Mercato obbligazionario: lieve risalita dei rendimenti


Nei giorni scorsi ho avuto modo di leggere un interessante documento di analisi redatto da Goldman Sachs, in merito sia all’inversione della curva dei rendimenti in USA sia in merito alle previsioni della banca americana sui tassi d’interesse per il 2019.

In estrema sintesi, il pensiero di Goldman Sachs è il seguente: l’inversione della curva è destinata a perdurare, stanti le prospettive in termini di politica monetaria e di ciclo macro ma i timori espressi da alcuni operatori paiono esagerati. Negli Stati Uniti, i dati macro deboli e il cambio di rotta della FED ha portato un netto repricing mosso secondo GS da un pessimismo esagerato.

Infatti la banca americana sostiene che la FED rimarrà ferma nel 2019 ma la crescita del ciclo economico dovrebbe già ripartire nella seconda metà del 2019. Per cui le previsioni Goldman Sachs per i T-Bond a 10 anni vedono rendimenti al 2,80% per il 2019 (in precedenza era il 3%). Tutta la curva in realtà ha visto ritocchi al ribasso, con le scadenze a 2, 5 e 30 anni – sempre per il 2019 – con rendimenti ora visti rispettivamente al 2,45%, 2,40% e 3,10%.

Inoltre GS imputa la “responsabilità” dell’inversione della curva dei rendimenti alla FED che ha inaspettatamente sospeso il ciclo restrittivo inducendo il mercato a prezzare scorrettamente i rischi. Anche perché come sappiamo gli economisti di GS sono convinti che la crescita ripartirà nei prossimi mesi e quindi la FED risulterà spiazzata.

Per ciò che riguarda l’Europa, GS sostiene che i rischi sulle dinamiche dei tassi siano più equilibrati. Naturalmente imputa il crollo dei rendimenti – soprattutto sul Bund che è tornato in area negativa – alle parole di Draghi in merito ad una valutazione negativa sulla crescita economica nonché all’urgenza di varare nuove manovre T-Ltro.

Goldman ha inoltre osservato come il calo dei tassi swap nell’area Euro sia stato principalmente determinato da un calo sia nelle aspettative dell'inflazione sia nella obiettiva debolezza della stessa, il che fa ritenere alla banca USA che la BCE si manterrà accomodante.

Ne deriva che, se le previsioni di Goldman Sachs dovessero essere corrette, i rendimenti dovrebbero riprendere a salire e le Banche Centrali potrebbero trovarsi spiazzate. Cioè se il ciclo economico dovesse davvero ripartire nella seconda metà del 2019 il mercato andrebbe a riprezzare molto violentemente le curve di rendimento di bond. Staremo a vedere.

Passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo questa settimana rendimenti impliciti in leggera risalita rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga che ora è sopra area 1,10% a partire dalle scadenze 2041; sulla scadenza a 10 anni si sale in area 0,53%. Si alzano un po’ anche i forward su Euribor 6 mesi sul tratto a lunga che si riportano sopra area 1,60%, mentre sul tratto a breve siamo di fatto sempre allo stesso punto.


Sostanzialmente uniformi al rialzo anche i movimenti dei rendimenti dei benchmark decennali e degli spread rispetto alla scorsa rilevazione. Il decennale tedesco risale dai minimi dell’anno e si riporta fuori dal rendimento negativo (0,00% attuale contro -0,06% della scorsa rilevazione), la Francia va allo 0,37% e l’Irlanda va a 0,61%. Salgono un po’ anche i rendimenti dei periferici, con il nostro Btp che va sopra area 2,60% di rendimento, mentre il Portogallo rimane a 1,27% e la Spagna va all’1,12%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 126 bps, 111 bps e 267 bps.

Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati non cambia l’impostazione di medio termine, nonostante il leggero rimbalzo dei rendimenti osservato in settimana. Il modello rimane NEUTRAL sull’area UK, con il Gilt che torna sopra area 1,00% di rendimento; sull’area BUND il Trendycator è sempre SHORT e il rendimento risale dai minimi e si affranca dalla zona negativa andando a 0,00%. Sul Btp Trendycator si conferma su NEUTRAL con il consolidamento del rendimento che prosegue in area 2,40%-2,50%. Rimbalzano anche i rendimenti USA dopo lo sfondone della scorsa settimana, con Trendycator sempre NEUTRAL e rendimenti ora in area 2,50%.

Il bond della settimana
Il bond HY che analizziamo oggi è un tasso fisso della Photon Energy NV, società attiva nel settore delle energie solari che offre soluzioni e servizi attraverso le sue cinque divisioni che di fatto coprono l'intero ciclo di vita di sistemi di energia solare. Singolari i dati che offre la società, misurando in MWp (Mega Watt Peak, unità di misura per questo tipo di energie) il portafoglio clienti, con oltre 60 MWp di centrali solari costruite e commissionate e oltre 230 MWp di centrali in manutenzione. Photon Energy possiede anche centrali elettriche di proprietà per 31 MWp in quattro paesi in due continenti. La società ad Amsterdam e uffici in Australia, Svizzera, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia.

Il bond analizzato è un tasso fisso, collocato a 100,00 a ottobre 2017, ISIN DE000A19MFH4, corrisponde una cedola annua del 7,750% pagata trimestralmente. Emesso per un ammontare di 30 Mln Euro, rimborso previsto in unica soluzione alla pari il 27.10.2022. Il bond è negoziabile su OTC per importi minimi di 1.000 Euro.

ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.