Mps, piano B


Sempre più incerta e pericolosa la vicenda dell’AdC di Mps, dopo la notizia di oggi secondo la quale il fondo del Qatar si è defilato dall’operazione. Ed ecco che secondo indiscrezioni di stampa pare sia già pronto un piano B che prevede la ricapitalizzazione da parte dello Stato, ma a caro prezzo.

Andiamo con ordine: il fondo del Qatar avrebbe dovuto partecipare all’ingresso nel capitale di Mps con 1 Mld Euro, ma pare stia “prendendo tempo”, e così anche il board di Mps ha deciso di attendere qualche giorno prima lanciare l’AdC in programma. Come sempre, si rincorrono le voci sul perché e sul percome il Qatar stia tergiversando e, tra le tante, la più plausibile è che non sia piaciuta la debole risposta degli obbligazionisti subordinati chiamati alla conversione volontaria (ricordo che sono state date in adesione alla conversione 1 Mld Euro di bond subordinati), il che rende l’impegno del fondo del Qatar piuttosto oneroso e ritenuto sconveniente.

Le trattative, ad ogni buon conto, sono ancora in corso, per cui potrebbe risolversi tutto a tarallucci e vino, ma pare che internamente alla stessa Mps lo scetticismo sulla riuscita dell’operazione sia piuttosto forte. E qui inizia la corsa contro il tempo, perché la banca ha tempo solo sino a fine anno, prima che la palla passi alla BCE e a Bruxelles. Ed ecco che spunta l’ipotesi di un piano B (del quale in realtà si era già parlato e che di fatto ricalca né più né meno una delle possibilità offerte dalle pieghe normative e di cui già avevo scritto nei precedenti articoli sulla vicenda Mps), che potrebbe essere ufficializzato nei prossimi giorni.

E il piano B prevederebbe un impegno diretto da parte del Tesoro, attraverso una ricapitalizzazione precauzionale della banca, ma a patto che prima vengano applicate le regole del Bail-In, azzerando quindi azioni e debito subordinato. Infatti la c.d. “Burden Sharing” prevede che il fardello del salvataggio sia condiviso tra Stato e privati, ergo prima si fanno scattare le clausole del Bail-In e poi si può agire a livello statale. E ne deriva che, se il Governo accettasse tale meccanismo, il Tesoro avrebbe mani libere su Mps e potrebbe persino acquisirne il controllo.

Intanto il nostro “cruscotto”, il bond perpetual quotato a Francoforte, continua a viaggiare sotto quota 40, pur in lieve progresso dopo lo sfondone di ieri al minimo di 34,35. Il mercato quindi ci conferma ancora poca fiducia nel buon esito della ricapitalizzazione. Sul nostro TLX l’andamento del debito senior è contrastato, con alcune scadenze che vedono prezzi in leggera salita e altre in leggera discesa. Confermata invece la discesa sul comparto delle subordinate con perdite dai 70 ai 110 bps.

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