La Borsa semina d'estate e raccoglie in primavera. Dati alla mano.


Manca solamente una settimana al termine del mese. Mese che per ora ha cercato di far invertire la rotta ribassista sui mercati. Come ho ricordato in altre occasioni la fine di ottobre statisticamente è coincisa con il periodo più favorevole per i rialzisti. In altri termini il detto "sell in may" (dal primo di maggio fino al 31 ottobre) apre le porte al periodo dei migliori sei mesi: quelli che da novembre vanno fino al 30 di aprile. Naturalmente questo NON significa che nella storia non ci siano stati periodi rialzisti (da maggio fino ad ottobre), ma nel calderone sono stati molto pochi. Pensate che investendo 10000 dollari sul Dow Jones dal 1950 ad oggi in modalità buy&hold dal primo maggio al 31 ottobre di ogni anno avremmo un risultato positivo di poco inferiore ai 3000 dollari. Viceversa investendo quei 10000 $ dal 1 novembre al 30 aprile di ciascun anno (sempre in modalità buy&hold) il risultato sarebbe positivo di quasi un milione e duecentocinquantamila dollari. Naturalmente anche in questo secondo caso nei settant'anni presi in considerazione ci sono stati periodacci (1969, 1973, 2008 e 2019) ma nel complesso e dati alla mano possiamo dire che (fino ad oggi) pare che in Borsa la semina avvenga nel periodo estivo mentre i frutti si raccolgono in primavera. 

Nella settimana appena terminata i mercati americani e quelli europei hanno cercato di costruire una base per quello che per ora rimane un rimbalzo.  E' comunque un buon segnale anche se occorre estrema cautela. Se non altro la statistica dovrebbe remare a favore dal momento che dal 1950 al 2022 l'upside pattern ha funzionato nel 77% dei casi. Naturalmente funzionare spesso non significa funzionare sempre: come potete vedere nel grafico seguente nel 2018 l'S&P500 è sceso proprio nel periodo più favorevole all'upside.

Pensate cosa potrebbe acadere se solo si passasse dal pessimismo cosmico borsistico (come lo chiamo io e non Leopardi) al fatto di avere un barlume di speranza che le cose possano cambiare in meglio. Anche se non lo si vede, sul mercato c'è veramente tantissima liquidità che non aspetta l'ora di trovare un porto in cui approdare. E c'è veramente l'imbarazzo della scelta, tra bonds ed azioni (o se preferite indici). Certamente non è il momento dell'all-in dal momento che la volatilità rimane comunque elevata e, come abbiamo già visto la settimana passata, non siamo assolutamente su livelli di panico ma solo di tensione...ma è il momento di gettare una fiche al tavolo verde dei mercati. Siamo a livelli di pessimismo elevati e quando tutti sono pessimisti il mercato molto probabilmente va dalla parte opposta. Guardate ad esempio il dato sul consumer sentiment pubblicato dall'Università del Michigan e visibile sul sito della Fed di St. Louis: nemmeno negli anni '80 è stato rilevato un dato così brutto! 

Facendo riferimento al grafico di sopra guardate cosa è successo nel 1980, 1990, 2002, 2008 quando tutti i consumatori erano al massimo del pessimismo: il mercato è salito.

Naturalmente questa non è una regola: nel 2008 ad esempio il minimo è stato toccato solo qualche mese dopo e non nel periodo ottobre-dicembre (ultimo grafico). Questo significa che il bottom potrebbe quindi essere vicino come ho già avuto modo di dire e scrivere più volte.

Aggiungo poi che le commodities sono scese e con esse anche il prezzo del gas (molto importante per l'inflazione europea !!!). Questo inevitabilmente avrà una influenza positiva per il medio termine per quanto attiene all'inflazione. Se poi la situazione economica dovesse peggiorare pensate a cosa succederebbe qualora ci fosse una attenuazione o addirittura una inversione delle politiche da parte della Fed (qui in Europa invece la BCE è lontana anni luce ed ha continuato a prendere tempo sperando che le cose migliorassero ma non è stato così fino ad ora. Lagarde style). Probabilmente in questo caso i primi a beneficiarne sarebbero i bonds, con rendimenti che a mio avviso iniziano ad essere molto interessanti per non dire allettanti, ma senza fretta negli acquisti: non si tratta di fare lo sprint ma di correre una maratona. Se ricordate infatti nella parte finale del webinar che ho tenuto un paio di settimane fa (link: https://www.youtube.com/watch?v=Q59smozTCck&t=15s ) avevo parlato della possibilità di usare il JNK (ETF Junk Bonds) come proxy per un turnaround e questo potrebbe essere proprio il momento giusto.

Osservando il Nasdaq Composite ed ipotizzando che il minimo di fine settembre sia effettivamente un minimo momentaneo e di assestamento, per sperare che il rimbalzo possa proseguire è importante una risalita dell'indice sopra i 10800 punti in chiusura e poi su a 11000 (massimo di questa settimana). Si configurerebbe così una sorta di 1-2-3 rialzista che vedrebbe l'obiettivo successivo a 11220 circa. Questo scenario permetterebbe di rompere al rialzo la trendline dinamica ribassista di breve periodo (linea tratteggiata) e quindi costituirebbe di suo un piccolo segnale di forza. Purtroppo in questa fase è indispensabile procedere per gradi e i vuoti d'aria sono sempre dietro l'angolo. La mia view rimane comunque rialzista da qui al termine dell'anno. 

Il nostro mercato mostra una maggior forza relativa come avevo già evidenziato nei miei precedenti report, certamente favorito dal comparto bancario. Anche in questo caso stiamo lottando contro una trendline discendente ma almeno notiamo come piccole vendite settimanali siano state riassorbite ed abbiano permesso un leggero rialzo in quest'ultima ottava. Se si salirà lo si farà grazie al traino dei mercati statunitensi naturalmente.

Osservando un timeframe più ristretto sull'indice FTSEMIB40 (scala oraria) la mia view rimane rialzista purchè vengano mantenuti i 20800-21000 punti. Nell'analisi oraria sono partito dalla violenta gamba ribassista che si è venuta a creare a partire dalla seconda metà di settembre (evento che avevamo valutato come estremamente probabile da un punto di vista statistico). Da 22900 punti siamo infatti passati ad un minimo a 20200: ben 1700 punti di ribasso in un paio di settimane, -7.5%. Dopo un nuovo tentativo di affondo pare si sia creato un doppio minimo orario proprio in area 20200. Di seguito trovate il grafico orario del nostro indice principale.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

Come sempre il grosso problema in questo periodo è che manca la liquidità sui titoli. Pensate che nelle ultime cinque sedute ne abbiamo avuta una (19 ottobre) in cui il controvalore totale degli scambi è stato di 1.3 miliardi di euro, cifra che mi ricordo essere tipica delle settimane di Ferragosto. Ricordiamo quindi sempre che rialzi accompagnati da bassi volumi pongono comunque delle basi fragili all'upside in corso. Di seguito il controvalore degli scambi di quest'ultima ottava (Fonte dati: Borsa Italiana). Dall'eseguità degli scambi deriva la mia convinzione che sia più "semplice" operare sull'indice che non sulle singole azioni a meno che non si sia dei cassettisti incalliti. 

Sul fronte azionario non ci sono spunti particolari anche perché a breve usciranno i dati trimestrali. Segnalo tuttavia che nelle ultime due sedute ci sono stati buoni volumi su Sogefi in seguito alla pubblicazione dei conti che hanno visto un utile di 33 milioni nel periodo gennaio-settembre rispetto ad una perdita di 2 milioni nello stesso periodo del 2021. Anche i ricavi sono saliti di quasi il 30%, con un miglioramento dell'indebitamento netto che è sceso a 219.7 milioni rispetto ai 258.2 di inizio anno. Graficamente è possibile che l'azione vada a "cercare" la media mobile a 200 periodi in area 0.906. Le prime resistenze importanti sono collocate a 0.94 rispetto a 0.86 euro di chiusura di venerdì. Perdita di momentum in caso di ritorno sotto 0.80 euro.

Per oggi è tutto. Buon fine settimana e come sempre...

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)