La prova contraria


Fino a che morte non vi separi e fino a prova contraria. In fin dei conti il matrimonio è come il trend del mercato, finché dura ci devi credere, nonostante gli alti e bassi e nonostante le false rotture. Negli articoli scorsi ho spezzato la lancia a favore della continuazione del trend rialzista, ipotizzando più una fase di congestione che una fase di ribasso di medio – lungo periodo. Poi ci si può fare più male in una correzione di breve che in una di lungo perché contano sempre le singole azioni su cui sei esposto e quanto rischio ti vuoi portare a casa. L’errore che comunemente fa la maggior parte degli investitori (e che facciamo anche noi pennivendoli di Borsa) è quello di innamorarsi delle proprie idee e non vedere quando le carte girano. Ovviamente è un aspetto che coinvolge tutti e il sottoscritto tra gli altri, per carità.

Quindi io sono terrorizzato dalle mie stesse parole ovvero “il trend si presume continui fino a prova contraria”. Già … ma quale è la prova contraria ? Diciamo subito, scorrendo il grafico dei principali indici azionari, che un mercato in tendenza come quello degli USA può invertire in due modi:

  1. 1. con un reversal brusco (come appare ora) solo se era ipercomprato prima (e quindi è forse il caso di specie). Difficilmente l’obiettivo di un movimento di questo genere supera al ribasso la trendline rialzista e il suo obiettivo (dato dalla massima escursione sopra la trendline e il punto di rottura con proiezione verso il basso). Se notate il grafico A mensile vedrete che siamo già a cavallo della trendline e quindi siamo sul punto di rimbalzo.

Se la trendline fosse rotta comunque avremmo per il momento un movimento ribassista di medio periodo (qualche mese di intensità) e poi la ripartenza del trend su una trendline posizionata sotto quella dipinta nel grafico A

  1. 2. se il reversal non è brusco, e sono quelli più pericolosi perché sono quelli di fine corsa, c’è sempre una sorta di distribuzione, distribuzione che ad oggi è mancata

Se invece non fosse vero né uno né due e  la tendenza rialzista intende proseguire (che è la soluzione che noi preferiamo) ecco che abbiamo doppi minimi o congestioni. Per il momento noi abbiamo un doppio minimo in formazione come da grafico B su SP500 Globex e questo di oggi è il punto del “o la va o la spacca” perché se oggi avessimo la chiusura sotto i minimi di martedì scorso 6 febbraio allora avremmo la prova contraria e dovremmo necessariamente intonare il canto dell’Orso.

Come nella vita raramente è bianco e nero anche sui mercati spesso prevale il grigio ovvero la congestione. E questo sembra proprio uno di quei casi, almeno per il momento. Quindi animo e coraggio, non c’è rialzo che non abbia dei ritracciamenti lungo il suo corso.