Perché la leader italo-francese dei semiconduttori ha messo a segno il +11,15%, occasione per un’analisi grafica del titolo. Non è dalla produzione di chip ma dal loro utilizzo che emergerà la nuova leader dell’intelligenza artificiale. Infine un governativo a bassissimo rischio.
Buy or sell
Di solito uno strappo rialzista dell’11,5% in una sola seduta dipende da un unico motivo ben preciso. Ieri invece Stm l’ha messo a segno grazie a una serie di fattori congiunti, con uno però prevalente. Una vicenda quindi che merita attenzione.
Perché? |
Cominciamo dal fattore trainante. All’improvviso sono circolate voci di ipotesi (notate l’accoppiamento fra “voci” e “ipotesi”) di una divisione del gruppo. Che è controllato per il 27,5% da ST Holding, posseduta a sua volta per il 50% dal Mef italiano e per l’altro 50% dal collega francese BfiFrance, quindi dal nostro governo e da quello transalpino. Da tempo si dice di malumori in relazione a questa suddivisione e il fatto che i rumours siano circolati dopo l’incontro Meloni-Macron potrebbe non essere casuale. Attenzione però: nel post seduta il Mef ha smentito l’ipotesi (avrebbe potuto fare diversamente?). Intanto il gruppo annuncia 5000 esuberi nei prossimi tre anni. Infine dalla società sono arrivate conferme di un miglioramento della domanda di chip da parte del mercato, sempre che la guerra dei dazi non riprenda a colpire il settore. |
I livelli tecnici |
Il botto rialzista di ieri (con chiusura a 24,92 Eur) ha visto la rottura al rialzo tutto di colpo della media mobile a 200 periodi (23,56 Eur), di due resistenze (23,35 e 24,62 Eur) nonché del canale ribassista iniziato a febbraio. Un improvviso segnale di forza quindi che deve trovare ora conferme, possibili solo se il mercato interpreterà come realistiche le indiscrezioni su una divisione della società. Se così fosse target grafici fino a 27-27,5 Eur sarebbero realistici. |
Le opinioni |
C’è una certa confusione in relazione allo “split” in due della società. Diamo per inevitabile la smentita del Mef. I tempi sarebbero infatti lunghi e non avrebbe senso spifferare l’intenzione ai mercati in questa fase. C’è poi un altro problema: la produzione italiana è impostata soprattutto sull’automotive, mentre quella francese sul digitale. Occorrerebbe un riequilibrio, con impatti sociali. Il lavoro quindi non sarà semplice. |
E se la prossima Nvidia non producesse chip?
Da tanto tempo il mercato si chiede quale potrebbe essere la Nvidia del futuro? C’è chi dà per scontato che non possa essere che la stessa Nvidia, chi fa nomi emergenti della tecnologia e chi infine propone…un gruppo estraneo ai chip e che tutti conoscono. Quale? Prima di dirvelo ricordiamo che attualmente Nvidia è leader indiscussa del mercato. Per quanto tempo potrà restarlo? Forse qualche anno ma poi la concorrenza si farà sentire. Saranno quindi gli acquirenti di chip ad avvantaggiarsene grazie a un calo dei prezzi. E allora il nome? Si tratta di AWS, cioè di Amazon Web Services, sussidiaria di Amazon, società che fornisce servizi di cloud computing su un'omonima piattaforma on demand. Il suo peso sul gruppo è ancora minoritario (circa un 20% del fatturato globale) ma sta crescendo a passi da gigante e lo dimostra il fatto che rappresenta ormai quasi il 50% del reddito operativo. Al punto tale che c’è chi suppone uno spin-off di AWS.
Naturalmente al momento si tratta ancora di pure ipotesi ma tali da riportare attenzione sull’azione Amazon, penalizzata negli ultimi tempi dalle potenziali difficoltà dell’economia Usa. Di qui una corsa al rialzo dei target da parte di alcune delle principali banche d’affari d’oltre Oceano. JP Morgan ipotizza una salita a 240 $ e Bofa a 248 $. Il che non implica ancora il boom di AWS, sui cui tempi si hanno prospettive più lunghe.
I livelli tecnici |
Il titolo (chiusura ieri a 207,73 Usd) si colloca in un’area di congestione compreso fra la sottostante media a 200 (a 201,88 Usd) e una trendline negativa, che l’ha guidato al ribasso negli ultimi mesi, ma prossima a essere valicata al rialzo. La vicinanza ai 200 Usd fa sì che resti questo il livello di riferimento di forza (sopra) o di debolezza (sotto) dopo il netto crollo di aprile fino ai 161 Usd. |
Un bond su Borsa Italiana all’insegna della sicurezza
Rating AA+ nella valuta più solida del mondo, ovvero il franco svizzero. È un’abbinata di cui tenere conto in una fase dei mercati di massima instabilità.
Emissione |
Austria green 0,84% Mg2040 Chf |
Isin |
CH1415780118 |
Valuta |
Franco svizzero |
Rating |
AA+ |
Taglio |
5.000 Chf |
Quotazione in corso |
99,63 Chf |
Yield in corso |
0,87% |
Duration |
14 |
Periodicità cedola |
Annuale |
A chi si presta |
A chi detenga liquidità in Chf e punti soprattutto a un rafforzamento del franco svizzero |