La Lagarde avvisa l'intero mondo politico


È inutile raccontarci delle frottole, l'unico strumento in grado di poter sconfiggere nel minor tempo possibile l'incubo del virus che stiamo vivendo, è quello dell'unione delle forze.

Non potrà, infatti, un singolo Stato, risolvere per proprio conto il problema, è necessaria la condivisione delle informazioni, delle scoperte scientifiche che si stanno facendo e delle esperienze che i singoli Stati stanno accumulando in merito al coronavirus, man mano che la sua diffusione si estende a tutto il pianeta.

Noi italiani, chiusi nelle nostre case, abbiamo compreso in maniera sufficientemente esplicativa cosa significa essere afflitti dal contagio.

Il sistema produttivo è quasi bloccato, se non per il settore alimentare, farmaceutico, nonchè per quelle attività ritenute indispensabili.

Come possono altri Stati, pensare di arginare il problema del coronavirus semplicemente mandando la polvere sotto i tappeti?

C'eravamo svegliati lunedì mattina con il petrolio a meno 30% e lì avevamo definitivamente compreso che gli investitori non si stavano lasciando ingannare dalla propaganda più o meno cinica dei governanti mondiali.

L'investitore guarda sempre al futuro e sa benissimo che un contagio di questo genere non può essere arginato in questo modo, pertanto l'esito di questa vicenda era del tutto scontato.

Ha destato molte critiche la conferenza stampa della Lagarde la quale in realtà è colpevole solo di aver scaricato la palla sulla politica.

A tutti i politici europei, di tutti i colori dell'arcobaleno, di ogni schieramento possibile ed immaginabile, non è parso vero di avere avuto la possibilità di scaricare le colpe sulla Bce, ma,stavolta, tocca a  voi cari signori.

Cosa poteva fare di più la Banca Centrale Europea, con i tassi d'interesse già ad un livello infinitesimamente basso e con il quantitative easing nuovamente potenziato?

Il "whatever it takes"?

Non scherziamo, esso era e rimarrà scontato.

La dialettica in questi casi è importante  e non si è trattato affatto di un errore , anzi, è stato un messaggio del tutto intenzionale!

Basta guardare al Nasdaq per comprendere che in questi momenti le banche centrali possono poco o nulla perché spetta alla politica rassicurare i cittadini in merito alla salute e in merito alla stabilità del settore produttivo ed, in un caso come questo forse, bene ha fatto la Lagarde a far comprendere che questa volta spetta alla politica assumersi le proprie responsabilità senza attendere che le banche centrali facciano il lavoro sporco, anche perché dopo 10 anni di vuoto politico non hanno più risorse o meglio, gli strumenti a disposizione sono sempre più spuntati.

Guardiamo infatti cosa accaduto al Nasdaq dopo il tanto apprezzato intervento della Fed.

Quello evidenziato nel cerchio è il rimbalzo scaturito dalle mosse della Fed.

Come si può ben vedere, il giorno dopo, il crollo è stato in ogni caso inevitabile, seppur tamponato dal recupero messo a segno nell'ultima ora di contrattazione, recupero che ha più il sapore di "tecnico" piuttosto che di "punto di svolta".

La scorsa settimana avevamo indicato in area 7000, la zona di magnetismo a cui invevitabilmente sarebbe stato attratto, alla rottura del primo supporto che avevamo posto in area 8200. 

Per la settimana a venire, vista l'elevatissima volatilità, teniamo bene a mente un valore che può decretare l'inversione di un trend importantissimo.

Questo valore è rappresentato dai 6550 punti del Nasdaq Composite.

L'approccio darwiniano di Stati Uniti e Gran Bretagna, sta spargendo preoccupazione tra gli operatori, per quella che molti reputano una scommessa piuttosto che un "plan" dettagliato di gestione dell'emergenza. 

Si teme che essi stiano sottovalutando un po' troppo il problema dal momento in cui, qui in Italia, il 50% delle persone che contraggono il virus vengono ricoverate in ospedale con sintomi, ciò vuol dire che non stanno così bene tanto da poter stare a casa e soprattutto il problema vero si evidenzia nelle terapie intensive.

Cosa accadrà negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, con un approccio di questo tipo lo scopriremo presto già nelle prossime due settimane al massimo.

Resta, tuttavia, un approccio davvero "alternativo" al problema, soprattutto se si guarda a come la Cina sia  riuscita a contenere la diffusione del virus in un mese e mezzo ed attualmente, i nuovi contagi, in base ai dati che l'OMS fornisce, sono sotto la decina giornaliera, le attività produttive stanno ripartendo e pertanto stanno dimostrando quanto questo sia un approccio efficace.

Sono abituato a valutare l'entità è la veradicità delle notizie e delle azioni, dalla reazione dei mercati, ed onestamente vedere il petrolio scivolare del 30% nell'arco di una sola notte  racconta senza alcun dubbio della preoccupazione assolutamente fondata di molti investitori che stanno già scontando una riduzione importantissima dell'attività produttiva e restano in attesa delle scelte fatte dalla politica piuttosto che dalle banche centrali.

Molto probabilmente, in Europa, la Lagarde, ha fatto sua l'esperienza vissuta dal suo predecessore Draghi, il quale immancabilmente, in ogni Meeting della Bce, aveva sempre avvertito l'intero mondo politico che la sola politica monetaria risulta meno efficace se non coadiuvata da scelte politiche consone e forti.

Draghi purtroppo, non è stato mai ascoltato ed è stato usato dalla politica come ancora di salvezza.

La Lagarde, sta facendo capire che la Bce è stufa dell'immobilismo politico europeo e dell'ennesima, imbarazzante, dimostrazione di inconsistenza politica che tutti i membri dell'Unione, stanno dando al mondo intero. 

Le attività produttive infatti, sono animate dall'umanità e in assenza di forza lavoro non c'è nessuna iniezione di liquidità che possa fare alcunché e, pertanto, a nulla vale se si agisce in maniera scoordinata.

E' il momento che la politica si mostri unita e forte, in special modo in Europa, non è questo il momento di attuare il più classico degli scarica barile.

I cittadini e tutto il sistema produttivo si aspettano che la politica garantisca la salute pubblica e che garantisca, con scelte chiare e forti, che il sistema produttivo riparta il prima possibile.

Ora quindi, tocca a voi, cari attori politici..

Good Luck!

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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