NASDAQ100 WEEKLY - Inizio anno molto penalizzante per l'indice azionario tech. Molto meglio l'S&P500 ed il DOW.


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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INIZIO ANNO CON LUCI ED OMBRE SUGLI INDICI AZIONARI USA !!

Wall Street ha iniziato l’anno nuovo così come ha terminato il 2021 soprattutto sull’indice DOW JONES ed a seguire sull’indice S&P500 che hanno fatto segnare un nuovo massimo storico rispettivamente a 36952.65 ed a 4818.62 punti, prima di correggere di poco dopo il report della FED di mercoledì sera. Un inizio positivo della prima seduta dell’anno si è visto anche sull’indice Nasdaq100 grazie, come da prassi, a qualche storia isolata (leggasi Tesla con +13.5%) e i soliti pesi massimi (Apple e Amazon). Ma, dopo la pubblicazione del report della FED i rendimenti dei Treasuries hanno proseguito ed intensificato la via del rialzo continuando a mettere pressione soprattutto all’azionario tech e high growth, causando all’indice Nasdaq la più grande perdita giornaliera da febbraio 2021. Le vendite si sono accanite soprattutto su Adobe, Alphabet, AMD, Cadence Design, Intuit, Microchip, Netflix, Nvidia e sulla stessa Tesla.

Mentre sugli altri due indici, con l’aumento del prezzo del petrolio e con rendimenti dei Treasury in ascesa, sono aumentate tutte le azioni del settore energy e finanziario. La settimana segna anche l’inizio della stagione dei report economici, quindi di utili e fatturati, del quarto trimestre con la pubblicazione delle principali banche, JPMorgan Chase, Citigroup e Wells Fargo.

La pubblicazione dei verbali della FED ha, de facto, appiattito la curva dei Treasuries. La pressione sui Treasuries si è fatta sentire anche a seguito delle parole del numero uno della FED di Minneapolis, Neel Kashkari, da sempre tra le “colombe” della FED, che ha annunciato di attendersi almeno due rialzi nel 2022, uno scenario che aveva sempre negato in precedenza affermando di vedere un rialzo dei tassi a partire dal 2024. Nel corso di questa settimana, sono attesi rapporti chiave sull’inflazione con il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che dovrebbe testimoniare martedì circa la sua nomina davanti a un pannello del Senato, mentre l’udienza sulla nomina del governatore della Fed Lael Brainard alla carica di vicepresidente è fissata per giovedì.

Il Presidente della Camera, Nancy Pelosi, ha lanciato un invito al Presidente USA, Joe Biden, per tenere il suo primo discorso al Congresso sullo stato dell’Unione il giorno 1 marzo, così ha affermato la Casa Bianca. Il discorso di Biden sarebbe l’ultimo discorso programmato sullo stato dell’Unione dal 1934, dopo che il Congresso ha spostato l’apertura delle sue sessioni a gennaio. I Democratici del Congresso nelle prossime settimane cercheranno di approvare il disegno di legge “Build Back Better”, che investirebbe in programmi sociali e politiche climatiche insieme alla legislazione sui diritti di voto e la controfferta di spesa da 1,8 trilioni di dollari del senatore dem, Joe Manchin, proposto alla Casa Bianca alla fine del 2021 sembra non essere più sul tavolo a seguito di una rottura tra il legislatore democratico del West Virginia e la Casa Bianca. La legislazione è una delle priorità nazionali distintive di Biden. Il voto di Manchin è fondamentale nel Senato equamente diviso. La sua opposizione ha silurato Build Back Better a dicembre, attirando l'ira dei progressisti democratici e mandando il partito politico a lottare per trovare un modo per resuscitare il pacchetto.

Inoltre l’amministrazione Biden ha dichiarato che “nessun impegno fermo” sarà preso dagli Stati Uniti durante i colloqui diplomatici con la Russia nel corso della prossima settimana. I colloqui tra Washington e Mosca arrivano nel mezzo di uno straordinario dispiegamento di truppe russe al confine ucraino. Un alto funzionario dell’amministrazione ha detto ai giornalisti: “Non ci sarà un impegno fermo in questi colloqui, che saranno seri e concreti ma di natura esplorativa. Tutto ciò che viene discusso dovrà tornare a Washington per essere preso in considerazione e anche essere ripreso con partner e alleati nel corso della settimana”.

Andiamo ora a dare uno sguardo ai rendimenti dei titoli di Stato.

Con l’inizio del nuovo anno i rendimenti dei Treasury stanno aumentando al ritmo più veloce degli ultimi 20 anni poiché un fiume di obbligazioni sono state vendute sul mercato a prezzi sempre più bassi. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni ha raggiunto l′1,65% martedì pomeriggio 4 gennaio, l′1,71% mercoledì 5, l’1,75% giovedì 6, ed infine l’1,80% di venerdì 7 gennaio, quando gli investitori obbligazionari hanno reagito al deludente rapporto sull’occupazione di dicembre con soli 199.000 posti di lavoro creati. Ricordiamo che il 2021 ha chiuso con un rendimento pari all′1,514% con un picco massimo dell’1.77% e che il rendimento a 10 anni è molto importante poiché influenza i tassi di prestito per i mutui e molti altri prestiti alle imprese e al consumo.

La curva dei rendimenti USA si è appiattita dopo il verbale della FED, con il gap tra i 5 anni ei 30 rendimenti a 65 punti base. Anche la curva dei rendimenti USA 2 anni/10 anni è stata più piatta a 87 punti base. (v. grafico di tutti i Treasury quotati):

Di diverso tenore i Bond legati alle attese di inflazione che dal 2,60% di fine anno, tornano al 2,48% più che altro dovuto al rialzo dei tassi reali:

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Ad un promettente inizio di settimana scorsa, ha fatto seguito una ondata di vendite nei giorni seguenti, soprattutto nella giornata di mercoledì in concomitanza con il report della FED che ha fatto schizzare all’insù i rendimenti dei treasury a danno dei titoli tech dell’indice. Nel quadro d’insieme notiamo la ferma resistenza in area 16550/16600 (estensione dello 0,618% del movimento b-c-d) dalla quale i prezzi sono stati ricacciati indietro con forza rompendo all’ingiù 2 livelli di supporto e fermandosi nuovamente in area 15500 (ritracciamento del 50% del movimento d-e) formando un triplo minimo a ridosso della base del canale rialzista di volatilità. Ovviamente una reazione è auspicabile anche se la chiusura di venerdì scorso non promette bene. Una rottura di tale area proietterebbe i prezzi prima in area 15300, poi (ma sarebbe sicuramente da evitare) in area 15000/14900 che rappresenterebbe l’ultimo baluardo rialzista vista anche la concomitanza con la M.M. a 200 periodi e la trendline di lungo periodo. La settimana si è chiusa a 15592.19 con una perdita del - 4,46%.

Situazione senz’altro migliore per l’indice S&P500 rispetto all’indice tech, con nuovo record registrato martedì scorso a 4818.62 per poi ripiegare in chiusura settimanale sul primo supporto in area 4670 (ritracciamento del 27,2% del movimento d-e) con l’aiuto della M.M. a 50 periodi e la base del canale rialzista di volatilità. Vedremo se l’inizio della stagione delle trimestrali economiche societarie darà slancio all’indice per una prosecuzione della fase rialzista o viceversa se la molla avrà bisogno di comprimersi un po' di più andando a ritestare l’area 4610 (ritracciamento del 38,2% del movimento d-e). La settimana di contrattazione si è chiusa a 4677.03, con una perdita del – 1,87%.

Inizia bene l’anno per l’indice DOW JONES che non risente delle turbolenze degli altri due omologhi e fa registrare nelle giornate di martedì e mercoledì due nuovi record, l’ultimo dei quali a 36952.65 prima di intraprendere una lieve correzione che lo porta a testare l’area 36150 (ritracciamento del 27,2% del movimento da inizio dicembre 2021 al massimo di mercoledì) ed a chiudere sopra tale area abbastanza a ridosso della mediana centrale del canale rialzista di volatilità. Le prossime trimestrali economiche societarie dovrebbero portare beneficio soprattutto dai titoli del settore bancario che dovrebbero beneficiare della prossima stretta monetaria promessa dalla FED. Nel caso che anche questo indice dovesse avere bisogno di comprimere la molla per ulteriori rialzi, troviamo un bel supporto in area 35800 (ritracciamento del 38,2% del movimento min-max di dicembre) con l’aiuto della M.M. a 50 periodi. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 36231.66 con una perdita del – 0,29%.

ORO INDEX 

Giovedì il prezzo dell'oro è sceso al minimo di una settimana dopo che i verbali della riunione di dicembre della Federal Reserve statunitense hanno segnalato aumenti più rapidi dei tassi di interesse, aumentando i rendimenti del dollaro e dei titoli del Tesoro. I verbali della Fed "molto aggressivi" hanno fatto salire il dollaro e i rendimenti in modo significativo, il che non ha aiutato l'Oro. L'attenzione rimane sulla testimonianza del presidente della FED, Jerome Powell, e sui dati dell'inflazione previsti per la fine di questa settimana per un movimento decisivo del prezzo dell'Oro.

Per quanto riguarda i prezzi, essi rimangono ingabbiati tra la resistenza in area 1845 ed il supporto in area 1770 $/oz. testato più volte in passato.

E veniamo agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio. Per quanto riguarda il Platino, i prezzi continuano a cincischiare sopra l’area di supporto/resistenza dei 950 $/oz. lateralizzando su tali valori. I 1000 $/oz. continuano ad essere sono una chimera anche se martedì scorso con uno strappo il livello è stato toccato per poi essere ricacciato all’indietro nei giorni successivi.

Stesso discorso per quanto riguarda l’Argento che dopo aver approcciato l’area 23,5 $/oz. alla fine dell’anno, facendoci sperare in un robusto rimbalzo, il tutto si è sgonfiato nel corso della settimana andando a testare nuovamente i 22 $/oz. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1797.40 $/oz., con una perdita del - 1,71%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1795.92 $/oz. con una perdita del - 1,82%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2022:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Nel corso di gennaio Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato, proverà a far approvare un disegno di legge sulle elezioni federali. Nel caso in cui i Repubblicani si mettano di traverso, il Senato dibatterà su possibili cambiamenti di regole per superare l’ostruzionismo e permettere che una misura sui diritti di voto passi con una maggioranza semplice. Schumer lunedì scorso ha scritto ai democratici: “Nelle prossime settimane, il Senato ancora una volta valuterà come perfezionare questa unione e affrontare le sfide storiche davanti alla nostra democrazia. Speriamo che i nostri colleghi repubblicani cambino rotta e lavorino con noi”. “Ma se non dovessero farlo, discuteremo e considereremo cambiamenti alle regole del Senato al più tardi il 17 gennaio, il Martin Luther King Jr. Day, per proteggere le fondamenta della nostra democrazia: elezioni libere e regolari”. I senatori democratici Joe Manchin e Kyrsten Sinema finora si sono opposti ad una modifica delle regole sull’ostruzionismo. Senza una modifica alle regole del Senato, i dem dovrebbero aggiungere 10 voti favorevoli da parte dei repubblicani per approvare il disegno di legge.

Già lo scorso anno il Partito Democratico ha provato diverse volte a passare disegni di legge sui diritti di voto, non riuscendoci.

Venerdì la Casa Bianca ha fatto sapere che Joe Biden il 1° marzo terrà il suo primo discorso sullo stato dell’Unione, una relazione davanti al Congresso a camere unite, dopo che la speaker della Camera Nancy Pelosi ha rivolto un invito al presidente per quella data. Il presidente statunitense aveva parlato ad una seduta congiunta del Congresso lo scorso anno dopo essere entrato in carica, tuttavia le sue dichiarazioni non vengono considerate un discorso sullo stato dell’Unione fino al secondo anno di mandato.

In una lettera a Biden, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha scritto: “Grazie per la tua visione coraggiosa e la tua patriottica leadership che hanno guidato l’America fuori dalla crisi ed in un’era di grande progresso, mentre non solo ci riprendiamo dalla pandemia ma ricostruiamo meglio (Build Back Better, dal nome del disegno di legge che l’amministrazione vuole approvare e che investe in programmi sociali e politiche climatiche)”. “Infatti, quest’ultimo anno è stato storico: con il ‘salvavita’ American Rescue Plan, l’epocale Legge Bipartisan sulle Infrastrutture e, presto, il veramente trasformazionale Build Back Better Act”. “Con questo spirito, sto scrivendo per invitarti a parlare ad una seduta congiunta del Congresso martedì 1 marzo, per condividere la tua visione dello stato dell’Unione”.

LA POLITICA DELLA FED

Nel corso dell’ultima settimana, e precisamente mercoledì scorso, la FED ha reso pubblico il verbale del meeting di dicembre, un incontro durante il quale ha iniziato i piani per l’avvio del taglio di obbligazioni detenute.

Nel resoconto dell’incontro viene riportato: “Quasi tutti i partecipanti hanno convenuto che probabilmente sarebbe appropriato iniziare il deflusso del bilancio ad un certo punto dopo il primo aumento nel target range per il tasso sui fondi federali”. Al momento le attese di mercato sono indirizzate verso l’avvio di un aumento da parte della FED del suo tasso d’interesse di riferimento a marzo; questo significherebbe che la riduzione del bilancio potrebbe iniziare prima dell’estate. Nel verbale viene anche indicato che una volta iniziato, il ritmo appropriato del deflusso di bilancio probabilmente sarebbe più veloce di quello visto nel precedente caso di normalizzazione, ad ottobre 2017.

Durante l’incontro, funzionari della banca centrale hanno detto più volte che pensano che le politiche ultra-espansive adottate all’inizio della pandemia non sono più necessarie o giustificate. E se da un lato i membri del comitato hanno espresso preoccupazione sulla crescente inflazione, dall’altro hanno spiegato che il mercato del lavoro è vicino alla piena occupazione.

Dopo il meeting di dicembre, il gruppo decisionale ha mantenuto il suo tasso d’interesse di riferimento vicino allo zero, tuttavia i funzionari hanno anche indicato che nel 2022 prevedono aumenti fino a tre quarti di punto percentuale, altri tre aumenti nel 2023 ed altri due nell’anno successivo.

Sempre nel verbale viene riportato che alcuni partecipanti al meeting hanno valutato che una futura linea politica meno accomodante probabilmente sarebbe giustificata e che il comitato dovrebbe comunicare un forte impegno ad affrontare le elevate pressioni inflazionistiche. Il comitato ha annunciato che avrebbe aumentato il ritmo del “tapering” (riduzione dell’acquisto di asset) del suo programma mensile di acquisto di obbligazioni; secondo il nuovo piano, il programma dovrebbe terminare intorno a marzo e a seguire il comitato potrebbe iniziare ad aumentare i tassi.

Per quanto riguarda la stretta attualità, domani, martedì 11 gennaio, la commissione bancaria del Senato valuterà la rinomina di Jerome Powell al vertice della FED. Giovedì 13 gennaio, invece, sarà valutata la nomina di Lael Brainard a vicepresidente. Intanto il presidente Joe Biden sta valutando anche tre nomine per il FED Board. Tornando a Powell, l’udienza di nomina coinciderà con il suo primo discorso pubblico da quando la FED lo scorso mese ha deciso di portare a termine entro marzo il suo programma di acquisto di obbligazioni ed ha segnalato che quest’anno potrebbe aumentare i tassi d’interesse tre volte.

Venerdì scorso Mary Daly, presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, ha detto che secondo lei si inizierà a ridurre il bilancio della banca centrale subito dopo che la FED avrà alzato i tassi una o due volte. Daly ha spiegato che il bilancio è uno strumento efficace, ma anche quello con cui l’Istituto ha meno esperienza: “Preferirei vedere che adeguiamo il tasso d’interesse gradualmente e che ci muoviamo verso la riduzione del bilancio prima di quanto fatto nell’ultimo ciclo”. “Se adeguiamo il bilancio e vediamo l’impatto sull’economia, sul mercato immobiliare e l’economia nel suo complesso, poi potremo adeguare il tasso d’interesse a posteriori”.

Sul bilancio si è espresso anche James Bullard, presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis. Secondo Bullard la banca centrale dovrebbe iniziare a ridurre il suo bilancio subito dopo un primo aumento dei tassi d’interesse, che potrebbe arrivare a marzo. Il numero uno della Federal Reserve Bank di St. Louis ha detto: “Potremmo andare avanti con il deflusso di bilancio poco dopo aver rialzato il tasso d’interesse”, aggiungendo che vista l’ampiezza ed il livello di inflazione, la banca centrale dovrebbe iniziare a ridurre il sostegno all’economia prima possibile.

LA POLITICA USA-CINA

La CINA nei pensieri di USA e Giappone. Venerdì i ministri degli esteri e della difesa statunitensi e giapponesi si sono confrontati in un incontro virtuale, nel quale hanno espresso preoccupazioni per il fatto che gli sforzi della CINA “di intaccare l’ordine basato su regole” presentano “sfide politiche, economiche, militari e tecnologiche per la regione ed il mondo”. Nella dichiarazione congiunta viene riportato: “Hanno deciso di lavorare insieme per scoraggiare e, se necessario, rispondere ad attività destabilizzanti nella regione”. I ministri hanno manifestato le loro preoccupazioni anche riguardo i diritti umani nello Xinjiang e ad Hong Kong ed hanno evidenziato l’importanza di pace e stabilità nello Stretto di Taiwan.

Wang Wenbin, portavoce del Ministero degli Affari Esteri cinese, ha dichiarato: “Deploriamo e ci opponiamo fermamente alla grave intromissione negli affari interni della CINA da parte di USA, Giappone ed Australia (quest’ultima giovedì scorso ha firmato un accordo di cooperazione in materia di difesa con il Giappone, ndr) e alla costruzione di false informazioni per diffamare la CINA e compromettere la solidarietà e la fiducia reciproca dei paesi nella regione”.

Prima dei colloqui, il Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha detto che Washington e Tokyo hanno pianificato un nuovo accordo di difesa per contrastare minacce emergenti, incluse capacità ipersoniche e spaziali. Secondo Blinken l’alleanza “non deve solo rafforzare gli strumenti che abbiamo, ma anche svilupparne di nuovi”.

DATI MACROECONOMICI

Il Il PMI manifatturiero di dicembre elaborato da Markit Economics a livello mensile perde 0,6 punti rispetto alla rilevazione del mese precedente: dai 58,3 punti di novembre si è passati agli attuali 57,7 punti. Un dato che segna anche una leggerissima flessione rispetto al dato preliminare di dicembre di 57,8 punti.

La scorsa settimana anche l’Institute for Supply Management ha rilasciato i dati relativi al settore manifatturiero. Il PMI manifatturiero a livello mensile a dicembre registra una contrazione, scendendo dai 61,1 punti di novembre agli attuali 58,7 punti. Sotto le attese di un consensus fissato a 60,0 punti. Si muove in direzione opposta il dato sull’occupazione manifatturiera, che a dicembre si attesta a quota 54,2 punti contro i 53,3 punti di novembre ed un consensus che prevedeva un rialzo più contenuto, a 53,5 punti. I nuovi ordini manifatturieri perdono quasi un punto a livello mensile, scivolando dai 61,5 punti di novembre ai 60,4 di dicembre. In picchiata il dato sui prezzi del settore manifatturiero, che dagli 82,4 punti di novembre crolla ai 68,2 di dicembre (per trovare un dato più basso bisogna tornare a novembre 2020); il consensus prevedeva un calo solamente a 79,5 punti.

Il PMI relativo al settore dei servizi, elaborato da Markit Economics, a dicembre si attesta a quota 57,6 punti, segnando un lieve calo rispetto ai 58,0 punti di novembre. Il dato preliminare di dicembre era pari a 57,5 punti.

Il PMI composito di Markit Economics a dicembre è di 57,0 punti, quindi praticamente in linea con il dato preliminare di dicembre di 56,9 punti e appena sotto i 57,2 punti di novembre.

Il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 1° gennaio è arrivato a 207 mila, registrando un incremento rispetto alle 200 mila richieste della settimana precedente (dato rivisto da 198 mila). Numeri contrari al consensus, che prevedeva un calo delle richieste iniziali a 197 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Contrazione significativa per il PMI del settore dei servizi elaborato dall’Institute for Supply Management che dai 69,1 punti di novembre passa ai 62 punti di dicembre, superando a ribasso anche il consensus, fissato a 66,9 punti. Sempre relativamente al settore dei servizi, i nuovi ordini passano dai 69,7 punti di novembre ai 61,5 punti di dicembre (per trovare un dato più basso si deve tornare a febbraio 2021). I prezzi quasi non si muovono: 82,5 punti a dicembre contro gli 82,3 punti di novembre. L’occupazione, invece, registra una flessione che la porta dai 56,5 punti di novembre ai 54,9 punti di dicembre.

Gli ordini di fabbrica a livello mensile a novembre crescono dell’1,6%. Ad ottobre era stata rilevata una crescita dell’1,2% (dato rivisto da 1,0%). Il dato è rilasciato dall’U.S. Census Bureau.

La bilancia commerciale di beni e servizi (differenza in valore monetario tra importazioni ed esportazioni di beni e servizi di una nazione) nel mese di novembre segna un -80,2 miliardi di dollari, contro un consensus di -77,1 miliardi ed un dato di ottobre di -67,2 miliardi (rivisto da -67,1 miliardi). Il dato è rilasciato dal Bureau of Economic Analysis.

Delusione sui dati occupazionali di dicembre con la nazione alle prese con una massiccia ondata di contagi. Nel settore non-agricolo sono stati creati solamente 199 mila posti di lavoro, un dato che evidenzia un rallentamento rispetto a novembre, quando i nuovi posti di lavoro erano stati 249 mila (numero rivisto da 210 mila). Il dato di dicembre è rimasto ampiamente sotto al consensus, fissato a 400 mila.

Nel settore non-agricolo privato a dicembre i nuovi posti di lavoro sono stati 211 mila, vale a dire un numero inferiore al consensus di 365 mila e al dato di novembre, pari a 270 mila (rivisto da 235 mila). I due dati sono rilasciato dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Il settore del tempo libero e dell’ospitalità ha guidato le assunzioni a dicembre (v. grafico)

Il tasso di disoccupazione a dicembre segna un +3,9% (dato più basso da febbraio 2020), una crescita appena inferiore a quella indicata dal consensus, pari a +4,1%. A novembre era stata registrata una crescita del 4,2%.

L’importo medio che i dipendenti guadagnano all’ora, a livello mensile, a dicembre cresce dello 0,6%, registrando quindi una crescita superiore a quella indicata dal consensus (+0,4%) e a quella di novembre (+0,4%, dato rivisto da +0,3%). A livello annualizzato, a dicembre la crescita è del 4,7%. Un rialzo superiore al consensus (+4,2%), ma inferiore a quello registrato a novembre (+5,1%, dato rivisto da +4,8%). I dati riportati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

FOCUS SU TITOLI

APPLE e BERKSHIRE HATHAWAY – Mentre Apple supera una valutazione di mercato di 3 trilioni di dollari (traguardo toccato lunedì scorso), la quota dell’azienda di Cupertino in mano a Berkshire Hathaway, la holding del presidente Warren Buffett, raggiunge un valore di circa 160 miliardi di dollari. Berkshire ha anche goduto di dividendi regolari, con una media annuale di circa 775 milioni di dollari. Se si escludono fornitori di indici e di ETF, Berkshire è la più grande azionista di Apple.

James Shanahan, analista di Berkshire a Edward Jones, ha detto: “Senza dubbio, è uno degli investimenti più forti che Berkshire ha fatto nell’ultimo decennio”. In un’intervista alla CNBC del febbraio 2020, Buffett parlando di Apple aveva detto: “Probabilmente è il miglior business che io conosca al mondo”. “Non penso ad Apple come un’azione. Penso ad essa come il nostro terzo business”.

Nonostante dal 2018 Berkshire abbia ridotto leggermente la sua partecipazione in Apple, per via dei programmi di riacquisto della multinazionale di Cupertino, che hanno diminuito il numero delle sue azioni in circolazione, la partecipazione complessiva della holding di Buffett in Apple in realtà è diventata più grande.

ALIBABA – Secondo un documento normativo il Daily Journal Corp., la società di media e investimenti di Charlie Minger, ha quasi raddoppiato la sua partecipazione nel gigante cinese dell’e-commerce. Charlie Munger, Presidente del Daily Journal, è anche il partner di investimento di lunga data della società Berkshire Hathaway di Warren Buffet.

ADVANCED MICRO DEVICES – la multinazionale statunitense produttrice di semiconduttori, è stata definita da Goldman Sachs una “scelta top” per il 2022. Sempre più produttori di server scelgono i chip AMD per i loro dispositivi e secondo Goldman questo porterà ad una quota di mercato maggiore per AMD, soprattutto perché aumenta la sua capacità di produzione attraverso “coinvestimenti proattivi”. Sembrano in miglioramento anche i margini lordi e i margini di profitto operativo.

PAYPAL – Secondo BMO Capital Markets il calo delle azioni di PayPal del 33% negli ultimi sei mesi è stato esagerato. James Fotheringham, analista di BMO, ha detto: “Crediamo che PayPal affronti l’incertezza riguardo l’impatto della concorrenza, dei trend macroeconomici e il business mix su crescita e margini”. “Tuttavia, la nostra analisi di sensibilità del margine di crescita implica che i rischi di valutazione sono ora orientati al rialzo”. “PYPL è l’opzione di portafoglio digitale preferita dai commercianti online (a parte Amazon), offrendo ai consumatori un’esperienza di check-out fluida e sicura”. Secondo Fotheringham restano venti contrari per il breve termine, ma il 2023 ed oltre sembrano buoni.

MICROSOFT – La scorsa settimana Qualcomm Inc ha annunciato che sta lavorando con Microsoft su chip personalizzati che dovrebbero controllare occhiali per la realtà aumentata. Cristiano Amon, direttore esecutivo di Qualcomm ha detto che i dispositivi futuri della collaborazione funzioneranno con un software Microsoft chiamato Mesh che permette agli utenti di proiettare un’immagine realistica di sé stessi nel visore di un altro utente. Il futuro hardware utilizzerà anche il software di Qualcomm chiamato Snapdragon Spaces. Le due aziende non hanno rilasciato dettagli in merito a quando i chip e i visori saranno disponibili.

PORTAFOGLI AZIONARI

Se il fine anno 2021 aveva portato soddisfazioni sui nostri Portafogli azionari, il 2022 è iniziato con il botto, pur in presenza di mercati che hanno accusato un freno a causa del rialzo impetuoso dei rendimenti dei titoli di stato, soprattutto in USA.

Bene, iniziando dal Portafoglio Storico la strategia del Nasdaq Weekly continua a perfomare come meglio non si potrebbe chiedere, a regalarci dei bei tozzi di cioccolato al posto del carbone, ci hanno pensato i titoli FISERV che porta un guadagno del + 7,00% ed AMERICAN ELECTRIC POWER che porta un altro + 7,01%, Bene anche con la strategia del Breakout dei Massimi Storici con quasi tutti i titoli in guadagno e con i livelli di STOP che continuiamo a stringere.

Passando al Portafoglio “The Challenge”, ottimo target su BREMBO che ci regala un bel + 24,07%, inoltre abbiamo incrementato gli acquisti sugli ETF settoriali ai nostri prezzi coprendo anche il settore dell’Healtcare e delle energie alternative in tutto il mondo, che riunisce i segmenti delle energie rinnovabili, l'efficienza energetica e l'energia distribuita. Infine per coprirci le spalle da possibili correzioni dei mercati azionari europei, in rampa di lancio l’acquisto su un ETF short non a leva relativo al mercato italiano, cui seguirà la copertura anche su altre aree geografiche.

Alla prossima.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

WALGREENS BOOTS ALLIANCE + 3,22%. La società gestisce una catena di negozi di farmacie negli Stati Uniti. Rappresenta la tua farmacia sotto casa, che vende farmaci da prescrizione e da banco anche via, posta, telefono e online, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2022 pari a 1,68 $/az. su un fatturato di 33,90 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,33 $/az. su un fatturato pari a 32,74 mld $. I ricavi sono diminuiti del 6,6% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha detto che prevede utili per l’intero anno fiscale 2022 pari a ca. 5,03 $/az. L'attuale stima degli analisti per utili pari a 4,96 $/az.

Il CEO della società, Rosalind Brewer, ha dichiarato: "I risultati del primo trimestre hanno superato le nostre aspettative, con una performance molto incoraggiante in tutti i nostri segmenti di attività. Sono particolarmente entusiasta dei progressi che stiamo facendo nella costruzione di Walgreens Health. I nostri investimenti in VillageMD e Shields si sono chiusi durante il trimestre e stiamo implementando a ritmo sostenuto le co-locazioni di cure primarie VillageMD e i Walgreens Health Corners. Il buon inizio dell'anno fiscale rafforza la nostra fiducia nel futuro e, di conseguenza, stiamo aumentando le nostre indicazioni per l'intero anno aumentando gli investimenti nel personale. Guardando al futuro, siamo ben posizionati per una creazione di valore sostenibile a lungo termine".

ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (10/01/2022)

10/01/2022 ADBE (ADOBE SYS) Acquista limit prezzo 521.09 -

10/01/2022 DXCM (DEXCOM) Acquista limit prezzo 481.81 -

10/01/2022 NFLX (NETFLIX) Acquista limit prezzo 553.72 -

10/01/2022 OKTA (OKTA A) Acquista limit prezzo 203.74 -

10/01/2022 WDAY (WORKDAY) Acquista limit prezzo 256.50 -

Pagina a cura di SANDRO MANCINI E GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.