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NUOVO EMISSIONI IN EUROPA
Grecia. In giornata è attesa l'emissione del nuovo titolo di Stato quinquennale greco. Atene torna, dunque, sul mercato dei capitali dopo quattro anni di esclusione seguiti alla crisi finanziaria del paese. Secondo indicazioni Ifr il rendimento di questo titolo dovrebbe essere compreso tra il 5,00% e il 5,25%. Si ipotizzano manifestazioni di interesse da parte degli investitori per oltre 11 miliardi di euro.
Irlanda. Non c'è solo la Grecia in calendario: in giornata è attesa anche un'asta irlandese, da 1 miliardo di euro sulla scadenza 2024.

CINA: BILANCIA COMMERCIALE
Per il secondo mese consecutivo l'export cinese di marzo è in calo, unitamente ad una marcata riduzione delle importazioni. Questi dati rafforzano e confermano la debolezza della manifattura e il rallentamento della crescita del paese.
La riduzione dell'export, è stata del 6,6% annuo dopo il -18,1% di febbraio. Da evidenziare che per la prima volta dal 2009 le esportazioni si riducono per due mesi consecutivi.
Per quanto riguarda il dato delle importazioni va invece segnata la contrazione dell'11,3%, che ha favorito quindi la creazione di un surplus commerciale in marzo, di 7,7 miliardi di dollari, dopo il rosso di 23 miliardi del mese precedente.

GIAPPONE: DATI MACRO
E' marcata la riduzione per gli ordini di macchinari in Giappone. Il dato indica una flessione pari al '8,8% su mese in febbraio contro le previsioni degli analisti che prevedevano un più modesto -3,0%.
Il dato potrebbe essere una prima reazione dell'econ0mia del paese, non certo incoraggiante, all'aumento della tassa sulle vendita introdotto questo mese.

PRIME INDISCREZIONI MINUTE FED
Dall'analisi delle minute dell'ultimo Meeting Fed, pubblicate ieri sera, si evince un messaggio che, sostanzialmente, ancora una volta rimanda nel tempo la riduzione allo stimolo monetario. In esse si segnala che le previsioni sui tassi pubblicate dai 16 membri del Fomc "sopravvalutano lo spostamento delle proiezioni": parole che sembrano indicare come la banca centrale non sia così impaziente di ridurre lo stimolo monetario, fino addirittura a cancellarlo prima che l'economia Usa sia pronta come qualcuno teme.
Ora il mercato sconta il primo rialzo dei tassi negli Usa nel luglio del 2015.

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