Sfera di cristallo della finanza: i big la vedono così (30/7/2017)


Un insieme di valutazioni sui mercati e sulle politiche monetarie, per capire meglio l’aria che tira.

Cedole & dividendi

Il report della domenica è “free”; quelli degli altri giorni disponibili solo per gli abbonati.

Li abbiamo letti con attenzione e le conclusioni sono talvolta (inevitabilmente) contradditorie ma pur sempre interessanti. I big dell’asset management fanno diverse previsioni di breve e medio termine e danno variegati consigli agli investitori.

I numeri di Bofa Merrill Lynch

L’ultima “weekly letter” della banca americana traccia una previsione dell’andamento dei mercati e dell’economia per fine anno.

Asset

Previsione per fine anno

Dato chiusura di venerdì

S&P 500

2.450 p.b.

2.472 p.b.

Eps S&P 500

129 $

126 $

Us Fed Funds

1,50%

1,25%

10 years Us yield

2,85%

2,30%

Oro

1.276 $

1.270 $

Petrolio Wti

47,0 $

49,8 $


 

Crescita economia 2017

%

Mondo

+3,5%

Usa

+2,1%

Europa

+1,9%

Paesi emergenti

+4,6%

Le aspettative sono quindi per una stabilizzazione globale dei mercati, salvo per il rendimento dei Treasuries, visto al rialzo.

Europa, ci sono ancora rischi

In una visione di più lungo periodo Pimco si lascia andare a previsioni sui tassi nell’area Bce: secondo il gestore americano la Banca Centrale di Francoforte li rialzerà dal 2019 e inizierà a ridurre la dimensione del proprio bilancio dal 2020. Sul tema Europa ci sono però delle preoccupazioni: "Riteniamo che il rischio più acuto per l'Eurozona nei prossimi cinque anni sia una crisi di mercato originata dai timori relativi all'uscita di un suo membro dalla moneta unica. E' decisamente improbabile che l'Italia abbandoni l'euro, benché i livelli di crescita e di sostegno alla moneta unica siano tra i più bassi. Tuttavia, l’eventualità che una correzione abbia origine dal fatto che i mercati prezzino quest’incognita non è minima. Per la Bce, premi al rischio più elevati associati a un remoto pericolo di ridenominazione potrebbero irrigidire le condizioni finanziarie e inibire il meccanismo di trasmissione della politica monetaria all'interno dell'Eurozona. Siamo, perciò, cauti sul rischio associato alla periferia dell'Eurozona nel periodo che ci aspetta, in cui la Bce disabituerà l'economia dalla sua politica ultra-accomodante."

Bond, condizioni pur sempre favorevoli

Nella tradizionale lettera agli investitori Chris Iggo, Chief Officer, Fixed Income di Axa Investments, interviene su un tema molto delicato, quello dell’inflazione. Afferma infatti: “Nonostante la linea dura prevalsa all’inizio dell'estate, sembra che le banche centrali non siano pronte a dichiarare vittoria nella lotta per riportare l’inflazione ai livelli target. Forse è solo questione di tempo - la cosiddetta curva di Phillips evidenzierà un aumento dei salari dopo che il tasso di disoccupazione sarà ulteriormente sceso - ma, per il momento, le autorità monetarie non intervengono, in attesa che l’inflazione riprenda a salire. Nel corso dell’estate, il suo permanere a livelli contenuti dovrebbe frenare possibili interventi delle Banche centrali, con implicazioni favorevoli per il mercato obbligazionario. Al di là del dato complessivo, però, alcune forze in gioco determinano delle differenze nei tassi d’inflazione di diverse economie sviluppate, che vanno oltre l’ambito della politica monetaria, la quale si occupa solo del livello generale dei prezzi. Queste tendenze – deflazione dei prezzi dei beni e inflazione positiva dei servizi pubblici – hanno implicazioni distributive. Se il prezzo degli smartphone scende, non si abbassa il costo dei servizi sanitari universali, creando qualche difficoltà nella gestione delle politiche di spesa pubblica e di bilancio in molti Paesi avanzati. A livello macroeconomico, il perdurare della bassa inflazione e l’incapacità delle Banche centrali di normalizzare la situazione faranno sì che i prezzi degli strumenti finanziari continueranno a essere sostenuti dal basso costo del denaro. E ciò comporta qualche rischio”.

Altre strategie per trovare performance

Azionario tirato e obbligazionario in crisi di identità, a causa delle incertezze sui rialzi dei tassi: in questo quadro che fare? Per Goldman Sachs Asset Magamement nel breve e medio peridio ci sono solo due soluzioni: gli investimenti alternativi e – per il comparto bond – le strategie a valore relativo. Nel primo caso le cosiddette strategie “anticonformiste” sono quelle utilizzate dai gestori di fondi “hedge”, vale a dire non convenzionali. Basandosi su analisi del passato nei periodi a rendimento limitato da parte dell’azionario – soprattutto dal 1990 in poi – le performance degli “hedge” sono salite di quasi due volte e mezzo rispetto all’indice S&P 500. Nel secondo caso – ovvero nell’obbligazionario – l’abbassamento dei rendimenti ha inevitabilmente comportato una maggiore esposizione su scadenze lunghe e quindi duration elevate. In questo quadro una via di uscita consiste nel cavalcare le variazioni dei prezzi con le strategie “relative value”, che adottano tecniche di arbitraggio per sfruttare anomalie nelle quotazioni, acquistando attività sottovalutate e vendendo allo scoperto attività sopravvalutate, “modus operandi” possibile solo ai gestori professionali, ma che in effetti offre opportunità di rendimento in momenti difficili. Nel grafico è stata riassunta la situazione di valori nominali e scadenze medie delle obbligazioni nei quattro principali mercati del mondo, con un confronto fra 2007 e 2017. Sono evidenti compressioni forti sul primo fronte e allungamenti sul secondo, con un rischio complessivo nettamente maggiore.

In estrema sintesi l’opinione di Carmignac

E ora un riepilogo dei consigli di un altro leader dell’asset management, Carmignac Risk Managers, che ha di recente schematizzato così la sua visione del quadro generale:

Lunghi sull’euro Corti sul Bund Attenti alla volatilità Occorre restare attendere una stabilizzazione dell’inflazione Bene l’Europa (e soprattutto i periferici) ● Cautela su Wall Street, salvo per i settori della tecnologia e dell’innovazione Infine sull’oro non vi è ancora una condizione di costo/opportunità da cogliere.

Il suggerimento più interessante sta però nel timore che il rallentamento della crescita negli Usa verrà prima o poi a condizionare i mercati, dal che conseguirà un aumento della volatilità cui non si è preparati.

Parapetrolifere con questi target price

E infine dei consigli operativi redatti da Ubs, con target price sulle quotazioni attese nel comparto altamente speculativo delle leader dei cosiddetti servizi parapetroliferi, ovvero delle società che operano soprattutto nella ricerca di nuovi giacimenti. E’ stato aggiunto il prezzo di Borsa di venerdì in chiusura.

Società

Target price

Ultima quotazione

Saipem (Italia)

4,30 euro

3,46 euro

Technip (Francia)

38,0 euro

24,7 euro

Amec Foster Wheeler (GB)

483 pence

448,5 pence

Wood Group (GB)

825 pence

613,8 pence

PGS (Norvegia)

27 corone norvegesi

17 corone norvegesi

TGS Nopec (Norvegia)

200 corone norvegesi

167,5 corone norvegesi

Vallourec (Francia)

6,30 euro

5,17 euro

Tenaris (Italia) (1)

22 dollari Usa

31,6 dollari Usa

  1. (1) Dati riferiti alla quotazione a New York