Forti vendite sull’azionario, mentre i preziosi...


Il mercato azionario ha subìto un veloce movimento correttivo, che ha riportato le quotazioni dell’indice Russel 2000 (PC 2006,70, cfr. Grafico) sui livelli di inizio 2021. Si tratta di un segnale importante, che conferma le preoccupazioni dei mercati finanziari sull’evoluzione, in senso meno espansivo, delle politiche monetarie della Fed e della altre Banche Centrali.

Come dicevamo la scorsa ottava, “Le politiche monetarie delle Banche Centrali rimangono al centro dell’attenzione, alla luce dello sfasamento sempre più evidente tra i rendimenti nominali ‘repressi’ dal quantitative easing e rialzi dell’inflazione sensibili”. Mentre la Fed inizia a riconosce l’inflazione come un fenomeno non così transitorio come pretendevano fosse (negli USA il tasso di inflazione è balzato al 7%, sui massimi degli ultimi 40 anni, “la Banca centrale europea continua a mantenere toni riassicuranti”, nonostante le evidenti fiammate inflazionistiche, a partire da gas e luce, conseguenza sia delle politiche monetarie e fiscali ultra-espansive degli ultimi anni sia dell’attuazione del cosiddetto Green New Deal, destinato a pesare non poco sulle tasche di consumatori e contribuenti negli anni a venire.  

“La liquidità rimane la variabile chiave: una sua contrazione - e forse anche solo una sua crescita giudicata troppo scarsa dai mercati - potrebbe creare seri problemi sulla tenuta del debito e quindi anche alle dinamiche delle Borse [...]. Dopo l’asset class inflation post-2009, un calo della liquidità globale innescherebbe così il processo inverso, una deflazione degli asset finanziari - azioni e bond pubblici e privati - che rischierebbe di fare deragliare la ripresa dell’economia, prospettando i tanto temuti rischi di stagflazione (stagnazione+inflazione), a cui non siamo più abituati dagli shock energetici degli anni ‘70. È quindi probabile che i rialzi dei tassi nominali di interesse - ancorché in rialzo - siano destinati a rimanere al di sotto dei tassi di inflazione, mantenendo cioè un contesto di rendimenti reali negativi. Le Banche Centrali, insomma, seguiranno un approccio behind the curve, faranno la “faccia feroce” magari, ma rimanendo nei fatti accomodanti. Per un semplice motivo: si sono infilate in un cul de sac, da cui possono uscire solo grazie all’inflazione, che aiuterà a sgonfiare le gigantesche bolle di debito accumulato negli ultimi lustri”.

L’indice S&P500 (PC 4.437) ha perforato il supporto importante in area 4.500-4.540, fornendo così un segnale convincente di debolezza, con possibili movimenti correttivi anche sensibili, che potrebbero puntare al test del supporto chiave in area 4200/50. Le prese di beneficio hanno colpito anche l’azionario europeo. 

Lato volatilità implicita, sul VIX (PC 25,05) si è assistito ad uno sbuffo al di sopra della resistenza indicata a quota 25: la conferma della rottura (sopra 27) indicherebbe tensioni crescenti: non ancora il passaggio conclamato da uno scenario risk-on a uno risk-off ma sicuramente un deterioramento significativo delle prospettive di rischio/rendimento, su orizzonti plurimensili.

Specularmente, sui metalli preziosi si è assistito ad un marcato movimento rialzista, all’interno di un quadro tecnico positivo su orizzonti strategici (pluriennali). La maggior parte delle materie prime rimane molto positiva vista la presenza di uno scenario oramai conclamatamente inflazionistico, con rendimenti reali negativi, nonostante la risalita possibile dei rendimenti nominali.  

Operativamente, si conferma il mantenimento delle posizioni in portafoglio, sui seguenti Etc quotati su Borsa italiana:

Oro, ticker PHAU: PC 152,63; Argento, ticker PHAG: PC 20,000; Platino, ticker PHPT: PC 85,730; Palladio, ticker PHPD: 173,21; Frumento (ticker WEAT: PC 0,7315), Mais (ticker CORN: PC 1,0132), Caffè (ticker COFF: 1,2622), Cotone (ticker COTN: 3,1255), Rame (ticker COPA: 35,575), Nickel (ticker NICK: 19,908), Alluminio (ticker ALUM: 3,7435); Zucchero (ticker SUGA: 8,123), Cacao (ticker COCO: 2,3215) Zinco (tickerZINC: 9,803).

Manteniamo anche le posizioni corte tattiche sull’S&P500, con l‘Etf short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day con ticker XSPS (PC 6,941).

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)