Raffica di numeri per valutare rendimenti di obbligazioni, certificati, azioni ed Etf. Con vari confronti utili a comprendere l’evoluzione dei mercati.
Cedole & dividendi
Chi ha vinto la guerra dell’inflazione sul fronte obbligazionario negli ultimi mesi? La struttura degli “inflation linked” ne fa uno strumento macchinoso, che talvolta reagisce in maniera apparentemente contraddittoria ma che invece risponde perfettamente alle regole di una tipologia di bond mossi dall’aumento del costo della vita ma anche dall’andamento dei tassi di interesse. Vale la pena dirlo, poiché capita spesso sentirsi porre domande sul perché dell’andamento delle loro quotazioni.
Vediamo comunque cosa è successo a diversi titoli di differenti emittenti governativi nel periodo dal 1° marzo 2021 a venerdì scorso:
Usa |
Tips 0,25% 2050 |
Prezzo 1/3/21: 105,4 $ |
Prezzo 6/8/21: 117,3 $ |
Usa |
Tips 2,0% 2026 |
Prezzo 1/3/21: 118,8 $ |
Prezzo 6/8/21: 118,4 $ |
Germania |
Bund€i 0,1% 2046 |
Prezzo 1/3/21: 142,6 € |
Prezzo 6/8/21: 157,5 € |
Germania |
Bund€i 0,1% 2026 |
Prezzo 1/3/21: 109,2 € |
Prezzo 6/8/21: 110,4 € |
Italia |
Btp€i 2,55% 2041 |
Prezzo 1/3/21: 151,1 € |
Prezzo 6/8/21: 157,1 € |
Italia |
Btp€i 3,1% 2026 |
Prezzo 1/3/21: 122,6 € |
Prezzo 6/8/21: 123,8 € |
E ora un confronto fra Etf con sottostanti “inflation linked”.
iShares Usd Tips |
Prezzo 1/3/21: 199,1 $ |
Prezzo 6/8/21: 215,3 $ |
UBS Tips 10+ years |
Prezzo 1/3/21: 13,3 $ |
Prezzo 6/8/21: 14,9 $ |
iShares Euro Inflation Linked Government |
Prezzo 1/3/21: 225,2 € |
Prezzo 6/8/21: 235,1 € |
UBS Inflation Linked € 10+ years |
Prezzo 1/3/21: 21,6 € |
Prezzo 6/8/21: 22,9 € |
Traduciamo tutto questo in percentuali:
Usa |
Tips 0,25% 2050 |
+11,3% |
Germania |
Bund€i 0,1% 2046 |
+10,2% |
Italia |
Btp€i 2,55% 2041 |
+3,9% |
Germania |
Bund€i 0,1% 2026 |
+1,1% |
Italia |
Btp€i 3,1% 2026 |
+1,0% |
Usa |
Tips 2,0% 2026 |
-0,3% |
Invece sul fronte Etf:
UBS Tips 10+ years |
+12,0% |
iShares Usd Tips |
+8,1% |
UBS Inflation Linked € 10+ years |
+6,0% |
iShares Euro Inflation Linked Government |
+4,4% |
Ecco cosa insegna allora la riscaldata primaverile del costo della vita e di conseguenza dei bond “inflation”:
● è stata la parte lunga delle diverse curve a correre di più;
● i Tips Usa (che non possono essere trattati in Italia se non sull’Otc, poiché cancellati dalla nostra Borsa) hanno performato meglio in assoluto e sono stati soltanto di poco favoriti da un cambio rafforzatosi nel periodo di osservazione, cioè dal 1° marzo (cross 1,205 contro euro rispetto all’1,18 della chiusura di venerdì);
● il comportamento degli Etf è risultato migliore di quello delle singole emissioni soprattutto nel contesto Usa. Se ne può trarre la conclusione che sono efficienti, più di quanto spesso non si pensi;
● perfino i già carissimi Bund€i hanno messo a segno dei netti rimbalzi;
● si tenga però conto di una caratteristica degli “inflation linked”; anche loro hanno una “duration”, che si esprime in una perdita di quotazione di 1 pb del valore del capitale per anno di vita residua in presenza di ogni punto di variazione del tasso dell’area di interesse di riferimento. Il mercato ha visto questa volta salire l’inflazione ma sapeva che le politiche monetarie sarebbero rimaste invariate. Non sempre però va così;
● la sensibilità delle strategie sulle aspettative inflattive sono storicamente più efficienti in dollari che in euro per vari motivi;
● i perdenti in assoluto? I fondi attivi, che non hanno saputo tenere il passo degli Etf;
● per quanto riguarda il fronte italiano bene sia i Btp€i sia i Btp Italia; questi ultimi distribuendo semestralmente l’inflazione sono risultati molto efficienti nel contesto degli ultimi mesi.
► Certificati Cash Collect, cresce la diversificazione, scendono i rendimenti
Gli ottimi Cash Collect del 2020 purtroppo appartengono al passato: pagavano elevati coupon con livelli barriera inevitabilmente bassi, date le quotazioni allora in corso dei sottostanti. Bastava acquistarli anche di poco sotto 100 per non riportare perdite in caso di rimborso anticipato. Oggi non è più così ma è pur vero che si assiste a una diversificazione sempre più esasperata dei titoli che li compongono. L’anno scorso i panieri erano sempre o quasi gli stessi. Ora tengono conto di molte altre realtà, magari più fragili, ma che consentono di differenziare i rischi, anche se i coupon in molti casi risultano più bassi.
Bnp Paribas ha per esempio emesso nei giorni scorsi una nuova serie di certificati a durata triennale Memory Cash Collect su panieri composti prevalentemente da tre azioni. La nuova serie offre i primi sei premi fissi con importo compreso tra l’1% e l’1,9% non condizionati all’andamento dei sottostanti e successivi premi potenziali a cadenza mensile, con effetto memoria, qualora gli stessi sottostanti quotino sopra il livello barriera. Quest’ultima è posta al 70% o al 60% del valore iniziale di ciascuna delle azioni sottostanti che compone il paniere, a seconda del certificato.
Da segnalare appunto la diversificazione, che è la caratteristica più importante. Da Bnp Paribas si fa presente come “si sia voluta con questa nuova famiglia di certificate permettere di ottenere premi fissi incondizionati dal primo al sesto mese, offrendo all’investitore un ritorno interessante e stabile nella primissima fase di vita dello strumento. La novità mira a sottolineare la valenza dei certificate come prodotti da utilizzare in ottica di bond substitution, in grado di fornire un’esposizione alle maggiori azioni globali nonché a diversi settori e, allo stesso tempo, di proteggere l’investimento da potenziali perdite dei sottostanti grazie a barriere comprese tra il 70 e il 60% del loro valore iniziale”.
Le loro caratteristiche
► Etf emerging, ma quanto fruttano?
C’è chi è deluso di questa categoria di Etf, ritenendoli poco generosi nei rendimenti in corso. Ci riferiamo a quelli azionari con sottostanti mercati emergenti e naturalmente di tipo a distribuzione.
Facciamo allora il punto su questa tipologia di replicanti. In totale sono 13 quelli presenti su Borsa Italiana e di loro abbiamo stilato una classifica sui primi quattro in classifica in termini di yield distribuito.
Invesco Ftse Emerging High Dividend Low Volatility |
IE00BYYXBF44 |
Valuta denominazione Usd |
Yield in corso 4,3% |
WisdomTree Emerging Markets Equity Income |
IE00BQQ3Q067 |
Valuta denominazione Usd |
Yield in corso 4,3% |
Lyxor Msci Emerging Markets |
LU0635178014 |
Valuta denominazione Usd |
Yield in corso 3,2% |
WisdomTree Emerging Markets SmallCap Dividend |
IE00BQZJBM26 |
Valuta denominazione Usd |
Yield in corso 2,8% |
I rendimenti sono scesi e non di poco nell’ultimo anno, complici la salita delle quotazioni e in molti casi pressioni ribassiste dei dividendi distribuiti dalle azioni “emerging”. Il fattore yield non è quindi determinante almeno in questa fase e porta a considerare meno strategico questo asset nella costruzione di un portafoglio da reddito rispetto al passato.
► Azioni & dividendi: il caso Unipol
Unipol ed UnipolSai hanno chiuso un semestre positivo, con una raccolta assicurativa in crescita e un aumento dell'utile, che ha scontato nel caso della holding una serie di voci ricorrenti connesse al consolidamento della quota in Bper ed alle poste straordinarie legate alla transazione con Intesa/Ubi.
Intanto la società Unipol ha comunicato che “il Consiglio di amministrazione ha deliberato di convocare l’Assemblea ordinaria per il giorno 1° ottobre 2021, allo scopo di sottoporre la proposta di distribuzione di parte della riserva straordinaria di utili, in misura corrispondente al dividendo 2019, pari a 0,28 euro per ciascuna azione ordinaria in circolazione, la cui messa in pagamento avverrebbe a partire dal 20 ottobre 2021 (stacco cedola 18 ottobre 2021 e record date 19 ottobre 2021)”.
Terminato il linguaggio ufficiale cerchiamo di valutare il potenziale rendimento del titolo, considerando anche due livelli di supporto toccati nelle ultime settimane.
Yield lordo |
A chiusura ieri (4,634 euro): 6% |
Primo supporto (4,51 euro): 6,2% |
Secondo supporto (4,17 euro): 6,7% |
Yield netto |
A chiusura ieri (4,634 euro): 4,44% |
Primo supporto (4,51 euro): 4,58% |
Secondo supporto (4,17 euro): 4,96% |
► Bond in dollari (su Tlx): sei ad alto rendimento ma basso rating
Si fa un gran discutere sulla situazione dei bond high yield in dollari, che alcuni analisti danno ancora per strategici in un portafoglio adeguatamente diversificato e altri invece ritengono pericolosi in termini di rapporto rischio/rendimento. Noi comunque abbiamo raccolto sei titoli di questa categoria (si valutino naturalmente i rating, in alcuni casi molto bassi) tutti trattati su Tlx. Hanno il vantaggio di essere tutti a piccolo taglio.
USC10602BG11 |
Bombardier 7,875% 15ap27 |
y. 6,9% |
CCC+ |
US71654QDD16 |
Petroleos Mexicanos 7,69% 23ge50 |
y. 8,2% |
BBB- |
USU9029YAC40 |
Uber 7,5% 15st27 |
y. 5,7% |
B- |
USL4441RAA43 |
Gol Finance 7,0% 31ge25 |
y. 9,5% |
CCC+ |
US912909AM02 |
Us Steel 6,875% 15ag25 |
y. 6,4% |
B- |
US626717AG73 |
Murphy Oil Dc42 |
y. 6,4% |
BB- |