NASDAQ100 WEEKLY - Si alza la volatilità sugli indici azionari USA.


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LA RUBRICA NASDAQ WEEKLY PRENDE UNA SETTIMANA DI PAUSA E RITORNA TRA DUE LUNEDI’.

AUMENTA LA VOLATILITA’ SUGLI INDICI AZIONARI USA !!

Nella settimana appena trascorsa la risk aversion si è accentuata sui mercati azionari USA. Già dalla giornata di lunedì scorso abbiamo visto in intraday l’indice S&P 500 arrivare a perdere quasi il 4%, l’indice NASDAQ100 quasi il 5%, con il VIX che ha fatto registrare un massimo a quasi 39, (un livello che non si vedeva da ottobre 2021 ma in quel caso il movimento era partito da area 25, questa volta da 17), per poi scatenarsi un violento “buy the dip” che portava ad un netto recupero degli indici che chiudevano la seduta addirittura in marginale positività (S&P500 a + 0,28% e NASDAQ100 a + 0,49%). Questo andamento frenetico con oscillazioni del 4-5% in intraday tra aperture positive e chiusure negative e viceversa, si è sviluppato per tutta la settimana, grazie alla geopolitica Russia-Europa-USA ma soprattutto alle dichiarazioni di Powell in conferenza stampa del dopo FOMC, facendo innalzare notevolmente il grado di volatilità a tutto vantaggio degli scalper. Ricordiamo che la serie di rialzo di questa lunghezza per l'indice della volatilità implicita (VIX) si sono avute solo nel 2016 e nel 2013 (rispettivamente prima dell'elezione di Trump e al taper tantrum), in entrambi i casi successivamente la volatilità è calata. Tutti i settori hanno subito queste oscillazioni anche se quelli più penalizzati sono stati quelli “rate sensitive” come il real estate, utilities materials e tech, meglio per financials e ……..

Ora gli indici azionari si trovano su dei livelli molto importanti di supporto ed il forte ipervenduto di breve, segnalano una inversione di tendenza come un paio di studi di Sentimentrader.com offrono qualche supporto statistico a questa probabilità.

Il primo studio riguarda una robusta divergenza nel numero dei titoli dell’indice S&P500 che hanno fatto registrare nuovi minimi. Lunedi scorso, il 73% delle società ha marcato un nuovo minimo a 21 giorni (su per giù un mese di borsa aperta). Mentre il giorno dopo, martedì, l'indice è sceso ancora ma il numero di società che ha fatto registrare nuovi minimi è crollato a meno del 15%. Il backtest mostra che in tutti i casi in cui si è passati da più del 60% di nuovi minimi a 21 giorni a meno del 20% (poco più di una dozzina di volte in 70 anni), il mercato è rimbalzato nel 92% dei casi, una settimana dopo (v. grafico):

Il secondo studio riguarda il "medium term risk level", un aggregato dei loro indicatori di rischiosità dell'azionario, che oscilla tra 0 e 10 e al momento si trova a 1. Valori di 2 o meno hanno preceduto rimbalzi, con l'unico fallimento avvenuto a marzo 2020, in occasione del crash Covid (v. grafico):

E' evidente che il tema principale di questo storno è la stretta monetaria segnalata dalla FED di recente e confermata dalla riunione del FOMC in settimana. Lo statement, pubblicato alle 8 italiane, ha preso atto del miglioramento del quadro macroeconomico e della forza del mercato del lavoro. Con l'inflazione "ben sopra" il target del 2% il Committee giudica che il target del Fed Funds dovrà essere alzato "presto". Gli acquisti continueranno ad essere ridotti e termineranno nella prima parte del mese di Marzo e lì sarà operato il primo rialzo. Rialzi dei Fed Funds a ogni meeting non sono da escludere, infine la riduzione del bilancio inizierà dopo il rialzo dei Fed Funds e potrebbe essere più rapida che in passato. Il concetto che emerge con forza dalla  performance del Presidente FED è che questo ciclo di tightening parte da una situazione diversa dai precedenti, in particolare per il livello di inflazione enormemente sopra il target, e per un mercato del lavoro assai tirato, in cui si stanno manifestando forti pressioni salariali.

Con questa price action, ovvero dall’annuncio del “tapering” a inizio smobilizzo bilancio in 12 mesi, invece dei quasi 4 anni dello scorso ciclo, rivela improvvisamente tutta la sua minacciosità. Sembra che Wall Street stia mandando un "pizzino" di avvertimento al FOMC di mercoledì: attenti a quello che segnalate. Vedremo come se la gestirà Powell. La mia impressione è che dovrà tenere ferma la barra. La Fed è stata già fin troppo erratica di recente, prima negando la necessità di alzare i tassi nel 2022, poi affermandola. Stabilendo 6 mesi per tapering per poi ridurli a 4. Segnalando un interludio tra fine del tapering e primo rialzo per poi lasciar intendere che Marzo è "live". Eventuali marce indietro devasterebbero la sua credibilità. Certo, accelerazioni ulteriori sul tapering o rialzi di 50 bias sono da escludere, mentre i recenti segnali di un rialzo a Marzo potrebbero essere "sfumati", e Jay potrebbe "guidare" le  attese in direzione di su 3 rialzi nel 2022,  dagli attuali 4. Vedremo. A seguito delle parole di Powell, i futures sui Fed Funds si mossi nuovamente e questa mattina sono andati a prezzare interamente 5 rialzi del corso del 2022. Fino a ieri le curve scontavano un rialzo in meno

In generale conforme alle attese, con però nessuna indicazione di particolare gradualismo nei rialzi, e nemmeno accenni alla volatilità sui mercati dei giorni scorsi.

La conferenza stampa di Powell ha però aggiunto alcuni spunti non proprio graditi al mercato, tra cui il fatto che il primo rialzo dovrebbe avvenire a Marzo, che un rialzo ad ogni meeting non è una circostanza da escludere in quanto c'è parecchio spazio senza danneggiare l’occupazione, e non si possono dare molti dettagli sulla riduzione del bilancio, ma probabilmente si andrà più veloce che in passato.

Come osservato diverse volte, non stupisce che l'ultima giravolta della FED abbia causato quella che è già una robusta correzione sugli indici azionari anche se, questa volta, da livelli elevati.

Ma c’è da sottolineare un aspetto positivo: dalle dichiarazioni di Powell e dalle previsioni dovremmo vedere 2 rialzi prezzati per le due prossime riunioni FOMC e un percorso successivo decisamente aggressivo. In ogni caso la prossima "azione" è praticamente già decisa ed è tra oltre 1 mese e mezzo considerando che la prossima riunione del FOMC è quello del 16 Marzo (a febbraio non c'è FOMC); quindi quanto spazio c'è per prezzare ulteriori inasprimenti? Non molti, anche perché è da scartare l’ipotesi di rialzi superiori ai 25 bias cadauno, altrimenti l’economia potrebbe frenare di brutto e gli ultimi dati macro stanno perdendo un po' di forza, come si nota dai Surprise index di Citi e Bloomberg, che ne registrano lo scarto rispetto alle attese e sono in calo deciso da Dicembre (v. grafico):

Pertanto il livello di pessimismo espresso da alcuni indicatori, tipo il Put/call ratio che aveva raggiunto due venerdì fa (quindi prima del crash della scorsa settimana) il livello di 0.82 massimo da aprile 2020, sta già rientrando indicando che un rimbalzo è nelle corde dei mercati.

Sullo sfondo rimane la stagione delle trimestrali economiche societarie, dopo che tra i grandi colossi APPLE, TESLA ed INTEL hanno pubblicato dei rapporti positivi, anche se la terza ha fornito una previsione deludente sugli utili per il primo trimestre dell’anno. Da rimarcare, invece, nonostante le difficoltà sulle catene di approvvigionamento siano peggiorate nel corso dell’ultimo trimestre del 2021, Apple ha riportato ben 124 mld $ di ricavi contro attese ferme a 119 mld $ e un utile per azione di 2.10 $ a fronte di 1.90 $ atteso, come vedremo nel capitolo relativo. E' ancora un po' presto, ma possiamo cominciare a dare uno sguardo alle risultanze delle trimestrali societarie a Wall Street con 169 aziende su 505 dell’indice S&P500 che hanno pubblicato i loro bilanci (circa un terzo del totale). Si nota che effettivamente la sorpresa media si è riportata dalle parti del 5%, dalle doppie cifre o quasi degli ultimi 6 trimestri. Ancora superiore al solito la sorpresa media in termini di fatturato, il che sembra indicare una domanda sempre forte ma qualche pressione sui profitti da parte dei costi (una cosa che è emersa anche dalle trimestrali delle grandi banche). (v. grafico):

Venendo alle news della settimana, le tensioni geopolitiche con la Russia continuano a surriscaldarsi. La call tra Biden e gli alleati europei si è conclusa con un accordo unanime sulla posizione da adottare verso la Russia. Gli Stati Uniti hanno messo in stato d’allerta 8.500 soldati per un eventuale dispiegamento in Europa mentre la NATO ha fatto sapere di rafforzare le proprie difese nell’Europa orientale per scoraggiare un’invasione russa in Ucraina. Da parte russa si continua ad accumulare truppe al confine e apparentemente sono iniziate le ispezioni preparatorie per l'entrata in azione. La Russia sta iniziando esercitazioni militari in Bielorussia dispiegando più forze e aerei caccia nel prossimo mese, mentre i funzionari si preparano a sedersi per colloqui a quattro a Parigi sul conflitto nell'Ucraina orientale. In settimana anche il Canada ha deciso di far ritirare le famiglie dei propri diplomatici dalla capitale Ucraina per sicurezza e non potevano mancare le dichiarazioni da parte del Regno Unito a bocca di Boris Johnson che ogni volta che parla, fa danno, il quale tanto per rimanere “nel diplomatico” ha inviato un messaggio al Cremlino dicendo che il Regno Unito sta valutando la possibilità di raddoppiare il numero delle sue truppe e di inviare armi difensive in Estonia, un altro paese membro della NATO, in quanto non tollereranno la loro (della Russia) attività destabilizzante e rimanendo sempre al fianco dei loro alleati della NATO di fronte all’ostilità russa”.

Tra le varie dichiarazioni uscite riportiamo che Biden ha fatto sapere di considerare anche possibili sanzioni personali nei confronti di Putin nel caso di invasione sul territorio ucraino. La Russia ha avvertito che imporre sanzioni personali al Presidente Vladimir Putin non lo ferirebbe ma sarebbe "politicamente distruttivo".

Venerdì scorso il portavoce del ministro degli esteri russo ha affermato che una guerra con l’Ucraina è “impensabile”. Le tensioni tra Mosca e i paesi dell’occidente comunque rimangono alte dopo che gli USA e la NATO non hanno risposto a diverse richieste di Putin tra cui il ritiro delle truppe NATO ai confini con l’Ucraina e comunque di non “stabilire basi militari” nei territori di alcuno stato dell’ex Unione Sovietica che non sia già membro della NATO e di non “utilizzare le loro infrastrutture per qualsiasi attività militare o sviluppare con loro una cooperazione militare bilaterale”. Gli Stati Uniti e la NATO hanno affermato che tale richiesta non può essere accolta. Mosca sta cercando, però, di mantenere aperto il dialogo nonostante le dichiarazioni di Biden che hanno nuovamente rinnovato l’avvertimento che la Russia potrebbe invadere l’Ucraina a febbraio.

La questione non si dirimerà in breve tempo ma, forse, proprio il tempo potrà smussare gli angoli acuti delle rispettive posizioni che porterà ad un accordo.

Infine uno sguarda anche in oriente con la notizia che Le autorità cinesi stanno valutando una proposta per smantellare il gruppo immobiliare China Evergrande vendendo la maggior parte delle sue attività. La proposta di ristrutturazione, presentata a Pechino dai funzionari della provincia natale di Evergrande, il Guangdong, prevede che il gruppo immobiliare venda la maggior parte delle attività ad eccezione della gestione della proprietà e delle unità di veicoli elettrici elencate separatamente. Un gruppo guidato da China Cinda Asset Management Co., un gestore di crediti inesigibili di proprietà statale e importante creditore di Evergrande, rileverebbe tutti i beni immobili invenduti.

Andiamo ora a dare uno sguardo ai rendimenti dei titoli di Stato.

Dopo il FOMC la correzione dei rendimenti è continuata, anche se in maniera più educata soprattutto sulle scadenze lunghe, con una marcata tendenza della curva ad appiattirsi, mentre il Dollar Index ha continuato a macinare i principali competitors, spingendo l’Euro a 1.1150 marcando i minimi da Giugno 2020. La lettura è che una FED molto più aggressiva nel breve controllerà meglio l'inflazione, e quindi il punto di arrivo dei Fed Funds e il rendimento di medio periodo potrebbero essere più bassi. A dare vigore a questo fenomeno macroeconomico contribuisce chiaramente un posizionamento evidentemente scarico di “treasuries” da parte degli investitori, che si rispecchia sui flussi in vendita. La curva USA prezza ormai più di un intero rialzo da 25 bps per il FOMC di Marzo (un 15% di probabilità che rialzi di 50 bps) ma soprattutto prezza praticamente 1 rialzo da 25 bps per il FOMC di Maggio, in altre parole 2 rialzi consecutivi ai prossimi 2 FOMC e ne prezza quasi 5 (ovvero 4 più un 75% di probabilità di un quinto) entro il FOMC di Dicembre (v. grafico):

Stiamo parlando di un ritmo di rialzi che non si vedeva dagli anni 2004-2006 (quando Greenspan rialzò di 25 bps per 17 FOMC di seguito). L'unico altro anno in cui si sono fatti 4 rialzi è stato il 2018 (e ricordiamo come è andata a finire). (v. grafico di tutti i Treasury quotati):

L’indice principale dei prezzi delle spese per consumi personali, un indicatore dell’inflazione attentamente osservato presso la Federal Reserve, è aumentato del 4,9% rispetto a un anno fa a dicembre, facendo registrare il guadagno più veloce dal settembre 1983 e un tocco al di sopra della stima di Wall Street. Anche il costo del lavoro è aumentato del 4% rispetto a un anno fa, il più veloce nella storia dei dati di 20 anni, sebbene l’aumento trimestrale dell′1% sia stato inferiore al previsto. In simpatia con questi dati anche i titoli breakeven inflation sono risaliti dai minimi di due settimane fa.

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Il listino tech continua ad essere quello più penalizzato soprattutto alla luce delle decisioni della FED, ma anche dalle dichiarazioni delle società in merito alla prossima trimestrale economica che potrà subire una contrazione rispetto a quella appena presentata. Del resto era impossibile che la crescita a due cifre potesse durare per sempre ma vedere i titoli perdere anche il 20/25% ci sembra sicuramente eccessivo. Graficamente il quadro generale dopo la rottura ribassista della M.M. a 200, presenta anche la rottura dell’ultimo supporto valido in area 14400 pari al minimo del 4 ottobre scorso (contrassegnato con la lettera d) dal quale è partita l’ultima gamba del rialzo che ha fatto registrare nuovi massimi storici. Ma, e sì c’è un ma, il ribasso sembra terminato in area 14000 con piccole estensioni, ma solo in intraday, prontamente recuperate in chiusura. Se invece guardiamo un grafico weekly, notiamo come la chiusura di settimana non ha rotto i minimi dello scorso ottobre ed anzi, è leggermente superiore alla chiusura della scorsa settimana. Pertanto se la disciplina ci impone l’inizio del conteggio di un movimento correttivo in 3 onde (A-B-C), al momento inseriamo detto conteggio con riserva se il mercato, così come crediamo, possa rimbalzare per bene da codesti minimi visto anche l’inizio del rientro dall’ipervenduto. Primo obiettivo il recupero della M.M. a 200 con possibile estensione fino alla M.M. a 50, quindi in area 15500. Viceversa possiamo pensare ad un ulteriore consolidamento in area 14000 con possibili estensioni ribassiste fino ai minimi di lunedì scorso in area 13750. La settimana si è chiusa a 14454.61 con un guadagno del + 0,11% che porta ad una perdita da inizio anno del –11,43%.

Anche l’indice S&P500 ha rotto quasi tutti i supporti, ma rispetto all’indice tech l’ultimo baluardo rappresentato dal minimo degli inizi di ottobre scorso, ha retto ! Poi l'ipervenduto di breve (24 di RSI il 27 gennaio cosa che non si vedeva da febbraio 2020 in piena pandemia), il sentiment ed il posizionamento molto depresso ha consentito ai minimi di tenere impedendo significativi ribassi ed, anzi, chiudendo la settimana in rialzo rispetto alla precedente nuovamente a ridosso della M.M. a 200 e sopra il supporto in area 4400 (ritracciamento del 78,6% del movimento rialzista d-e). Ora la percezione è che, una volta esaurita la fase negativa, vi sia spazio per tornare in area 4.600, incrociando la M.M. a 50 giorni. Viceversa, ma non ce lo auguriamo, un ulteriore consolidamento dei minimi attuali con possibile estensione in intraday in area 4200. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4431.86, con un guadagno del + 0,77% che porta a segnare un – 7,01% da inizio anno.

Il DOW JONES che meno ti aspetti, riporta guadagni settimanali maggiori e perdita complessiva minore da inizio anno rispetto agli altri due indici maggiori. Ovviamente i settori dei titoli contenuti nel paniere sono quelli meno “rate sensitive” tipo utilities, financials ed energy grazie al caro petrolio. Graficamente è simile all’S&P 500 in quanto ha rotto tutti i ritracciamenti ad eccezione dell’ultimo supporto in area 34000 (solo in intraday) per poi rimbalzare, in simpatia con il livello di ipervenduto, recuperando e chiudendo sopra il ritracciamento del 78,6% dell’ultima gamba rialzista anche se non ancora a contatto con la M.M. semplice a 200 periodi. Il rimbalzo ha come obiettivo l’area 35500 in concomitanza con il ritracciamento del 50% e della M.M. Exp. a 50 periodi. Nel frattempo è possibile un consolidamento in area 34000 con eventuali estensioni fino ai minimi di lunedì scorso in area 33250/150. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34725.48 con un guadagno del + 1,34% che porta a segnare un – 4,44% da inizio anno.

ORO INDEX 

La risk aversion sui mercati azionari è filtrata anche sulle commodities, con i metalli industriali e preziosi in significativo calo complici i rialzi dei rendimenti USA e la forza del dollaro. Neanche il nervosismo sul fronte geopolitico è riuscito a dare una spinta all’Oro, anzi l’attesa per le prossime mosse della FED stanno dando un forte sostegno al dollaro index che continua a fare polpette dei principali competitors, spingendo la divisa unica sotto il cambio di 1.12. ma, soprattutto affossando i valori dell’Oro.

Ma veniamo ai numeri con la settimana che si apriva con i prezzi che tentavano di rompere la resistenza posta in area 1845/50 $/oz. ma poi, nel dopo FOMC, la settimana si è sviluppata in tono negativo per la commodity, tanto da spingere i prezzi vicino al supporto in area 1770 $/oz. con chiusura di poco sopra. Continua quindi la fase di lateralizzazione dei prezzi che continuano a rimanere ingabbiati nel range 1845/1770 $/oz., poggiandosi nuovamente sulla trendline ascendente. Inutile rimarcare che la rottura di tali supporti proietta i prezzi, in prima battuta, in area 1680 $/oz.

Passando agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio, notiamo che il Platino ha tentato nuovamente la rottura della M.M. a 200 ma inutilmente ed il dopo FOMC ha ricacciato i prezzi all’ingiù, anche se sono riusciti a chiudere sopra l’area fatidica dei 1000 $/oz. Discorso nettamente diverso per l’Argento che dopo aver esaltato con soddisfazione la sua virtù una settimana fa su queste colonne con tanto di attacco alla M.M. a 200, ha subìto il suo terzo peggior calo settimanale sia di punti che di perdita percentuale dal “Covid" nel marzo 2020. L’imponente discesa ha riportato i prezzi da 24,75 a 22,15 $/oz. per poi chiudere poco sopra.

La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1786.60 $/oz., con una perdita del - 2,47% che porta ad una perdita del – 2,30% da inizio anno. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1795 $/oz. con una perdita del – 2,05%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2022:

LA POLITICA DELLA FED

“Con l’inflazione ben al di sopra del 2% ed un mercato del lavoro forte, la Commissione si aspetta che presto sarà opportuno aumentare il target range per il tasso sui fondi federali”. Una dichiarazione che arriva dal FOMC (organismo della FED che regola la politica monetaria), riunitosi mercoledì scorso. Si può dire che il fatto che la FED si stia preparando ad aumentare i tassi d’interesse e si stia preparando a cambiare la sua politica monetaria non è una notizia, dato che se ne parla da settimane. Nella conferenza successiva al meeting, il Presidente della banca centrale statunitense, Jerome Powell, ha detto: “Penso ci sia un bel po’ di spazio per aumentare i tassi d’interesse senza minacciare il mercato del lavoro”.

Anche se dalla dichiarazione post-riunione del FOMC non sono arrivate indicazioni temporali precise sull’aumento dei tassi, ci si aspetta che arrivino con il meeting di marzo, come poi confermato da Powell: “Il comitato è dell’idea di aumentare i tassi dei fondi federali al meeting di marzo, ammesso che le condizioni siano adeguate per fare ciò”; lo stesso Powell ha detto ai giornalisti che molto non è ancora stato deciso, incluso il ritmo dei conseguenti aumenti dei tassi o quanto rapidamente i funzionari faranno diminuire il bilancio. Il Presidente della banca centrale ha evidenziato che dall’ultimo meeting di dicembre la situazione inflazionistica non è migliorata, anzi “probabilmente è un po’ peggiorata”, “Nella misura in cui la situazione si deteriorerà ulteriormente, la nostra politica dovrà riflettere su questo”. Powell ha anche lanciato un chiaro messaggio: “Questo sarà un anno in cui ci allontaneremo progressivamente dalla politica monetaria altamente accomodante che abbiamo adottato per affrontare gli effetti economici della pandemia”.

Inoltre il comitato ha evidenziato che a febbraio il programma di acquisto mensile di obbligazioni della banca centrale procederà ad un ritmo di 30 miliardi di dollari, indicando che la conclusione del programma è attesa per marzo. Non sono arrivate indicazioni specifiche, invece, circa quando la FED potrebbe iniziare a ridurre le partecipazioni obbligazionarie; tuttavia il comitato ha rilasciato una dichiarazione che descrive “i principi per ridurre la portata del bilancio”. La dichiarazione è preceduta dal concetto che la FED si sta preparando per “ridurre significativamente” il livello di partecipazioni di asset. La riduzione di bilancio per il comitato avverrebbe dopo l’inizio degli aumenti dei tassi.

In seguito alla riunione del FOMC, Goldman Sachs ha cambiato le proprie previsioni sul numero di aumenti dei tassi d’interesse nel 2022: non più quattro come indicato precedentemente, ma cinque. Gli economisti di Goldman David Mericle e Jan Hatzius hanno detto che si aspettano che la FED aumenti i tassi a marzo e a maggio, annunci l’avvio della riduzione del suo bilancio a giugno, e proceda con altri rialzi a luglio e settembre, per chiudere con un aumento a dicembre. Gli economisti hanno detto di aver rivisto al rialzo la loro aspettativa sul percorso dell’inflazione in base ai dati della scorsa settimana, inoltre “i commenti del Presidente Powell all’inizio della settimana hanno reso chiaro che la leadership della FED è aperta ad un percorso più aggressivo di irrigidimento”. Gli economisti di Bank of America, invece, venerdì hanno detto che per quest’anno si aspettano sette rialzi dei tassi di 25 punti base, a partire da marzo. Anche gli economisti di altri istituti bancari hanno aumentato le loro attese di aumenti di tassi; Deutsche Bank si aspetta cinque rialzi per quest’anno, TD Securities quattro, BNP Paribas fino a sei.

Il presidente della FED di Atlanta, Raphael Bostic, in un’intervista ha detto che la banca centrale statunitense non esclude aumenti dei tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, invece che del tipico quarto di punto, se l’inflazione si mantiene a livelli elevata. Bostic ha detto: “Se i dati dicono che le cose sono evolute in un modo che una mossa di 50 punti base è richiesta o adeguata, allora mi affiderò a quello…se lo spostamento in riunioni successive ha senso, mi sentirò a mio agio”. Per il numero uno della FED di Atlanta, la banca centrale non aumenterà i tassi in modo troppo aggressivo: “Il nostro percorso politico non è un percorso di costrizione. È un percorso meno accomodante”. “Se facciamo i tre [aumenti del tasso di interesse] che ho in mente, questo lascerà comunque la nostra politica in uno spazio molto accomodante”.

Secondo Neel Kashkari, presidente della FED di Minneapolis, la Banca Centrale dovrebbe inasprire la politica monetaria per affrontare gli squilibri tra domanda e offerta. “Il modo in cui lo riportiamo in equilibrio è tendendo ad inasprire la politica monetaria aumentando i tassi d’interesse”. “Questo non toccherebbe i freni all’economia, ma toglierebbe un po’ il nostro piede dall’acceleratore”. Kashkari sostiene che “molte delle ragioni per cui i prezzi sono ora alti dipendono solo da fattori temporanei legati al Covid”. “La speranza è che, man mano che le catene di approvvigionamento si sistemano da sole, alcune di queste pressioni sui prezzi si alleggeriscano naturalmente. E questo significa che la Federal Reserve dovrà fare meno”.

LA POLITICA USA – RUSSIA –(EUROPA)

Resta alta la tensione tra la Russia e gli Stati Uniti. I senatori americani sarebbero vicini ad un accordo sulla legislazione per sanzionare la Russia per i suoi comportamenti nei confronti dell’Ucraina. Alcune misure potrebbero entrare in vigore ancora prima di un’invasione russa in Ucraina. Il dem Bob Menendez, presidente della commissione Relazioni Estere del Senato, ed il repubblicano James Risch, sperano di portare avanti il disegno di legge in settimana. Menendez ha detto che c’è una forte determinazione bipartisan a sostenere Kiev e a punire la Russia nel caso in cui invada l’Ucraina. Il disegno di legge del Senato statunitense andrebbe a colpire le banche russe più importanti ed il debito sovrano di Mosca, inoltre garantirebbe un maggiore sostegno militare americano all’Ucraina. I due schieramenti politici del Congresso statunitense però devono ancora raggiungere l’intesa su alcuni aspetti, soprattutto sull’applicazione di sanzioni sul gasdotto Nord Stream 2.

Venerdì dal Pentagono hanno avvertito che un’invasione russa dell’Ucraina avrebbe come risultato una “terrificante” conseguenza. Il capo dello stato maggiore congiunto Gen. Mark Milley ha detto: “Visto il tipo di forze che sono schierate, le forze di manovra a terra, l’artiglieria, i missili balistici e le forze aeree, messo tutto insieme se ciò fosse liberato in Ucraina, sarebbe considerevole, molto considerevole e comporterebbe una grande quantità di vittime e potete immaginare come questo potrebbe apparire in aree urbane dense, lungo le strade e così via”. “Sarebbe orribile”. Milley riferendosi al dispiego di forze russe sul confine ucraino ha aggiunto: “Penso si debba tornare indietro di un bel po’ ai giorni della Guerra Fredda per vedere qualcosa di questa portata”, aggiungendo che lo schieramento di oltre 100.000 soldati russi sul confine è più grande “di qualsiasi altra cosa vista nella memoria recente”. Il segretario della Difesa Lloyd Austin ha invitato Mosca a diminuire le tensioni rimuovendo i soldati russi e gli equipaggiamenti militari dal confine: “Il conflitto non è inevitabile. C’è ancora tempo e spazio per la diplomazia”. “Lui [Putin] può scegliere di disinnescare. Può ordinare alle sue truppe di allontanarsi. Può scegliere il dialogo e la diplomazia. Qualsiasi cosa decida, gli Stati Uniti staranno con i loro alleati e partner”.

Il Presidente russo, Vladimir Putin, venerdì ha detto che USA e NATO non hanno affrontato le principali richieste di sicurezza di Mosca nel loro stallo sull’Ucraina, ma che era pronto a continuare a dialogare. Ieri il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto alla televisione di stato: “Oggi, tramite il Ministero degli Esteri, stiamo inviando una richiesta ufficiale ai nostri colleghi nell’Alleanza e nell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), esortandoli a spiegare come intendono attuare l’impegno a non potenziare la loro sicurezza a scapito della sicurezza di altri”. “Se non intendono farlo, allora dovrebbero spiegare il perché. Questa sarà una questione cruciale nel determinare le nostre future proposte, che riporteremo al nostro Presidente, Vladimir Putin”. La Russia non chiede solo promesse agli occidentali, ma garanzie di sicurezza giuridicamente vincolanti “che garantirebbero sicurezza sull’intero continente europeo, con pieno, paritario riguardo per gli interessi legittimi della Russia”, ha spiegato Lavrov.

LA POLITICA USA – CINA

Nuove norme in arrivo sulle IPO (offerta pubblica iniziale) estere di aziende cinesi. Le norme dovrebbero essere applicate alle aziende cinesi che vogliono quotarsi fuori dai confini nazionale, anche ad Hong Kong. Shen Bing, il direttore generale della commissione del dipartimento degli affari internazionali, in un’intervista ha detto che le regole interesserebbero le aziende cinesi che vogliono offrire azioni H (azioni di società costituite nella Cina continentale che sono quotate alla Borsa di Hong Kong) ad Hong Kong e toccherebbero anche le cosiddette “red chips” (azioni sulla Borsa di Hong Kong di aziende che conducono gran parte del loro business in Cina, ma che sono costituite fuori dalla Cina continentale e quotate alla Borsa di Hong Kong), che in precedenza non richiedevano l’approvazione del China Securities Regulatory Commission.

Da luglio 2021, la corsa alle IPO cinesi negli USA si è esaurita; negli ultimi mesi Pechino ha rivisto il processo per consentire alle aziende nazionali di raccogliere denaro al di fuori dei suoi confini tramite offerte di azioni. A partire dal 15 febbraio la Cyberspace Administration of China (agenzia di regolamentazione, censura, supervisione e controllo di internet cinese) richiederà valutazioni sulla sicurezza dei dati ad alcune aziende prima che ricevano l’autorizzazione ad essere quotate all’estero.

Secondo il progetto di regolamentazione le quotazioni all’estero sono vietate quando altri dipartimenti del governo ritengono l’offerta una minaccia alla sicurezza nazionale, se ci sono contenziosi riguardo la proprietà dei principali asset della società o se un azionista di controllo o un dirigente negli ultimi tre anni ha commesso un reato penale. Shen Bing ha detto che la priorità del China Securities Regulatory Commission per il 2022 è aprire ulteriormente il mercato cinese agli stranieri. 

Shen Bing ha detto: “Abbiamo notato il rallentamento delle quotazioni all’estero dalla seconda metà dello scorso anno e speriamo che con queste nuove regole le cose si riprendano”. “Speriamo che le società facciano pieno uso di queste nuove regole e di rilanciare la loro quotazione in qualsiasi mercato estero”.

Uno degli obiettivi delle norme, secondo Shen Bing, è quello di evitare, tramite maggiore comunicazione e regole più chiare, situazioni come quella che si verificò per l’IPO di Ant Group, affiliata ad Alibaba, sospesa a meno di due giorni dalla sua quotazione a Shanghai e ad Hong Kong. Inoltre Shen Bing ha confermato che le IPO cinesi all’estero potrebbero usare la struttura VIE (Variable interest entity). “Utilizzeremo il sistema interdipartimentale per verificare le questioni di conformità prima di dare una risposta alla loro registrazione”. Shen Bing ha sottolineato che la commissione vorrebbe mantenere la procedura di archiviazione “il più efficiente possibile” ed ha detto che la commissione sta lavorando con dei dipartimenti per inserire linee guida dettagliate su come le aziende dovrebbero comunicare con le autorità di regolamentazione per quotarsi all’estero. Shen Bing non ha detto quando esattamente le regole finali usciranno o saranno attuate.

DATI MACROECONOMICI

Il Chicago Fed National Activity Index, indice mensile rilasciato dalla Federal Reserve Bank di Chicago e che stima l’attività economica generale e le pressioni inflazionistiche correlate, per il mese di dicembre registra un dato in contrazione a - 0,15 punti dopo un dato pari a 0,44 punti a novembre (dato rivisto da 0,37 punti).

Il dato preliminare di gennaio sul PMI manifatturiero rilasciato da Markit Economics segna una flessione rispetto a dicembre, passando da 57,7 punti agli attuali 55,0 punti, contro un consensus fissato a 56,7 punti.

Il PMI sul settore dei servizi, invece, con il dato preliminare di gennaio registra una contrazione ancora più evidente, passando dai 57,6 punti di dicembre agli attuali 50,9. In questo caso il consensus prevedeva un calo solo fino a quota 55,0 punti.

 L’S&P/Case-Shiller Home Price Indices rilasciato da Standard & Poor’s, che misura le variazioni nel valore del mercato immobiliare residenziale in 20 regioni degli USA, a livello annualizzato a novembre scende al 18,3% dal 18,5% dato rivisto del mese di ottobre, ma superiore al livello del consensus fissato a 18,0%. A livello mensile il dato di novembre cresce all’ 1,0%, contro lo 0,7% del mese precedente.

In calo, ma resiste più del previsto, grazie ad un miglioramento della componente coincidente, mentre le aspettative si sono deteriorate. Il dato sulla fiducia dei consumatori elaborato dal Conference Board passa dai 115,2 punti dicembre (dato rivisto da 115,8) agli attuali 113,8. Il consensus era fissato a 111,8.

Il numero di nuove case vendute cresce: dal dato di 725 mila di novembre (rivisto da 744 mila) è salito a 811 mila a dicembre. Il consensus prevedeva un rialzo solo a quota 760 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

Il dato sulla bilancia commerciale di beni e servizi (differenza in valore monetario tra importazioni ed esportazioni di beni e servizi di una nazione) doveva scendere e invece è ancora salito (grazie alle auto ed ai beni di consumo e capitali. Niente da fare, gli USA importano sempre di più. Il dato nel mese di dicembre segna un – 100,9 miliardi di dollari, contro un consensus di - 99 miliardi ed un dato di novembre pari a - 94 miliardi. Il dato è rilasciato dal Bureau of Economic Analysis.

I sussidi di disoccupazione stanno mostrando di rientrare dai livelli a cui li ha spinti Omicron, con un calo di 30.000 unità, leggermente superiore alle stime. Il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 22 gennaio si assesta a quota 260 mila; nella settimana precedente le richieste erano state 290 mila (numero rivisto da 286 mila). Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il GDP USA del quarto trimestre è uscito ben sopra le stime. Ma la forza è tutta apparenza: La domanda interna ha rallentato, con i consumi leggermente sotto attese, mentre la sorpresa positiva deriva da un enorme contributo dell'accumulo di scorte (+4.9%), sembra evidente che le difficoltà di approvvigionamento si stanno un po' risolvendo. Il dato preliminare del quarto trimestre del PIL segna una crescita del 6,9%, vale a dire un incremento superiore a quello indicato dal consensus pari al 5,5%. Nel terzo trimestre il PIL aveva registrato una crescita del 2,3%. Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Gli ordini di beni durevoli a livello mensile a dicembre hanno deluso, ma le revisioni al mese precedente ne attenuano la debolezza e comunque i dati depurati da trasporti e difesa non sono così male. Il dato registra una contrazione dello 0,9%, un calo anche più significativo di quello indicato dal consensus (-0,5%) ed in direzione contraria rispetto al dato di novembre, quando era stata registrata una crescita del 3,2% (dato rivisto da 2,5%).

Come detto, molto meglio il dato sugli ordini di beni capitali che esclude il settore della difesa ed aeronautico a dicembre resta fermo, registrando un +0%, dopo il +0,3% di novembre (dato rivisto da -0,1%) e contro un consensus del +0,4%. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Census Bureau.

L’indice dei prezzi di spese per consumi personali core (che esclude il settore dell’energia e del cibo) a dicembre a livello mensile cresce dello 0,5%, come previsto dal consensus e come accaduto a novembre.

A livello annualizzato, invece, la crescita di dicembre è del 4,9%, appena superiore al consensus del 4,8% e al rialzo registrato a novembre del 4,7%. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

Il dato sulla spesa personale a dicembre, come indicato dal consensus, perde uno 0,6%. A novembre il dato era cresciuto dello 0,4% (dato rivisto da +0,6%).

In lieve crescita il reddito personale, che a dicembre registra un +0,3%; rialzo però sotto le attese (+0,5%) e sotto al dato di novembre (+0,5%; rivisto da +0,4%). I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Economic Analysis.

L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan a gennaio si ferma a quota 67,2 punti, ovvero un numero inferiore al dato preliminare di gennaio di 68,8 punti e a quello di dicembre di 70,6 punti.

PORTAFOGLI AZIONARI

Poco o nulla di rilievo da segnalare sui nostri Portafogli azionari in questa settimana caratterizzata dalla forte volatilità e questo è un bene in quanto potevamo andare incontro a diversi STOP sui titoli del Portafoglio Storico nel quale, con la strategia Breakout, riportiamo una sola vendita sul titolo CEMBRE sul quale lasciamo nel parterre il -6,95%. Nel frattempo è entrato l’acquisto sul titolo italiano CAMPARI.

Nel Portafoglio “The Challenge” da segnalare un ulteriore acquisto conservativo, questa volta sull’ETF LLRX_MSCI_WATER_ESG_FILTER che già ci aveva regalato in passato una buona soddisfazione. Piano, piano, con calma ed ai nostri prezzi, stiamo incrementando gli acquisti sugli ETF settoriali, mentre attendiamo un robusto rimbalzo per andare all’acquisto di ETF short sui mercati europei come copertura da possibili correzioni future.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

APPLE + 4,88%. La società che progetta, produce e commercializza dispositivi multimediali e di comunicazione mobile, personal computer, lettori di musica digitale portatili e varietà di software, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2022 pari a 2,10 $/az. su un fatturato di 123,90 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,89 $/az. su un fatturato pari a 118,66 mld $. I ricavi sono cresciuti del 11,2% su base annua.

Il CEO di Apple, Tim Cook, ha dichiarato: "I risultati record di questo trimestre sono stati resi possibili dalla nostra ampia gamma di prodotti e servizi più innovativa di sempre. Siamo gratificati di vedere la risposta dei clienti di tutto il mondo in un momento in cui rimanere in contatto non è mai stato così importante. Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare a costruire un mondo migliore, facendo progressi verso il nostro obiettivo di diventare “carbon neutral” in tutta la nostra catena di approvvigionamento e prodotti entro il 2030, portando avanti il ​​nostro lavoro nell'istruzione, nell'equità razziale e nella giustizia".

Luca Maestri, CFO di Apple, ha dichiarato: "La forte risposta dei clienti al nostro recente lancio di nuovi prodotti e servizi ha determinato una crescita a due cifre dei ricavi e degli utili e ha contribuito a stabilire un massimo storico per la nostra gamma di dispositivi attivi. Questi risultati operativi record ci hanno permesso di restituire quasi 27 miliardi di dollari ai nostri azionisti durante il trimestre, poiché manteniamo il nostro obiettivo di raggiungere una posizione netta di alta liquidità nel tempo. Abbiamo registrato ricavi da iPhone nel primo trimestre fiscale 2022 pari a 71,63 mld $ rispetto ai 65,6 mld $ dell'anno scorso; abbiamo registrato ricavi da Mac pari a 10,85 mld $ rispetto ai 8,68 mld $ dell'anno scorso; abbiamo registrato ricavi da iPad pari a 7,25 mld $ rispetto ai 8,44 mld $ dell'anno scorso; abbiamo venduto dispositivi indossabili, casa e accessori Apple pari a 14,7 mld $ rispetto ai 12,97 mld $ dell'anno scorso; infine abbiamo riportato ricavi dai servizi pari a 19,52 mld $ rispetto ai 15,76 mld $ dell'anno scorso.

Il CdA della società ha deliberato un dividendo in contanti di 22 centesimi per azione ordinaria della società. Il dividendo è pagabile il 10 febbraio agli azionisti registrati alla chiusura dell'attività il 7 febbraio.

ATLASSIAN CORP. + 12,78%. La società vende piattaforme software di collaborazione per la gestione dei progetti, la comunicazione e la creazione di contenuti, aiutando i team a lavorare meglio insieme, ha riportato una perdita nel secondo trimestre fiscale 2022 pari a 0,50 $/az. su ricavi per 688.50 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,39 $/az. su ricavi per 641.32 mln $. Il fatturato è cresciuto del 37,3% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel terzo trimestre fiscale 2022 tra 0,29 e 0,31 $/az. su ricavi tra 690.0 e 705.0 mln $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,40 $/az. su ricavi per 663.02 mln $.

Scott Farquhar, co-fondatore e co-CEO di Atlassian, ha affermato: "Il secondo trimestre è stato un altro trimestre forte per Atlassian con oltre 10.000 nuovi clienti netti, il 98% dei quali nel cloud. Abbiamo anche visto i ricavi degli abbonamenti crescere del 64% anno su anno, il che riflette il continuo investimento nella nostra piattaforma Cloud e la forte attenzione e impegno che abbiamo profuso per aiutare i clienti a passare senza problemi al Cloud".

AUTOMATIC DATA PROCESSING – 8,23%. La Società è un fornitore di soluzioni di outsourcing aziendale. Offre numerose soluzioni per l'amministrazione delle risorse umane, dei salari, delle tasse e dei benefici da un'unica fonte e fornisce anche soluzioni informatiche integrate ai rivenditori di auto e veicoli da diporto, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2022 pari a 1,65 $/az. su un fatturato di 4,03 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,63 $/az. su un fatturato pari a 3,98 mld $. I ricavi sono cresciuti del 8,9% su base annua. La Società ha aumentato la previsione dell’utile per l’anno fiscale 2022 da 6,74 a 6,86 $/az. su ricavi da 16,20 e 16,40 mld $. Il consensus si attesta a 6,77 $/az. per gli utili e 16,17 mld $ di ricavi.

Carlos Rodriguez, CEO di ADP, ha affermato: "Abbiamo mantenuto il trend di vendite, nella soddisfazione dei clienti e nella fidelizzazione dei clienti durante il trimestre, riportando l'interessante proposta di valore che ADP continua a fornire ai clienti durante questi tempi difficili. Come abbiamo condiviso nel nostro recente Investor Day, come partner vediamo opportunità significative per servire i datori di lavoro in tutto il mondo e rimaniamo fermi nel nostro focus sugli anni a venire mentre aumentiamo la gamma dei prodotti, investiamo nella distribuzione e lavoriamo per rendere le risorse umane più semplici per la nostra vasta e crescente base di clienti".

CHARTER COMMUNICATION + 3,65%. E’ un operatore via cavo che fornisce servizi video ed internet, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 8,93 $/az. su ricavi per 13,21 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 6,89 $/az. su ricavi per 13,24 mld $. Il fatturato è cresciuto del 4,7% su base annua.

Tom Rutledge, Presidente e CEO di Charter, ha affermato: "Abbiamo continuato a lavorare bene nel 2021, con una solida crescita dei clienti e una forte crescita finanziaria. Abbiamo aggiunto oltre 1,2 milioni di clienti Internet e abbiamo aumentato i ricavi e l'EBITDA per l'intero anno rispettivamente del 7,5% e dell'11,4%. Nel 2022, rimaniamo concentrati per aumentare ulteriormente la crescita dei clienti offrendo servizi migliori e allo stesso tempo facendo risparmiare ai clienti denaro sulla loro spesa totale per le comunicazioni, prevedendo la crescita dell'EBITDA, la crescita del flusso netto di cassa e il valore per gli azionisti".

COMCAST CORP. - INV.%. La società di media e tecnologia con segmenti di attività quali: comunicazioni via cavo, reti via cavo, trasmissioni televisive, intrattenimento cinematografico e parchi a tema, ha ripor-tato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 0,77 $/az. su un fatturato di 30,34 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,73 $/az. su un fatturato pari a 29,61 mld $. I ricavi sono cresciuti del 9,5% su base annua.

Brian Roberts, Presidente e CEO di Comcast, ha affermato: "La forte performance operativa e finanziaria di Comcast nel 2021 è stata sottolineata da ricavi più elevati, dall'EBITDA rettificato, dall'EPS rettificato e dal flusso netto di cassa mai registrato prima. Continuiamo a funzionare straordinariamente bene, rafforzando la nostra posizione di leadership nella connettività, aggregazione e streaming, mentre lavoriamo per avere un impatto duraturo sulle nostre comunità attraverso il nostro impegno per DE&I e digital equity. Guardando al futuro, la nostra priorità assoluta è aumentare la capacità della nostra rete negli Stati Uniti migliorando ulteriormente la nostra esperienza di banda larga di livello mondiale. Stiamo producendo più contenuti premium che i nostri spettatori amano e continuiamo a fornire loro molteplici modi per accedervi, incluso sulla piattaforma Peacock, mentre si avvia la costruzione di Epic Universe accogliendo sempre più ospiti nei nostri parchi a tema. In modo significativo stiamo ampliando la portata della piattaforma tecnologica globale proprietaria e della base di clienti indirizzabili, a partire da Sky Glass e XClass TV. La nostra fiducia nel futuro si riflette nell'annuncio di oggi che elargiremo un dividendo per il 14° anno consecutivo, aumentando il suo valore di 8 centesimi a 1,08 $/az. su base annua, con un aumento dell'8% anno su anno. In conformità con l'aumento, il CdA ha deliberato un dividendo trimestrale in contanti di 27 cent/az. sulle azioni ordinarie della società, pagabile il 27 aprile agli azionisti registrati alla chiusura delle attività il 6 aprile ed ha aumentato l'autorizzazione al programma di riacquisto titoli pari a 10 mld $, in vigore dal 1 gennaio”.

INTEL – 8,29%. La società è un produttore di chip per semiconduttori. Sviluppa prodotti di tecnologia digitale integrata come circuiti integrati, per settori come l'informatica e le comunicazioni, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 1,09 $/az. su un fatturato di 20,50 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,90 $/az. su un fatturato pari a 18,32 mld $. I ricavi sono cresciuti del 2,8% su base annua. La società ha detto che prevede utili nel primo trimestre 2022 pari a 0,00 $/az. su un fatturato di 18,30 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,86 $/az. su un fatturato di 17,62 mld $.

Pat Gelsinger, CEO di Intel, ha affermato: "Il quarto trimestre ha rappresentato un'ottima conclusione per un grande anno. Abbiamo superato le previsioni trimestrali del fatturato di oltre 1 mld $ e ottenuto i migliori ricavi trimestrali e per l'intero anno nella storia dell'azienda. La nostra focalizzazione disciplinata del lavoro attraverso lo sviluppo tecnologico, la produzione e le nostre attività tradizionali ed emergenti si riflette nei nostri risultati. Rimaniamo impegnati a prevedere una crescita sostenibile a lungo termine eseguendo incessantemente la nostra strategia IDM 2.0. Infine il CdA ha approvato un aumento del dividendo in contanti del cinque percento a 1,46 $/az. su base annua. Il pagamento del dividendo trimestrale di 36,5 cent/az. sulle azioni ordinarie della società, sarà pagabile il 1 marzo agli azionisti registrati a partire dal 7 febbraio”.

KLA TENCORE – 1,71%. settori dei semiconduttori e della nanoelettronica correlata, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2022 pari a 5,59 $/az. su ricavi per 2,35 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 5,45 $/az. su ricavi per 2,33 mld $. Il fatturato è aumentato del 42,5% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel terzo trimestre fiscale 2022 tra 4,35 e 5,25 $/az. su ricavi tra 2,10 e 2,30 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 5,50 $/az. su ricavi per 2,37 mld $.

Rick Wallace, Presidente e A.D. della società, ha affermato: "Le prestazioni nel trimestre di KLA hanno superato le nostre aspettative in un ambiente impegnativo e stimolante. I risultati sottolineano l'importanza delle soluzioni e dei nostri prodotti sul mercato ed il lavoro coerente da parte dei nostri team affermando una leadership tecnologica ed innovativa guidata dal modello operativo. Stiamo sovraperformando il nostro modello target a lungo termine per il 2023 dimostrando una forte leva sugli utili. KLA nel 2021 ha restituito agli azionisti 2 mld $ di capitale tramite dividendi e riacquisti di azioni".

LAM RESEARCH – 7,37%. La società che progetta, produce, commercializza e fornisce assistenza alle apparecchiature di elaborazione dei semiconduttori utilizzate nella fabbrica-zione di circuiti integrati, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2022 pari a 8,53 $/az. su un fatturato di 4,23 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 8,51 $/az. su un fatturato pari a 4,41 mld $. I ricavi sono cresciuti del 22,3% su base annua. La società ha detto che prevede guadagni nel terzo trimestre fiscale 2022 tra 6,70 e 8,20 $/az. su un fatturato tra 3,95 e 4,55 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 8,72 $/az. su un fatturato di 4,49 mld $.

Tim Archer, Presidente e CEO della società, ha affermato: “Lam ha ottenuto prestazioni finanziarie record per l'anno solare 2021 nell’ambito lavorativo per la fabbricazione di wafer solidi, sebbene le condizioni della catena di approvvigionamento siano peggiorate a fine dicembre e stiano determinando un impatto a breve termine sui nostri risultati. Prevediamo che gli investimenti in apparecchiature per la fabbricazione di wafer aumenteranno nuovamente nell'anno solare 2022, portando a un altro anno di forte crescita per Lam".

MICROSOFT + 4,13%. La società è impegnata nella progettazione, produzione, vendita di dispositivi e pubblicità online a un pubblico di clienti globale. I suoi prodotti includono sistemi operativi per dispositivi informatici, server, telefoni e altri dispositivi intelligenti, ha riportato utili nel secondo trimestre fiscale 2021 pari a 2,48 $/az. su un fatturato di 51,70 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,31 $/az. su un fatturato pari a 50,88 mld $. I ricavi sono cresciuti del 20,1% su base annua. La società ha detto che prevede nel terzo trimestre fiscale 2022 un fatturato tra i 48,50 e 49,30 mld $. L'attuale stima degli analisti per il fatturato di 48,23 mld $.

Satya Nadella, Presidente e CEO di Microsoft, ha affermato: "La tecnologia digitale è la risorsa più malleabile a disposizione nel mondo per superare i vincoli e re-immaginare il lavoro e la vita di tutti i giorni. Poiché la tecnologia come percentuale del PIL globale continua ad aumentare, stiamo innovando e investendo in mercati diversi e in crescita, con una tecnologia di base comune “stack” e un modello operativo che rafforza una strategia, una cultura e uno scopo comuni".

Amy Hood, vicepresidente esecutivo e CFO della società, ha dichiarato: "Il solido lavoro commerciale, rappresentato da una forte crescita delle prenotazioni guidate da impegni a lungo termine con Azure, ha aumentato i ricavi di Microsoft Cloud a 22,1 mld $, pari al 32% anno su anno. I ricavi da Intelligent Cloud sono stati di 18,3 mld $ e sono aumentati del 26%. I ricavi dei prodotti server e dei servizi cloud sono aumentati del 29% grazie alla crescita dei ricavi di Azure e di altri servizi cloud del 46%. I ricavi da More Personal Computing sono stati di 17,5 mld $ e sono aumentati del 15%. I ricavi da OEM di Windows sono aumentati del 25%. I ricavi dei prodotti commerciali e dei servizi cloud Windows sono aumentati del 13%, in aumento del 14% a valuta costante. I ricavi da contenuti e servizi Xbox sono aumentati del 10%. I ricavi pubblicitari di ricerca e notizie, esclusi i costi di acquisizione del traffico, sono aumentati del 32%. I ricavi di superficie sono aumentati dell'8%. I ricavi da produttività e processi aziendali sono stati di 15,9 mld $ e sono aumentati del 19%. I ricavi dei prodotti Office Commercial e dei servizi cloud sono aumentati del 14% grazie alla crescita dei ricavi di Office 365 Commercial del 19%. I ricavi dei prodotti Office Consumer e dei servizi cloud sono aumentati del 15% e gli abbonati a Microsoft 365 Consumer sono cresciuti a 56,4 milioni. I ricavi da LinkedIn sono aumentati del 37% o del 36% a valuta costante. I ricavi dei prodotti Dynamics e dei servizi cloud sono aumentati del 29% grazie alla crescita dei ricavi di Dynamics 365 del 45% o del 44% a valuta costante”.

MONDELEZ – 2,84%. La società che produce prodotti alimentari confezionati, inclusi biscotti, dolciumi, bevande, formaggi, pasti convenienti e vari prodotti alimentari confezionati, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 0,71 $/az. su un fatturato di 7,66 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,73 $/az. su un fatturato pari a 7,60 mld $. I ricavi sono cresciuti del 4,9% su base annua. La società ha dichiarato di prevedere utili per tutto l’anno 2022 pari a 3,09 $/az. su un fatturato pari a 29,60 mld $ o più. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,10 $/az. su un fatturato pari a 29,80 mld $.

Dirk Van de Put, Presidente e CEO della società, ha affermato: "Il 2021 ha segnato un altro anno di ottimi risultati in termini di profitti nonostante un contesto macroeconomico difficile. Abbiamo continuato a realizzare bene le nostre iniziative di crescita strategica del fatturato guidata dai volumi, una forte redditività, maggiori investimenti in marchi e una forte generazione di flussi netti di cassa. Abbiamo ulteriormente rafforzato il nostro portafoglio prodotti con l'aggiunta di diverse acquisizioni che aumentano l’esposizione in categorie di snack più ampie. Sono orgoglioso del continuo lavoro dei nostri colleghi in condizioni operative difficili mantenendo l'attenzione sulla fornitura degli ottimi prodotti per i consumatori e clienti, avanzando sempre più rispetto ai nostri obiettivi finanziari a lungo termine nel 2022 e oltre. Prevediamo per il 2022 un flusso netto di cassa di almeno 3 mld $ con prestazioni in linea con il nostro algoritmo di crescita a lungo termine pari ad oltre il 3% di crescita del fatturato netto organico, unita ad un'elevata crescita dell'EPS rettificato su base valutaria costante, stimiamo che la conversione valutaria ridurrà la crescita dei ricavi netti nel 2022 di circa il 2,5% con un impatto negativo di 0,08 $ sull'EPS rettificato”.

PACCAR + 2,30%. La società che progetta, produce e distribuisce autocarri leggeri, medi e pesanti e relativi ricambi in aftermarket, ha riportato utili nel terzo trimestre 2021 pari a 1,47 $/az. su un fatturato di 6,69 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,32 $/az. su un fatturato pari a 5,50 mld $. I ricavi sono cresciuti del 20,1% su base annua.

Preston Feight, A.D. della società, ha affermato: "PACCAR ha registrato ricavi annuali e un utile netto molto buoni nel 2021. I risultati di PACCAR riflettono profitti record per i servizi finanziari e ricambi aftermarket. La domanda dei clienti per i nuovi camion Kenworth, Peterbilt e DAF introdotti nel 2021 è molto forte. Kenworth, Peterbilt e DAF hanno consegnato 47.600 camion nel quarto trimestre, il 45% in più rispetto al terzo trimestre, riflettendo un miglioramento nella catena di approvvigionamento globale. Sono molto orgoglioso dei nostri dipendenti che hanno fornito veicoli eccezionali e soluzioni di trasporto ai nostri clienti dimostrando il massimo impegno per la salute e la sicurezza".

TESLA – 10,34%. La società che progetta, sviluppa, produce e vende veicoli completamente elettrici ad alte prestazioni, componenti di propulsori per veicoli elettrici e prodotti per l'accumulo di energia, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 2,54 $/az. su un fatturato di 17,72 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 2,26 $/az. su un fatturato pari a 16,35 mld $. I ricavi sono cresciuti del 64,9% su base annua.

Tesla ha dichiarato nella sua lettera di aggiornamento trimestrale: "Il 2021 è stato un anno di svolta per Tesla. Non dovrebbero più esserci dubbi sulla fattibilità e sulla redditività dei veicoli elettrici. Con le nostre consegne in aumento dell'87% nel 2021; sulla base degli ultimi dati disponibili, abbiamo raggiunto il margine operativo trimestrale più alto di tutti i trimestri passati, dimostrando che i veicoli elettrici possono essere più redditizi dei veicoli a combustione. Inoltre, abbiamo generato 5,5 mld $ di reddito netto GAAP e 5,0 mld $ di flusso netto di cassa nel 2021, dopo aver speso 6,5 mld $ per costruire nuovi fabbriche e su altre spese in conto capitale".

“Prevediamo di aumentare la nostra capacità di produzione il più rapidamente possibile. In un orizzonte pluriennale, prevediamo di raggiungere una crescita media annua del 50% nella consegna dei veicoli. Il tasso di crescita dipenderà dalla capacità delle nostre apparecchiature, dall’efficienza operativa e dalla capacità e stabilità della catena di approvvigionamento. Le nostre fabbriche hanno funzionato al di sotto della capacità per diversi trimestri poiché la catena di approvvigionamento è diventata il principale fattore limitante, che probabilmente continuerà fino al 2022. Abbiamo liquidità sufficiente per finanziare la nostra tabella di marcia produttiva, piani di espansione della capacità a lungo termine e altre spese. Mentre continuiamo a realizzare innovazioni per ridurre i costi di produzione e operativi, prevediamo che nel tempo i nostri profitti relativi all'hardware saranno accompagnati da un'accelerazione dei profitti relativi al software. Il ritmo delle rampe di produzione ad Austin e Berlino sarà influenzato dall'introduzione di molti nuovi prodotti e tecnologie prodotte in nuove località, sfide in corso relative alla catena di approvvigionamento e autorizzazioni regionali. Stiamo facendo progressi nell'industrializzazione del modello Cybertruck, che è attualmente previsto per la produzione ad Austin. Stiamo esplorando nuove zone dove costruire altri impianti. Costruiremo il Model Y ad Austin con 4680 celle elettriche. Prevedendo un limite di approvvigionamento di chip nel 2022 non introdurremo nuovi veicoli in quest'anno. Infine prevediamo margini operativi più forti in futuro non appena la carenza di chip terminerà il suo processo".

TEXAS INSTRUMENTS + 0,94%. La società che progetta e produce semiconduttori che vende a progettisti e produttori di elettronica, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 2,27 $/az. su un fatturato di 4,83 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,94 $/az. su un fatturato pari a 4,43 mld $. I ricavi sono cresciuti del 18,5% su base annua. La società ha detto che prevede guadagni nel primo trimestre 2022 tra 2,01 e 2,29 $/az. su un fatturato tra 4,50 e 4,90 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,90 $/az. su un fatturato di 4,36 mld $.

Rich Templeton, Presidente e CEO della società, ha commentato: "I ricavi sono aumentati del 19% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, spinti dalla forte domanda dei mercati industriale e automobilistico. I ricavi analogici sono cresciuti del 20% e i processi di elaborazione sono cresciuti del 6% rispetto al trimestre dell'anno precedente. Il nostro flusso di cassa da operazioni pari a 8,8 mld $ per l'intero anno ha sottolineato ancora una volta la forza del nostro modello di business. Il flusso netto di cassa nel 2021 è stato di 6,3 mld $ pari al 34% dei ricavi. Tutto ciò riflette la qualità del portafoglio di prodotti, nonché l'efficienza della strategia di produzione, compreso il vantaggio di una produzione di chip da 300 millimetri. Nel 2021 abbiamo restituito 4,4 mld $ agli azionisti nel 2021 attraverso dividendi e riacquisti di azioni ed il dividendo ha rappresentato il 62% del flusso netto di cassa, sottolineandone la sostenibilità. L’insieme dei nostri dividendi e dei riacquisti di azioni riflettono il nostro continuo impegno a restituire tutto il flusso netto di cassa ai nostri azionisti. Prevediamo che la nostra aliquota fiscale annuale per l’esercizio 2022 sarà di circa il 14%".

VERTEX PHARMA + 6,55%. La società che è impegnata nell'attività di scoperta, sviluppo, produzione e commercializzazione di farmaci a piccole molecole per pazienti con malattie gravi, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 3,37 $/az. su un fatturato di 2,07 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 3,29 $/az. su un fatturato pari a 2,00 mld $. I ricavi sono cresciuti del 27,3% su base annua. La Società ha detto che prevede un fatturato per tutto il 2022 tra i 8,40 e i 8,60 mld $. L'attuale stima degli analisti per il fatturato è pari a 8,22 mld $.

Reshma Kewalramani, CEO della società, ha affermato: "Nel 2021, Vertex ha ottenuto prestazioni finanziarie eccezionali, inclusa una crescita del fatturato del 27%, unita a importanti progressi in tutta la nostra attività. Abbiamo ampliato la nostra leadership nella fibrosi cistica (FC), trattando più pazienti che mai e portando avanti il ​​nostro triplo regime di ricerca in studi cardine. Inoltre la nostra gamma di prodotti, oltre la FC, ha accelerato e fornito importanti dati clinici in nuove aree patologiche. Mentre entriamo nel 2022, con più programmi in fase di sviluppo intermedio e avanzato, ci sono importanti traguardi da raggiungere. Con la continua innovazione nella FC e i progressi nella nostra pipeline, siamo pronti a servire molti più pazienti e a prevedere la crescita di ricavi e guadagni sia nel 2022 che negli anni a venire".

WESTERN DIGITAL – 13,69%. La società che sviluppa, produce e fornisce soluzioni di archiviazione dati in HDD e SSD che consentono a consumatori, aziende, governi e altre organizzazioni di creare, gestire, sperimentare e conservare i contenuti digitali, ha riportato utili non GAAP nel secondo trimestre fiscale 2022 pari a 2,30 $/az. su ricavi per 4,83 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,87 $/az. su ricavi per 4,26 mld $. Il fatturato è cresciuto del 22,6% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel terzo trimestre fiscale 2022 tra 1,50 e 1,80 $/az. su ricavi tra 4,45 e 4,65 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,76 $/az. su ricavi per 4,23 mld $.

David Goeckeler, CEO della società, ha affermato: "Sono orgoglioso del nostro team per aver fornito un altro trimestre di ottimi risultati che hanno superato le previsioni, anche nel mezzo delle continue interruzioni della catena di approvvigionamento e delle sfide legate al COVID. Sebbene continuiamo a riscontrare una forte domanda nei nostri mercati, queste sfide continuano a rappresentare un ostacolo per i risultati a breve termine. Abbiamo lavorato bene nel costruire una solida base per una futura crescita redditizia composta da prodotti innovativi all'interno del nostro disco rigido e flash. Con l'attenuarsi di questi venti contrari transitori, prevediamo di trovarci in una posizione più forte per ottenere risultati migliori durante tutto il ciclo, creando valore per i nostri azionisti, dipendenti e clienti. Infine sono lieto di annunciare che Wissam Jabre assumerà il ruolo di Executive Vice President e CFO della società a partire dalla settimana del 7 febbraio 2022 mentre l'attuale CFO, Robert Eulau, al quale va il nostro più sentito ringraziamento per l’eccellente lavoro svolto, rimarrà con l'azienda durante un periodo di consulenza per garantire una transizione senza interruzioni”. Prima di entrare in Dialog Semiconductor nel 2016, Jabre ha ricoperto il ruolo di Corporate Vice President of Finance presso Advanced Micro Devices..

XCEL ENERGY + 2,38%. La Società è impegnata nella generazione, acquisto, trasmissione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas naturale, ha riportato utili nel quarto trimestre 2021 pari a 0,58 $/az. su ricavi per 3,36 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,58 $/az. su ricavi per 3,10 mld $. Il fatturato è cresciuto del 9,0% su base annua. La società ha dichiarato che prevede utili nell’anno 2022 tra 3,10 e 3.20 $/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,17 $/az.

Bob Frenzel, Presidente e AD della società, ha affermato: "Abbiamo avuto un anno solido con guadagni pari a 2,96 $/az. conseguendo le nostre previsioni sugli utili per il 17° anno consecutivo. Siamo ben posizionati per il futuro e stiamo riaffermando la nostra previsione degli utili per il 2022 tra 3,10 e 3,20$/az. Abbiamo anche raggiunto accordi normativi costruttivi in ​​Colorado con il nostro piano per l'energia pulita, il piano di investimento per la trasmissione di Colorado Power Pathway con il nostro tariffario elettrico. Inoltre, abbiamo raggiunto un accordo in linea di principio con il nostro tariffario elettrico nel Texas".

XILINX – 5,24%. L'azienda progetta, sviluppa e commercializza soluzioni logiche programmabili complete, inclusi circuiti integrati avanzati, strumenti di progettazione software, funzioni di sistema predefinite, formazione dei clienti, ingegneria sul campo e supporto tecnico, ha riportato utili nel terzo trimestre fiscale 2022 pari a 1,29 $/az. su un fatturato di 1,011 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,95 $/az. su un fatturato pari a 956,80 mln $. Il fatturato è cresciuto del 25,8% su base annua.

Victor Peng, Presidente e CEO di Xilinx, ha affermato: "Xilinx ha raggiunto un altro trimestre record e ha superato il miliardo di dollari di vendite trimestrali per la prima volta nella storia dell'azienda. Sebbene non siamo stati in grado di soddisfare pienamente le esigenze dei clienti, i nostri risultati dimostrano l'incessante concentrazione e l'esecuzione del nostro team nel supportare i clienti nel miglior modo possibile, date le condizioni di fornitura estremamente rigide".


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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.