Mercato obbligazionario: situazione di stasi


Dopo la correzione della ultime due settimane, sul mercato obbligazionario è tornata un po’ di spinta, e di fatto il reddito fisso è ora nuovamente ai livelli precedenti al mini storno. Pertanto, il dubbio sollevato la scorsa settimana, in merito al fatto che le obbligazioni avessero metabolizzato e poi dimenticato l’effetto Draghi, ha trovato risposta; ed è evidente che il mercato obbligazionario crede molto al Governatore della BCE e l’effetto QE pare proprio destinato a durare ancora per diversi mesi.

La consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, ci mostra una curva con rendimenti impliciti in contrazione rispetto alla scorsa settimana: infatti, siamo ora sotto 1,60% di rendimento anche per le scadenze trentennali, e sotto 1,50% per le scadenze sino ai 23 anni. Lieve modifica anche per la parte a breve con un irripidimento nel tratto sino ai 7 anni.

Risentono del generale restringimento dei tassi impliciti anche i forward su Euribor 6 mesi, con il tratto a lunga che torna deciso verso area 2,00% e il tratto a breve che conferma la politica monetaria accomodante dichiarata dalla BCE.

Riprendo il movimento anche gli spread, che confermano la tendenza a stringere nei confronti del Bund con ritocchi di qualche punto base rispetto alla settimana scorsa. Di conseguenza tornano a scendere anche i rendimenti dei benchmark decennali governativi con il Bund sempre ben sotto area 0,40% di rendimento e tutti gli altri benchmark ormai saldi sotto al 2% di rendimento.

Anche l’analisi degli spread e dei rendimenti dei decennali governativi, conferma che sul mercato obbligazionario l’effetto Draghi non è per nulla svanito, e anzi pare godere di ottima salute. L’ipotesi più verosimile e ragionevole è che rimarremo in una situazione di stasi per diversi mesi, con ritocchi dei redimenti impliciti un po’ all’insù e un po’ all’ingiù. Quindi, di fatto, rimarremo in una situazione di lateralità.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati, si conferma tutto il quadro già abbozzato nel corso delle scorse settimane: divergenza netta tra le aspettative sui tassi nell’area USA/UK rispetto all’Europa. I grafici comparativi indicano che il modello Trendycator non ha variato impostazioni, con i BOTTOM sui decennali USA e UK che hanno innescato un primo rimbalzo ora in fase di consolidamento, e con il rendimento del Btp sempre appoggiato al supporto in area 1,75% e il Bund in sul supporto in area 0,34%.

Stante questa situazione, non vi sono variazioni a livello strategico e tattico per il portafoglio obbligazionario, rispetto a quanto visto nelle precedenti analisi.