Molto rumore per nulla…


Si sono chiuse le urne, stanotte, e l’esito del referendum ci consegna un NO forte e chiaro, con tutto ciò che comporta e ne consegue nell’immediato a livello politico. Il tracollo paventato dai più sul mercato italiano non è avvenuto, e la reazione di disappunto dei mercati all’esito del voto è tutto sommato contenuta.

Anche il nostro spread, che i più davano a livelli da default in caso di vittoria del NO, viaggia tranquillamente in area 167 bps, registrando pure una lievissima discesa dalla chiusura di venerdì. Si vociferava di interventi da parte della BCE a sostegno dei nostri governativi, cosa per altro smentita in maniera ferma dalla stessa BCE, la quale ovviamente non può cambiare i programmi di acquisti del suo QE. Non di meno, S&P si è pronunciata a stretto giro, dichiarando che il nostro Paese non subirà nessun impatto dall’esito del referendum e che non c’è nessuna intenzione di rivedere il rating che resta invariato a BBB- con outlook stabile.

“Dal punto di vista della stabilità e dell’efficacia politica riteniamo che la riforma proposta avrebbe avuto effetti potenzialmente positivi. Tuttavia, l’esito negativo del referendum non ha un impatto immediato sul merito di credito dell’Italia in quanto non ha implicazioni sulle politiche economiche e di bilancio nel breve al di là di probabili cambiamenti politici.”

Inoltre se consideriamo che il Bund quota oggi in area 160, registrando un -0,60% portando il rendimento del decennale allo 0,32% è chiaro che il nostro -1,08% sul Btp future non sconvolge più di tanto e certamente non rappresenta il disastro annunciato. Non diversa la sorte anche degli altri decennali europei, che vedono tutti lievi aumenti nei loro rendimenti. Ne consegue che il mercato segue la sua strada e non ha drammatizzato un esito certamente scomodo a molti (ai burocrati di Bruxelles in primis), ma che logicamente nulla ha a che vedere con i fondamentali macro di uno Stato.

Dando uno sguardo al nostro portafoglio, notiamo con piacere che il dopo-voto non ha provocato nessuna ripercussione, lasciando di fatto stabile il nostro asset; in realtà abbiamo un lievissimo incremento rispetto all’ultima rilevazione del NAV che passa da 110,22 di fine novembre ai 110,25 odierni. Nella consueta sezione trovate il portafoglio aggiornato ai prezzi correnti di mercato, unitamente al grafico del NAV storico.

Domani avremo in pagamento la penultima cedola per il 2016: incasseremo infatti il coupon del bond Bco Popolare TV C&F 2017, cui seguirà poco prima delle Feste Natalizie la cedola della Bei 2018 in dollari USA. A proposito di USD, il cambio come ci si attendeva sta rimbalzando per scaricare l’ipervenduto accumulato sul supporto in area 1,05 e il movimento tecnico ha spazio, largo circa, sino ad area 1,08 prima di riprendere la sua marcia verso il basso.

Probabilmente, salvo eventi di rilievo, il portafoglio giungerà alla fine del 2016 con questa allocazione; stiamo già lavorando alla strategia per il 2017, che se da un lato continuerà molto presumibilmente ad essere caratterizzato dalla discesa dei prezzi obbligazionari, dall’altro ci dovrebbe permettere di avere un po’ di volatilità in più rispetto a questo 2016 noiosissimo e molto poco remunerativo.

Ad ogni buon conto, le somme si tirano alla fine, e qui abbiamo ancora quattro settimane avanti a noi nelle quali è necessario continuare a porre la massima attenzione, poiché gli imprevisti sono sempre in agguato.