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Obiettivo reddito – Guadagnare due volte con azioni e bond, mettendo l’airbag e ottimizzando il fisco


Proviamo a ragionare su come rimodulare il rendimento da dividendi in un mercato molto tirato, su come poi incrementare gli importi incassati con l’alternativa delle obbligazioni e su come cogliere l’aspetto fiscale se si hanno minus da compensare. Naturalmente la casistica è infinita ma alcuni esempi servono a evidenziare le strategie possibili.

Il report della domenica

Immagine da Public Domain Pictures (realizzata da M. M. Hassan)

E’ evidente: la casistica sul tema che trattiamo oggi è talmente ampia da rendere impossibile una risposta univoca. Certo è che due realtà si stanno imponendo nella prima parte del 2024:

● l’azionario italiano – soprattutto ad alto dividendo – sale (con l’indice sui massimi da 16 anni)

● l’obbligazionario è in una fase di congestione e lascia spazi di manovra.

In altre parole tutto sta andando all’inverso di quanto ci si attendeva a fine 2023, in presenza allora di generalizzate ipotesi esattamente contrarie.

C’è tuttavia un aspetto non sufficientemente evidenziato: i titoli ad alto dividendo stanno progredendo esageratamente e ciò comporta yield al ribasso. Pochi mesi fa si pensava che molte nostre banche – per esempio – potessero caratterizzarsi per rendimenti superiori al 10%. Oggi si prevede che ciò avverrà limitatamente a tre casi (Banca Ifis – Banco Bpm – Intesa Sanpaolo, ma per quest’ultima con lo sdoppiamento acconto più saldo).

E allora? Solo una strategia attiva comporterà profitti realmente elevati, superiori a quelli ipotizzabili con il classico metodo del cassettista.

Il ragionamento si basa su questi punti di partenza:

Essere investitori di lungo periodo in un mercato così tirato non è la scelta migliore

Azioni italiane sui massimi e bond quasi sui minimi: occorre sfruttare questa anomalia

Proteggersi da improvvise inversioni del mercato azionario può essere una scelta vincente di breve/medio termine. Farlo prima o dopo lo stacco dividendi? Se si ha un’alternativa e si vuole incassare profitti in conto capitale meglio farlo prima. Talvolta lo stacco dividendi porta all’avvio di una successiva fase correttiva non marginale

In più c’è l’aspetto fiscale, decisivo nella scelta se anticipare la vendita di un’azione prima dello stacco o dopo il pagamento del relativo importo: avendo minus è l’occasione di bruciarle

Quanto ipotizzato vale logicamente per il quadro delle quotazioni in corso, che potrebbe modificarsi da domani fino ai singoli stacchi cedola

Da notare tuttavia che sul Ftse Mib si sta sviluppando la prassi del dividendo pagato in due rate (acconto e saldo): ciò complica un po' le cose.

Passiamo allora a qualche esempio di gestione attiva, che prevede switch fra azionario e obbligazionario.

● Quando l’azione è sui massimi: l’esempio Assicurazioni Generali

Importo dividendo

1,16 Eur (stacco 20/5, pagamento 22/5)

Dividend yield 9/2/24

5,7%

Dividend yield 1/2/24

5,7%

Dividend yield 2/1/24

6,0%

Quotazione chiusura 9/2/24

20,4 Eur

Max 52 settimane

20,79 Eur (31/1/24)

Min 52 settimane

16,67 Eur (20/3/23)

Performance 1 anno

+12,4%

Volatilità su base annua

16,6% (bassa)

Vendere prima dello stacco

In ottica di rendimento se lo yield sarà sul o sotto il 5,7% converrà un “sell” perché vorrà dire che il titolo sarà ancora molto tirato, con un rilevante peso della rivalutazione del capitale sulla performance globale. Importante la componente fiscale: con minus nello zainetto fiscale ancor più preferibile la vendita

Mantenere in portafoglio

Se il rendimento salirà sopra il 6% l’“hold”  converrà se si punta sulla bassa volatilità dell’azione e se non si hanno minus da compensare

Eventuale reinvestimento su un bond

L’importo del dividendo o della rivalutazione del capitale, in caso di vendita, può essere destinato a un Btp molto corto, per cogliere l’occasione di un successivo rientro in presenza di debolezza dell’azione. Per esempio il Btp 0% Dc24 (Isin IT0005474330), che quota sui 97,2 Eur, è vantaggioso anche per chi ha minus fiscali

● Quando l’azione è super redditizia: l’esempio Banco Bpm

Importo dividendo

0,56 Eur (aprile 2024)

Dividend yield 9/2/24

10,8%

Dividend yield 1/2/24

11,3%

Dividend yield 2/1/24

11,5%

Quotazione chiusura 9/2/24

5,192 Eur

Max 52 settimane

5,22 Eur (14/11/23)

Min 52 settimane

3,31 Eur (20/3/23)

Performance 1 anno

+23,3%

Volatilità su base annua

33% (medio alta)

Vendere prima dello stacco

In ottica di rendimento al momento sembra la scelta migliore, considerando che il titolo si sta avvicinando al massimo di lunghissimo periodo, consentendo profitti in conto capitale di tutto rilievo, ancor più se si hanno minus da compensare, sempre che il guadagno sia almeno doppio rispetto al mancato incasso da dividendo. Si tenga poi conto dell’alta volatilità del titolo

Mantenere in portafoglio

L’impatto dello stacco sarà pesante e un reinvestimento del relativo importo sullo stesso titolo poco conveniente. Consigliabile monitorare nelle prossime settimane l’andamento della distanza (ora positiva) rispetto alla media mobile a 200. Favorevole l’“hold” in presenza di notizie di merger bancari che coinvolgessero questo istituto

Eventuale reinvestimento su un bond

Il Btp 0,50% 1/2/26 (Isin IT0005419848- quotazione sui 95 Eur) è idoneo a un utilizzo su due anni in prospettiva di rendimento (3,2%) e soprattutto di credito fiscale da recuperare

● Quando l’azione scende: l’esempio Italgas

Importo dividendo

0,32 € (stacco 20/5/24 – pagamento 22/5/24)

Dividend yield 9/2/24

6,3%

Dividend yield 1/2/24

6,2%

Dividend yield 2/1/24

6,2%

Quotazione chiusura 9/2/24

5,07 Eur

Max 52 settimane

6,085 Eur (21/4/23)

Min 52 settimane

4,684 Eur (30/10/23)

Performance 1 anno

-10,3%

Volatilità su base annua

19% (bassa)

Vendere prima dello stacco

In ottica di rendimento il lento trend ribassista dell’azione non ha avuto effetti consistenti sullo yield nelle ultime settimane. Il “sell” conviene solo se si è acquistato il titolo sui minimi del marzo 2020 e dell’ottobre 2022 e si registrano plusvalenze in conto capitale almeno doppie rispetto a quanto assicurato dal dividendo, con in più vantaggi di compensazione di un credito fiscale

Mantenere in portafoglio

Considerando le caratteristiche del titolo e la bassa volatilità è il classico titolo da “hold”, malgrado la debolezza in corso. Preferibile però investire quanto incassato con il dividendo collocandolo su un titolo di Stato ad alta “duration” e quindi con buone prospettive di rialzo della quotazione in presenza di tassi Bce che scendessero

Eventuale reinvestimento su un bond

Il francese Oat 0,5% 2072 (Isin FR0014001NN8) è uno dei titoli che quota più basso in assoluto sul Mot e che ha maggiori prospettive di rimbalzo in presenza di una politica monetaria che invertisse al ribasso. Con una quotazione sui 37 Eur si adatta inoltre a un reinvestimento di importi non rilevanti provenienti da dividendi azionari

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