The best 2021 – Sull’azionario Ftse Mib spadroneggia Unicredit. E ora?


Come è andata nell’anno che si chiude e come potrebbe andare nel 2022. Analisi della migliore performance degli ultimi dodici mesi e le prospettive per il futuro.

Hot markets

Iniziamo una rassegna dei best performer 2021 e lo facciamo dal settore azionario del Ftse Mib. A dominare la scelta è stata senza alcun dubbio Unicredit, che ha messo a segno un +75,8% (quotazione al 30/12/2020 7,684 euro – quotazione di chiusura ieri 13,508 euro).

I motivi di un successo così clamoroso sono stati vari:

● l’arrivo di Andrea Orcel alla guida del gruppo

un utile netto stimato per il 2021 sui 3,7 miliardi di €, con ricavi nell’ordine di circa 17,5 miliardi di €

● l’annuncio di una remunerazione per gli azionisti quasi da record: 16 miliardi di € nel triennio 2021-2024

● un miglioramento dei parametri patrimoniali

● il buyback per 652 milioni di €

● la rinuncia – almeno provvisoria – al merger con Mps che il mercato temeva nell’ipotesi iniziale. La politica cosiddetta dello “stand alone” è piaciuta molto.

Questo è in un certo modo il passato, sebbene contenga i prodromi per il futuro.

Per il 2022 si annunciano:

● iniziative sul fronte del digital&data, anche rispetto alla clientela per migliorare uno dei punti deboli della banca

● nuovi progetti organizzativi senza che si intacchi il patrimonio. Anzi si prevede una generazione di circa 150 punti base all’anno grazie a una crescita della redditività e a un modello a basso assorbimento di capitale mantenendo il Cet1 Ratio al 12,5/13%

● un'eventuale acquisizione dovrà rispondere a tre parametri: valenza strategica e industriale, forza della rete distributiva e un “return on tangible equity” del 10% come obiettivo 2024: l’ipotesi Mps (che torna in campo nelle indiscrezioni) soddisfa tali requisiti?

● una politica distributiva di dividendi cash pari al 30% dell'utile netto e buyback per la parte restante. Su questo fronte ormai il confronto con Intesa diventa sempre più aspro.

Certamente dopo la spinta iniziale del 2021 le potenzialità di ulteriore crescita in Borsa nel 2022 si attenuano.

Il titolo è tornato sui massimi pre pandemia. È infatti poco sotto i due picchi del 12 e del 18 febbraio 2020 e nelle ultime otto sedute si è mosso attorno al livello dei 13,38/13,40 € dopo aver rotto la resistenza (ora supporto) dei 12,98 €. Con un Rsi e altri indicatori molti tirati è quasi inevitabile attendersi una fase di debolezza se il 2022 partirà all’insegna dei “sell” prevalenti sui mercati. In tal caso occorrerà monitorare i 12 €, travolti e superati in una sola giornata il 9 dicembre. Sotto c’è l’area dei 10,86 € su cui il titolo si muoveva a inizio dicembre. La violenza del rimbalzo delle ultime settimane è stata tale da giustificare ora delle prese di profitto, che rappresenterebbero occasioni di “buy”. Se il trend rialzista dovesse invece proseguire, con un forte breakout dei 14,17 €, gli obiettivi possibili si identificherebbero nei 15,16 e poi nei 16,48 €.

Unicredit resterà comunque una protagonista anche nel 2022, con un confronto diretto rispetto alla rivale Intesa Sanpaolo che sarà uno dei temi più interessanti dei prossimi dodici mesi.