Tra il 7 e il 9 aprile 2025, il titolo trentennale del debito USA (30Y T-Bond) ha subito un tracollo storico in quanto a velocità di percorrenza, passando da 122 punti a 111.85 punti (-8.7%), con rendimenti schizzati a livelli superiori a quelli registrati nell'ottobre 2022, ma con un tasso di inflazione al 7,7%.
La crisi, ha cause e implicazioni radicalmente diverse rispetto al passato, segnando un punto forse di non ritorno per la credibilità finanziaria degli Stati Uniti.
Perché il recente crollo è un campanello d’allarme molto più grave
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Ottobre 2022: I rendimenti dei T-Bond trentennali raggiunti al 9 aprile 2025 sono stati superiori a quelli registrati nell'ottobre 2022. Nel frattempo, l'inflazione è diminuita significativamente dal 7,7% al 2,4%
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All’epoca, però, la fiducia nel debito USA era intatta: la domanda estera restava elevata (+12% su base annua) e il dollaro era considerato un rifugio.
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Aprile 2025: Il rendimento attuale non è guidato da tassi alti o inflazione (scesa al 2,4%), ma da sfiducia politica. A differenza del 2022, oggi il Tesoro USA fatica a collocare titoli.
Cronistoria del fallimento immediato delle politiche di Trump: dai dazi al panico
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14 gennaio 2025: Il 30Y T-Bond tocca il minimo assoluto a 110.34 punti, in un contesto di tensioni pre-insediamento, legate alle promesse protezionistiche di Trump.
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7 aprile 2025: L’amministrazione annuncia dazi del 104 % su semiconduttori e veicoli elettrici cinesi, definendoli "misure di difesa economica".
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8 aprile 2025: I mercati reagiscono con vendite massive alla guerra commerciale scatenata da Trump.
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9 aprile 2025: Il T-Bond giunge al terzo crollo in 3 giorni perdendo 8.7 punti percentuali dal lunedì.
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Dopo un vertice con il titolare del Tesoro, Trump annuncia la sospensione dei dazi per 90 giorni ( e forse per sempre), ma il rimbalzo dei T-Bond è minimo (+0.5%).
Analisi tecnica: perché è un campanello d’allarme
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Rendimenti vs. Storia: Il rendimento toccato in questi giorni è il più alto dell'ottobre 2022 (quando la Fed alzò i tassi al 5% per contrastare l’inflazione post-pandemia). Rispetto al minimo del 2.98% registrato a gennaio 2024, l’impennata segnala una crisi di fiducia strutturale.
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Effetto Domino: Ogni aumento dell’1% nei rendimenti trentennali si traduce in circa 250 miliardi di interessi annui sul debito USA (ora a 37 trilioni).
Le cause profonde: errori politici e fuga globale
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Volta-Faccia sui dazi: L’alternanza tra minacce (7 aprile) e retromarcia (9 aprile) ha confermato i timori di un’amministrazione impulsiva e non affidabile, danneggiando gravemente la reputazione di Washington.
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Rischio default percepito: Sebbene tecnicamente impossibile per un paese a moneta sovrana, il mercato inizia ad essere quantomeno scettico.
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La fiducia, nei mercati finanziari è un requisito prezioso, quanto fondamentale, ed in particolar modo quando si parla del sistema obbligazionario.
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Dichiarazioni a rischio: Il tweet di Trump dell’8 aprile ("I dazi sono geniali, la Cina piangerà") ha peggiorato la liquidità, ma paradossalmente, a fare più male alla reputazione dell'attuale amministrazione è la marcia indietro di ieri, arrivata frettolosamente ( e in modo discutibile via social ...) in merito ai dazi, svolta che fa crescere enormi dubbi su quanto sia in grado di valutare gli effetti delle proprie politiche, la squadra attuale.
Il crollo del 30Y T-Bond riflette una verità scomoda: gli USA, sotto l’amministrazione Trump, stanno perdendo lo status di bene rifugio globale. La palla ora è alla Casa Bianca: servono politiche coerenti, non proclami, per evitare una spirale debitoria.
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