Atlantia e Abertis, comunque andrà il dividendo salirà


Il 24/10 si chiuderà l’Opas della prima sulla seconda, il cui esito non è scontato. Comunque in futuro la distribuzione di profitti aumenterà. Ma la prudenza si impone.

Cedole & dividendi

La battaglia è in corso e si concluderà il 24 ottobre, con la chiusura dell’Opas da parte di Atlantia sulla spagnola Abertis. Le vicende sono note e al momento le possibilità di un successo risultano maggiori rispetto a quelle dell'imminente contro offerta da parte del gruppo iberico Acs. Che non si può però escludere (si legga più sotto), costringendo in tal caso Atlantia a un rilancio. Acs ha comunque tempo fino al 19 ottobre, secondo le normative in vigore in Spagna, cioè cinque giorni prima del termine dell’Opas. La quale prevede un corrispettivo di 16,5 euro per l’azione Abertis.

In sintesi

Atlantia S.p.A. (già Autostrade S.p.A.) è una società quotata al Ftse Mib, costituita nel 2002 come holding finanziaria dell'omonimo gruppo di aziende attive nella gestione in concessione di tratte autostradali. Il principale azionista è la famiglia Benetton.

Abertis Infraestructuras, SA è una multinazionale spagnola che si occupa di gestione infrastrutture di trasporto e telecomunicazioni. Ne fanno parte più di 60 differenti imprese. E’ quotata alla Borsa di Madrid.

Acs è una società spagnola attiva nel settore delle costruzioni, una delle maggiori al mondo, con una presenza anche in Germania e in vari Paesi emergenti.

Si tratta quindi di azioni calde, anzi caldissime ed ecco perché le quotazioni sono nella fase attuale inevitabilmente condizionate dagli eventi. Da metà agosto Atlantia si muove fra 26,5 e 27,5 euro ma è sui massimi delle ultime 52 settimane.  Al momento Abertis quota (17,4 euro) sopra il prezzo di Opas e sconta un rialzo o una trasformazione dell’offerta, con una performance da inizio anno del 30,7%.

Inutile aggiungere che ogni giorno giungono notizie su azionisti di rilievo di Abertis, che si esprimono in un senso o nell’altro a favore dell’Opas o di sue evoluzioni. Si parla intanto di una controfferta a 17 euro di Acs, con dettagli però ancora da conoscere.

A Lombard Report interessa però valutare quali saranno i possibili effetti sui dividendi. La situazione delle due azioni è la seguente:

Società

Div. yield

Pagamento

Massimo

Media (1)

Atlantia

3,54%

Cash

6,4% (6/1/2015)

3,5%

Abertis

4,37%

Cash

6,18% (21/11/16)

4,6%

  1. Ultimi 5 anni

    Per Atlantia lo stacco di maggio è stato di 0,53 euro e ora si avvicina a quello tradizionale di fine anno (novembre) di cui non si conosce ancora l’importo. La società lo conferma tuttavia nel suo sito Internet.

    Per Abertis le previsioni attuali stimano un dividendo 2018 (esercizio 2017) a 0,80 euro contro 0,76 euro del 2017 (esercizio 2016).

    Questo – sotto certi profili – è il passato. E il futuro? Atlantia ha promesso un aumento dei dividendi post fusione già dal primo anno, considerando che entrambe le società hanno rilevanti risorse di liquidità. Ci si è anche espressi a favore di una politica di conferma nella distribuzione dei profitti per almeno cinque anni. Considerando il business principale, quello della gestione di reti autostradali a pedaggio, la prospettiva non dovrebbe porre problemi.

    Che fare? – Entrambi i titoli appaiono sovrastimati nella fase attuale ed è inevitabile che ciò avvenga in un periodo di Opas. Le promesse di dividendi incrementati devono quindi allettare ma non più di tanto. Attenzione infatti alle immediate reazioni post offerta di acquisto. Sono possibili forti oscillazioni di entrambi le azioni, considerando anche eventuali riassetti da parte dei maggiori azionisti. Le valutazioni degli analisti appaiono comunque favorevoli nel medio termine, con target perfino oltre i 30 euro. Eventuali fasi di debolezza potrebbero trasformarsi quindi in occasioni di acquisto proprio in una prospettiva di “dividend yield”, sempre che a prevalere sia Atlantia, mentre in presenza di un successo di Acs tutto verrebbe rimesso in discussione. In un quadro così incerto c’è una sola certezza: se l’Opas non andasse in porto Atlantia – finora piuttosto avara nei dividendi – sarebbe capace di riservare qualche altra sorpresa.