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Quando un mancato rialzo dei tassi viene letto come un segnale di debolezza


L'attesa per la Bce che ha frenato le borse mondiali facendo spegnere drasticamente la volatilià, ha provocato un lungo stallo, facendo vivere due settimane completamente inutili ai mercati di tutto il globo, e un movimento in un piccolissimo trading range si è impossessato del mondo finanziario, incastonato tra due fasi di mercato completamente differenti nella formazione tecnica, per quanto riguarda il quadro di raffronto tra le piazze finanziarie statunitensi e le piazze dell'Eurozona.

E' stata dura, da operatori, vivere queste lunghe giornate in cui non ci si è mai potuti lasciare andare, non ci si è potuti permettere mai cali di tensione, perchè la storia insegna, che proprio quando si abbassa la guardia, in quell'esatto istante si può essere colpiti e feriti in maniera pregiudizievole e a volte letale.

Andiamo a vedere rappresentati questi giorni di piattume grafico sia per quanto riguarda il Nasdaq che per il Dow Jones, qui di seguito rappresentati in figura, prima della riunione della Bce e prima del dato sull'inflazione Usa.

Nasdaq100

Dow Jones

La vera follia in ogni caso, è andata in scena sulle piazze europee, follia tutta sintetizzata in questo grafico dell'indice Dax.

L'immagine, ben diversa dagli indici targati Usa, evidenzia un trend following alimentato da algoritmi impostati ancora sul Quantitatve Easing, sebbene si fosse alle porte di una sua fine. Evidente come in 3 giorni si sia riallineato perdendo 1000 punti in maniera brutale, e non vi è appello per i longeur rimasti appesi al soffitto di questo lembo ai 14700. Crudeltà della borsa ma anche pane per operatori capaci che sanno come e quando usare l'altro tasto dei book, quello che pigia sul martello del sell.

Tutti in attesa quindi, si diceva a proposito dello stallo delle scorse settimane, delle decisioni di politica economica per l'area Euro che detiene il secondo Pil del mondo ad un soffio dagli Usa e, questo, fa ben comprendere quanto sia importante il ruolo dei membri del Board sulla vita di tutti noi ed un corretto funzionamento delle piazze finanziare mondiali.

Poi, alle ore 13:45 di giovedì 9 giugno, arriva la decisione della Bce che lascia i tassi invariati, come ampiamente atteso, annunciando il primo rialzo nel mese di luglio prossimo di 0.25 punti base, promettendo ulteriori rialzi a settembre, anche ad ritmo più elevato, se i dati che giungeranno, in merito ai prezzi al consumo, dovessero essere preoccupanti.

I mercati immediatamente hanno reagito in maniera differente a quanto ci avevano abituato negli ultimi due anni, pertanto con una accentuazione dei cali, che questa volta, narrano di una inquietudine diffusa tra gli operatori che si domandano, perchè la banca centrale europea non abbia alzato i tassi, con l'inflazione palesemente fuori controllo ed esplosa in base all'ultima rilevazione, e subodorando quindi, uno stato dell'economia e una prospettiva economica, molto più debole di quanto ci si possa immaginare.

Ecco quindi, il verificarsi di una delle situazioni che già altre volte aveva sorpreso gli analisti, una discesa che avviene e prende il via da una non più credibile azione da parte della Bce, che a questo punto inizia a mostrare segnali di debolezza che il mercato inizia inevitabilmente a prezzare e a punire.

Fortissima anche la reazione sul fronte obbligazionario, con il trentennale italiano che sfiora un ribasso del 3% e un rendimento in netto rialzo, salvo poi recuperare alla notizia di supporto da parte della BCE in caso di sell-off generalizzato.

Più volte si è cercato di andare a fondo nelle decisioni intraprese da quando la Lagarde ne è diventata presidente, a partire dal primo scivolone durante sua prima conferenza stampa, anche se si vuole,sfortunata nel tempismo, vista la coincidenza con l'avvento del Covid sulle scene mondiali, per passare poi, agli errori di valutazione sul piano inflazionistico, errore condiviso in buona compagnia, sia con la FED (banca centrale americana) che con Janet Yellen, ex presidente della stessa Fed, ed attualmente Segretario del Tesoro americano, finita recentemente sul banco degli inputati per aver ammesso l'enorme errore di valutazione sulla crescita dei prezzi al consumo.

L'impressione che ne traspare è di una Bce che gioca di rimessa con la Fed sin dai primi giorni del mandato dell'attuale presidente, attendismo che ne ha ancor più aggravato le conseguenze in termini inflazionistici per non aver agito già da un anno a questa parte, salvo poi trovarsi con le spalle al muro, successivamente all'aggressione della Russia ai danni dell'Ucraina e delle incomprensibili politiche populiste (vedi embargo petrolio russo) messe in atto dall'Unione Europea che verranno attuate a scapito di noi europei, per finire con il favorire commercialmente la stessa Russia e gli Stati Uniti, che ricordiamolo, esportano in Europa le loro materie prime a peso d'oro.

All'interno di questo quadro politico autolesionista, si va ad aggiungere l'attuale governance della Bce che finora, non ha di certo brillato in termini di personalità e di credibilità come lo era stato invece, il precedente mandato di Mario Draghi.

Può più o meno piacere come politico, ma quando si parla di materia finanziaria, nessuno come nel suo mandato, ha mai fatto tanto per l'Europa ed è ora, in un ennesimo momento delicatissimo per l'economia dell'Eurozona, che  se ne avverte la mancanza.

Il tanto agognato soft landing dell'economia, dipenderà dall'abilità e dalla credibilità con cui le banche centrali ritireranno l'enorme massa di liquidità immessa nelle economie per affrontare e superare gli anni del Covid e se uno di questi due fattori venisse a mancare, i danni che ne scaturirebbero potrebbero essere di gran lunga superiori ai benefici di cui si è goduto in questi anni.

A soprendere invece, tornando ad aspetti puramente tecnici di movimenti di borsa, è stato il recente sondaggio portato avanti dal IlSole24Ore in cui è emerso che il 66% degli operatori di mercato intervistato, vedeva ancora un mercato straordinariamente rialzista, tutto questo, pochissimi giorni prima della già scontata negli esiti, riunione della BCE.

Siamo certi che, dopo le ultime due giornate, questa percentuale sia completamente ribaltata, ma, dopo la caduta di circa il 5% dell'indice FTSE MIB. rimarrà nelle orecchie l'eco del risultato di quel sondaggio.

Nella seguente giornata di venerdi (ieri 10 giugno ndr) è piombato sulle borse anche l'ennesimo dato inflattivo proveniente dagli Usa, in netto rialzo, segnando un rialzo annuale dell' 8,6%.

Come poteva essere inferiore, ci domandiamo, con il greggio che dopo la farsa dell'Opec, continua a viaggiare oltre i 120 dollari a barile?

Misteri tutti da sciogliere, come il dare per scontato un rialzo dei tassi di un misero quarto di punto a luglio, sempre in Eurozona, con il Dollaro Statunitense che sta letteralmente asfaltando l'Euro sul fronte dei cambi, fattore che incide ed inciderà enormemente in un'area economica quasi completamente dipendente dalle importazioni di materie prime, da pagare appunto....in dollari sonanti!

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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