Emilio Tomasini scrive regolarmente per:

Il crollo e il rimbalzo dei mercati: DeepSeek, dazi e il ritorno del protezionismo


La scorsa settimana i mercati finanziari hanno vissuto una delle settimane più turbolente e avvincenti degli ultimi tempi. Tutto è iniziato lunedì mattina, con un improvviso crollo dei listini azionari, scatenato dalla rivelazione della società cinese DeepSeek, che ha presentato al mondo finanziario un sistema di intelligenza artificiale sviluppato con risorse minime rispetto ai colossali investimenti delle aziende americane e incredibilmente del tutto Open Source!

Vantaggi dell'open source nell'AI:

  1. Trasparenza: Chiunque può esaminare il codice e capire come funziona il software, il che favorisce la fiducia e la collaborazione.

  2. Collaborazione: La comunità globale può contribuire a migliorare il software, accelerando l'innovazione.

  3. Accessibilità: Riduce i costi per le aziende e i ricercatori, che non devono sviluppare tutto da zero.

  4. Personalizzazione: Le aziende possono adattare il software alle proprie esigenze specifiche.

Questo annuncio ha colto di sorpresa gli investitori, dimostrando come la Cina sia riuscita a colmare, in un solo colpo, il gap tecnologico con gli Stati Uniti.  

La reazione immediata di Taiwan, che ha vietato l’utilizzo dell’app cinese, ha ulteriormente alimentato il nervosismo dei mercati. Tuttavia, dopo il crollo iniziale, si è assistito a un rimbalzo che ha portato i listini a recuperare tutti i punti persi, chiudendo la settimana addirittura in positivo. Il Nasdaq si è riavvicinato ai suoi massimi storici, mentre altre piazze finanziarie, in particolare quelle europee, hanno registrato nuovi record.  

Questo andamento ha confermato una tendenza ormai consolidata: i mercati sembrano muoversi in una bolla, indifferenti ai dati macroeconomici o al rischio di recessione. A comandare è l’analisi tecnica, con volumi di scambio sempre più bassi, segno che gran parte delle operazioni è gestita da algoritmi di intelligenza artificiale. Questi sistemi, privi di emozioni, operano seguendo logiche matematiche, senza lasciarsi influenzare da eventi esterni.

Il ritorno del protezionismo e le lezioni della storia

Mentre i mercati si preparano a una nuova settimana di turbolenze, un altro tema sta dominando la scena globale: il ritorno del protezionismo. Sabato scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per imporre dazi del 10% sulle importazioni dalla Cina e del 25% su quelle da Messico e Canada. Questa mossa, giustificata dalla necessità di proteggere l’economia americana e contrastare l’immigrazione clandestina, ha scatenato immediate ritorsioni da parte dei Paesi colpiti.  

La storia economica ci insegna che il protezionismo raramente ha portato a risultati positivi nel lungo termine. Dal Medioevo al mercantilismo, passando per la Grande Depressione del 1929, le politiche protezionistiche hanno spesso avuto un effetto boomerang. Il Tariff Act di Smoot-Hawley, ad esempio, aggravò la crisi economica degli anni ’30, riducendo il commercio globale e alimentando la recessione.  

Anche nel XXI secolo, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina (2018-2020) ha dimostrato i limiti di queste politiche. I dazi imposti da Trump sui prodotti cinesi hanno portato a ritorsioni che hanno danneggiato le esportazioni americane, in particolare nel settore agricolo, e aumentato i costi per i consumatori.  

L’Europa e il resto del mondo guardano con preoccupazione

L’Europa, il Medio Oriente e altre regioni con una lunga storia economica alle spalle osservano con preoccupazione questa nuova ondata di protezionismo. Queste aree hanno già sperimentato, nel corso dei secoli, i danni causati da politiche commerciali aggressive. Tuttavia, sembra che il “nuovo continente” voglia ignorare queste lezioni, preferendo testare su sé stesso gli effetti di queste scelte.  

La reazione di Messico e Canada non si è fatta attendere. La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha annunciato tariffe di ritorsione, mentre il primo ministro canadese Justin Trudeau ha avvertito che i dazi avranno “conseguenze reali” per i consumatori americani, aumentando i prezzi di beni essenziali come alimenti e alcolici.  

Anche la Cina ha dichiarato che intraprenderà azioni legali contro gli Stati Uniti presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio, ribadendo la sua opposizione a quelle che considera pratiche scorrette.  

Cosa ci aspetta nei prossimi giorni?

Con l’entrata in vigore dei dazi prevista per martedì, i mercati si preparano a una nuova settimana di volatilità. L’Europa, che sembra vivere in una bolla di ottimismo, potrebbe presto dover fare i conti con le ripercussioni globali di questa guerra commerciale.  

Nel frattempo, gli investitori continuano a navigare in acque insidiose, affidandosi sempre più all’analisi tecnica e alle logiche dell’intelligenza artificiale. Come nei favolosi anni 2000, quando bastava investire in borsa per ottenere guadagni, oggi la strategia vincente sembra essere quella di puntare sulle grandi società capitalizzate o sul settore bancario.

Tuttavia, è importante ricordare che questa situazione non potrà durare per sempre. La storia ci insegna che le bolle speculative finiscono per scoppiare, e che il protezionismo, alla fine, si ritorce contro chi lo pratica.  

Conclusioni

La scorsa settimana è stata un mix di emozioni: dal crollo iniziale al rimbalzo dei mercati, passando per l’annuncio di DeepSeek e il ritorno del protezionismo. Mentre il mondo osserva con preoccupazione le mosse di Trump, i trader si preparano a una nuova settimana di divertimento in borsa.  

Come ha dimostrato la storia, le politiche protezionistiche raramente portano a risultati positivi nel lungo termine. Tuttavia, finché i mercati continuano a salire, molti sembrano disposti a ignorare i rischi. La domanda è: quanto durerà questa corsa?  

Nel frattempo, mentre i mercati si preparano a nuove sfide, c’è chi trova il tempo per celebrare le gioie della vita. La nascita di una figlia, come nel caso del sottoscritto, è un promemoria che ci sono cose più importanti dei numeri sullo schermo. E forse, è proprio quando ci si ferma a riflettere che si scoprono nuove opportunità e si comprendono dinamiche che prima sfuggivano.  

La prossima settimana promette di essere altrettanto movimentata. Staremo a vedere.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

L’autore del presente articolo potrebbe detenere i titoli oggetto della sua analisi.
Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica clicca qui >>