Le azioni di cui si mormora su possibili offerte d’acquisto. Una svolta dai fondi per Bitcoin e compagni. Strategie operative con gli Etf. E altro ancora: Robinhood e Tesla.
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Quella di Unicredit su Mps non è certo un’Opa, visto che si tratterà di una trattativa in esclusiva fra Piazza Aulenti e il ministero dell’Economia e delle Finanze, ma l’operazione potrebbe aprire le porte a delle reali Opa nel settore bancario e non solo. Da mesi se ne parla ma ora si tratta di capire l’impatto che un eventuale accordo comporterebbe per Banco Bpm, Bper Banca e poi sull’industria del risparmio gestito. Il nome più gettonato? Quello di Anima, che potrebbe essere oggetto di una triangolazione nell’offerta di acquisto, a causa di una complessa situazione di accordi di distribuzione fra la stessa Anima e Mps nonché fra Unicredit e Amundi. Facciamo allora il punto su quelli che sono i nomi più gettonati di potenziali Opa, delle quali si parla con insistenza a Piazza Affari.
Azione |
Probabilità Opa |
Possibili acquirenti |
Quotazione da monitorare |
Anima |
Alta |
Amundi / Unicredit |
5,5 euro |
Banco Bpm |
Alta |
Vari con Opa ostile |
3,2 euro |
Bper |
Alta |
Vari: in prima linea Banco Bpm |
2,4 euro |
Cnh Industrial |
Bassa |
Capitali Usa? |
15 euro |
Ferragamo |
Medio alta |
Kering e Richemont |
25 euro |
Leonardo |
Medio bassa |
Hedge fund? |
9,8 euro |
Moncler |
Medio alta |
Kering |
65 euro |
Nexi |
Media |
Una banca italiana? |
20 euro |
Naturalmente il tema è un regno delle ipotesi ma l’autunno viene visto come momento favorevole per qualche operazione di rilievo. Dopo le varie Opa della prima parte dell’anno le condizioni appaiono propizie per un’ultima stagione del 2021 con il botto.
► Scoppia la criptomania in Germania
Provate a leggere un qualsiasi sito Internet tedesco di finanza. Nelle ultime settimane l’attenzione rivolta alle criptovalute è esplosa. Con un’insistenza quasi monotona pur per chi è attratto - come chi scrive - dalle valute digitali. Cosa sta succedendo? Gli Spezialfonds (fondi istituzionali) possono ora investire fino al 20% delle loro attività in criptovalute, secondo la nuova legge Fondsstandortgesetz (FoStoG), o Fund Location Act, entrata in vigore di recente. In uno scenario di massima, un'allocazione del 20% da parte dei Spezialfonds sulle criptovalute equivarrebbe a investimenti per un totale di 415 miliardi di $ (350 miliardi di €), in base al patrimonio totale gestito: sono dati stimati da GloabalBlock. Naturalmente quel 20% appare poco realistico: si pensa che la percentuale reale sarà nettamente inferiore ma il segnale è pesante. Molti gestori infatti hanno ammesso di voler iniziare a studiare questo mercato finora trascurato. I tempi saranno lunghi e inoltre non si sa verso quali monete gli istituzionali si indirizzeranno. Gli Spezialfonds svolgono un ruolo molto importante nell’allocazione del risparmio in Germania e sono gestiti in particolare dalle maggiori assicurazioni. Da notare come da tempo abbiano diversificato molto in termini valutari. Lo dimostra il fatto che i bond in euro rappresentano solo il 22% degli asset detenuti.
Intanto l’impostazione grafica del Bitcoin torna a essere positiva, con tutte le medie mobili improntate al buy, salvo la 200, ora collocata a 44.700 $ contro l’ultima quotazione a 41.500. Non pochi analisti vedono il livello dei 50.000 possibile per fine estate ma proprio la più lunga delle m.m. potrebbe essere un ostacolo rivelatore del maggiore o minore vigore della cripto d’eccellenza.
► Perché gli Etf non sono adatti al trading intraday!
Nella situazione di forza ma allo stesso tempo di incertezza dei mercati si è diffusa la pratica di utilizzare gli Etf per operazioni intraday. In particolare ciò riguarda gli indici più popolari – quali S&P 500, Nasdaq e Dax – con un obiettivo molto semplice. Dato che il numero delle sedute positive ha finora superato quello delle negative, almeno dalla fine della primavera 2020, non pochi trader negli Usa e in Europa hanno adottato una strategia banale: ogni giorno entrare in apertura di seduta, se i future danno segnali favorevoli, e uscire comunque poco prima della chiusura. Naturalmente i metodi operativi variano di caso in caso ma un’approfondita analisi di Bespoke ha dimostrato che la validità di questo tipo di trading è molto discutibile, poiché l’ammontare degli spread annulla in molte sedute il rendimento teoricamente positivo. L’automatismo quindi del si compra se la giornata parte bene non dà garanzie, poiché i bid-ask - pur modesti - tendono ad ampliarsi in presenza soprattutto di condizioni di mercato nervoso. La somma infatti di eventuali sedute poi in realtà in rosso, spread complessivi, oneri di intermediazione ed eventuali possibili inefficienze di prezzo porta a un risultato globale ben diverso da quello previsto, ancor più se l’indice di riferimento svolta in negativo nel corso della giornata, anticipando l’uscita, il che può avvenire in orari in cui gli spread sono ancora meno competitivi.
Occorre d’altra parte ricordare che gli emittenti proprio per questo rendono disponibili certificati a leva fissa x5 o x7, la quale rimane tale per tutto il giorno, grazie a un meccanismo di restrike incorporato nello strumento e proposti per i principali indici, con un risultato molto più efficiente per l’operatività ultra veloce.
Lo studio evidenzia anche che la non adeguatezza degli Etf per l’intraday si dimostra ancor più netta per i cloni con indici molto specifici, quali quelli tematici che si sono generalizzati negli ultimi tempi per tutti i settori.
► Per Schroders questa l’asset allocation ipotizzabile per il resto del 2021
Pur con tanti se e ma, inevitabili in un quadro ancora di incertezza per il Covid, un’attenta ricerca di Schroders, multinazionale della gestione del risparmio, sulle prospettive del secondo semestre 2021, valuta che sarà nuovamente l’azionario il protagonista dei mercati, con un giudizio molto positivo soprattutto per l’Europa, di cui si sostiene che “beneficerà dell’attesa riapertura grazie all’accelerazione delle vaccinazioni e al sostegno della Banca Centrale. La regione è inoltre ben posizionata per beneficiare della ripresa globale alla luce della natura ciclica del mercato azionario. In particolare, l’esposizione a settori come industria e beni voluttuari beneficerà maggiormente della normalizzazione dell’attività economica”.
In particolare una scheda riassuntiva fotografa così le ipotesi di andamento nei prossimi mesi (attenzione a un errore: nel settore azioni per Europa Regno Unito si deve intendere Europa escluso Regno Unito).
► Azioni sotto la lente: Robinhood, ecco perché non convince
La tanto attesa Ipo è ormai un dato di fatto: l’azione della piattaforma di trading Usa Robinhood è quotata a Wall Street da due sedute: I primi numeri forniscono questa fotografia.
Giovedì 29/7 |
Venerdì 30/7 |
Apertura 38 $ |
Apertura 34,93 $ |
Massimo 40,15 $ |
Massimo 36,98 $ |
Minimo 33,35 $ |
Minimo 33,25 $ |
Chiusura 34,82 $ |
Chiusura 35,15 $ |
Volatilità intraday 29,39% |
Volatilità intraday 11,22% |
Cosa ne emerge:
1°) alta volatilità intraday (sebbene due sedute d’esordio la comportino inevitabilmente)
2°) un primo supporto sui 33,2 – 33,3 $
3°) la totale assenza di una spinta rialzista (price dell’Ipo a 38 $).
Il mercato non sembra quindi aver premiato il titolo per tre rischi considerati primari:
1°) un probabile giro di vite regolamentare da parte delle autorità che disciplinano il mercato sul modello organizzativo di Robinhood, basato sul fatto che la società non esegue direttamente gli scambi, ma dirige gli ordini ad altri soggetti in cambio di “fee” di fatto non palesi;
2°) possibili multe per aver effettuato operazioni non esplicite agli occhi dei trader/investitori;
3°) incertezze sulle crescite future dei ricavi.
Il titolo conferma quindi la sua natura altamente speculativa e si accredita soprattutto (almeno in base alle prime due sedute) idoneo per scalping o trading intraday.
► Azioni sotto la lente: Tesla è un buy o un sell?
La situazione dei ricavi di Tesla è nettamente migliorata, con un +98% nel secondo trimestre dell’anno, il che dipende da un aumento dei prezzi di vendita e da una diminuzione dei costi, pur in presenza di un problema strutturale di tutto il settore, la carenza di chip. La performance negativa da inizio anno è così calata al -2,62%, mentre negli ultimi cinque giorni è risultata positiva del 6,8%. Torna quindi il “buy” sull’azione della società di Palo Alto?
Questa volta ci sia consentito di utilizzare anche i rating sul titolo, dato l’ampio numero di analisti che lo seguono.
Valutazione prevalente |
Hold (mantenere) |
Ultima quotazione |
687,2 $ |
Target price medio |
667,6 $ |
Spread valutazioni (max – min) |
Molto alto |
Punti forti |
● Prospettive di crescita elevate ● Utile per azione visto in rialzo nei prossimi anni ● La situazione finanziaria è favorevole |
Punti deboli |
● Multipli p/e assurdi ● Target degli analisti troppo distanti fra loro ● Un dividendo? Booh! ● La concorrenza si inasprisce |
Livelli grafici da monitorare: resistenze |
688,3 $ - 763 $ |
Livelli grafici da monitorare: supporti |
643,4 $ - 563,3 $ |
Alla domanda inevitabile se è un buy o un sell da un punto di vista meno tecnico resta sempre il problema di una capitalizzazione esasperata:
Tesla |
584 miliardi $ |
Toyota |
265 miliardi $ |
Volkswagen |
125 miliardi € |
General Motors |
82 miliardi $ |
Ford |
55 miliardi $ |
Nio |
48 miliardi $ |
La risposta è una sola: gli investitori sono ancora disponibili a pagare un vistoso premio per una società considerata leader nell’evoluzione tecnologica e penalizzano i concorrenti. Il gap però si sta restringendo e quindi è inevitabile che anche il distacco di Borsa vada a comprimersi. Il dubbio (per ora) è comunque sempre lo stesso: scenderà Tesla o saliranno gli altri? Come opinione personale è forse il caso di puntare di più su una crescita di VW.