Pesa l’incertezza politica


Aggiorniamo il nostro portafoglio ai prezzi correnti di mercato, ancora nel pieno della bufera che vede il nostro spread aprirsi generosamente, a causa delle incertezze che gravano sulla formazione dell’esecutivo per il governo del nostro Paese. Così il differenziale BTP/BUND veleggia vigoroso verso i 200 bps che non si vedevano da inizio 2017 e le nostre obbligazioni domestiche soffrono.

Non è questa certamente la sede per fare considerazioni politiche o per fare della dietrologia su quanto sta accadendo, ma una cosa va detta: è evidente che lo “sport” dello short sull’obbligazionario italiano ha come solo scopo quello di spaventare, onde evitare la nascita di un esecutivo che prenda le debite distanze dall’Europa riaffermando parti di sovranità cedute, da tempo, a caro prezzo.

La nostra situazione economica e finanziaria non è cambiata rispetto a sei mesi fa, per cui è evidente che tutto si muove in funzione del timore di una presa di posizione forte da parte dell’Italia, che metterebbe a serio rischio la continuità e la stessa sopravvivenza del progetto europeo.

Detto questo, è ovvio che il nostro portafoglio risenta di questa situazione, anche se ad onor del vero meno di quanto si potrebbe pensare. Il NAV ha ritracciato, indiscutibile, ma in modo del tutto composto e ragionevole, senza particolari drammi. Dall’ultimo massimo storico a 113,04 registrato a inizio maggio, siamo oggi a 112,34 e considerando che il nostro benchmark decennale ha perso (da inizio maggio ad oggi) ben oltre il 5%, ce la siamo cavata egregiamente.

Intanto, la turbolenza di queste ultime sedute ha spinto il Tesoro a rivedere la cedola minima del nuovo BTP Italia, che passa dallo 0,40% allo 0,55% definitivo. Il nuovo infltaion linked è chiaro che stia soffrendo in questi primi giorni post collocamento (come tutto il resto d’altra parte…), ma poiché la situazione è destinata a rientrare (almeno, così crediamo nel momento in cui scriviamo queste righe…) poiché è chiaro che un Governo anti euro non sarà mai avallato dal Presidente della Repubblica, da cui logica conseguenza vuole che sciolti i nodi (che sia un esecutivo gradito agli europeisti o che sia un Governo “tecnico”) lo spread tornerà “magicamente” a contrarsi.

Detta così, potrebbe sembrare quasi un invito a comprare col badile titoli di Stato italiani, ma in realtà ben sappiamo che le variabili in gioco e i colpi di scena sono all’ordine del giorno, per cui meglio essere cauti. Ciò significa quindi mantenere le posizioni sopportando la volatilità contingente, e avere elementi un minimo solidi prima di valutare di acquistare altro.

Portafoglio aggiornato nell’apposita sezione e NAV proposto come di consueto anche qui sotto.