Dalla copertura mediatica mainstream della crisi russo-ucraina si possono dedurre considerazioni interessanti.
So che come diceva Lenin “Ci sono dei decenni in cui non accade nulla.
E poi delle settimane in cui accadono decenni” e quindi tutto è possibile.
Mi stupisce come questa crisi sia fuori dal mainstream con un approfondimento della situazione che è di molto inferiore a quello del Covid: se pensate a quanti professori di microbiologia ci sono stati e ci sono tuttora intorno a voi e poi li paragonate a quanti polemologi ci sono in circolazione e vi stupirete di un rapporto 1 a 1000.
La guerra in Ucraina è maledettamente vicina e gli effetti li vediamo nelle bollette di ogni giorno ma rimane ancora qualcosa che il grande pubblico non ha digerito e nemmeno la politica.
È qualcosa che avviene al di là del mondo conosciuto.
Putin che mostra i muscoli della sua potenza nucleare è stato uno spettacolo angosciante che ci ributta indietro di 40 anni ma è stato digerito da media e opinione pubblica come se fosse un gioco di soldatini di stagno.
Gli americani mostrano la solita leggerezza nel gestire queste cose, leggerezza che ha già fatto le sue vittime in Afganistan.
Per fortuna ci pensa la Borsa a dare una sua valutazione, che non necessariamente è affidabile anche questa, ma forse è più attendibile di certi nostri politici.
Dunque la Borsa ha già espresso il suo verdetto sotto il profilo tecnico rimanendo in un movimento orizzontale che è ben visibile sia sugli indici azionari USA che sul Ftse All Share italiano.
Anzi quest’ultimo ha assunto la configurazione di un triangolo simmetrico in corso d’opera con la caratteristica di essere vicino al vertice e quindi pronto per l’esplosione, al ribasso o al rialzo.
Poi i commentatori di Borsa fanno il loro lavoro e c’è chi dice che siamo sotto la media mobile a 200 giorni chi vede un testa e spalla e chi l’anima dei mortacci suoi ma questo fa parte del grande caravanserraglio della Borsa e non ci possiamo fare nulla. Quello che possiamo constatare che a fronte dei rischi di una esplosione del conflitto aperto in Ucraina i mercati finanziari siano particolarmente tranquilli e sembrano più preoccupati dell’inflazione e del rialzo dei tassi che della guerra.
È come guardare un pazzo che cammina sul bordo del burrone tranquillo e beato: ti viene il sospetto che non sia un pazzo ma un funambolo che fa il suo mestiere.
E questo è quello che io penso ora di Putin: sta giocando un bluff con tutte le arti di cui dispone e il conflitto in Ucraina non ci sarà. Non conviene a nessuno né tantomeno a Putin, che vuole solo alzare il prezzo di non so che cosa, forse della esclusione dell’Ucraina dalla Nato o qualcos’altro, non so.
Questa è l’unica ipotesi che permette di conciliare tutto: i mercati finanziari ingabbiati in una serena congestione, il tuo vicino di casa che ancora discute del green pass mentre gli stanno devastando il portafoglio con le bollette del gas, gli americani fessacchiotti che sono convinti che Putin attaccherà.
Per il momento guardiamoci la nostra congestione sul Ftse All Share e consideriamo che è talmente stretta che quando esploderà, da una parte o dall’altra nessuno lo sa, farà un rumore che ce lo ricorderemo per qualche mese: