Siamo sempre allo stesso punto


Ieri la Fed ha aumentato dello 0.75 i tassi di interesse. Tutti se lo aspettavano, quello che non si aspettavano erano i messaggi poco confortanti su quanto alto sarà il tasso di interesse quando questo percorso rialzista sarà finito. E su questo punto si sono concentrati i dubbi, con la riserva che la Fed possa fare troppo ricorso a questo strumento strangolando l’economia.

A volte mi chiedono perché queste cose sono importanti per noi europei e la risposta è che la BCE scimmiotterà la FED e quindi sappiamo già in anticipo di che morte moriremo.

Fin qui il commento macro che potete leggere sui giornali.

La realtà dei mercati però non è cambiata: se guardate i grafici siamo nella parte superiore del canale orizzontale di quasi tutti gli indici azionari mondiali e quindi abbiamo spazio per scendere qualche giorno fino a quando i mercati non capiranno che siamo sempre allo stesso punto in cui ci trovavamo ad agosto.

Non è cambiato niente a livello di scenario e ci poniamo sempre le stesse domande: quando finirà l’inflazione. L’unica cosa certa è che l’inflazione finirà e dopo finiranno i rialzi dei tassi. Tutto qui. Ma ripeto, il quadro strategico non cambia, i mercati azionari e soprattutto quelli USA sono sempre in congestione e non danno l’idea di voler cambiare direzione.

Poi se mi chiedete perché moltissime azioni americane tra le prime 100 per capitalizzazione stiano andando al rialzo (vedi Mc Donald, Chevron, Lockeed, Merck and companies) non ve lo so dire se non motivandolo con il fatto che l'economia rallenterà ma non morirà.

E' su questo filo sottile che i mercati si aggrappano ed è la ragione per cui non tracollano.