichiarato colpevole di aver falsificato documenti per coprire un pagamento alla porno star Stormy Daniels in cambio del suo silenzio, in vista delle elezioni del 2016, circa un incontro sessuale che lei sostiene di aver avuto con l’ex presidente nel 2006; Trump nega di aver avuto rapporti sessuali con Daniels.

POLITICA DELLA FED

Quarto meeting dell’anno in arrivo per il FOMC, che si riunirà martedì 11 e mercoledì 12 giugno. Una riunione che arriva a pochi giorni dalla pubblicazione di dati sul ritmo della crescita dei posti di lavoro e dei salari che alimentano l’idea secondo la quale la banca centrale non andrà a modificare il livello dei tassi d’interesse quest’estate e forse anche oltre. I 272 mila posti di lavoro creati a maggio nel settore non-agricolo e la crescita del 4,1% su base annua del salario orario medio, dati che, appunto, vanno nella direzione della narrativa secondo la quale la FED non deve avere fretta di abbassare i tassi d’interesse.

Dopo gli ultimi dati sull’occupazione, i trader di futures hanno tagliato le scommesse sui tagli dei tassi. Per il meeting in programma per questa settimana, ci si aspetta che il tasso di riferimento della FED venga mantenuto stabile, ovvero nel range 5,25%-5,5%, range nel quale ci si trova dallo scorso luglio.

Kathy Bostjancic, capo economista di Nationwide, ha scritto: “Avevamo anticipato l’inizio dei tagli dei tassi a settembre, per un totale di 50 punti base di tagli quest’anno, ma il persistere di forti incrementi occupazionali aumenta la probabilità di successivi tagli dei tassi”.

DATI MACROECONOMICI

Il PMI manifatturiero S&P Global a maggio tocca quota 51,3 punti, in crescita rispetto ai 50,0 punti di aprile e sopra al dato preliminare di 50,9 punti.

Il PMI manifatturiero rilasciato da ISM passa dai 49,2 punti di aprile ai 48,7 punti di maggio, in calo per il secondo mese consecutivo.

L’indice di occupazione nel settore manifatturiero rilasciato da ISM a maggio è al 51,1%, sopra il dato di aprile di 48,6% ed in crescita per il terzo mese consecutivo.

Il dato sui nuovi ordini nel settore manifatturiero rilasciato da ISM a maggio si attesta a quota 45,4 punti, con un calo significativo rispetto ai 49,1 punti di aprile.

Invece, il dato sui prezzi nel settore manifatturiero rilasciato da ISM passa dai 60,9 punti di aprile ai 57,0 punti di maggio.

Gli ordini alle fabbriche su base mensile ad aprile crescono dello 0,7%, mantenendo lo stesso ‘passo’ del mese precedente: anche a marzo è stato registrato un +0,7% (rivisto da +1,6%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il PMI S&P Global relativo al settore dei servizi a maggio è pari a 54,8 punti, come indicato dal dato preliminare e in rialzo rispetto ai 51,3 punti di aprile.

Il dato PMI relativo al settore dei servizi rilasciato da ISM, invece, a maggio si attesta a quota 53,8 punti, facendo un balzo in avanti rispetto ai 49,4 punti di aprile.

L’indice di occupazione nel settore dei servizi rilasciato sempre da ISM, invece, passa dai 45,9 punti di aprile ai 47,1 punti di maggio.

L’indice di nuovi ordini a maggio è pari a 54,1 punti, in crescita rispetto ai 52,2 punti del mese precedente.

Infine, il dato di ISM sui prezzi nel settore dei servizi dai 59,2 punti di aprile scende ai 58,1 punti di maggio.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’1 giugno sono state 229 mila, oltre il consensus di 220 mila richieste ed in rialzo rispetto al dato di 221 mila registrato nella settimana precedente (rivisto da 219 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

La bilancia commerciale USA ad aprile si attesta a -74,6 miliardi di dollari, rispetto ad un dato di marzo di -68,6 miliardi (rivisto da -69,4 miliardi). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato relativo alla produttività nel settore non-agricolo nel primo trimestre 2024 cresce dello 0,2%, quasi precisamente in linea con il dato preliminare del +0,3%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

I costi unitari del lavoro nel primo trimestre 2024 segnano una crescita del 4,0%, sotto al dato preliminare del +4,7%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il labour market report USA di maggio ha deliverato l'ennesima sorpresa della sua storia, con quasi 100.000 occupati oltre le attese e salari orari in netta accelerazione. Nel settore non-agricolo pubblico a maggio sono stati creati 272 mila posti di lavoro, un forte aumento rispetto ai 165 mila creati nel mese precedente (rivisti da 175 mila). Per rendersi conto dell'entità della sorpresa basta pensare che dei 77 economisti interpellati, quello che aveva la stima più alta aveva previsto 258.000 occupati. Gli altri erano tutti sotto 230.000. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Nel settore non-agricolo privato, invece, a maggio sono stati creati 229 mila posti di lavoro, rispetto ai 158 mila di aprile (rivisti da 167 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il tasso di disoccupazione a maggio si attesta al 4,0%, a causa di una household survey totalmente opposta all'establishment survey. A fronte della creazione di 272.000 posti indicati dalla seconda, la prima ha indicato la cancellazione di 408.000 posti, e il tasso è salito solo di un decimale rispetto al 3,9% di aprile e al consensus del 3,9% grazie alla discesa di 0.2% della forza lavoro (-250.000 posti). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il salario orario medio a livello mensile a maggio cresce dello 0,4%, appena sopra al consensus del +0,3% e segnando una crescita più consistente rispetto al +0,2% di aprile.

A livello annualizzato, la crescita di maggio è del 4,1%, anche in questo caso sopra al consensus del +3,9% ed al +4,0% registrato ad aprile (rivisto da +3,9%). I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il tasso di partecipazione della forza lavoro, ovvero la percentuale di popolazione in età lavorativa che sta cercando occupazione o che è già occupata, a maggio si attesta al 62,5%, in leggero calo rispetto al 62,7% di aprile. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

PORTAFOGLI AZIONARI

Ritornano i target sui nostri Portafogli azionari. Nel Portafoglio Storico il secondo giro sul titolo ZOETIS ci ha regalato un buon + 7,12% dopo che nei giorni precedenti le quotazioni erano arrivate a soli 11 tick dal target. Non così per il titolo FORTINET, nei giorni scorsi anch’esso molto vicino al nostro livello di target, ed ora abbastanza distante anche se sempre in positivo. Poco da dire sugli altri titoli presenti, con GILEAD che ne parlano tutti molto bene (v. capitolo Focus su Azioni) e dal bilancio solidissimo, eppure in continua sofferenza. Idem per ULTA BEAUTY con la buona trimestrale economica che sembrava ridare ossigeno alle quotazioni, poi ridiscese stranamente sui prezzi pre-utili. Stessa cosa per MONSTER BEVERAGES che nella giornata di giovedì operava un bel rimbalzo non a causa della trimestrale economica poi anche qui, i prezzi stranamente sono ridiscesi. Bahhhh…!! Nel frattempo siamo entrati in acquisto su FASTENAL con il titolo che non si è mosso né all’insù, né all’ingiù, rimanendo ancorato in zona M.M. a 200 periodi. Se son rose…….!! Per quanto riguarda nuovi acquisti siamo in un mercato altamente tecnico, mentre gli indici offrono delle oscillazioni medio-piccole e con il VIX sempre sui minimi, una buona parte dei titoli sottostanti offrono oscillazioni anche del 10% giornaliero ma sono pochi i titoli che offrono tale oscillazioni POSITIVE, mentre una buona parte offrono oscillazioni NEGATIVE e le performance degli indici ‘pesati’ vengono compensate dai guadagni (minori) dei titoli ‘big cap’. Cosa voglio dire con questo ? Che per ora è impossibile acquistare i titoli ‘big cap’ in quanto presentano valori molto eccessivi, nel contempo è molto difficile discernere i titoli che potranno presentare delle forti negatività rispetto agli altri e come vediamo sui titoli sopra citati, tipo GILEAD, ULTA, DASSAULT, anche i bilanci solidi e con prospettive di crescita non sempre vengono recepiti positivamente dal mercato. Quindi, cautela, cautela, cautela. Andare incontro a pesanti perdite giusto per il gusto di essere presenti sui mercati non è certo un bell’affare e di certo non è la filosofia del LombardReport.com

Sul Portafoglio “The Challenge” sempre bene APPLE, UNITED AIRLINES sta consolidando sui massimi di periodo ma manca la scintilla per il rialzo finale che porterebbe i prezzi al nostro livello di target. PARAMOUNT GLOBAL sempre in bilico tra l’acquisizione da parte di Apollo management e SONY ed altri soggetti interessati. Su FASTLY siamo ai minimi del dicembre 2022 e di sempre, quindi sarebbe il caso di acquistare il 2° LOTTO, ci dormo su e vi faccio sapere. Infine per quanto riguarda il comparto ETF continuiamo la bonifica senza infamia e senza lode uscendo, con la vendita a pareggio, sul LYXOR_STX_EU600_FOOD_&_BEVERAGE. Sempre fermi sulle nostre posizioni per quanto riguarda il secondo lotto del titolo francese KERING ed aspettiamo uno storno per caricare su qualche altro titolo !

Alla prossima.

FOCUS SU AZIONI

I dividendi azionari sono tutt’altro che noiosi: sono responsabili del 36% dell’indice S&P500 nel rendimento totale dal 1927 assumendo il reinvestimento. Ciò sarà significativo se i rendimenti obbligazionari statunitensi scenderanno da qui in avanti. Il calo dei tassi di interesse fa aumentare le azioni che pagano dividendi, poiché i tassi in calo rendono i loro rendimenti ancora più attraenti. Si ottiene un doppio vantaggio – dividendi e apprezzamento delle azioni – se i tassi di interesse scendono. Gli analisti della Bank of America hanno proclamato il 2024 “l’anno del dividendo”.

Il calo dei tassi di interesse spingerà al ribasso i rendimenti dei fondi del mercato monetario. Quando i tassi del mercato monetario scendono al di sotto del 5%, il che è probabile, le famiglie spostano liquidità in azioni dai fondi del mercato monetario, molti di loro acquisteranno il rendimento dei dividendi.

Azioni da considerare

John Buckingham, redattore della newsletter azionaria Prudent Speculator, individua tre promettenti società pagatrici di dividendi da considerare, anche se dovrebbero essere detenuti come parte di un portafoglio ampiamente diversificato, per ridurre il rischio legato ai singoli titoli.

1. BRISTOL-MYERS SQUIBB: Le azioni delle grandi aziende farmaceutiche sono state deboli a causa delle preoccupazioni sulla scadenza dei brevetti, sui controlli dei prezzi da parte del governo statunitense e sui tassi di interesse più elevati che riducono il valore degli utili futuri nei modelli di valutazione. Un buon esempio è Bristol-Myers Squibb. Buckingham, afferma che il titolo è interessante. Una grande perdita segnalata in aprile ha danneggiato le azioni, ma la maggior parte di ciò è dovuta a cancellazioni contabili una tantum legate ad acquisizioni. Bristol-Myers Squibb ha recentemente registrato una crescita delle vendite del 6%, il che non è male per un'azienda così grande.

2. CISCO SYSTEMS, il fornitore di apparecchiature di rete rimasto dalla bolla tecnologica della fine degli anni '90, vuole farti credere che si tratti di un gioco di intelligenza artificiale. Questo perché ha recentemente acquistato Splunk, una società di software che raccoglie e analizza dati generati dalle macchine. Cisco ha pagato un prezzo elevato, ma potrebbe valerne la pena se l’acquisto aiutasse Cisco a “potenziare e proteggere la rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, come ama dire l’azienda. A Buckingham piace la gamma di prodotti nei dispositivi di commutazione di rete. Il p/e di Cisco è ben al di sotto della media a medio termine, suggerendo che il titolo azionario da qui in poi guadagnerà man mano che la valutazione si normalizzerà.

3. CIVITAS RESOURCES: questo suggerimento di Buckingham non è scambiato vicino ai minimi di 52 settimane. Le azioni sono aumentate finora quest'anno, in parte perché il produttore di energia ha battuto le vendite e gli utili nel primo trimestre. Le azioni hanno recentemente reso il 2,7%. Ma ciò ignora un dividendo variabile di 1 $ a trimestre, che spinge al rialzo il rendimento effettivo a circa l’8%. Naturalmente “variabile” significa proprio questo. Il pagamento di $ 1 al trimestre potrebbe scomparire. Le azioni vengono scambiate a un multiplo a una cifra rispetto agli utili e la società ha riacquistato in modo aggressivo azioni, con molto spazio rimasto nel suo piano di riacquisto per quest'anno.

Titoli con crescita dei dividendi

Le aziende con la fiducia necessaria per aumentare i dividendi tendono ad essere redditizie e finanziariamente sane. Queste sono le qualità che gli investitori preferiscono durante i rallentamenti economici. Per questo motivo anche l’analista di Morningstar, Susan Dziubinski, preferisce Bristol-Myers Squibb. Inoltre ecco altri due titoli che preferisce:

1. NIKE: a causa della domanda di abbigliamento sportivo, le azioni sono scese dai massimi di dicembre scorso a circa 123 $. Secondo Morningstar, Nike dovrebbe recuperare terreno in quanto ha un marchio potente che sostiene la sua ampia attività. L'azienda domina le calzature sportive in tutte le principali categorie e in tutti i grandi mercati. Quindi, le probabilità sono che Nike trovi la sua posizione grazie all’innovazione continua, al marketing e ai miglioramenti della catena di fornitura. “Nike riconquisterà la quota perduta e supererà la crescita del mercato quando la domanda di abbigliamento sportivo migliorerà”, afferma Dziubinski. Utilizzando modelli di valore attuale netto, Morningstar ritiene che le azioni valgano 129 $ invece del prezzo attuale di 96 $. 

2. GILEAD SCIENCES: è un colosso biofarmaceutico che viene scambiato vicino ai minimi di 52 settimane. Ma le azioni della società dovrebbero ricevere una spinta dai solidi risultati degli studi sulla sua ampia gamma di farmaci oncologici, oltre alle acquisizioni. Il suo solido bilancio implica un significativo margine di sicurezza. Sulla base delle stime del modello del valore attuale netto, Morningstar ritiene che il titolo dovrebbe essere scambiato a 97 $, invece del recente prezzo di 64 $.

- Family Dollar potrebbe lasciare la famiglia DOLLAR TREE.  Il rivenditore discount Dollar Tree sta esplorando una potenziale vendita o spin-off di Family Dollar, la catena in difficoltà acquistata nel 2015. Dollar Tree ha anche affermato che prevede di chiudere altri 150 negozi quest'anno fiscale e ha dettagliato le perdite relative alla distruzione di un centro di distribuzione. All'inizio di quest'anno, la società ha dichiarato che avrebbe chiuso quasi 1.000 negozi Family Dollar nel corso di diversi anni, mentre ha in programma di aprire altre centinaia di sedi Dollar Tree. Attualmente ci sono più di 16.000 Dollar Tree, Family Dollar e posizioni combinate.

LULULEMON ATHLETICA - Le azioni di Lululemon sono tornate di moda questa settimana. Mercoledì scorso l’azienda di abbigliamento sportivo ha dichiarato che i suoi ricavi sono aumentati nell’ultimo trimestre, sostenuti dalla sua presenza in Cina. Lululemon ha inoltre annunciato un aumento di 1 miliardo di dollari del suo programma di riacquisto di azioni proprie, il secondo aumento in sei mesi. Prima degli ultimi risultati sugli utili, le azioni di Lululemon erano scese di circa il 40% da inizio anno, appesantite dai timori di un rallentamento della crescita nel mercato principale delle Americhe e dalle dimissioni del Chief Product Officer Sun Choe il mese scorso. Lululemon ha ampliato i suoi orizzonti oltre l'abbigliamento per lo yoga, nelle calzature da donna e in altri settori.

ALIBABA – Alibaba.com giovedì scorso ha annunciato il lancio di Alibaba Guaranteed, servizio volto a semplificare l’approvvigionamento a livello globale e a fornire una catena di approvvigionamento più flessibile ed affidabile per piccole e medie imprese. Alibaba Guaranteed offre prodotti a prezzi fissi con costi di spedizione inclusi, spedizione entro 72 ore e garantisce la consegna entro la data attesa. Inoltre, sono previsti anche servizi dopo la vendita, come il rimborso rapido per problemi con l’ordine e resi locali gratuiti per difetti.

Kuo Zhang, presidente di Alibaba.com ha detto: “Alibaba Guaranteed segna un nuovo entusiasmante capitolo per le PMI e l’approvvigionamento globale in quanto aiuterà a ridefinire lo standard di evasione degli ordini del commercio transfrontaliero B2B”. “L’approvvigionamento globale può essere un processo complesso con molte parti in movimento, ma Alibaba Guaranteed può aiutare le PMI a navigarlo con maggiore facilità“.

WALT DISNEY – Come riporta Reuters, secondo un deposito presso il tribunale federale della California, Disney ha risolto le accuse di utilizzo improprio da parte dei suoi studi cinematografici della tecnologia di motion-capture di un’altra società in alcuni suoi film. Secondo un ordine pubblicato lunedì scorso presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Settentrionale della California, Disney e Rearden LLC hanno risolto le azioni legali pendenti su tutti i film, eccezion fatta per il remake de “La bella e la bestia”.

TESLA – Sabato Elon Musk, amministratore delegato di Tesla, ha scritto sul social network ‘X’ che la casa automobilistica quest’anno non lancerà un aggiornamento di Model Y. Reuters sottolinea che Tesla è stata lenta nell’aggiornare i suoi modelli obsoleti in quanto gli alti tassi di interesse hanno ridotto l’appetito dei consumatori verso articoli di grande valore, mentre i competitor in Cina stanno lanciando modelli più economici.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 USCITI NELLA SCORSA SETTIMANA.

COSTCO WHOLESALE + 4,41%. La società e le sue filiali gestiscono 875 magazzini di proprietà nei quali offrono ai loro clienti/membri una selezione limitata di prodotti a marchio nazionale ed a marchio privato, in diverse categorie merceologiche, a prezzi bassi, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 3,78 $/az. su ricavi per 58,52 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,70 $/az. su ricavi per 58,00 mld $. Il fatturato è aumentato del 9,07% su base annua.

In una nota la società ha dichiarato: “Costco attualmente gestisce 878 magazzini, di cui 605 negli Stati Uniti e Porto Rico, 108 in Canada, 40 in Messico, 33 in Giappone, 29 nel Regno Unito, 18 in Corea, 15 in Australia, 14 a Taiwan, sette in Cina, quattro in Spagna, due in Francia e uno ciascuno in Islanda, Nuova Zelanda e Svezia. Inoltre gestiamo anche siti di e-commerce negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Messico, Corea, Taiwan, Giappone e Australia. A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: vendite totali in aumento del 9,1%, a 58,515 mld $ rispetto a 53,648 mld $ dello stesso trimestre 2023; spese operative totali pari a 56,318 mld $ rispetto a 51,969 mld $ dello stesso trimestre 2023; un utile operativo pari a 2,197 mld $ rispetto a 1,679 mld $ dello stesso trimestre 2023; un utile netto pari a 1,681 mld $ o 3,78 $/az. rispetto a 1,302 mld $ o 2,93 $/az. dello stesso trimestre 2023. Al 12 maggio 2024 avevamo contanti, mezzi equivalenti e investimenti a breve termine pari a 11,499 mld $.”

CROWDSTRIKE HLDG. + 11,30%. La società di sicurezza informatica basata su cloud, con la piattaforma CrowdStrike Falcon protegge i clienti dagli attacchi informatici sugli endpoint e sui carichi di lavoro all'interno o all'esterno della rete offrendo visibilità e protezione in tutta l'azienda, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2025 pari a 0,89 $/az. su ricavi per 921,04 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,90 $/az. su ricavi per 904,82 mln $. Il fatturato è cresciuto del 32,99% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2025 tra 0,98 e 0,99 $/az. su ricavi tra 958,30 e 961,20 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,90 $/az. su ricavi per 956,18 mln $. Infine la società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2025 tra 3,93 e 4,03 $/az. su ricavi tra 3,98 e 4,01 mld $. L’attuale stima di consenso sugli utili è di 3,91 $/az. su un fatturato di 3,97 mld $.

George Kurtz, Presidente, A.D. e cofondatore della società, ha affermato: "CrowdStrike ha iniziato l'anno fiscale da una posizione di forza eccezionale, con un nuovo ARR (ricavi ricorrenti annuali) netto di 212 mln $ in crescita del 22% su base annua e un ARR finale in crescita del 33% su base annua per raggiungere i 3,65 mld $. L'architettura differenziata della piattaforma Falcon crea un ampio fossato competitivo e consente a CrowdStrike di risolvere i maggiori problemi di sicurezza informatica, IT e dati del settore. Clienti di tutte le dimensioni si stanno standardizzando sulla piattaforma Falcon per ottenere migliori risultati in termini di sicurezza e ridurre il TCO (costi totali sostenuti dall'organizzazione per l'acquisto, l'installazione, l'esecuzione e la manutenzione di un bene). Il nostro team ha realizzato un altro trimestre eccezionale guidato da una forte lavoro e ci aspettiamo che i clienti si consolidino sempre più sulla piattaforma Falcon, espandendo in modo redditizio il nostro business fino a raggiungere i 10 mld $ di ARR annuo e oltre. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2025 abbiamo riportato: entrate totali pari a 921,0 mln $ in aumento del 33%, rispetto ai 692,6 mln $ del primo trimestre fiscale 2024; spese operative totali pari a 465,236 mln $; un margine lordo pari al 78%; un utile netto pari a 231,7 mln $ rispetto a 136,4 mln $ del primo trimestre fiscale 2024, per un utile per azione pari a 0,93 $ rispetto a 0,57 $ del primo trimestre fiscale 2024. Il flusso di cassa operativo è stato di 383,2 mln $ rispetto ai 300,9 mln $ del primo trimestre fiscale 2024, mentre il flusso netto di cassa è stato di 322,5 mln $ rispetto ai 227,4 mln $ del primo trimestre fiscale 2024. Al 30 aprile 2024 le disponibilità liquide e mezzi equivalenti ammontavano a 3,70 mld $”.

DOLLAR TREE – 5,65%. La società ha una catena di negozi discount che offrono merce al prezzo fisso di 1,00-1,25 $, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2025 pari a 1,43 $/az. su un fatturato di 7,63 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,43 $/az. su un fatturato pari a 7,63 mld $. I ricavi sono aumentati del 4,22% su base annua. Inoltre la società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2025 tra 1,00 e 1,10 $/az. su un fatturato tra 7,30 e 7,60 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,18 $/az. su un fatturato di 7,63 mld $. Infine la società ha detto di aspettarsi utili per l’intero anno fiscale 2025 tra 6,50 e 7,00 $/az. per un fatturato tra 31,00 e 32,00 $ mld. L'attuale stima degli analisti per il 2025 per gli utili è pari a 6,88 $/az. su ricavi di 31,37 mld $.

Rick Dreiling, Presidente e A.D. della società, ha affermato: "Siamo lieti di fornire risultati per azione nel primo trimestre che si collocano nella fascia alta delle nostre previsioni. In Dollar Tree rimaniamo concentrati sul lancio della nostra prossima generazione di negozi multiprezzo e in Family Dollar stiamo adottando le misure necessarie per posizionare l'azienda per un successo a lungo termine. La nostra performance operativa è rimasta solida nonostante una stagione pasquale debole per la società. I risultati riflettono la nostra disciplina operativa e un’attenta gestione delle spese effettuata nel trimestre. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2025 abbiamo riportato: vendite nette in aumento del 4,2% a 7,63 mld $; spese di vendita, generali e amministrative sono state pari al 25,1% dei ricavi totali, rispetto al 24,4% dello stesso periodo fiscale 2024; un utile lordo in aumento del 5,3% a 2,35 mld $ e il margine lordo in aumento di 30 punti base al 30,8%; un utile operativo diminuito del 3,1% a 435,6 mln $ e un margine operativo sceso di 40 punti base al 5,7%; un utile netto pari a 311,5 mln $ per un utile per azione di 1,43 $. Abbiamo generato 696 mln $ di flusso di cassa operativo, mentre abbiamo generato 224 mln $ di flusso netto di cassa. Infine abbiamo riacquistato 2,5 milioni di azioni pari a 313 mln $”.

LULULEMON ATHLETICA + 1,89%. La società è un designer e rivenditore di abbigliamento tecnico sportivo che opera principalmente in Nord America e Australia, ha riportato utili nel primo trimestre 2024 pari a 2,54 $/az. su ricavi per 2,21 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,38 $/az. su ricavi per 2,20 mld $. Il fatturato è cresciuto del 10,40% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il secondo trimestre fiscale 2024 utili tra 2,92 e 2,97 $/az. su ricavi tra 2,40 e 2,42 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,04 $/az. su ricavi pari a 2,46 mld $. Inoltre la società ha affermato che ora si aspetta utili per tutto l’anno fiscale 2024 tra 14,27 e 14,47 $/az. su ricavi tra 10,70 e 10,80 mld $, mentre l'attuale stima degli analisti per gli utili è di 14,08 $/az. su ricavi di 10,76 mld $.

Calvin McDonald, A.D. della società, ha dichiarato: "Nel primo trimestre abbiamo riscontrato un forte aumento nei mercati internazionali, a dimostrazione di come il nostro marchio continui a risuonare in tutto il mondo. I clienti hanno risposto bene alle nostre innovazioni di prodotto in tutte le categorie e siamo soddisfatti per i progressi che stiamo facendo per ottimizzare il nostro assortimento di prodotti negli Stati Uniti. Guardando al futuro, continuiamo ad avere un percorso di crescita significativo e siamo fiduciosi nella capacità del nostro team di fornire risultati efficaci ai clienti nel 2024 e oltre. A livello contabile nel primo trimestre 2024 abbiamo riportato: ricavi netti in aumento del 10% a 2,208 mld $ rispetto a 2,00 mld $ del primo trimestre 2023; le vendite in negozi comparabili sono aumentate del 6%; un costo del venduto pari a 933,823 mln $ rispetto a 849,987 mln $ del primo trimestre 2023; un utile lordo in aumento dell’11% a 1,275 mld $ rispetto a 1,150 mld $ del primo trimestre 2023; spese generali ed amministrative pari a 842,426 mln $ rispetto a 747,513 mln $ del primo trimestre 2023; un margine lordo in aumento di 20 punti base al 57,7%; un  reddito operativo in aumento dell'8% a 432,6 mln $ rispetto a 401,414 mln $ del primo trimestre 2023; un margine operativo in diminuzione di 50 punti base al 19,6%; un utile netto pari a 321,421 mln $ rispetto a 290,405 mln $ del primo trimestre 2023 per un utile per azione di 2,54 $ rispetto a 2,28 $ del primo trimestre del 2023. Abbiamo chiuso il primo trimestre 2024 con 711 negozi gestiti dall'azienda. Al 28 aprile 2024 avevamo 1,9 mld $ in liquidità e mezzi equivalenti e la capacità della linea di credito revolving impegnata era di 393,8 mln $. Durante il primo trimestre, abbiamo riacquistato 0,8 milioni di azioni ordinarie per un costo pari a 296,9 mln $. Il 29 maggio 2024, il nostro CdA ha approvato un aumento di 1 mld $ del programma di riacquisto di azioni. Includendo questo aumento, al 5 giugno 2024, la Società aveva circa 1,7 mld $ rimanenti dal programma di riacquisto di azioni.”

MARVELL TECHNOLOGY – 1,20%. La società è fornitore di semiconduttori di circuiti integrati analogici, a segnale misto, di elaborazione del segnale digitale e microprocessori integrati, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2025 pari a 0,26 $/az. su un fatturato di 1,16 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,25 $/az. su un fatturato pari a 1,15 mld $. I ricavi sono diminuiti del 12,17% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili nel secondo trimestre fiscale 2025 tra 0,24 e 0,34 $/az. su un fatturato tra 1,1875 e 1,3125 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,30 $/az. su un fatturato di 1,22 mld $.

Matt Murphy, Presidente e CEO della società, ha affermato: “Marvell ha registrato ricavi per il primo trimestre fiscale 2025 al di sopra del punto medio delle previsioni, spinti da una domanda di intelligenza artificiale più forte del previsto. I ricavi dei nostri data center sono cresciuti dell'87% anno su anno, con l'inizio di programmi personalizzati della nostra intelligenza artificiale che completano la nostra sostanziale base di entrate nel settore elettro-ottico. Per il secondo trimestre dell'anno fiscale 2025, prevediamo un aumento sequenziale dell'8% delle entrate alimentato dall'aumento del silicio per i programmi di intelligenza artificiale personalizzata. Vediamo una situazione favorevole per la seconda metà di questo anno fiscale, guidata da una crescita continua nei data center e l'inizio di una ripresa del networking aziendale e dell'infrastruttura del carrier. A livello contabile nel primo trimestre fiscale 2025 abbiamo riportato: I ricavi netti pari a 1,1609 mld $ rispetto a 1,3217 mld $ dello stesso periodo 2023; spese operative totali pari a 453,8 mln $ rispetto a 458,6 mln $ dello stesso periodo 2023; un utile lordo pari a 724 mòln $ rispwetto a 792,5 mln $ dello stesso periodo 2023; un margine operativo pari al 23,3% rispetto al 25,2% dello stesso periodo 2023; un utile netto pari a 206,7 mln $, ovvero 0,24 $/az. rispetto a 264,2 mln $ ovvero 0,31 $/az. dello stesso periodo 2023. Il flusso di cassa derivante dalle operazioni è stato di 324,5 mln $ rispetto a 208,4 mln $ dello stesso periodo 2023. Al 4 maggio 2024 avevamo disponibilità liquide e mezzi equivalenti pari a 847,7 mln $.”

ZSCALER + 6,49%. E’ una società di sicurezza cloud. La piattaforma tecnologica cloud-native dell'azienda, Zscaler Zero Trust Exchange, è progettata per aiutare i clienti ad essere più agili, efficienti, resilienti e sicuri, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2024 pari a 0,88 $/az. su un fatturato di 553,20 mln $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,65 $/az. su un fatturato pari a 535,55 mln $. I ricavi sono aumentati del 32,09% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel quarto trimestre fiscale 2024 tra 0,69 e 0,70 $/az. su un fatturato tra 565,0 e 567,0 mln $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,67 $/az. su un fatturato di 563,34 mln $. Infine la società alza le previsioni per l’intero anno fiscale 2024, affermando di aspettarsi utili tra 2,99 e 3,01 $/az. su ricavi tra 2,14 e 2,142 mld $.  

Jay Chaudhry, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Abbiamo realizzato un trimestre eccezionale guidato dal crescente interesse dei clienti per la nostra piattaforma Zero Trust Exchange. Mentre gli autori delle minacce si evolvono e continuano a sfruttare la sicurezza basata su firewall, la sicurezza Zero Trust rimane una priorità assoluta per l'IT e un numero crescente di aziende sta adottando la nostra piattaforma. Per soddisfare questa domanda, stiamo accelerando l'innovazione, espandendo la nostra piattaforma e costruendo un qualificato team go-to-market per espandere la nostra attività fino a 5 mld $ e oltre in ARR (entrate ricorrenti annuali). A livello contabile nel terzo trimestre fiscale 2024 abbiamo riportato: ricavi totali pari a 553,2 mln $ in aumento del 32% su base annua rispetto a 418,8 mln $ dello stesso periodo 2023; un utile operativo pari a 121,8 mln $ rispetto ai 63,9 mln $ dello stesso periodo 2023; un utile netto pari a 139,8 mln $, rispetto a 74,6 mln $ dello stesso periodo 2023; un utile per azione pari a 0,88 $ rispetto a 0,48 $/az. dello stesso periodo 2023. Il flusso di cassa operativo è stato pari a 173,4 mln $ rispetto a 108,5 mln $ dello stesso periodo 2023, mentre il flusso netto di cassa è stato pari a 123,1 mln $ rispetto a 73,9 mln $ dello stesso periodo 2023. Al 30 aprile 2024 la liquidità, i mezzi equivalenti e gli investimenti a breve termine erano pari a 2,240 mld $.”

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