Vacche grasse e vacche magre in Borsa


Vacche grasse e vacche magre. Momenti buoni e momenti cattivi. Così va la borsa, come va la vita. Di tutti i principi aziendali che si leggono nei libri e si ascoltano nei corsi di gestione aziendale mi piace soprattutto quello per cui quando la barca va devi stendere le vele al vento e mettere anche mano ai remi, quando c’è la stanca devi stare fermo e buono.

Alcuni lettori hanno postato delle osservazioni a volte dispiaciute relativamente agli ultimi trade sull’Italia e all’andamento dell’operatività sul Nasdaq. Sono due maniche diverse l’Italia e gli USA e abbisognano di due risposte diverse.

Relativamente all’Italia: se la Borsa fosse certa nessuno lavorerebbe più e sarebbero tutti qui a tradare. La Borsa si legge giorno dopo giorno perché la Borsa è solo probabilità. Se succede qualcosa allora succede di conseguenza qualcosa d’altro e via di questo passo. Come in gioco di domino se cade un pezzo cade tutto. Se cercate Tomasini su google salta ancora fuori Tomasini Esprinet a 17 euro. Non ho mai capito perché quella previsione, tanto banale quanto scontata ed irrealizzata, ha riscosso e riscuote tanto successo. Illo tempore la previsione era banale: Esprinet era arrivata a 17, poi crollata, aveva fatto una base e stava ripartendo. Obiettivo ? Sul massimo precedente, banale. Poi non c’è arrivata perché nel frattempo è cambiato il mondo, una previsione per essere accettabile va bene che sia azzeccata solo al 50% ma quando vince, vince un numero qualsiasi superiore a quello che perde, diciamo 1.5. Così funziona la Borsa, non io avevo detto o avevo pensato e tu avevi scritto. Quello che scriviamo su LombardReport.com va bene nemmeno per la giornata stessa in cui scriviamo. Ferrari abbiamo sbagliato ed è scattato lo stop loss ? Un lettore ha commentato stamattina “con la paura che mi hanno fatto e mi fanno queste elezioni trovo un sollievo essere stato stoppato su Ferrari venerdì”. Capito ? Lo sai sempre dopo: se fino a una settimana fa le critiche erano del perché non davamo buy ora le critiche sono perché avete comprato Ferrari. Conclusione: calma e sangue freddo, torneranno i momenti migliori, e se affrontiamo i momenti peggiori con pochi soldi mentre teniamo il capitale per i momenti migliori il futuro non può che essere radioso.

I problemi della nostra operatività in breakout sono diversi e li vado ad enumerare, anche se per ogni problema c’è anche il lato positivo: 

1) Se stai dentro per diverse settimane il capitale circola lentamente e quindi è inevitabile che ci siano dei periodi di stanca. Se stai dentro per delle settimane (o cerchi di rimanere dentro per delle settimane) significa che devi anche affrontare dei periodi in cui fai poche operazioni e subisci delle perdite. E’ normale. E’ da 20 anni che succede questo. Così come nei periodi di vacche grasse ogni operazione che fai è indovinata. Il lettore non si deve scoraggiare nei periodi stanca e non si deve esaltare nei periodi in cui tutto funziona alla meraviglia. 

2) Poi entra in gioco il razionamento del capitale. Molti lettori si fanno prendere dalla frenesia ed operano con ammontare di capitali diversi tali per cui quando siamo investiti su 25 titoli e guadagniamo svergognatamente ecco che ne hanno comprati 10 quando invece comprano Ferrari utilizzano un lotto enorme per mettere a reddito tutto i capitale e per questo la perdita si ingigantisce. 

3) I risultati cambiano da quando si inizia a seguire la newsletter e qui è il caso del Nasdaq che riportiamo qui sotto. Se inizi a seguire il Nasdaq il giorno prima del picco della equity line e ti prendi tutto il drawdown è inevitabile che ci rimani male. Ma anche questo fa parte delle regole del gioco.

Veniamo quindi al Nasdaq: un lettore lamenta di avere perso. Certo, fa parte del gioco e posto di seguito la equity line del Nasdaq per quanto riguarda questo tipo di trading in contro tendenza. La equity deve essre considerata largo circa sia perché gli eseguiti dei lettori non sono quelli nostri sia perché i dati nostri non sono quelli del flusso dei lettori. Nella prima figura avete appunto largo circa lo storico e notate come il drawdown avuto recentemente, per quanto doloroso, è tutto sommato “normale”. Tenete inoltre conto che se vedete un drawdown, in una equity che dal 2009 arriva ai giorni nostri, è diverso da una equity che parte due anni fa dove il drawdown può assumere falsamente contorni giganteschi:

Nella seconda avete invece una equity “realistica” di questa strategia che compone il nostro portafoglio dal momento di attivazione dei segnali  (da cui è sempre bene dedurre un 10 o 20% per errori, commissioni, ineseguiti, etc.). Questa equity vi mostra però bene cosa è successo (e come si sarebbe sentito il lettore, assolutamente una situazione di disagio comprensibilissima e pensate noi da questa parte come ci sentiamo, giusto per fare una chiosa di tipo personale che non dovrebbe entrarci nulla) in realtà con soldi veri. In particolare notate, come sempre succede con chi entra nel momento sbagliato, cosa sarebbe successo se il malcapitato lettore fosse entrato a fine gennaio 2018: si sarebbe preso nei denti l’intero drawdown, cosa dolorosissima anzi la più dolorosa perché se prendi il drawdown prima di guadagnare stai scavando nella viva carne. Inoltre ad oggi se uno avesse seguito il sistema dall’inizio vedete come sarebbe andato in negativo di poco e per poco tempo.

Che dire ? Di non mollare, la Borsa è un mestiere difficile e cattivo ma attraverso lo studio dei numeri è possibile avere quel sollievo parziale (sottolineo parziale perché sempre cose controintuitive facciamo) che ci permette di andare avanti. E di prosperare. Semplicemente … CORAGGIO !