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Hot markets: le azioni possibili pepite d’oro dell’economia del futuro


Si riferiscono alle aziende destinate a cancellare il passato, ovvero ad annientare le concorrenti più tradizionaliste. In altre parole le regine della “disruption”.

Sia chiaro! Quello di cui scriviamo oggi è un tema non “hot” ma “super hot”. Ci riferiamo al fenomeno chiamato “disruption”, dilagante in economia e che - mettendo in atto modelli di business alternativi - può portare alla sparizione di interi settori o comunque stravolgerne le logiche competitive. Neil Dwane – gestore di Allianz – descrive così questo concetto e i suoi impatti in finanza: “La ‘disruption’ sta modificando le dinamiche di costruzione dei portafogli di investimento. Basti pensare che nel 1960 la vita media di una società era di 60 anni, mentre risultava di 20 nel 1990. Bisogna poi considerare che dal 1989 il 20% dei titoli dell’S&P 500 ha contribuito alla totalità dei rendimenti, mentre il restante 80% ne è rimasto esente. Nello specifico l’8% ha registrato una sovraperformance di almeno il 500%. E’ quindi inevitabile, nel seguire i nuovi trend derivanti dalla “disruption”: 1°) evitare i flop, cruciale tanto quanto scegliere i titoli vincenti; 2°) preferire la gestione attiva, che assume un ruolo fondamentale”.

L’identificazione delle azioni del futuro in ascesa da questa rivoluzione impegna il mondo della finanza, che si attende un nuovo sisma dopo quelli degli ultimi anni. Riuscire ad anticipare innovativi business vincenti potrebbe voler dire trovare pepite d’oro come sono state Amazon, Facebook, Google e via di seguito. Con un’enorme incertezza. Alcune delle società candidate “al futuro” non producono attualmente profitti e quindi è possibile che la loro crescita avverrà con fasi alterne e incerte. Guardando però all’interno dei fondi specializzati in “disruption” qualche indicazione di azioni del futuro si trova, poiché più o meno presenti nelle diverse gestioni. Queste alcune delle più significative.

AC Immune - La biotech svizzera, specializzata nei trattamenti dell'Alzheimer, ha messo a punto un metodo che consente a specifici anticorpi di eliminare le cellule cerebrali danneggiate, all’origine della malattia. L’azione è quotata al Nasdaq (sigla ACIU), dove è ancora una piccola capitalizzazione. La performance dall’esordio è stata negativa, ma si tratta di un titolo destinato a potenziali importanti “upside”.

Actelion - Un’altra azienda biofarmaceutica con sede in Svizzera (Basilea), impegnata in ricerca, sviluppo e commercializzazione di terapie innovative per malattie prive di soluzioni terapeutiche. Il 20% delle “revenues” è destinato alla ricerca. L’azione è quotata in Svizzera (sigla ATLN) da maggio e finora si è mossa fra 265 e 286 franchi, ma viene giudicata nella fase attuale sopravalutata da parte di vari analisti riguardo alla capacità di creare profitti.

Alphabet – In realtà è una vecchia conoscenza del mercato, poiché fondata nel 2015 come holding cui fanno capo Google Inc. e altre società controllate. Una curiosità sta nel fatto che essendo il nome “alphabet.com” di proprietà del costruttore automobilistico tedesco Bmw, i fondatori hanno dovuto scegliere per il sito web dell'holding l’originale indirizzo “https://abc.xyz/”, ideato appositamente. L’azione resta caratterizzata al Nasdaq dalla vecchia sigla GOOGL ed è una delle maggiori capitalizzazioni dell’intero mercato, con 650 miliardi di $. Perché inserirla fra le nuove protagoniste della “disruption”? La risposta è complessa: i business si stanno ormai allargando ad altri comparti. Per esempio alla lotta contro l’invecchiamento degli uomini e alla creazione di robot utilizzabili in sostituzione dei soldati. E in tanto altro ancora. L’innovazione tecnologica si chiama sempre più Alphabet.

Palantir - Nata da un incubatore dei servizi segreti Usa (Cia e Fbi), per fornire analisi anti-terrorismo, si è aperta al mercato privato cooperando con il settore finanziario per le lotte anti-frode. Poco si sa della sua attività futura. Questa società non è ancora quotata (per motivi proprio di riservatezza) ma il mercato sta spingendo verso una sua presenza al Nasdaq, dove c’è chi ipotizza una valutazione plurimiliardaria, logicamente in $.

Salesforces.com – E’ un'impresa statunitense di “cloud computing” con sede a San Francisco (California): ha proposto per prima al mondo quest’applicazione. Ora sta sviluppando anche Einstein, programma di intelligenza artificiale. L’azione quota al Nyse (sigla CRM) dal 2004, con una capitalizzazione ormai di 64 miliardi di $. E’ passata nel frattempo da 6 a 90 $, grazie a tutte le iniziative lanciate negli anni. Ora si punta appunto su Einstein, che potrebbe modificare le strategie di marketing dei clienti, rendendole super efficaci.

Snap Inc – Con il suo servizio di messaggistica istantanea per smartphone e tablet consente di inviare agli utenti della propria rete messaggi di testo, foto e video visualizzabili solo per 24 ore. Si tratta del terzo servizio più utilizzato dopo Facebook e WhatsApp. C’è chi sostiene che queste ultime siano destinate in futuro a essere superate e quasi annientate da Snapchat. L’azione è quotata al Nyse (sigla SNAP) e gli analisti la guardano in una prospettiva di lungo termine, poiché i fatturati sono finora minimi rispetto alla capitalizzazione di Borsa, che ha già raggiunto quasi 16 miliardi di $.

Tencent – E’ una società fondata nel 1998 da due cinesi; le sue filiali forniscono servizi per intrattenimento, mass media, internet, e telefoni cellulari non solo nel Paese d‘origine, dove l'app WeChat è già utilizzata da 800 milioni di persone. Inizialmente era destinata solo ai messaggi; oggi consente di avere accesso a una miriade di servizi. Per alcuni analisti Tencent potrebbe diventare in futuro la maggiore società del mondo. L’azione è quotata a Hong Kong e a Wall Street, ma in questo caso sul mercato Otc (sigla TCEHY). Dove è salita da 24 a quasi 40 $ nell’arco di un anno.

Tesla – Inutile presentare questa società, ormai conosciuta anche al grande pubblico. A fianco della produzione di auto c’è un business forse ancor più primario, lo sviluppo di nuove tecnologie per lo stoccaggio dell’energia. Una diversificazione è già in atto ma le vere novità verranno nel corso dei prossimi dieci anni. L’azione, quotata al Nasdaq (sigla TSLA) continua a salire dal 2013, pur con fasi alterne. Gli analisti la seguono con interesse per un motivo semplice: Tesla è un gruppo di progettisti dell’avvenire. Potrebbe davvero rappresentare la “disruption” in molti campi, al di là dell’automobilistico.

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Questa è inevitabilmente una selezione di azioni del futuro rispetto a un “mare magnum” di dimensioni imprevedibili. Le regine dell’economia degli anni 2020 e 2030 stanno iniziando a emergere, ma già si sa che rivoluzioneranno il mondo, a cominciare da tre settori: comunicazioni di massa, energia e medicina. Ai tanti che hanno perso le occasioni degli ultimi dieci anni (le varie Apple, Facebook, Google, ecc., con i loro tentacoli) il consiglio è uno solo: non sciupate le opportunità del domani perché quanto si è visto finora è poca cosa rispetto alle azioni pepite d’oro del futuro.