Sell the news buy the rumors (o in questo caso il contrario comunque il concetto è quello). Sta di fatto che oggi qualcuno deve avere buttato tanta di quell’acqua sull’incendio europeo dei tassi di interesse che sarebbe bastata a trasformare la pianura Padana in un mare. Purtroppo cercare di combattere contro fenomeni come quello della deriva dei nostri conti pubblici non è cosa che si esaurisce in un giorno, anzi nel caso del nostro Paese che il debito aumenti di anno in anno è una evidenza sotto gli occhi di tutti. Se non altro per il momento hanno deciso di smettere di fare finta che diminuisca e questo è già un bene perché balletti e controballetti come quelli a cui siamo purtroppo abituati da decenni fanno solo male alla nostra economia. Ora tutti noi sappiamo che il governo Conte taglierà al 2.3 il deficit e l’Europa dirà ma perché non a 2.2. e si incontreranno al 2.25, tanto lavoro e inchiostro per nulla perché non è stata spesa una virgola nel recente dibattito di politica economica che ha tenuto banco nel Paese su come si possa riprendere la via della crescita sostenuta.
La realtà è che il cadavere delle economie occidentali è tenuto in vita ora dall’espansione della politica fiscale mentre fino a ieri era tenuto in vita dalla espansione della base monetaria. Fa un po’ paura pensare che anche la guerra è uno strumento di politica fiscale perché aumenta appunto la spesa pubblica in seguito allo sforzo bellico, ma è solo un pensiero da vecchio e come tale vi prego di trattarlo.
Quanto poi il fiume d’acqua che si è riversato oggi sui tassi di interesse sia in grado di spegnere l’incendio ve lo racconterò nei prossimi mesi, l’impressione è che serva poco.
Sia lo spread che il nostro indice azionario Ftse All Share hanno ancora un 10-20% di spazio per scendere e la barra di oggi ha cancellato ogni speranza di rimbalzo.
Domani dovremmo assistere all’ulteriore declino di azioni e bond (e speriamo rialzo del nostro ETF short).
Tutti sanno che non dobbiamo aspettarci niente di strano dal prossimo giudizio delle agenzie di rating ovvero il lento inesorabile declino, anche se certe “trovate” come la manina non fanno nient’altro che affrettarlo.
Il deflusso di miliardi di investitori esteri dal nostro paese continua e a colpi da quasi 20 miliardi / mese ci vogliono pochi mesi per iniziare a farsi sentire.
Quando l’incendio divampa e i pompieri hanno finito l’acqua non rimane che scappare.
Teniamo monitorata Eurotech e stiamo pronti a comprare. Per CHL ci penseranno i lettori più coraggiosi.