Siamo apparsi regolarmente su:

L'ennesima fase di stallo prende piede sulle borse ma il 9 giugno tutto può cambiare.


Una ottava che ha proseguito sulle stesse orme della precedente, imitandola nei bassissimi volumi di contrattazione e nella dinamica pigra  e dubbiosa, alla ricerca di spunti, sempre nel pomeriggio, da una America che recupera dagli scarichi delle ottave precedenti, riportandosi a ridosso di valori switch importanti, come avevamo sintetizzato, nell'area cuscinetto compresa tra 12750-12950 per quanto riguarda il Nasdaq, e ai 33250 per il DJ, salvo poi esserne di nuovo respinta come dimostra la chiusura di venerdi 3 giugno ndr.

Nulla di rilevante pertanto o di aggiuntivo a quanto riportato la scorsa settimana, e nulla aggiunge a questa analisi, lo stare a guardare per ore ed ore lo stesso grafico, ribaltandolo e vivisezionandolo con differenti timeframe, il risultato non cambia come nella arcinota proprietà transitiva.

Lo stallo a questo punto, presumibilmente si protrarrà sino al 9 giugno, giorno in cui la Bce informerà il mondo in merito alle sue scelte di politica economica.

Quale sarà la decisione?

Seguirà i passi della Boe (Bank of England) mettendo a segno rialzi da un quarto di punto?

Seguirà la Fed, con un rialzo di mezzo punto percentuale?

Andrà per la sua strada, temporeggiando ulteriormente, lasciando i tassi invariati?

In questa terza ipotesi, come si evolverà il percoso inflazionistico dopo la sorpresa dei giorni scorsi con tasso europeo all'8,1% ?

L'inflazione rimarrà sotto controllo?

La nostra ipotesi è che la BCE seguirà i passi della BoE, alzando i tassi di un quarto di punto, con previsioni di ulteriori interventi, tenendo monitorati i dati, in un ongoing process, che lascerà inevitabilmente ampio spazio a sorprese negative, dal momento che siamo stati in grado di testimoniare la lentezza di intervento in momenti più opportuni, protrattisi lungo gran parte del 2021, anno in cui il Board attuale ha nascosto sotto il tappeto l'inflazione persistentemente in crescita, bollandola come transitoria, commettendo un gravissimo errore di valutazione.

Ora, come ampiamente discusso, ogni intervento può scaraventare l'Europa in staglfazione, con alta inflazione e bassa crescita, e questo nella migliore delle ipotesi, come dimostrano i dati macroeconomici in netta contrazione, equamente disseminati in Europa, con un maggior coinvolgimento della nostra locomotiva economica, la Germania.

Il market mover della settimana quindi, sarà la Bce il 9 giugno in cui gran parte degli analisti prevede un nulla di fatto e una promessa di alzare i tassi nella riunione del 21 luglio di mezzo punto percentuale.

Così quindi, i mercati si apprestano ad affrontare questa importante settimana, con una riunione che giunge, fra l'altro, a ridosso della scadenza dei maggiori futures in programma il 17 di giugno.

Si era evidenziato quanto gli indici americani siano già impostati in territorio di downtrend mentre gran parte dell'Europa continua a mantenere valori lusignhieri, sospinta ancora dalla liquidità immessa dalla banca centrale.

La sopresa arriverebbe se vi fosse sin da giungo un primo rialzo dei tassi, anche se solo di un quarto di punto, ma a pochi giorni dal meeting, non è possibile nè tantomeno opportuno, presagire altri scenari.

Non ci resta che attendere il 9 giugno e rimanere alla finestra a guardare. 

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)