Fasi laterali, tecnologia e bond picking


Arriva la fase laterale? I listini mondiali proseguono la loro incessante crescita malgrado le voci ribassiste che solo una o due settimane fa ventilavano l'imminente crollo e le prese di beneficio alla fine del bull market. Ma per ora niente di tutto questo. Quindi adesso, visto che non succede nulla e che le renne continuano a trainare la slitta, si cambia spauracchio: la fase laterale. E Babbo Natale è qui tra di noi. Con qualche fondamento tecnico, questa volta. Secondo gli analisti Usa, infatti, raramente al Toro scatenato si sostituisce d'improvviso un Orso altrettanto aggressivo; piuttosto, quello che capita solitamente è appunto una lunga ed estenuante fase laterale. Per fare un esempio, dal 1945 al 1966 il Dow Jones è cresciuto del 645%, per poi rimanere in range fino al 1982. Ma gli esempi, anche su timing più brevi sarebbero molti.

Un punto a favore dei rialzisti arriva però dal mercato interno statunitense.

Questa settimana è infatti estremamente importante per l'economia Usa, visti i numerosi appuntamenti macroeconomici: lunedì 19 sono usciti i dati di settembre sulla produzione industriale (che ha sorpreso positivamente gli analisti: prevista in calo da +1,7% a -0,3%, ha invece registrato un +0,7%) e sui prezzi alla produzione «core» (senza la componente alimentari ed energia, da +0,2% a +0,1%). Giovedì 22 ottobre arriveranno le richieste mensili d'indennità di disoccupazione, che dovrebbero aumentare (ma non di molto) da 510.000 a 512.000. Infine le vendite di case, passate da 5,1 a 5,38 milioni stimati: quest'ultimo dato, rispetto a gennaio è cresciuto del 14%. Quanto alle costruzioni di nuove case, sempre lunedì 19 è arrivata la conferma del salto in alto: +23% a settembre, con un clamoroso +34% per le sole case unifamiliari. Gli economisti sono però incerti su questa ripresa dell'edilizia, che potrebbe essere solo temporanea, spinta dalle esenzioni fiscali statali Usa che però termineranno a novembre. Non a caso l'indice che registra il sentiment dei costruttori membri della National Association of Home Builders (elaborato da Wells Fargo) è passato dai 19 punti di settembre ai 18 di ottobre, pur essendo atteso a 20.

Dati in chiaroscuro, quindi, ma che riescono a dare una buona indicazione del percorso intrapreso dall'economia degli Stati Uniti: il peggio è passato, la negatività rallenta e, in qualche caso, il trend appare leggermente invertito. È questo, insomma, il momento degli speculatori, di chi è pronto a rischiare prima degli altri. E forse è giù tardi: per alcuni economisti, infatti, il punto più basso della recessione sarebbe stato registrato a giugno.

Stessa musica per l'Eurozona, le cui economie sono in evidente ripresa, a partire dagli Stati big, trainate dalla ripresa dei consumi. A differenza dei nordamericani, gli europei risparmiano tanto, per cui quando i prezzi sono bassi evidentemente si rimettono subito a comprare. E in questo periodo le occasioni, in tutti i settori, non mancano di certo, auto in testa. L'euro-produzione, poi è attesa anche migliore di quella degli Stati Uniti. I rischi però, come più volte scritto su questi pixel, non mancano: la disoccupazione, ormai quasi al 10%, non dà cenni di rallentamento, ma la leggera ripresa delle esportazioni europee in qualche modo forse ridurrà gli effetti negativi di un ulteriore incremento; poi la fine degli incentivi statali, in molti settori prevista per fine anno, che potrebbe abbattere nuovamente i consumi a partire dal 2010.

Resta poi la speranza della ciclicità: il Natale dell'Occidente si avvicina e, a livello di vendita di beni di consumo, potrebbe riservare qualche sorpresa, visto com'è andata con la riapertura delle scuole: Intel, ad esempio, segnala un discreto incremento delle vendite di pc collegandolo esplicitamente al rientro degli studenti nelle aule. L'unico dubbio è il magazzino dei negozianti: la paura di vendere poco potrebbe spingerli ad acquistare poco per non rimanere con troppe merci invendute a gennaio, e questa scelta inevitabilmente abbatterebbe le vendite a livello globale.

Nello scorso intervento, poi, segnalavamo la tecnologia come settore in via di resurrezione. La terza trimestrale del 2009 di Intel ha confermato in pieno la positività del momento, grazie appunto a un positivo avvio d'autunno e alle vendite in Cina, senza parlare del fatturato e degli utili di Apple, rispettivamente in crescita a 9,87 miliardi di dollari il primo (dai precedenti 7,6 miliardi) e a 1,67 miliardi da 1,14 miliardi il secondo, tutto grazie a 10,2 milioni di iPode, 7,4 milioni di iPhone e 3 milioni di computer Mac venduti nel solo quarto trimestre fiscale 2009. Senza dimenticare che il 22 ottobre sarà ufficialmente presentato il nuovo sistema operativo di Microsoft, Windows 7, progettato per far dimenticare il deludente Windows Vista. Buoni anche i dati della multinazionale olandese Philips. Quest'ultima, in collaborazione con Abn Amro, ha anche presentato un prototipo di sistema per controllare l'emotività dei trader nel corso dell'operatività e ridurre così i rischi di errore, denominato «Rationalizer» (www.philips.com > newscenter). E' l'alambicco che vedete qui sotto in fondo (sic …).

Dal punto di vista dei settori, si conferma il forte interesse dei mercati su trasporti (di merci e persone) e logistica. La ripresa del commercio mondiale, infatti, sta spingendo a puntare sulle aziende dei sottosettori dell'S&P Transportation Composite Index, in particolare sull'Air Freight & Logistics e sulle linee aeree, che tra l'altro hanno il vantaggio di essere a forte sconto, penalizzate dall'impennata del prezzo del petrolio.

Infine, per chi è stato alla ricerca di alti rendimenti puntando per esempio sui bond high yield, è forse il momento di fare qualche riflessione. I tassi offerti non sono più così appetitosi come qualche mese fa, quindi  - è il parere di qualche analista Usa ? potrebbero tornare di moda i dividendi. L'azionario rientrerà (sta rientrando) massicciamente nei portafogli di fondi internazionali, banche e ?mani forti?, e solo società con buoni dividendi possono competere, almeno in questa fase, con gli high yield. E se il mercato su butta sulle ?dividend yelding stocks?, ovviamente i loro corsi non possono che giovarsene.

Ed è proprio questo il momento di fare un attento bond-picking. Sul mercato sta arrivando un sacco di robaccia (leggi: corporate senza rating o di società non proprio solidissime) e già qualcuno grida alla bolla che starebbe per scoppiare. L'impressione è che queste grida non siano poi tanto lontane dalla verità, anche se siamo solo alla fase di rapido avvio e un possibile declino non sembra dietro l'angolo.

Infine la Cina: secondo i meglio informati, il gigante asiatico mercoledì o giovedì rivelerà un Pil per il terzo trimestre 2009 del 9%, la migliore performance dell'anno. E già lo Shanghai Composite Index, lunedì, s'è portato a casa un bel +2,1%.

 

 

 

 

 

 

 

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