Aggiornamento portafoglio: 103!


Prima di occuparci del numero che dà il titolo a questo articolo, facciamo il punto sulla nuova vile e disgustosa imboscata perpetrata ai danni del Recovery Fund da parte della Germania. Infatti, è stata un fulmine a ciel sereno la sospensione della ratifica da parte dei giudici costituzionali tedeschi.

Ancora una volta, quindi, il nazionalismo irrompe prepotentemente, sconfessando ancora una volta l’utopia di una UE coesa e collaborativa. Infatti, lo stop da parte della Corte costituzionale tedesca – per altro in aperto contrasto con le decisioni del Parlamento federale, visto che sia il Bundestag sia il Bundesrat avevano dato il via libera – è giunto a seguito della richiesta presentata dal gruppo dell’euro-scettico Bernd Luecke, tesa ad impedire la partecipazione della Germania al programma.

Motivazione: possibili rischi a carico dei contribuenti tedeschi nel caso di mancata restituzione dei prestiti da parte di uno o più stati comunitari. Sotto il profilo tecnico i giudici non si sono espressi contro, ma accogliendo la richiesta di Luecke ha di fatto bloccato il Recovery Fund, poiché senza l’ok dei 27 stati dell’Unione Europea, il fondo non potrà decollare.

Ora, i tempi tecnici per la sentenza – attesa entro 90 giorni secondo alcune indiscrezioni – non dovrebbero causare gravi ritardi, poiché si sarebbe ancora in tempo per rispettare la tempistica fissata in sede europea, in base alla quale tutti i Parlamenti nazionali dovranno avallare il Recovery Fund entro il primo semestre dell’anno.

Quindi, se così fosse, pare evidente che questa mossa sia stata fatta con il solo pretesto di dare fastidio e irritare i rapporti, oltre che essere chiaramente un tentativo di ostacolare Draghi che nei giorni scorsi aveva rilanciato gli Eurobond esprimendosi in loro favore. Insomma, uno schifo come sempre.

Ma al di là della nausea che provoca il solito vizietto tedesco di mettesi per traverso, il problema può essere serio, molto serio. Infatti, potrebbe anche accadere che così come ha fatto di recente con il QE della BCE, la Corte costituzionale tedesca fissi limitazioni alla Germania per renderle possibile la partecipazione al programma. Se venissero previste condizioni più stringenti riguardo alle erogazioni, per i Paesi del sud europa vorrebbe dire dover accettare criteri più rigidi per ottenere i fondi da Bruxelles.

Non dimentichiamo poi che a settembre in Germania si vota, e il clima pre-elettorale non è proprio dei migliori, con il partito della Merkel in caduta libera, tra pessima gestione della campagna vaccinale, scandali e corruzione per alcuni suoi deputati e sconfitta nei due Laender occidentali due settimane fa.

E ora poniamoci una domanda: e se la sentenza arrivasse solo dopo le elezioni federali per non condizionare il loro esito? Una manna per il centro-destra teutonico, tuttavia fatale per sia il Recovery Fund sia per quel (poco) che resta della credibilità delle istituzioni comunitarie. E qui il problema, da politico, si trasforma magicamente in problema economico e finanziario, perché la stupidità di mosse come questa sta tirando la corda mettendo a serio la “pazienza” dei mercati finanziari.

Sì, perché negli ultimi dieci mesi i mercati hanno atteso con fiducia una risposta comune alla crisi, in grado di sostenere anche le economie più deboli, e davano un po’ per scontato che i primi fondi UE sarebbero arrivati nella seconda metà di quest’anno. Ma se così non fosse, la speculazione tornerebbe a prendere di mira gli assets finanziari degli Stati più deboli, facendoli ripiombare nel 2011. VI ricorda qualcosa?

Sta di fatto che il nostro Draghi, che ha sottolineato l’inconsistenza di Ursula von der Leyen – pupilla della Merkel – ha ottenuto come risposta da Berlino un atto giudiziario dalle ripercussioni potenzialmente devastanti. E ancora una volta si ha la netta evidenza della natura profondamente “sovranista” della politica tedesca. A volte verrebbe da pensare che la nostalgia del muro che divideva Berlino non sia solo nostra…

Ma torniamo ad occuparci del nostro portafoglio, che in queste sedute ha proseguito la sua robusta marcia al rialzo e ha toccato il nuovo massimo storico, polverizzando area 103. Ecco spiegato il bel numero del titolo del nostro articolo.  

Il precedente massimo storico, toccato appena due settimane fa a 102,89 è stato superato a stretto giro, e al close di ieri il nostro portafoglio valorizza un NAV pari a 103,06 con una performance su base annua ancora in crescita e ora al +3,15% e con la volatilità (ovvero il rischio) stabile allo 0,64%.

Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”, ove è stata anche aggiornata la sintesi dei rendimenti storici di “Rischio Contenuto”.

Linee guida per seguire al meglio il portafoglio Rischio Contenuto ed essere allineati all’operatività

1) Il portafoglio Rischio Contenuto ha una strategia conservativa di base, attuata attraverso i migliori fondi in circolazione, capaci di creare valore nel medio lungo termine con costanza e movimentati solo quando necessario. Su questa parte del portafoglio si fa asset strategico nel vero senso della parola. Il portafoglio Rischio Contenuto deve garantire sempre il massimo controllo del rischio cercando di massimizzare la perfomance.

2) I fondi proposti sono tutti acquistabili su FundStore, hub di fondi gratuito che richiede solo delle fee fisse in base alla casa di gestione. Anche la vostra banca on line potrebbe avere (e spesso ha) questi fondi, ma se non dovesse renderli disponibili o renderli negoziabili solo con commissioni elevate, la soluzione è FundStore. Sappiamo di moltissimi lettori che la utilizzano con soddisfazione da tempo per cui è il modo migliore di attrezzarsi per seguire i segnali operativi sui fondi del portafoglio Rischio Contenuto.

3) Gli ETF inseriti in portafoglio sono tutti negoziati sul nostro mercato MTA, sezione ETF-Plus, per cui non ci sono problemi nella negoziazione di questi strumenti. Gli ETF sono destinati in parte sempre ad asset strategico, ma una quota variabile è destinata ad un’operatività in ottica tattica, quindi leggermente più dinamica. Non cambia il rapporto di rischio originario dell’intero portafoglio, che rimane sempre nei limiti stabiliti dal “mandato” Rischio Contenuto. Con questa parte del portafoglio si cerca di apportare maggior rendimento all’intero asset.

4) L’orizzonte temporale del portafoglio Rischio Contenuto è di medio/lungo termine nel suo complesso, perchè il suo scopo è far crescere un patrimonio in ottica di amministrazione del risparmio e non in ottica di trading mordi e fuggi.