Sta per calare il sipario sulla travagliata vicenda Mps, e stando alle news ultime, mi pare proprio che ci sia poco da stare allegri. Oggi alle 12 si chiudeva la possibilità per il retail di aderire alla conversione volontaria in azioni dei bond subordinati, e pare che le adesioni siano ferme a 500 Mln Euro. Ben distanti dai 2,16 Mld Euro totali del bond in tasca a piccoli risparmiatori.
Intanto i bond subordinati quotati crollano sotto il 50% del valore nominale e il nostro “monitor” Mps perpetual quotato OTC sprofonda a 22,50; come a dire che l’intervento dello Stato, con preventivo Bail-In è dietro l’angolo. Infatti, secondo gli advisor (Mediobanca e JP Morgan) sarebbe necessario il supporto di almeno il 50% degli obbligazionisti per evitare che lo Stato intervenga. Il che significa che dagli obbligazionisti (via conversione volontaria in azioni) servono almeno 2,5 Mld Euro contro i 5 Mld di aumento di capitale.
Nel frattempo il nostro “nuovo” esecutivo si appresta in fretta e furia ad approvare un decreto legge “salva risparmi” da 20 Mld Euro, pronto per essere varato domani ad esiti certi sulla conversione dei bond sub. Come a dire, se diventa necessario l’intervento statale – preceduto dal Bail-In – cauteliamo ex-post e ristoriamo i risparmiatori coinvolti. Unica cosa che mi sfugge è il perché siamo arrivati a 20 Mld Euro…
Sempre in base alle notizie di pubblico dominio pare che il retail preferisca vendere (no, detto meglio, svendere) le proprie obbligazioni piuttosto che ritrovarsi con azioni di una banca in cui non credono più – a patto che mai ci abbiano creduto – facendo così una seconda volta il gioco degli intermediari. La priva volta spinti a mettere in portafoglio bond sub non quotati e la seconda volta a vendere sul mercato interno ai prezzi che decide l’intermediario.
Infatti il bond sub UT2 scadenza 2018, collocato esclusivamente dalle filiali Mps può essere trattato esclusivamente sul circuito interno di Mps attraverso la piattaforma Mps Capital Services, destinata (guarda caso…) solo a investitori istituzionali, con sistema Quote Driven, cioè applicando direttamente il prezzo stabilito dall’internalizzatore sistematico. Come sempre se qualcuno vende qualcuno compra, e in questo caso è facile capire chi c’è dall’altra parte del “book”…
La cosa davvero singolare, poi, è che la Consob avendo concesso in deroga alla Mifid l’estensione della conversione volontaria al retail ha contestualmente imposto agli obbligazionisti di sottoscrivere una manleva in favore della banca oltre che ad aver dato disposizioni di non fornire consigli alla clientela in merito alla conversione. Bravi. Prima si potevano tranquillamente “consigliare” titoli non adatti e non adeguati alla clientela, adesso invece non si deve “consigliare” nulla, e si scaricano le responsabilità sui risparmiatori.
Vedremo come andrà a finire; nel frattempo si spera che i risparmiatori aprano gli occhi dopo questa ulteriore dimostrazione che né le banche né gli organi deputati ai controlli hanno interesse alla tutela del risparmio. L’unico modo per cautelare davvero i propri risparmi è smettere di seguire i “consigli” degli intermediari, smettere di delegare ad altri le scelte di investimento, smettere di essere succubi della banca di turno, ricordandosi che siamo noi i proprietari dei nostri soldi e che la banca è al nostro servizio e non il contrario.