Un commento al mercato, passando da una buccia di banana ad un tappeto rosso


Buon sabato a tutti. Ci stiamo avvicinando al Natale e in questo periodo dell'anno si sente molte volte parlare di rally natalizio. Come ben sapete e come ho scritto recentemente la stagionalità deve essere corroborata dalla price action e/o dall'analisi grafica. Un approccio statistico mette in evidenza come nella prima decade di dicembre i mercati tendano ad avere qualche perdita o comunque ad avere un andamento debole o laterale. Dopo la prima decade del mese invece tendono ad avere un andamento decisamente rialzista, con un punto specifico in cui la tendenza è marcata e questo si verifica tra il quindicesimo e sedicesimo giorno di Borsa aperta (quindi NON di calendario). Volendo essere meno accurato potrei dire che tra il tredicesimo ed il diciassettesimo giorno di contrattazione di dicembre il mercato ha una tendenza rialzista. Con la seduta di ieri (venerdì 10, ndr) abbiamo avuto le prime otto sedute di Borsa, quindi il tredicesimo giorno cadrà venerdì 17 ed il diciassettesimo cadrà giovedì 23. 

Pensate che considerando gli ultimi 70 anni (quindi prendendo in esame gli anni dal 1950 al 2020) il mese di dicembre tende ad avere un andamento come quello riportato di seguito: debolezza iniziale ed una sorta di decollo in un intorno del quindicesimo giorno di contrattazione (nb: i dati si riferiscono al mercato americano). 

Il 2021 si sta concludendo benissimo quindi non mi rimangio quanto scritto di recente, ovvero che è possibile che i gestori tirino i remi in barca preferendo consolidare i lauti guadagni. Del resto l' S&P500 è salito del doppio rispetto alla sua media degli ultimi 72 anni. E' altrettanto vero che spesso le statistiche sono anche fatte per essere clamorosamente smentite: penso ad esempio a quanto avvenuto il giorno successivo al Thanksgiving day: un evento che non si è mai verificato prima e causato apparentemente dalla variante Omicron. Scrivo apparentemente perché continuo a considerare il problema Covid alle spalle (del mercato azionario ma magari non a quelle di molte autorità politiche per le quali protrarre lo stato di emergenza può giovare per allentare i cordoni della spesa pubblica). Come ho più volte scritto ritengo che il vero focus dei mercati si sia ormai spostato da svariati mesi verso il problema inflazione, la cui persistenza sta mettendo a dura prova le banche centrali, Fed in primis. Per questo motivo il "pasto gratis" di Wall Street a metà mese (ammesso che ce ne siano mai stati) potrebbe essere in qualche modo rovinato o addirittura fornire un timing ottimale di ingresso long di breve termine (qualche seduta). 

A livello macro molti indicatori sono comunque positivi. Se è vero che a Natale si spende di più, è altrettanto vero che si devono avere i soldi. Non pensiamo all'Italia ma guardiamo laddove i soldi ci sono e quindi riprendiamo in mano qualche dato americano fornito dalla Fed. La crescita salariale propende chiaramente a favore di una maggiore spesa. Nel grafico successivo vediamo in grigio i periodi di recessione (istogrammi verticali) a seguito dei quali si è avuta una perdita di potere d'acquisto. Questo si è verificato ad esempio nel 2001 (Torri Gemelle) e nel 2008 (mutui subprime). Nel 2020 c'è sì stata una recessione ma la perdita di potere d'acquisto è stata irrisoria: semplicemente la gente non si è trovata nelle condizioni di poter spendere a causa dei lockdown in giro per il mondo. Nel 2021 abbiamo un'impennata del potere d'acquisto e questo è un dato favorevole alla maggior spesa natalizia di questa stagione dell'anno (fonte dati: Fed di Atlanta).

Un altro indicatore interessante riguarda il tasso di insolvenza sulle carte di credito (Fonte dati: Fed di St. Louis). Tasso che era salito in occasione del 2001 e del 2008 ed ora invece sta scendendo a rotta di collo. Anche questo è un fattore molto positivo che può favorire un allungo del mercato azionario di breve termine. 

Ora, siamo in un mercato toro che si è riportato verso i massimi dopo il recente sell-off di fine novembre. Pochi giorni fa ci trovavamo nella situazione evidenziata dal grafico seguente, ovvero un indicatore di sentiment che "esalta" due componenti tipiche di ogni operatore di mercato: la paura e l'avidità. Quando l'indicatore si porta sotto la linea verde abbiamo un eccesso di pessimismo, quello che definisco "mercato Leopardiano", consentitemi la battuta. Tutto scende e nessuno compra. Di solito negli ultimi anni tutte le volte che questo si è verificato c'è poi stato comunque un assestamento e si è rivelato un buon punto di ingresso. Nel grafico seguente trovate i minimi di S&P500 in corrispondenza dei quali c'è stato un eccesso di "pessimismo cosmico" da cui si è in qualche modo ripartiti, magari per un breve lasso di tempo.

Dal punto di minimo di fine novembre gli indici a stelle e strisce si sono riportati nuovamente attorno ai massimi, basti pensare al Dow Jones o all'S&P500 che pare siano attratti dalla "calamita" dei massimi storici.

Può essere interessante notare che mentre gli indici "classici" (Dow ed S&P) si stanno riportando appunto sui massimi, nelle ultime sedute l'indice tecnologico Nasdaq (nettamente più volatile dei primi due) sta mostrando una maggiore debolezza. E' come se gli operatori nel rialzo preferissero il porto "sicuro" rispetto a quello più speculativo e volatile tipico della componente tecnologica (nasdaq) e questo ha implicazioni anche sulla volatilità. 

Anche il rapporto put/call che misura il volume delle posizioni corte (put) rispetto a quelle lunghe (call) e serve per valutare la forza/debolezza del mercato mostra di aver toccato di recente un eccesso sul lato put, segno di uno sbilanciamento del mercato. Chiaramente questo NON è in assoluto un indicatore di acquisto "alla cieca" ma è un ulteriore strumento di analisi e di potenziale timing che avevamo utilizzato l'anno scorso nel pieno del pessimismo di marzo ed aprile e che, assieme ad altri tools di analisi, ha permesso di cogliere millimetricamente il minimo di mercato. 

Dopo questa analisi sui mercati americani, procediamo con quella del nostro future FTSEMIB40 scadenza dicembre.

Come indicato nel mio update di lunedì siamo riusciti a chiudere il gap down del venerdì post Festa del Ringraziamento. Certamente un grosso aiuto è stato dato dal settore bancario ma anche da azioni come Eni favorite dalla ripresa del petrolio. Come avevo scritto si era creata o si stava creando una correlazione stretta tra mercato ed andamento del petrolio. E' interessante notare come gli operatori si siano mossi pesantemente al rialzo nella seduta di martedì (pre festa dell'Immacolata), salvo tornare sui propri passi il giorno successivo (quello della festività). Mi verrebbe da dire che si è trattato dell'ennesimo movimento -voluto?- per ingannare gli operatori. A questo punto rimane un piccolo gap up (creatosi nelle sedute di lunedì e martedì) che potrebbe essere chiuso (un centinaio di punti circa). Per la prossima ottava direi di porre attenzione al rialzo verso i 27200 la cui rottura (se confermata da una o più chiusure daily) potrebbe portare nuovamente il derivato verso i massimi assoluti degli ultimi anni e posti a 27750. Al ribasso attenzione al buon supporto posto a 26350 da cui è scaturita l'ultima gamba rialzista. Ricordo che la prossima settimana sarà di scadenze tecniche e quindi è altamente probabile che ci possano essere movimenti erratici anche particolarmente accentuati e dovuti alle riunioni di Fed e BCE. E' una scadenza "triple witch" o delle tre streghe (opzioni su azioni, indici e futures) e bisognerà capire lo sbilanciamento delle mani forti, specialmente dopo una seduta come quella del 26 novembre che credo abbia dato fastidio ad alcuni. Non mi stupirebbe comunque un tentativo di salita almeno fino a giovedì, magari con una apertura alta il venerdì e poi un profit taking, ma non mi sbilancio più di tanto e preferisco seguire la price action come sempre. Del resto un libro -infinito come la Borsa- lo si legge senza mai saltare alcuna riga di ogni singola pagina altrimenti si rischia veramente l'osso del collo e credo che questo lo possa capire solo chi di Borsa ci vive e non chi ha professioni differenti e la concepisce solamente come un hobby. E' un mio parere, naturalmente opinabile come sempre.

Fronte azionario...

Come ho appena scritto, abbiamo le scadenze tecniche e quindi credo che potrebbero esserci dei movimenti difficili da decifrare, specialmente sui titoli a più larga capitalizzazione. Riprendo quindi ad analizzare qualche titolo che già conoscete. Il trading non sempre va dalla parte giusta e questa settimana non Vi nascondo che una azione di cui ho scritto mi ha dato parecchia frustrazione. Trattasi di....

Ulisse Biomed

Ribadisco che è uscita dalla mia watchlist, non fosse altro che per il comportamento avuto. Se ben ricordate avevo fatto riferimento alla concreta possibilità di un doppio minimo: nella seduta post Thanksgiving con Borsa a picco (-5% abbondante sul nostro indice ed una ecatombe sui titoli) aveva avuto un incremento attorno al +15%, passando da 3 euro ad oltre 3.40. Ora, il motivo della mia frustrazione è dovuto al fatto che, dopo averla stoppata, l'azione ha avuto un vero e proprio decollo pssando da 3.07 a 4.55 (+48 %....si, avete letto bene: quarantotto percento in una seduta). Ogni tanto si casca su una buccia di banana e questa certamente lo è stata. Mi sono domandato dove fosse l'errore. Nella vita come nel trading non credo ci siano errori: esistono le convinzioni e non il giusto e lo sbagliato in senso relativo. E' quindi importante agire in "scienza e coscienza" come mi è stato più volte inculcato nella mente. In scienza significa "sapere le cose", in coscienza "averne consapevolezza". Ora, tecnicamente e graficamente lo stop doveva essere posto a 3 euro figura, il punto di minimo. Il problema è che al di sotto di tale livello si poteva verificare una discesa ulteriore e repentina visto che quel punto rappresentava il minimo storico. Per questo motivo speravo in un consolidamento dando un pò di gioco all'azione ed avevo deciso di porre il livello di stop a 3.10. Peccato, ma guardo avanti e non mi volto dal momento che credo ugualmente che il mercato ci abbia dato comunque molte soddisfazioni e trades azzeccati anche in questo 2021 che sta per concludersi. Lascio a Voi decidere quali.

Conafi

Dalla buccia di banana al tappeto rosso. Dopo il +80% iniziale l'azione ha consolidato tra martedì e giovedì ed è ripartita nella seduta di venerdì con ottimi volumi chiudendo a 0.80 euro (+29% settimanale). Possibilissimo un ulteriore allungo verso l'area tonda posta a 1 euro. Il motivo di questo rialzo deriva dal fatto che il titolo capitalizza 24 milioni di euro (fonte dati: Borsa Italiana) ma quoterà ISCC Fintech, società controllata, tra i 40 ed i 70 milioni di euro pre money, quindi un range compreso tra 4 e 7 euro ad azione, come da comunicato. Graficamente abbiamo avuto un massimo ( 1 ), un minimo intermedio da cui si è ripartiti ( 2 ) ed un punto 3 di allungo in formazione ed appena iniziato. 

GPI

Rottura di triangolo in corso su scala settimanale con buoni volumi. Stop abissale sotto 11.75 euro su scala weekly. Per evitare la Fossa delle Marianne (per chi non lo sapesse è la più profonda depressione oceanica) è eventualmente possibile ridurlo qualora l'azione rientrasse al di sotto dell'area posta a 13.50. Il target del rialzo è ottenuto proiettando verso l'alto l'altezza del triangolo dal punto di rottura (area 15.80/16.00).

Per oggi è tutto. Vi auguro un buon fine settimana.

Ad maiora!

PNA

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

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