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Bund in Tempesta: Il Crollo del 2,55% tra Geopolitica, Dazi e la Sfida della BCE


Il Bund ha subito oggi, 5 marzo 2025, un tonfo del 2,55%, trascinando i rendimenti alle stelle e scuotendo i mercati obbligazionari europei.

Un mix esplosivo di fattori tecnici, geopolitici e istituzionali ha innescato la tempesta. Ecco cosa sta accadendo e come orientarsi.

1. Scadenza Future e Backwardation: La Bomba a Orologeria Tecnica

Il future in scadenza giugno 2025 ha chiuso oggi a 127,93 punti (sul livello Pivot di S2), mentre il vecchio contratto marzo (in chiusura domani 6 marzo) viaggia a 128,8 quindi trascinandosi una differenza di circa 110 tick.

Questo scenario di backwardation (contratti a breve più cari di quelli a lungo) tradisce ansia da parte degli operatori: molti stanno rollando le posizioni su scadenze successive, temendo un ulteriore rialzo dei rendimenti. La pressione vendita è amplificata dalla necessità di liquidare posizioni prima del expiry, ma non è l’unico driver.

2. Trump, Dazi e la Strategia del "Dividi et Impera"

Le minacce di dazi statunitensi sull’UE hanno riacceso i timori di una guerra commerciale asimmetrica. Trump, con la sua tattica di negoziati bilaterali "one-to-one" (Germania vs USA, Francia vs USA), mira a frammentare la solidarietà europea, indebolendo l’unione politica ed economica. Per i mercati, questo si traduce in:

  • Rischio di recessione europea: Le esportazioni UE verso gli USA valgono oltre €450 miliardi annui (dati Eurostat 2024). Dazi del 10% significherebbero un colpo da €45 miliardi al PIL continentale ma a cui possiamo rispondere (come europei), se uniti, in maniera adeguata.

  • Fuga verso la liquidità: Gli investitori abbandonano i Bund (considerati proxy della stabilità UE) per rifugiarsi in asset meno esposti alla geopolitica, come i Treasury USA o l’oro.

  • 3. Il Piano Choc di Merz: La Svolta Deficitaria che Spaventa il Mercato

    L’elezione di Friedrich Merz (CDU) alla guida della Germania ha portato con sé una bomba finanziaria: un piano di spesa a deficit da 500 miliardi di euro per rilanciare industria e difesa, finanziato tramite l’emissione di Bund. Una rottura radicale con il dogma tedesco della “Schuldenbremse” (freno al debito), che ha mandato in tilt gli investitori: più offerta di Bund = rendimenti più alti (prezzi più bassi) per attrarre compratori. Con il debito pubblico tedesco che schizzerebbe dal 65% al 75% del PIL in un anno, il mercato teme:

  • Inflazione strutturale: soldi a pioggia su economia già surriscaldata.

  • Rating a rischio: se S&P o Moody’s mettono sotto revisione la AAA, il panico è garantito.

  • La sola notizia del piano ha fatto schizzare i rendimenti Bund da 2,5% a 3,2% in una settimana. Una lezione: anche la Germania può diventare “l’Italia del Nord” se la politica stravolge le regole.

4. BCE sotto Pressione: L’Ultimo Baluardo (Fragile) d’Europa

La riunione della BCE attesa domani 6 marzo, è l’evento chiave. I mercati chiedono risposte su due fronti:

  • Contenimento dei rendimenti: Un nuovo PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) mirato ai titoli di Stato periferici?

  • Risposta ai dazi: Sostegno alle imprese esportatrici con finanziamenti agevolati?
    Se la BCE apparirà incerta, il Bund potrebbe crollare ulteriormente, trascinando con sé il costo del debito per Italia e Spagna.

5. Analisi Tecnica: I Livelli da Monitorare (con Sangue Freddo)

La chiusura odierna a 127,93 per il future scadenza giugno, segna un livello strategico, proprio poggiato sulla trendline in foto:

  • Scenario Bull: Se il future giugno tiene 127,50 domani, si apre la strada a un rimbalzo verso 130,60 (primo target) e 133,00 (massimi di medio termine).

  • Scenario Bear: Una rottura sotto 127,50 attiverebbe delle vendite. Ultima chiamata per verificare lo stop loss è ai 125,90 perchè, in estensione, a quel punto, i prezzi saranno attratti come dei satelliti ai 117,00.

Perché 117,00? È il livello che corrisponde a rendimenti Bund del 4,5%, soglia psicologica che riaprirebbe il dibattito sulla sostenibilità del debito italiano e non solo (attualmente al 150% del PIL).

Poco probabile? Tutto è poco probabile ad oggi, ma è obbligatorio avere delle idee della strada che ci si può trovare ad affrontare, delle buche e degli incroci, e questo vale per qualsiasi scenario possibile.

6. Stop-Loss e Gestione del Rischio: Lezioni da 25 Anni di Mercato

Chi opera sul Bund deve ricordare due regole d’oro:

  • Stop-loss obbligatori sotto i livelli indicati: Non è questione di "se", ma di "quando" il mercato invertirà. Proteggere il capitale è prioritario.

  • Take-profit scalabili: A 130,60 incassate il 50% della posizione. Il resto? Lasciatelo correre con un trailing stop.

  • I target successvi sono ai 133 (switch importante) e ai 136 punti.

Conclusione: La BCE Deve Scegliere da Che Parte Stare

Il crollo del Bund è un termometro della crisi europea: tensioni geopolitiche, assenza di leadership politica, e un’economia in seria difficoltà. La BCE ha una chance importante per evitare il collasso dei titoli di Stato, ma serviranno azioni concrete, non parole.

Operativamente:

  • Cassettisti: Tenete i Bund solo se pronti a una volatilità estrema. Valutate switch parziali su oro o Treasury.

  • Trader: Sfruttate i rimbalzi tecnici (130,60) con stop stretti. Under 127,50 ( o al massimo 125.9), diventate bearish e puntate ai 117,00.

  • La reazione, in un verso o nell'altro, del Bund, avrà corrispondente e diretto effetto nei titoli obbligazionari europei.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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