Punto di riferimento nella Roncisvalle odierna ...


Quando gli eventi incalzano devi trovare un punto di riferimento, come quando sei perso nel bosco. Devi trovare un qualcosa che ti indica la possibile direzione. Non è possibile procedere nel buio senza un riferimento. Dobbiamo ragionare. Non dobbiamo però commettere l’errore di ragionare troppo perché tutto quello che sta accadendo non segue il percorso del ragionamento umano ma si dipana come le spire del serpente.

Il primo e forse unico punto fermo è il minimo segnato nella notte di venerdì dai mercati USA e il lunedì successivo 2 marzo dalla Borsa Italiana. Quello è il punto di non ritorno, se scende sotto quel minimo e quando scriviamo che deve scendere sotto quel minimo vogliamo che ci sia una chiusura sotto bella decisa, allora dovremo rivedere la nostra strategia.

Capisco che usare un minimo relativo per giustificare un quadro devastato come la Roncisvalle odierna è quanto mai disorientante ma è l’unico elemento difensivo a nostra disposizione.

I mercati azionari anticipano la realtà, bella o brutta che sia. La realtà di una crisi mondiale è stata completamente scontata dai prezzi di Borsa oggi come oggi ? Questa è la domanda che ci dobbiamo fare e questa è la domanda che deve guidare il nostro agire. Cioè voglio dire che non dobbiamo chiederci cosa accadrà domani, perché non lo so io e non lo sa Goldman Sachs, dobbiamo chiederci se la previsione del domani incorporata nei prezzi è giustificata dalla prossima futura realtà, non quella attuale. In questo passaggio molti investitori si perdono perché si chiedono se l’oggi è giustificato dall’oggi senza considerare che la Borsa non è mai l’oggi è sempre il domani. Se guardi l’oggi per valutare la Borsa sei sempre indietro. La Borsa è già il domani.

Ai prezzi attuali i mercati azionari scontano un impatto significativo del coronavirus sulle economie occidentali ma senza prevedere particolari cataclismi. Quello che voglio dire è che allo stato attuale potremmo vedere recuperato gran parte del terreno perso entro l’estate, stagione in cui naturalmente con le elevate temperature vedremo un riassorbimento dell’epidemia, che si sposterà all’emisfero sud per ricomparire in inverno con minore intensità quando già un vaccino sarà disponibile e quando anche il nostro corpo avrà sviluppato i necessari anticorpi.

Insomma, siamo a marzo e nel mio giardino il ciliegio è in fiore e ci sono già le margherite. Non scherzo, è verità.

Quindi ci sta tutto che il minimo che abbiamo visto a 22.968 del Ftse All Share sia il minimo “fatale” di questo ribasso tanto più che se collochiamo questo ribasso tra il minimo del dicembre 2018 ed il massimo del febbraio 2020 abbiamo un ritracciamento di “solo” il 59% e quindi niente che possa mandare a gambe all’aria la conformazione attuale del nostro indice che rimane, ahimè, di congestione, quella maledetta congestione atavica che ci perseguita da quasi 12 anni a questa parte (ne usciremo quando andrò in pensione).

Un elemento a suffragio di questo minimo possibile a livello ciclico a quota 22.968 ci viene dal Sequential che vede sul daily un Set Up completo ribassista di 9 barre di ribasso. Tecnicamente un SetUp ribassista viene seguito da un Countdown di altre 13 barre ribassiste ma francamente questo sul nostro indice Ftse All share daily avviene di rado da 12 anni a questa parte e quindi mi sento di dire che è più un punto di rimbalzo che l’inizio del countdown.

CONCLUSIONE: no panic, ricevo tonellate di email di lettori completamente allo sbando e mi piace riprodurre qui sotto i versi dell’Ecclesiaste (Qoèlet) direttamente dalla Bibbia:

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,

vanità delle vanità, tutto è vanità.

Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno

per cui fatica sotto il sole?

Una generazione va, una generazione viene

ma la terra resta sempre la stessa.

Il sole sorge e il sole tramonta,

si affretta verso il luogo da dove risorgerà.

Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;

gira e rigira

e sopra i suoi giri il vento ritorna.

Tutti i fiumi vanno al mare,

eppure il mare non è mai pieno:

raggiunta la loro mèta,

i fiumi riprendono la loro marcia.

Tutte le cose sono in travaglio

e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.

Non si sazia l'occhio di guardare

né mai l'orecchio è sazio di udire.

Ciò che è stato sarà

e ciò che si è fatto si rifarà;

non c'è niente di nuovo sotto il sole.

C'è forse qualcosa di cui si possa dire:

«Guarda, questa è una novità»?

Proprio questa è già stata nei secoli

che ci hanno preceduto.

Non resta più ricordo degli antichi,

ma neppure di coloro che saranno

si conserverà memoria

presso coloro che verranno in seguito.