Arriva il terzo venerdi del trimestre e con esso arrivano le scadenze tecniche, ma senza il consueto rimodellamento dei portafogli, senza alcun sussulto, quasi come un normalissimo venerdi se non fosse per l'aggiornamento necessario dello strumento da osservare, e quindi la canonica ricerca del nuovo simbolo, e , una volta trovato, avviene l'inserimento nel book ove ha alloggiato il predecessore giunto mestamente a fine corsa.
La costante però, è che la mole di contratti scambiati non varia, rimanendo sottilissimo.
Si potrebbe sostenere che sia tutto sommato normale in un mercato tranquillo, se non addirittura soportifero.
Personalmente questa vacuità di volumi, crea irrequietezza per il semplice fatto che questo non è mercato e nè tantomeno è corretto proporre analisi, perchè l'esito della lettura sarebbe più assimilabile ad una scommessa e a noi, le scommesse non interessano.
Questa è la cronaca settimanale,almeno fino alle ore 13 di venerdì 18 giugno, quando, sono piombate sul mercato le parole, fra l'altro scontate, di Bullard, Presidente della Fed di St. Louis, che hanno iniziato a far scendere i mercati europei già prima che aprissero le gabbie a Wall Street e finalmente, un pò di buon mercato con buona volatilità è tornato a fare capolino sui book di tutto il mondo.
Improvvisamente quindi, si è interpretata una Fed più "falco" o "hawkish" se preferite, rispetto agli ultimi meeting e, mi viene da chiedere, cosa ci si aspettava, con l'inflazione che inizia a dare segnali di accelerazione al rialzo? Che rimanessero accomodanti all'infinito?
Strane le motivazioni che alle volte si adducono a spiegare quanto di più naturale, così tanto da far diventare pleonastico anche il volerlo commentare.
Il mercato è bello quando scende e quando sale, purchè vi sia contrattazione.
Il quadro ancora non si è del tutto delineato e statisticamente il lunedi che ci attende, già storicamente la peggior giornata settimanale per le borse, porterà oltre al malumore per l'essere tornati al lavoro dopo il weekend, presumibilmente anche un ribasso, quanto marcato è da decidere e come sempre dalle 15 in poi a decidere saranno i mercati americani.
Questo almeno nelle prospettive ed affidandosi alla statistica relativa al lunedi.
Il quadro rimane immutato in Europa con il Dax al di sopra dei 15150 punti, mentre inizierà ad emanare cattivo odore al di sotto di tale soglia.
Ritengo importante però che il livello dell'attenzione si ridesti dopo un lungo periodo di letargo; lo scenario, con lo shake di venerdi, sta smuovendo le acque e di certo, questo rimescolio, porterà a nuove valutazioni con un ritorno di una volatilità più umana, per cui se non altro, ci attenderà un periodo meno noiso.
Evviva la volatilità e buon trading a tutti!
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)