UN LADRO E’ ENTRATO IN CASA: NESSUNA PAURA, E’ “TRANSITORIO” !


Voi state guardando la televisione in salotto con la vostra famigliola. Ad un certo punto sentite un rumore provenire dal reparto notte e vi alzate per andare a controllare e chi trovate ? Un ladruncolo vestito di nero con la torcia in mano che sta rovistando in camera da letto. Ma per fortuna il ladro vi tranquillizza subito: “Sono transitorio” vi urla. E voi sereno tornate davanti alla TV … “amore tranquilla è un ladro ma mi ha assicurato che è transitorio quindi non c’è da preoccuparsi”. E lei di rimando “ah, per fortuna, pensavo che fosse un ladro “stabile” e che avremmo dovuto continuare a tenercelo in casa per sempre. Meno male, guarda, non capita mica a tutti un ladro “transitorio”.”

E’ quello che è successo mercoledì con  l’inflazione negli USA al Federal Open Market Committee dove il presidente Jerome Powell ha riconosciuto che l’inflazione è alta e che rimarrà ben sopra il 2%, che è l’obiettivo di politica monetaria negli USA e in Europa. Molti commentatori del Wall Street Journal fanno notare come le parole usate dal presidente della banca centrale USA, benché soavi come quelle di un monsignore, in realtà tradiscono 2 punti: il primo è che la FED ha sottostimato la potenza del mercato del lavoro negli USA che è letteralmente esploso, i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento e la ripartenza dell’inflazione. Il secondo è che tutto questo NON è transitorio, benché a parole tutti ripetano questo mantra tranquillizzante. Lo dice bene la Goldmans Sachs che in un rapporto scrive che l’inflazione nel 2022 rimarrà “stabilmente” sopra il 2%. In sostanza chiosa un commentatore del Wall Street Journal Powell “sembra avere deciso di muoversi in una direzione in cui parla da duro sul contenimento dell’inflazione ma in realtà fa ben poco per controllarla”.

Ma in Europa la BCE ha giocato ancora più sporco sostenendo che a fronte di tensioni inflazionistiche da togliere il sonno (ripetiamo che in Italia a novembre il dato tendenziale dell’inflazione è stato 3.7% ed in Germania persino peggio) la banca centrale europea non toccherà i tassi di interesse nel corso del 2022.

Non si capisce allora cosa c’entri con questo grado di accondiscendenza verso l’inflazione il rialzo dei tassi da parte di diverse banche centrali in giro per il mondo e citiamo solo Messico, Russia e Banca d’Inghilterra.

Purtroppo il mio timore, espresso apertamente anche da alcuni giornalisti italiani come Paolo Mieli in una trasmissione radiofonica, è che alle banche centrali vada bene che l’inflazione aumenti per ridurre un fardello del debito pubblico che in molti paesi, come l’Italia, è ormai endemico. E l’inflazione è l’unico strumento per ridurre surrettiziamente il debito senza provocare eccessive manifestazioni di piazza. L’inflazione è un nemico oscuro che come la guerriglia non si sa bene da dove venga, il governo fa finta di fare qualcosa (vedi sostegni attuali per l’incremento di elettricità e gas) e la piazza applaude ma in realtà non serve a niente. Però l’aumento dei prezzi distrugge il potere di acquisto della moneta e il debito in termini reali (pensionistico o pubblico che sia) diminuisce.

Se anche questa volta non fosse vero niente di quello che ho scritto dobbiamo comunque metterci in testa che il prossimo problema è quello del debito. E l’inflazione è il modo più indolore possibile per tagliarlo.

Se cercavamo un fattore che potesse modificare il nostro quadro macro beh lo abbiamo trovato. Il problema che io non riesco ad identificare è che questo fattore dovrebbe essere positivo per un rialzo di Borsa perché se l’inflazione erode il potere di acquisto l’unico modo per salvarsi sono proprio le azioni e gli immobili.

E di questo sentimento di incertezza si è fatto interprete il mercato che sul daily soprattutto sugli indici americani mostra una faccia ribassista con un doppio top sull’SP500 un rounded top sul Nasdaq e un fallimento di rottura di trendline. Ma non dobbiamo farci prendere dal panico. Se guardiamo i grafici weekly dobbiamo ricordarci che proprio all’inizio della settimana scorsa il Nasdaq ha segnato il massimo storico e che siamo in un trend rialzista che deve essere ancora rotto al ribasso e ci vorranno settimane o mesi per suonare le campane del ribasso.

CONCLUSIONE: per il momento dobbiamo essere ancora rialzisti perché non ci sono segnali che ci facciano propendere per il ribasso. Così funziona l’analisi tecnica, fino a prova contraria un trend si presume che debba continuare.