Liquidità sui c/c: ● Quanto si perde ● Le alternative ● Un Pac di Etf per il lungo termine ● Btp Futura, una soluzione?


Inflazione e costi in aumento rendono insostenibile la scelta. Tutte le opzioni percorribili, da quelle tradizionali a quelle innovative. Infine una risposta alla domanda del giorno: il nuovo “step up” italiano è un rimedio al problema?

Pro & contro

Si dice che rappresenti il 35% dei patrimoni complessivi degli italiani, per un importo globale che si aggirerebbe sui 1.800 miliardi di euro: la liquidità – malgrado gli sforzi di sistema bancario e intermediari – continua a crescere. Alcune reti (Fideuram, Fineco, Mediolanum, Banca Generali, Allianz Bank ecc.) sono riuscite a contenerne il peso ma gli istituti tradizionali registrano un continuo incremento. Ci sono certamente le paure degli investitori sul futuro a esasperare il problema ma c’è anche lo scarso interesse di una parte delle banche commerciali tradizionali a risolverlo. A loro forse conviene che la clientela non cambi strada. Intanto l’inflazione cresce e gli oneri del sistema salgono, facendo sì che ormai si possa stimare in un 4% annuo la zavorra della detenzione della liquidità, dovuto a un 2,9% di incremento del costo della vita (secondo i dati Istat di ottobre) e a circa un 1,1% di canoni, commissioni, aggravi non espliciti e imposte. Un 4% annuo è una follia, sebbene determinato da un’inflazione che potrebbe ridiscendere nei prossimi mesi. Sembra comunque che molti preferiscano accettare un simile fardello piuttosto che pensare di avere il proprio capitale investito in qualche modo.

Iniziamo a ricordare qual è la situazione dal punto di vista del fisco, aspetto che molti trascurano a causa della negligenza ad affrontare il problema.

Tipologia parcheggio

Tassazione rendite

Imposta bollo 0,2% annuo

Conti correnti

26%

No (2)

Conti deposito

26%

Libretti postali

26%

No (2)

Titoli di Stato corti

12,5%

Pronti contro termine

26% (1)

Fondi di liquidità

26% (1)

Etf di liquidità

26%

  1. (1) 12,5% per la parte relativa a titoli di Stato o bond equiparati
  2. (2) 34,2 euro l’anno sopra 5.000 euro di giacenza

Il sistema normativo sul fisco certamente non contribuisce ad agevolare il travaso della liquidità su forme di investimento a basso rischio, al contrario di quanto avviene in altri Paesi.

► Le soluzioni tradizionali

Facciamo allora il punto sulle varie alternative classiche, quelle che non comportano novità nella loro struttura.

Tipologia parcheggio

Convenienza o meno

Conti correnti

L’entrata in scena in Italia di nuovi protagonisti bancari sta un po' arricchendo l’offerta. Il canone e l’imposta di bollo sono gratis per i c/c della spagnola BBVA (Banca Bilbao Vizcaya Argentaria), della tedesca N26 e della francese Crédit Agricole; solo il canone lo è per l’esordiente Dots (gruppo Bper), appartenente alla categoria cosiddetta del “light banking”, ovvero banche online con un'offerta limitata ma specializzata. Le proposte degli altri protagonisti del mercati sono talmente numerose da rendere impossibile un confronto fra i tantissimi pacchetti ma si tratta di iniziative valide per la gestione della liquidità ordinaria – quella di ogni giorno – e non certo per il cash con obiettivi futuri di risparmio

Conti deposito

Tutto quanto è successo negli ultimi due anni non ha mosso questo fronte. La redditività netta è bassissima e quella reale (depurando l’inflazione) resta pesantemente negativa. Inoltre nella maggior parte dei casi si tratta di conti vincolati almeno a un anno, il che ne aumenta la rischiosità. Infine chi dà quel qualcosa di rendimento in più spesso appartiene a un fronte di istituti poco conosciuti

Prodotti postali

Iniziamo dal libretto Supersmart 360: vincola per un anno e prevede un accantonamento minimo di 1.000 euro con un tasso lordo dello 0,40%. Poi ci sono i pacchetti di Buoni fruttiferi 3x4 (tasso 0,50% lordo) e 4x4 (tasso 0,75% lordo) per durate lunghe. Attenzione a due fattori: gli interessi maturano al completamento di ogni triennio (3x4) o quadriennio (4x4) e in caso di richiesta di rimborso anticipato si ha diritto agli interessi maturati solo al compimento del periodo base, appunto di tre o quattro anni. Le imposte sostitutive sugli interessi maturati ammontano al 12,5% come per i titoli di Stato. Se il quadro generale appare assolutamente modesto, si noti tuttavia la presenza dei Buoni fruttiferi dedicati ai minori, con rendimento annuo fisso del 2,5% fino al compimento del 18° anno di età. Si prestano per esempio a famiglie con figli già grandicelli, sebbene l’esenzione dell’imposta di bollo sia in vigore solo per valori di rimborso complessivamente non superiori a 5.000 euro

Titoli di Stato corti

I Bot sono tutti a rendimento negativo, mentre i Btp short term – sostituti dei Ctz – con durata da 18 a 30 mesi, in teoria un’alternativa del debito pubblico ai conti deposito, non sono ancora riusciti ad assumere il segno più come rendimento. Forse fra qualche anno…

Pronti contro termine

Noti anche come P/t o Pct, rappresentano uno strumento di investimento a breve periodo il cui meccanismo è piuttosto complesso. Sono tuttavia abbastanza diffusi. In pratica si tratta di un prestito di titoli a reddito fisso (soprattutto governativi) a fronte di una cessione temporanea di liquidità alla banca che li propone. Non sono quindi garantiti. I rendimenti? Bassi e inevitabilmente correlati alla scelta dei titoli detenuti

Fondi di liquidità

Questi fondi comuni di investimento, classici per la gestione della tesoreria delle aziende, si collocano su portafogli diversificati di titoli di Stato e obbligazioni con rating di credito elevato per impieghi a breve termine. La redditività è nel migliore dei casi bassa ma alcune banche propongono alternative in valute diverse dall’euro: in tal caso si assume il rischio di cambio ma si può puntare su rivalutazioni delle divise, il che richiede naturalmente la consulenza di specialisti del settore. Si segnalano anche fondi con soluzioni di investimento sostenibili (Esg)  

Etf di liquidità

Le loro quotazioni scendono molto lentamente e ciò è inevitabile per dei replicanti indicizzati ai tassi Overnight o swap cortissimi. L’unica eccezione è rappresentata nell’anno in corso dal Lyxor Smart Overnight Usd, che essendo espresso in dollari si è avvantaggiato del relativo cambio sull’euro

► Le nuove soluzioni (che in realtà sono veri e propri investimenti)

Le strade fin qui tracciate risultano quelle di sempre ma l’industria finanziaria sta cercando di abbinare il problema della troppa liquidità a quella di soluzioni di investimento vere e proprie indirizzate verso asset diversi, considerati meno rischiosi e soprattutto volatili. Già perché chi si tiene sul cash di fatto teme proprio la variabilità delle quotazioni, tipica di azionario e obbligazionario. Per questo si stanno diffondendo per una clientela più ricca degli asset attivi ma non quotati sui mercati. È il caso del “private equity” che prevede acquisizioni di quote in società internazionali soprattutto di medie dimensioni, nonché in infrastrutture o in prestiti aziendali privati (private debt): naturalmente hanno costi di gestione e commissioni di performance di un certo rilievo. Perché vengono considerati investimenti di cash (in realtà più per l’industria del settore che per i suoi clienti)? Perché rappresentano un modo di trovare risorse soprattutto nell’ambito dei “private” garantendo rendimenti di lungo termine o sarebbe meglio dire premi al rischio molto elevati, dell’ordine dell’8-10% su base annua ma su obiettivi temporali di almeno dieci anni.

È un modo insolito di puntare sui real asset, in assenza di proposte più differenziati per questi ultimi. Molti investitori lamentano, per esempio, di non aver ricevuto soluzioni di investimento sull’immobiliare finanziario in anni in cui le sue quotazioni sono corse tantissimo. In realtà fra Etf e fondi chiusi il mattone è ben rappresentato in Borsa ma inadeguatamente presente nei portafogli, sebbene possa costituire un modo per collocare liquidità in maniera più che adeguata durante vari cicli dei mercati.

► E se puntassimo su un Piano di acquisto molto frazionato?

Chi ha seguito il nostro “Portafoglio Reddito” si è portato a casa da inizio anno cedole a gettito continuo e una plusvalenza da gennaio del 9,38%. Niente male! Anche questa sarebbe stata un’ottima soluzione per investire liquidità, soluzione che avrebbe ampiamente coperto quel 4% di onere complessivo attuale cui si accennava all’inizio. Altre strade? Eccone una di un Pac che avevamo già proposto molti mesi fa e che riadeguiamo aggiungendo un Pir riferito all’azionario italiano nonché agevolato fiscalmente. Tutti gli strumenti sono naturalmente quotati su Borsa Italiana.

Generali Sf Pir Evoluzione Italia

LU1608205271

Pir (79,7% azionario – 18,5% bond societari – resto cash) – valuta Eur

Ishares Msci World Sri Eur hedged Etf

IE00BYX2JD69

Azionario sui mercati sviluppati selezionato in base a criteri ambientali e sociali (Esg) – valuta Eur

Bnp Paribas Emerging Markets Sri Etf

LU1659681313

Azionario sui mercati emergenti selezionato in base a criteri ambientali e sociali (Esg) – valuta Eur

iShares Core Euro Government Bond Etf

IE00B4WXJJ64

Obbligazionario su governativi Eurozona – valuta Eur

Lyxor Euro Government Inflation Linked Bond Etf

LU1650491282

Obbligazionario su governativi “inflation linked” Eurozona – valuta Eur

Wisdomtree Physical Gold Etc

JE00B1VS3770

Oro fisico – valuta Usd

Inutile sottolineare come una soluzione di investimento di questo tipo presupponga irrimediabilmente un Piano di acquisto strutturato per esempio ogni due mesi per chi ha maggiori disponibilità di liquidità o su variazioni di prezzo (+/- 10%) per chi ne ha meno. Inoltre c’è la possibilità di scegliere solo alcuni Etf/Etc volendo ridurre l’esposizione ma puntare su un Pir in ottica di lungo periodo è imprescindibile. Per quest’ultimo ne abbiamo indicato uno dei migliori come performance ma l’offerta è talmente ampia che anche altri prodotti possono soddisfare la scelta di mettere un po' dell’azionario italiano più dinamico in portafoglio. Infine una raccomandazione: a un Pac di questo tipo non si deve certamente destinare tutta la liquidità disponibile ma una percentuale che consenta di tonificare il patrimonio – piccolo o grande che sia – altrimenti detenuto in cash, con la consapevolezza di una volatilità inevitabile in futuro, che proprio un piano di acquisto trasformerà in occasione di performance di lungo termine (4-5 anni).  

► Il nuovo Btp Futura è una risposta molto parziale

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha alzato il velo sulla serie dei tassi cedolari minimi garantiti della quarta emissione del Btp Futura (codice Isin durante il periodo di collocamento IT0005466344), che avrà luogo da lunedì 8 a venerdì 12 novembre, salvo chiusura anticipata: 0,75% dal primo al quarto anno, 1,25% dal quinto all'ottavo anno e 1,7% dal nono al dodicesimo anno. Il titolo avrà inoltre una scadenza di 12 anni e sarà previsto un doppio premio fedeltà: alla fine dei primi otto anni di vita del titolo l'investitore che lo deterrà sin dall'emissione avrà diritto a un premio intermedio pari al 40% della media del tasso di crescita del Pil nominale registrato dall'Istat nello stesso periodo, con un minimo dello 0,4% del capitale investito fino a un massimo dell'1,2%. Alla scadenza finale (dopo i successivi quattro anni), agli investitori che avranno continuato a detenere il titolo senza soluzione di continuità dall'emissione, verrà corrisposto un premio finale che includerà due componenti: la prima pari al restante 60% della media del tasso di crescita del Pil registrato nei primi otto anni del titolo, con un minimo dello 0,6% fino a un massimo dell'1,8%; la seconda pari al 100% della media del tasso di crescita del Pil dal nono al dodicesimo anno, con un minimo dell'1% e un massimo del 3% del capitale investito.

Rappresenta una soluzione per chi detiene cash?

se si accetta di tenerlo in portafoglio fino alla scadenza dei 12 anni (quindi al 2033!) con la certezza di non dover disporre della relativa liquidità in un periodo di tempo così lungo. Si tenga presente che facendo la media ponderata delle tre cedole ne deriva un tasso medio annuo pari all’1,233% lordo e all’1,079% netto. Certamente poi c’è il premio finale e la detenzione gioca tutto su questo elemento, che però resta un’incognita.

No se si considera la liquidità appunto per quello che è, ovvero un parcheggio. Immobilizzare capitale per 12 anni è un investimento di lungo termine e deve rendere in maniera adeguata (ben più delle ipotesi che si fanno per il Futura) considerando tutte le incertezze che i mercati finanziari inevitabilmente comporteranno in un arco di tempo così rilevante.

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