MORTE LENTA DA SVALUTAZIONE INTERNA


Il quadro sotto il profilo

economico è rimasto immutato negli ultimi mesi: abbiamo una crescita leggera

negli USA, robusta nei mercati emergenti, e debole in Europa. Quello che è

cambiata è la percezione del rischio: la Grecia è un problema di cui ci

dimenticheremo nei prossimi anni, lasciando ai nostri amici greci il dramma

della svalutazione interna e magari cogliendo l'occasione per andare a fare 3

giorni in un resort greco. I rendimenti di Italia e Spagna sono in via di

diminuzione pressoché definitiva mentre la enorme quantità di liquidità che

amico Draghi sta pompando nel sistema prima o poi smuoverà anche le acque della

nostra sinistrata economia. Non aspettatevi crescite da capogiro, torneremo all'infamia

della crescita PIL come prefisso telefonico, senza lode e senza drammi, una

morte lenta da svalutazione interna. 

Il mio amico ed ex comandante Carlo Clericetti

di Repubblica ha bene spiegato questo fenomeno in un articolo magistrale di

cui vi passo il link qui sotto:

http://www.repubblica.it/economia/2011/12/09/news/la_trappola_europea-26324847/index.html?ref=search

Morte lenta, quindi, da

svalutazione interna. Questo è il futuro. Ma epperò se leggete Milano Finanza

adesso in edicola vedete che le trimestrali delle società quotate sprizzano

energia da tutti i pori. ?Tra le 230 societàò analizzate da MF-Milano Finanza

spiccano Pirelli, Luxottica, Tod's, Fiat, Prysmian, Telecom Italia, Tenaris e

Salvatore Ferragamo. Il fatturato totale delle aziende quotate nel 2011 è

aumentato del 14.4% sul 2010. I margini al netto degli ammortamenti non hanno

tenuto lo stesso ritmo, crescendo dell'8.7% a 49 miliardi?. Morale le piccole e

medie aziende, strette nella morsa della crisi e nella chiusura dei rubinetti

del denaro, hanno mostrato 12.000 fallimenti 

con un incremento del 7.4% rispetto al 2010, mentre quelle quotate hanno

retto al colpo e si preparano alla ripresa.

Ripresa che ripeto non sarà

niente di esaltante, ma intanto siamo vivi e non siamo nell'abisso. Poi che

fosse stato meglio uscire dall'euro e svalutare questo è un altro paio di

maniche, di cui non vogliamo espressamente fare valutazioni perché sono

argomenti che vanno al di là della cognizione di noi poveri economisti di

campagna. Quello che sappiamo è che la cosiddetta ?svalutazione interna? di cui

Clericetti mette in mostra le nefandezze nell'articolo di cui sopra sarà lunga

e dolorosissima, soprattutto in un paese, e guardiamo la bagarre dell'articolo

18, che non vuole cambiare. Costi quel che costi.

Il nostro portafoglio Italia

è messo davvero bene, e ancora meglio quello straniero. A guardare gli indici

USA viene paura, soprattutto il Nasdaq, che è spinto da Apple e che tra breve

vedrà un aumento consistente di IPO, come ai vecchi tempi, ricordate ? Ma che

dire, quando la Borsa sale urlare al lupo non serve, serve comprare e mettere

dei trailing stop. 

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