10.000, 50.000 o 100.000 euro, come investirli in attesa del 2021


Qui e là alla ricerca di idee un po' diverse fra le tante fruibili. Nessuna è esaustiva per risolvere il problema della liquidità ma messe parzialmente assieme possono rappresentare una risposta.

Cedole & dividendi

Inutile ripetere la manfrina della montagna di liquidità detenuta sui conti correnti da parte degli italiani ma anche degli altri europei. Nelle ultime settimane la reazione degli investitori è stata in merito assolutamente inattesa, con un nuovo violento interesse nei confronti del settore immobiliare, non tanto nelle grandi città quanto nei piccoli e medi centri urbani e nei luoghi di villeggiatura ancora abbordabili come prezzi. È solo l’effetto Covid? Probabilmente sì ma intanto si sta rianimando un comparto che all’opposto veniva dato per penalizzato dagli esiti della pandemia. Sul fronte finanziario invece c’è il rischio latente, per ora ancora astratto, di un’inflazione strisciante pur in presenza di politiche monetarie al momento espansive. Si tratta di un vero pericolo per la liquidità non remunerata, pericolo che potrebbe rimettere violentemente in moto la discussione su come collocarla. Oggi vi proponiamo così dei più o meno particolari spunti fra cui scegliere per affrontare una stagione autunnale potenzialmente all’insegna dell’ossessione liquidità.

Alcune idee vi sembreranno scontate (e lo sono), altre un po' azzardate (il che dipende dall’ottica dell’investitore). Lo scopo è uno solo: fornire degli strumenti fra cui ciascuno possa setacciare quelli adeguati alle proprie necessità.

1% più eventuale 0,50%

Spieghiamoci prima di essere fraintesi: l’1% lordo si riferisce a importi fino a 10.000 euro. Per le somme aggiuntive la percentuale scende allo 0,50%. Un’iniziativa idonea a chi ha piccoli importi da collocare. La propone Findomestic del gruppo Bnp Paribas, specialista nel credito al consumo. Non ci sono vincoli per eventuali prelievi. Non si hanno spese di gestione. L’operatività può avvenire anche mediante smartphone.

A partire da 100 euro

Di nuovo per chi abbia piccoli importi da accumulare segnaliamo il conto deposito vincolato di CheBanca! (Mediobanca) che consente limiti di brevissimo periodo (3 - 6 - 12 mesi) per cifre anche molto contenute, oltre 100 euro. Che si possono poi svincolare in qualsiasi momento, in tal caso con il riconoscimento del solo tasso base (0,15%). A tre mesi viene attribuito lo 0,25%, a sei mesi lo 0,30% e a dodici mesi lo 0,35% ma le condizioni valgono fino a fine agosto. Successivamente occorrerà verificare eventuali cambiamenti.

Le due opzioni di Santander

Altra specialista del credito al consumo e filiale del gruppo spagnolo Santander, l’omonima Consumer Bank offre in Italia due opzioni a chi apra un conto deposito. La prima si chiama “ioposso” e non prevede vincoli di immobilizzo: offre un tasso fisso annuo dello 0,80% fino al 30/6/2021 per importi fino a 200.000 euro, con la disponibilità continua di quanto versato e interessi accreditati ogni tre mesi; la seconda è “io scelgo” e contempla diversi vincoli temporali con corrispondenti tassi di interesse (1,0% per 12 mesi – 1,1% per 24 mesi – 1,2% per 26 mesi). Le somme sono comunque sempre svincolabili, mentre si associa l’opzione di un tasso 0,5% per eventuali importi non vincolati.

L’aggiunta dello zero coupon

Le banche riconoscono inevitabilmente tassi nel migliore dei casi modesti. Se l’investitore se la sente di osare un po' ha la possibilità di collocare appunto un 85-90% della liquidità disponibile su un conto deposito tradizionale e di investire il 15-10% restante su un’obbligazione zero coupon a rating tripla A in una valuta diversa dall’euro. La forza di quest’ultimo è rilevante e lascia spazio e possibili fluttuazioni dei cross nel medio termine. Qualche esempio. Un Bei zc agosto 2021 in real brasiliani (Isin XS1097534751) ha un rendimento del 3%, un World Bank Sustainable zc giugno 2024 in rand sudafricani (Isin XS1420336072) del 4,3% e un Ifc World Bank zc ottobre 2026 in peso messicani (Isin XS1505555075) del 5,8%. Questa strategia si adatta a chi prevede ulteriori accumuli di liquidità nel tempo. Realizzando un piano di acquisto per esempio ogni due-tre mesi si media nel tempo il prezzo del bond (cha può variare e non poco) e il cambio valutario (sempre inevitabilmente oscillante), attenuandone i due relativi rischi, che vanno comunque presi in considerazione.

L’extra su bitcoin e compagni

C’è chi suggerisce di realizzare la stessa strategia sostituendo i bond zero coupon con una criptovaluta. Questa soluzione si adatta agli investitori più giovani e smanettoni, perché l’unico vero modo per puntare dinamicamente per esempio sul Bitcoin sta nell’utilizzare degli Exchange, cioè le piattaforme specifiche che permettono di acquistare cripto in cambio di monete reali quali euro, dollaro ecc. Accettano come modalità di pagamento sistemi tradizionali (bonifico e carte di credito). Poi si accede e si acquista direttamente quanto prescelto. Ciò richiede naturalmente una conoscenza specifica delle valute digitali e la consapevolezza della loro volatilità. I relativi Etn/Etf, dopo tanto rumore iniziale, stanno stentando nella penetrazione sui mercati, per motivi complessi. Perché ipotizzare l’alternativa delle cripto monete? Rappresentano ormai un sistema di pagamento a tutti gli effetti, tanto da essere entrate nell’uso comune tra coloro che sono soliti fare shopping online. Addirittura, secondo una ricerca della società statunitense SEMrush, la moneta virtuale è oggi al terzo posto tra le modalità di versamento più utilizzate, dietro a PayPal e alle carte di credito bancarie. Anche in questo caso il piano di acquisto è fondamentale per accumulare a quotazioni diverse in un’ottica di performance di medio periodo.

Quella senior bancaria corta

Malgrado tutto sui bond ci sono ancora occasioni interessanti, soprattutto fra i bancari italiani corti. Un esempio è il Mediobanca Step Up 20mg23 (Isin XS2156597986 – taglio 1.000): riconosce un tasso fisso crescente che dall’1% in corso salirà all’1,2% il prossimo anno e infine all’1,4%. Quota attualmente (Tlx) sui 100,5 e garantisce fino a scadenza un rendimento lordo dell’1,01%, che nella fase in corso può soddisfare per una quota di patrimonio altrimenti liquido.

Soluzione scontata ma…

Inevitabile l’opzione di prendere in considerazione un Btp Italia ma il tema non è questo quanto quale scegliere. Al momento – in base alle quotazioni – la scadenza preferibile è la più lunga in assoluto, ovvero l’ottobre 2027 (Isin IT0005388175), che ha chiuso venerdì a 99,95, con rendimento lordo stimabile sullo 0,67% ma probabilmente in crescita già nel prossimo anno se l’inflazione nazionale tenderà a ristabilizzarsi. Naturalmente piccoli ribassi di prezzo in sede di singola seduta di Borsa migliorano la perfomance globale di un’emissione che non pone problemi in termini di liquidità.

Un Pac sull’azionario mondo ci può stare

Se una parte della liquidità viene destinata a un conto deposito e un’altra per esempio a un bond perché non cercare di riservare una piccola quota a un piano di acquisto azionario? Sempre preferibile in questo caso il sottostante più globalizzato possibile, ovvero quello worldwide e meglio se riferito a sottostanti Esg, cioè basati su criteri ambientali, sociali e di governance societaria ma obbligatoriamente in valuta Eur. Fra i più liquidi segnaliamo l’ iShares Msci World Sri (Isin IE00BYX2JD69), relativo ai mercati sviluppati. Volendo diversificare sugli emergenti bene – sebbene non Sri - l’Amundi Msci Emerging Markets (Isin LU1681045370), pure denominato in euro.

Affidarsi al robo

È una soluzione adottata da tempo ma che non ha riscosso il successo che merita. Si tratta dei robo advisor, che permettono di creare portafogli di investimenti personalizzati quasi sempre basandosi solo sugli Etf, a costi di gestione notevolmente ridotti, il tutto programmato mediante l’utilizzo di algoritmi. Vi sono varie strutture ma attenzione a non confondere i robo con quelli che sono invece i “social trading”, concettualmente diversi. Moneyfarm è uno tra i robo advisor più conosciuti in Italia. Si tratta di una Sim (Società di intermediazione mobiliare) che offre la possibilità di scegliere tra differenti portafogli, gestiti da algoritmi sotto la supervisione di un team di esperti finanziari. Poi ci sono quelli di derivazione bancaria. Per esempio Tinaba di Banco Profilo (soglia minima di investimento iniziale 2.000 euro – piani di acquisto anche solo da 50 euro) e Yellow Advice di CheBanca!: l’investimento in quest’ultimo caso avviene in completa autogestione da parte del cliente, che può quindi scegliere la modalità self oppure con supporto via telefono, web o direttamente in filiale da parte di un consulente. Intanto altri robo sono in fase di sperimentazione.

Con quella “strana” valuta

Di nuovo un’occasione offerta dall’attuale condizione di forza dell’euro e di estrema debolezza delle divise emergenti. Ne segnaliamo una molto particolare e che si caratterizza per rendimenti elevati: è la rupia indonesiana. Qualcuno penserà: “ma che roba l’è?”. Relativa a un Paese dalle enormi prospettive economiche ha subito un forte calo da giugno in poi. È sui minimi dei 17,4 in rapporto all’euro e riconosce dei buoni tassi. Su Borsa Italiana è per esempio quotato il bond World Bank Sustainable (rating AAA) in rupie con cedola 6,25%. Non ci si spaventi per la quotazione a 105 di venerdì, poiché il bond è soggetto a forti variazioni e ipotizzarne un acquisto sotto 100 – magari nell’arco di alcune settimane – non è irrealistico. Anche in questo caso si tratta di puntare su una piccola quota rispetto a quanto depositato su un conto deposito: per esempio un 10-15%, che – se ben dosato e governato – porta a quel qualcosa in più rispetto al limitarsi a rendimenti sotto l’1%, raschiati poi da costi e tassazione.

Una cosa invece da non fare!

A fianco dei classici e generalizzati Etf abbinati a indici cosiddetti passivi, cioè a replica tradizionale, ce ne sono alcuni a replica attiva, cosiddetta intelligente, anche ingegnosi, che purtroppo non sono però disponibili sul mercato italiano. Trascuriamoli quindi ed entriamo in un comparto più seguito, quello dei cloni “low” o “minimum volatility”, che spesso creano aspettative di protezione dei portafogli. In realtà non sempre è così e anzi proprio la crisi primaverile ne ha dimostrato la fragilità, con un crollo letterale delle quotazioni e una più lenta ripresa rispetto agli Etf tradizionali. Capita di avvertire consigli di posizionamento su questi replicanti proprio in portafogli a basso rischio, sostitutivi o integrativi della liquidità in conto. I numeri dimostrano invece che non svolgono un ruolo protettivo ma che sono prodotti adatti ad altre strategie. Si possono così utilizzare a complemento di piani di acquisto diversificati sugli Etf ma non come strumenti difensivi, all’opposto di quanto spesso sostenuto.

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