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Dividendi & Nasdaq, matrimonio difficile. Solo nove azioni sopra il 2,6%


La continua corsa penalizza inevitabilmente i “dividend yield” di un mercato comunque piuttosto avaro nella distribuzione di profitti. I titoli migliori.

Cedole & dividendi

Che la tecnologia paghi poco in termini di profitti distribuiti è noto, ma forse i dati sono più lapidari di quanto si creda. Da oggi iniziamo una ricerca esclusiva sui dividendi nelle varie Borse mondiali: cominciamo dal Nasdaq, istituito nel 1971 a Wall Street e divenuto l’indice più importante per la quotazione dei titoli appunto tecnologici presenti sul listino americano. L’indagine riguarda, nel caso specifico, il Nasdaq 100 e i prezzi di riferimento per il calcolo del “dividend yield” si basano su ieri sera.

Dividendi & Nasdaq, una relazione quindi tirata, come si diceva: Ecco i dati che lo confermano.

Totale azioni

100

Totale azioni che versano dividendi

52

Totale azioni che non versano dividendi

48

Totale azioni con dividend yield oltre il 2,6%

9

Un’analisi dei bilanci evidenzia tuttavia come la corsa delle quotazioni degli ultimi anni sia stata inevitabilmente penalizzante per il matrimonio fra dividendi & Nasdaq, poiché se si fosse realizzato lo stesso screening solo tre anni fa l’esito sarebbe risultato diverso.

L’approvazione della riforma fiscale da parte del Parlamento Usa ha comportato che il listino tecnologico superasse i 6.700 punti, con un quadro tecnico improntato ancora a rompere i massimi storici. Gli indicatori sono per il momento sempre rivolti al “buy”, con molti però indicanti “ipercomprato”, il che avviene comunque da molto tempo!

Nella fase attuale un eventuale posizionamento sul Nasdaq in chiave di dividendi apparirebbe quindi poco redditizio e perché si abbia un’inversione occorrerà attendere una correzione sostanziale, dato che il comparto tecnologico è ancora rivolto soprattutto al reinvestimento dei profitti, di fronte a sfide sempre più impietose.

I migliori titoli del rapporto fra dividendi & Nasdaq sono i seguenti:

1

Vodafone Adr

Telefonia

5,52%

2

Qualcomm

Semiconduttori

3,48%

3

Kraft Heinz

Alimentare

3,24%

4

CA Inc

Soluzioni informatiche

3,02%

5

Paychex

Servizi outsourcing

2,99%

6

Amgen

Biotecnologie

2,90%

7

Cisco

Networking e It

2,89%

8

Broadcom

Semiconduttori

2,66%

9

Gilead Sciences

Biofarmaceutica

2,63%

Fatto abbastanza anomalo che al primo posto della classifica si posizioni Vodafone Adr (versione Usa dell’azione del gruppo inglese) e al terzo Kraft Heinz, inserita in campo alimentare, dove la stabilità dei profitti è compatibile con quella per esempio del Dow Jones, listino più accordabile al tipo di attività.

Anche in termini di importi distribuiti solo poche azioni del Nasdaq emergono: Amgen dispensa trimestralmente 1,15 $, ma a marzo pagherà 1,32 $, mentre Netease (che è pur fuori classifica a causa di un “dividend yield” di solo l’1,1%) versa fra 0,77$ e poco sopra 1 $ ogni tre mesi. 0,5 $ è quanto riconosce ogni trimestre Western Digital, il cui “dividend yield” si colloca al 2,4%, mentre l’Adr di Vodafone è pure munifico, con importi variabili fra 0,5 e 1,15 $ per ogni diversa scadenza.

La valutazione complessiva lascia intendere come la relazione dividendi & Nasdaq sia poco interessante per l’investitore italiano, considerando i due fattori aggiuntivi del cambio valutario e della volatilità delle quotazioni. Noi stessi – nel compiere i calcoli – abbiamo avuto non poche difficoltà dovute proprio a “dividend yield” in continua evoluzione, con differenze significative per esempio fra i dati di chiusura del 2017 e quelli di ieri. Il verdetto conferma quindi come il Nasdaq risulti avaro, con poche eccezioni che rappresentano comunque storie a sé.