Titoli caldi: ● Azioni del lusso, se… ● Portafoglio difensivo, come lo vede Amundi ● Test dai mercati, gli Etf del petrolio a confronto ● Btp Italia da record! Ora che si fa?


Quattro storie diverse, relative alle leader della moda, a vari Etf con cui proteggersi dai maggiori rischi in corso, ai replicanti azionari dell’oro nero e ai governativi italiani indicizzati sull’inflazione di casa nostra.

Il report della domenica

Lo stop commerciale in Russia e l’atroce guerra in Ucraina hanno certamente inciso sulla forza delle azioni del lusso, dopo il già difficile periodo Covid. Vivono così un momento complesso. Analizzando le valutazioni dei gestori specializzati nel settore si notano giudizi piuttosto discordanti. Facciamo allora il punto su sette leader di quest’attività, reduci da anni (ante Covid) molto positivi. I dati relativi alla volatilità si riferiscono a 180 sedute per fornire un’indicazione di lungo periodo inevitabilmente più utile. In nessun caso indichiamo target – spesso contradditori – formulati dagli analisti specializzati sui singoli titoli, per una precisa scelta atta a evitare stime talvolta fuorvianti.

Azione

Le valutazioni in Borsa

I numeri

Brunello Cucinelli (ha chiuso venerdì a 52,65 euro contro massimo 2022 a 63,85 euro) – Borsa di Milano

Il total return (performance più rendimento da dividendo) previsto per il 2022 è negativo. Il titolo ha una volatilità elevata del 44%

I margini operativi sono modesti (sul 10%). Limitata la crescita prevista e soprattutto l’indebitamento è peggiorato molto dal 2019. P/e a 103

Burberry (ha chiuso venerdì a 1.677 gbx contro massimo 2022 a 2.074 gbx) – Borsa di Londra

Apprezzamenti per questo titolo inglese, grazie anche un “dividend yield” in crescita nel 2022 e nel 2023. Volatilità al 36,2%

Utile per azione, Ebit e cash flow sono migliorati parecchio nel 2021. Probabilmente avranno il segno più anche nel 2022 ma con un trend minore. P/e a 13,6

Hugo Boss (ha chiuso venerdì a 52,6 euro contro massimo 2022 a 59,04 euro) – Borsa di Francoforte

Prudenza perché il total return è previsto con il segno meno per la società tedesca. Volatilità al 37%. L’utile per azione è però dato in crescita

Margini operativi contenuti (sull’8%) e anche in questo caso l’indebitamento è cresciuto negli ultimi anni. P/e a 25,5

Kering (ha chiuso venerdì a 575,3 euro contro massimo 2022 a 740,8 euro) – Borsa Parigi

Prospettive molto favorevoli. Lo sostiene la maggior parte dei 28 analisti specializzati sul titolo. Volatilità al 36,2%

Margini operativi elevati (sul 28%), discrete potenzialità di crescita e un rapporto cash/debito che sta migliorando. P/e a 22,6

LVMH (ha chiuso venerdì a 649,6 euro contro massimo 2022 a 758 euro) – Borsa di Parigi

In questo caso il “total return” (somma fra performance e dividendi) fa prevedere un bel segno più nel 2022. Volatilità al 31%. Molti gli “strong buy” indicati dagli analisti. Si noti che l’azione del gruppo francese non ha risentito troppo della crisi negli ultimi mesi

La redditività resta una delle più elevate del settore, con una marginalità sul 26%. L’indebitamento è però cresciuto. P/e a 27,2

Moncler (ha chiuso venerdì a 50,72 euro contro massimo 2022 a 66,14 euro) – Borsa di Milano

Propizia al gruppo padovano: lo è la maggioranza dei 26 specialisti dell’azione. Volatilità al 39%

Ottimi numeri per la marginalità operativa (al 29%) e un rapporto cash/debt fra i migliori in assoluto. P/e a 34

Salvatore Ferragamo (ha chiuso venerdì a 17,18 euro contro massimo 2022 a 23,25 euro) – Borsa di Milano

Il 2022 non porterà grandi successi in Borsa, sebbene le prospettive non siano negative. Volatilità al 41,7%

Marginalità sul 10%. Il debito del gruppo è cresciuto negli ultimi anni. P/e a 43

La panoramica appare ambigua. L’ultimo biennio ha inciso pesantemente sull’indebitamento del settore. Ora ci sono delle prospettive di ripresa almeno per alcuni titoli, sempre che la guerra in Ucraina non degeneri e le tensioni geopolitiche non si trasformino in scontri commerciali per esempio con la Cina. Da notare come alcuni titoli abbiano maggiori possibilità di rimbalzo se il quadro economico mondiale non dovesse aggravarsi.

Portafoglio difensivo: così lo ipotizza Amundi con tanti Etf

Inutile nasconderlo: la maggior parte degli investitori è preoccupata per i propri portafogli, a causa del triplo effetto di guerra in Ucraina, inflazione e futuro rialzo dei tassi di interesse, che le quotazioni obbligazionarie già scontano. Le idee per difendersi sono spesso contraddittorie e/o confuse. Un approfondimento sul tema giunge da Amundi, maggiore gestore europeo di Etf, soprattutto dopo l’acquisizione di Lyxor. Nei giorni scorsi la società francese ha formulato una sua ipotesi di struttura conservativa rispetto ai maggiori temi che affliggono i mercati nella fase in corso.

● Proteggersi dall’inflazione senza rischio duration

Lyxor Eur 2-10 years inflation expectations €

LU1390062245

Ter 0,25%

Performance ytd +6,8%

Lyxor Us 10 years inflation expectations $

LU1390062831

Ter 0,25%

Performance ytd +3,7%

Amundi Index Breakeven inflation Usd 10 years $

LU2037750168

Ter 0,16%

Performance ytd +5,2%

Sono tutti Etf progettati per seguire l’andamento delle aspettative di inflazione al netto del fattore “duration”, che colpisce pesantemente i bond “inflation linked” tradizionali.

Ridurre la sensibilità ai tassi di interesse con le obbligazioni a breve scadenza

Amundi Us Treasury Bonds 0-1 years $

LU2182388665 (su Xetra)

Ter  0,05%

Performance ytd +2%

Amundi Eur Gover. Bonds 0-1 years €

LU2233156582 (su Xetra)

Ter 0,05%

Performance ytd -0,2%

Amundi Eur Corporate Sri 0-3 years €

LU2037748774

Ter 0,12%

Performance ytd -1,1%

Le brevi scadenze non soffrono anche se due Etf da inizio anno registrano un segno meno, seppur marginale. Su queste tipologie consigliabile un Pac rateizzato nel lungo termine (acquisti ogni due/tre mesi).

Passare a settori difensivi

Lyxor Stoxx Europe 600 Healthcare €

LU1834986900

Ter 0,3%

Performance ytd -0,67%

Attività ad alta redditività e bassi livelli di debito, come la sanità, potrebbero sovraperformare in presenza di una situazione incerta ma non troppo negativa dei mercati.

Orientarsi verso l’indipendenza energetica

Lyxor Msci New Energy Esg Filtered €

FR0010524777

Ter 0,6%

Performance ytd -0,67%

Alla luce dell'inasprimento del conflitto, l’Europa è ancora più determinata a rendersi indipendente dalle risorse energetiche russe. Questa prospettiva di transizione presenta alcune criticità nel breve termine, ma si sta lavorando intensamente in tal senso. L’Etf si adatta a tale scopo.

Test dai mercati, Etf (azionari) del petrolio a confronto

Petrolio oltre 100 $ quando esattamente due anni fa ci si faceva pagare per acquistarlo! La violenza del movimento ha favorito l’industria del settore, facendola salire a quotazioni da record. In questa situazione c’è chi vede l’oro nero ben oltre i 100 $ e chi invece lo stima in caduta libera nella seconda parte dell’anno. Comunque sia, le leader dell’oil si stanno preparando a una transizione che potrebbe modificare il quadro complessivo del comparto energetico. Lo conferma il fatto che alcune società abbiano addirittura cambiato ragione sociale per evidenziare lo sforzo in corso di trasformazione dei propri business. È allora il caso di analizzare gli Etf del petrolio, gli Etf azionari e non gli Etc (relativi questi alla materia prima), per valutare quali prevalgano nelle varie caratteristiche rispetto agli altri.

Il più scambiato

Xtrackers Msci World Energy (mercati sviluppati) - Isin IE00BM67HM91 - valuta denominazione Usd

E’ quello con la maggiore capitalizzazione e che anche su Borsa Italiana presenta scambi molto attivi

Il più generico

Lyxor Msci World Energy (tutti i mercati salvo quelli emergenti) - Isin LU0533032420 - valuta denominazione Eur

Senza rischio di cambio sulla valuta di denominazione si distingue per sottostanti più ampi rispetto ai concorrenti

Il più specifico

HANetf Alerian Midstream Energy Dividend - Isin IE00BKPTXQ89 - valuta di denominazione Usd

Quelli riferiti alle cosiddette Midstream Usa sono vari ma in questo caso i titoli vengono ponderati sulla base dei dividendi

Il più volatile

Invesco Us Energy Sector - Isin IE00B435CG94 - valuta di denominazione Usd

In realtà è poco davanti ad altri con un dato su base annua del 30%, non eccessivamente elevato, il che è dovuto a un trend rialzista molto regolare negli ultimi sei/sette mesi

Il meno volatile

Lyxor Stoxx Europe 600 Oil & Gas - Isin LU1834988278 - valuta di denominazione Eur

Con una volatilità di poco superiore al 20% su base annua si avvantaggia del fatto che i sottostanti sono tutti europei e che non c’è la variabile cambio sul dollaro

 Il più generoso come dividendi

Invesco Us Energy Infrastructure Mlp - Isin IE00B8CJW150 - valuta Usd

In realtà quelli a distribuzione sono solo due. L’Invesco versa attualmente dividendi per uno yield in $ del 7%, ma l’anno scorso superò il 10%, causa collo della quotazione

Il più conveniente

Invesco Us Energy Sector - Isin IE00B435CG94 - valuta denominazione Usd

Con un Ter dello 0,14% precede l’Xtrackers World Energy (Isin IE00BM67HM91), che si attesta allo 0,25% annuo

La migliore performance in assoluto a 1 anno

Invesco Us Energy Sector - Isin IE00B435CG94 - valuta di denominazione Usd

+76,2%, mentre da inizio anno la prestazione è stata del +44,3%

La migliore performance in assoluto a 1 anno di quelli in euro

Amundi Msci World Energy - Isin LU1681046006 - valuta di denominazione Eur

+60,2%: batte tutti gli altri. Da inizio 2022 ha messo a segno il +35,4%

Cedole record per i Btp Italia. E ora che si fa?

Chi detiene Btp Italia con scadenze 20/4/2023, 11/4/2024, 24/10/2024 e 18/10/2027 incasserà nel corso del mese di aprile delle cedole quasi quattro volte superiori rispetto alla media degli ultimi anni. L’inflazione italiana è salita a livelli altissimi (6,7% su base annua) e la struttura di questo tipo di governativi, che solo il nostro Paese ha proposto, si rivela finalmente molto utile per i piccoli e medi investitori. Oggi vogliamo fare il punto sulle varie emissioni e ipotizzare quali possano essere le strategie da adottare in previsione di un possibile raffreddamento del costo della vita forse già nel corso dell’estate. Le valutazioni si basano sull’ipotesi che i Btp Italia siano stati messi in portafoglio al momento del collocamento sul mercato e quindi con quotazione a 100.

Emissione

Isin e yield (lordo) in corso

Le opzioni possibili

Btp It. Aprile 2023

IT0005105843 – 1,55%

La quotazione di 104,8 euro è alta ma occorre tenere conto del premio di fedeltà finale. Andare a scadenza è la scelta migliore

Btp It. Maggio 2023

IT0005253676 – 1,76%

Il prezzo a 105 euro potrebbe convincere a vendere ma si tenga conto che le due cedole versate a maggio e a novembre più il premio fedeltà faranno portare a casa un rilevante importo in poco più di 12 mesi

Btp It. Novembre 2023

IT0005312142 – 1,9%

A 105,1 euro il quadro non appare diverso rispetto a quello prospettato per i due precedenti Btp Italia

Btp It. Aprile 2024

IT0005174906 – 3,1%

Quota a 105,5 euro ma il rendimento in questo caso sale nettamente grazie all’apporto dell’indice Istat dei prezzi al consumo su una scadenza più lunga, in presenza di un prezzo solo di poco superiore rispetto agli altri Btp Italia. Preferibile anche qui andare a scadenza

Btp It. Ottobre 2024

IT0005217770 – 3,4%

Si è oltre i due anni di vita residua e il titolo ha già evidenziato una volatilità maggiore rispetto a quelli più corti. Prezza ora 105,4 euro. Una discesa dei rendimenti è molto probabile dal 2023 in poi (salvo situazioni ancor più critiche) e un’eventuale vendita dopo le cedole 2022 dovrà essere valutata. Il premio fedeltà qui comincia a diventare meno attraente

Btp It. Maggio 2025

IT0005410912 – 4,2%

È un titolo particolare, caratterizzato dalla cedola base o tasso reale annuo, per dirla in modo tecnico, dell’1,4% (inferiore solo all’1,45% del novembre 2022, che non abbiamo preso in considerazione). Proteggerebbe quindi meglio in presenza di un crollo dell’inflazione, garantendo quanto meno uno yield dignitoso, sempre che il titolo sia stato messo in portafoglio all’emissione. Il prezzo di 108,4 euro è il più elevato fra quelli di tutti i Btp Italia. Dopo aver incassato le cedole 2022 e se restasse sopra i 107 euro una vendita potrebbe essere ragionevole

Btp It. Maggio 2026

IT0005332835 – 4,6%

Una vita residua di 4 anni comincia a essere troppo lunga per giustificare un posizionamento così lungo. A 106 euro quota già nettamente sotto i 109,08, massimo dell’anno. Incassate le cedole di maggio e novembre ne va valutata la vendita se l’inflazione nel frattempo cominciasse a calare, come è quasi scontato (in caso contrario le economie mondiali andrebbero a rotoli)

Btp Italia Ottobre 2027

IT0005388175 – 4,8%

Situazione identica al titolo precedente. In questo caso la quotazione in corso è a 106,6 euro. Da monitorare quota 105

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Immagine d’apertura: Autore: Advantus Media Inc. and QuoteInspector.com - Ringraziamenti: QuoteInspector.com - Copyright: © 2018 Advantus Media, Inc. and QuoteInspector.com

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