NASDAQ100 WEEKLY - Segnali positivi sull'azionario USA. Nuovo record per l'indice S&P500 !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
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Settimana positiva, quella appena trascorsa, su due dei tre principali indici azionari USA. Infatti a Wall Street, nonostante un dato sul CPI più alto delle attese, l’S&P è riuscito ad archiviare un nuovo record a 4249 punti. L’accelerazione dei prezzi al consumo non ha fermato neanche il NASDAQ che, al contrario, ha outperformato con la complicità sia del settore biotech, grazie all'approvazione del nuovo farmaco per l'Alzheimer di Biogen, che ha fruttato un +38% all'azione e riversando effervescenza in tutto il settore, sia il Treasury che ha chiuso con rendimenti nominali paria a 1.457% con un minimo a 1,428% e rendimenti reali reali collassati a -0.92%. Mentre il movimento sui tassi ha appesantito l’indice DOW JONES con vendite sui settori finanziari, industriali ed energetici.

Rialzo a parte è facile immaginare che i numeri odierni saranno snobbati dalla FED quanto i precedenti, perchè mostrano caratteristiche simili, con un grosso contributo di categorie che chiaramente risultano temporaneamente distorte. La percezione è che questo sarà il picco dell'inflazione per questo ciclo e ciò lascia intendere che il peggio è alle spalle e i prossimi dati saranno più benigni (v. grafico):

Ciò detto, la FED con la sua politica monetaria prudenziale, resterà un forte ancoraggio per la curva dei tassi nei prossimi mesi e l'azionario si godrà queste condizioni finanziarie estremamente espansive.

Anche i mercati azionari europei hanno chiuso sui massimi (Eurostoxx50 di 13 anni fa e massimo storico per l’indice Stoxx600) beneficiando dell'atteggiamento dell'ECB che non fa che rafforzare questa sensazione visto che, nonostante le riaperture e l'upgrade delle previsioni di crescita e inflazione, lo statement dell’ECB ha dato un deciso segnale di continuità. Il paragrafo dedicato al programma di acquisti ha ricalcato quelli precedenti, chiarendo che il ritmo sarebbe rimasto "significativamente superiore" a quello che aveva caratterizzato i primi mesi dell'anno, nel corso del terzo trimestre 2021. Ciò, in linea di massima, stoppa le speculazioni per i prossimi meeting dando un segnale rialzista ai mercati azionari continentali grazie anche ad un ripiegamento dell’€ nei confronti del dollaro. A tal proposito Bloomberg, riporta una notizia secondo la quale si è concretizzato un flusso record in entrata (1.1 miliardi di $) su un ETF di Blackrock che replica il MSCI Eurozone, incrementando il patrimonio del fondo a 8.1 miliardi $. Bloomberg lo vede come un segnale del recente interesse verso l'azionario europeo (v.grafico):

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il principale problema dei piccoli imprenditori sembra essere quello di reperire manodopera, con quasi la metà che si dichiara incapace di assumere i lavoratori necessari. Il capo economista Dunkelberg del NFIB (National Federation of Independent Business) ha dichiarato che le ditte stanno alzando le remunerazioni e che i costi in aumento stanno venendo trasferiti ai clienti. Le aperture di posizioni lavorative hanno fatto segnare ad Aprile (proprio il mese in cui i nuovi occupati sono stati di 650.000 unità inferiori alle attese) il nuovo record storico, con 9.286.000 posizioni, circa un terzo in più dei livelli pre-pandemia. Le separazioni volontarie sono state quasi 4 milioni, un altro massimo storico, a dimostrazione di un mercato molto dinamico, mentre i licenziamenti sono ai minimi storici (vedi grafico):

Questi numeri rafforzano l'impressione che gli ultimi 2 report mensili sul mercato del lavoro (nonfarm payrolls pubblico e privato) non rendano giustizia al vero stato del mercato del lavoro o, quanto meno, conducano ad una robusta sottostima della domanda. A tal proposito, interessante sarà vedere come uscirà il PPI di maggio martedì prossimo, ma le stime attuali vedono il PCE Core - la misura preferita della FED - superare il 3% a maggio 2021 per la prima volta dai primi anni '90.

Per quanto riguarda il piano sulle infrastrutture di Biden, l'accordo bipartizan è a un punto morto. Ovviamente in pochi speravano in una risoluzione consensuale, ma è vero che i Dem progressisti come Manchin non vogliono accantonarla come ipotesi, cosa che rischia di far slittare il piano, visto che al Senato serve ogni singolo voto per far passare la legge con la “Reconciliation” (come leggeremo a parte).

Andando ora ad analizzare i rendimenti, nello scorso venerdì i rendimenti dei titoli del Tesoro si sono mantenuti stabili vicino ai minimi recenti, poiché gli investitori avevano metabolizzato il balzo annuo del 5% dell'inflazione riportato nella sessione precedente e sembravano accettare l'argomento della Federal Reserve secondo cui gli aumenti dei prezzi saranno temporanei. Il rendimento del titolo del Tesoro di riferimento a 10 anni è rimasto invariato all'1,455% ed il rendimento dei titoli del Tesoro a 30 anni è sceso al 2,142%, ma nella mattinata (in USA), il rendimento a 10 anni è stato scambiato all'1,428%, il livello più basso dal 3 marzo, con il 30 anni che ha toccato il livello più basso dal 26 febbraio. Ricordiamo che i rendimenti si muovono inversamente ai prezzi.

I breakeven inflation US hanno passato le ultime sedute, quindi prima e dopo l’uscita del dato sul CPI, a correggere, ben più di quelli Eurozone. La settimana si è chiusa al 2,32% contro una chiusura della scorsa settimana al 2,42%, come si può notare dal grafico del Breakeven Inflation a 10 anni:

Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Settimana favorevole per l’indice tecnologico che ha recuperato terreno rispetto all’indice S&P500 portandosi ad un soffio dai precedenti massimi storici, rialzo favorito dalla continua discesa dei rendimenti dei titoli di stato e delle obbligazioni, pur in presenza di un dato sui CPI molto forte e da un settore biofarmaceutico in effervescenza. Spazzata via l’area 13800 ora non rimane che attaccare i precedenti record, oramai ad un tiro di schioppo, per poter proseguire il rialzo verso la resistenza successiva posta in area 14350/14500. Viceversa, un re-test in area 13800/13700, poi in area 13500, non pregiudicherebbe affatto la prosecuzione del trend rialzista. Quindi pensiamo positivo ed auguriamoci che in questa settimana l’indice possa effettivamente continuare il trend al rialzo. La settimana si è chiusa a 13998.30 con un guadagno del + 1,65% che porta l’indice ad un guadagno del + 8,61% da inizio anno 2021.

S&P500, unico indice ad aver fatto registrare nuovi record in settimana, del resto era quello più vicino ai precedenti record, sfiorati diverse volte nei giorni precedenti. Ora ci apprestiamo ad attaccare la resistenza posta in area 4270 e consolidamento dei prezzi sopra di essa o, in ogni caso, sopra area 4200. Il successivo target posto in area 4440/4450 abbisogna di benzina per poterlo raggiungere, benzina che potrà venire da un’inflazione sotto controllo, da news sui progetti fiscali ed infrastrutturali di Biden, ma più verosimilmente, dalla prossima stagione delle trimestrali economiche societarie. Quindi ci vorrà del tempo. Una fase correttiva è possibile con un re-test in area 4160 senza andare oltre, cosa che comunque non intaccherebbe il trend rialzista. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4247.44, con un guadagno del + 0,11%, il che porta ad una performance del + 13,08% da inizio 2021.

Infine anche l’indice DOW JONES, che anche in questa settimana passata vede la barriera dei 35000 come fermo baluardo rialzista. Ciò che sembrava logico la scorsa settimana circa il fatto che, se l’S&P500 avesse fatto registrare nuovi massimi storici anche il DOW avrebbe dovuto andargli dietro considerato che anch’esso si trovava a ridosso del proprio record, non solo non si è verificato ma, addirittura, è stato l’unico indice dei tre a riportare una perdita settimanale. Ovviamente nulla di grave ma conferma la debolezza in questa fase dei titoli dei settori finanziari, industriali ed energetici che compongono il listino. Quindi per il prosieguo, detto della forte resistenza in area 35000, per la fase correttiva troviamo un supporto in area 34300, a seguire in area 33800. Ciò, ribadiamo, senza compromettere il trend rialzista. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 34479.60 con una perdita del - 0,80% il che riporta ad una performance del + 12,65% da inizio anno 2021.

ORO INDEX 

Mentre, secondo quanto riferito, i governi stranieri accumulano oro e vendono dollari dai loro fondi sovrani, un membro del Congresso repubblicano sta ponendo dure domande al Tesoro degli Stati Uniti sulle sue attività segrete sull'oro.

Il rappresentante Alex Mooney, sponsor del Gold Reserve Transparency Act del 2021 (disegno di legge per richiedere il primo vero audit dell'oro americano da decenni), ha scritto questa settimana al segretario al Tesoro, Janet Yellen, chiedendo informazioni dettagliate sulle riserve auree statunitensi delegate alla Federal Reserve e al Fondo monetario internazionale e ha posto le seguenti altre domande:

1) Secondo la testimonianza del 2011 di Gary Engel, direttore della gestione finanziaria e dell'assicurazione presso il Government Accountability Office, all'epoca circa il 5% delle riserve auree statunitensi era conservato presso la Federal Reserve Bank di New York. Ha anche affermato che questo oro non è considerato "verificato" e che non si sono verificati saggi o inventari di quell'oro almeno dal 1986.

2) Al momento, quale quantità di riserve auree statunitensi è custodita presso la Federal Reserve Bank di New York (o dalla Federal Reserve che utilizza altri depositari)? Inoltre, questo oro è stato recentemente verificato, analizzato e/o inventariato? In tal caso, forniscimi una copia di eventuali rapporti pertinenti.

3) Per quale/i scopo/i sono conservati i lingotti d'oro degli Stati Uniti presso la Federal Reserve?

4) Secondo la testimonianza di Mr. Engel, la Federal Reserve Bank di New York detiene oro anche per altre nazioni. L'oro di proprietà degli Stati Uniti conservato presso la Federal Reserve è tenuto fisicamente separato dalle riserve di altre nazioni?

5) Durante l'udienza del 2011, il rappresentante Luetkemeyer ha fatto riferimento a un rapporto secondo cui 261 milioni di once in oro di proprietà statunitense fanno parte delle riserve del FMI. Al momento, quante once d'oro di proprietà degli Stati Uniti sono in possesso dell'FMI o promesse all'FMI – e dove è tenuto quell'oro? Inoltre, descrivere lo scopo e la natura di questo accordo, nonché le procedure di supervisione in atto.

6) Quanto oro di proprietà degli Stati Uniti è in possesso e/o utilizzato dal Fondo di stabilizzazione dei cambi come parte delle sue attività? Qual è lo scopo e la natura delle attività auree del FSE?

7) Si prega di fornire dettagli su quale oro di proprietà degli Stati Uniti è attualmente impegnato, scambiato, affittato o altrimenti vincolato – e per quali scopi – inclusi, ma non limitati a, accordi che coinvolgono la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), la Banca Mondiale, il FMI, e altre istituzioni finanziarie, straniere o nazionali.

L'inchiesta di Mooney chiede al Controllore Generale di condurre immediatamente un'analisi completa di tutte le vendite, acquisti, esborsi o ricevute, una contabilità completa di tutti gli oneri, inclusi quelli dovuti a leasing, permute o transazioni simili attualmente esistenti o stipulate negli ultimi 15 anni e un'analisi dell'adeguatezza delle misure adottate per garantire la sicurezza fisica di tali riserve, tale processo è da ripetere ogni cinque anni, in quanto risultano prove che il Tesoro degli Stati Uniti potrebbe aver venduto, scambiato, affittato o altrimenti posto gravami su parte dell'oro americano nel tempo.

Anche nella settimana appena trascorsa l’Oro è riuscito a sfondare ma non a consolidare sopra l’area 1900 $/oz. che sta diventando una resistenza di un certo spessore.

Il range delle contrattazioni è rimasto entro le aree di ritracciamento dai massimi tra il 27,2% ed il 38,2%, quindi tra 1915 e 1850 $/oz. L’apertura di questa settimana vede la commodity alle prese con le vendite tanto da andare ad effettuare un re-test del supporto in area 1850 $/oz. che, ci auguriamo, tenga bene come fatto finora.

Per quanto riguarda le altre due commodities presenti nel nostro Portafoglio operativo, l’argento prosegue la fase di lateralizzazione intorno che all’area 28 $/oz. chiudendo la settimana sopra tale livello, mentre oggi prevalgono le vendite. Il Platino, purtroppo, oltre a non riuscire a recuperare l’area 1200 $/oz. sta continuando a testare il supporto in area 1150 $/oz. Nulla di buono. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1879.6 $/oz. facendo registrare una perdita del – 0,66% che porta il deficit da inizio anno al - 0,82%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1876.60 $/oz. con una perdita del – 0,70%. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES AGOSTO 2021:

LA POLITICA DEGLI STATI UNITI

Alla fine il presidente Biden e il gruppo di repubblicani guidati dalla senatrice Shelley Moore Capito non hanno trovato un accordo sulla portata e sui metodi di finanziamento del piano infrastrutturale. A sancire la fine della trattativa una telefonata tra i due martedì scorso: “Ho parlato con il Presidente questo pomeriggio – ha dichiarato Capito – ed ha messo fine alle nostre negoziazioni sulle infrastrutture”. “Nel corso delle negoziazioni ci siamo impegnati in modo rispettoso, completo e molto sinceramente – fornendo diverse serie controfferte ognuna delle quali rappresentava il più grande investimento per le infrastrutture proposto dai repubblicani”.

Biden ha contattato il senatore repubblicano della Louisiana Bill Cassidy, il quale ha scritto su Twitter che il presidente l’ha chiamato martedì ed “ha menzionato la resilienza alle inondazioni e disposizioni energetiche” che rafforzerebbero il suo stato. Biden ha anche parlato con i democratici centristi, Kyrsten Sinema e Joe Manchin. Martedì pomeriggio la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha detto che il Presidente “li ha sollecitati a continuare il loro lavoro con altri democratici e repubblicani per sviluppare una proposta bilaterale che spera possa essere attenta ai bisogni pressanti di infrastrutture del paese”. Sulla proposta lavorano anche i repubblicani Rob Portman e Mitt Romney. Il piano potrebbe avere un costo di circa 900 miliardi di dollari, praticamente metà dell’ultima offerta di Biden ai repubblicani da 1,7 trilioni di dollari. Il leader della maggioranza al Senato, Chuck Schumer, martedì ha detto che il gruppo bipartisan di senatori “sta provando a mettere insieme qualcosa che possa essere più vicino a ciò di cui il Presidente ha bisogno per la Nazione”, rispetto alla proposta della senatrice repubblicana Capito. Anche se l’ultima offerta di Capito si avvicinava al trilione di dollari, solo una parte di essa in realtà era nuova spesa e per il resto si trattava di denaro riproposto da altre agenzie federali.

Tra le possibilità sul tavolo del Presidente Biden ci sarebbe anche il ricorso al processo di riconciliazione. Il Presidente ha parlato anche con Schumer e la speaker della Camera, Nancy Pelosi dando il via libera per procedere con una legge sulle infrastrutture autonoma che possa passare al Senato tramite il processo di riconciliazione. Questo sforzo richiede che Camera e Senato si accordino su una risoluzione di bilancio con specifiche disposizioni che devono essere messe a punto dalle commissioni dopo l’approvazione della risoluzione. Il pacchetto finale di tutte le tasse e spese viene combinato in un unico grande disegno di legge che concilia le differenze. Questo disegno di legge per essere approvato necessita di una maggioranza semplice alle camere. Cosa che potrebbe non essere scontata al Senato, dove i dem contano su una maggioranza risicata (a giocare il ruolo di ago nella bilancia, infatti, è il vicepresidente Kamala Harris).

Intanto il Presidente Biden si trova in Europa, per una serie di incontri istituzionali. Nel fine settimana, infatti, Biden ha partecipato al meeting del G7 a Carbis Bay, in Cornovaglia. In occasione del G7, i rappresentanti di Stati Uniti, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia, Germania ed Italia hanno trattato temi come il cambiamento climatico, i vaccini, la tassa minima globale sulle multinazionali, le “pratiche economiche non di mercato” della CINA e l’appello al rispetto dei diritti umani nello Xinjiang e ad Hong Kong. I leader hanno promesso oltre 1 miliardo di dosi di vaccino anti-coronavirus per le nazioni più povere (l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che sono necessarie 11 miliardi di dosi per vaccinare almeno il 70% della popolazione mondiale e porre fine alla pandemia) e sostenuto la tassa minima globale sulle multinazionali. In merito al rapporto con Pechino, nel comunicato del gruppo pubblicato domenica si legge: “Per quanto riguarda la CINA e la competitività nell’economia mondiale, continueremo a consultarci sugli approcci collettivi per sfidare le politiche non di mercato e le pratiche che compromettono la giusta e trasparente operazione dell’economia mondiale”. Sarà anche chiesto alla CINA di rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali nello Xinjiang e ad Hong Kong.

Dopo l’accordo raggiunto dal G7 sull’imposizione di una tassa minima del 15% alle multinazionali, sono subito emersi alcuni dubbi sulla possibilità che Amazon possa eluderla. Stando a quanto evidenziato dal The Guardian infatti, la soglia minima del margine sui profitti per dover pagare la tassa sarebbe stata proposta al 10%, cosa che permetterebbe al gigante dell’e-commerce di defilarsi dall’imposizione. Come già detto però, siamo all’inizio della discussione e ci vorranno anni prima di implementarla per cui revisioni sono scontate.

Stati Uniti ed Europa verso la fine della guerra commerciale. Stando ad un articolo di Bloomberg, nell’incontro in programma il 15 giugno, i leader europei e il Presidente Biden si impegneranno a porre fine alle battaglie commerciali in sospeso rimuovendo le tariffe su acciaio e alluminio entro la fine dell’anno. Anche la ormai quasi ventennale disputa tra Airbus e Boeing dovrebbe essere risolta entro luglio. Infine, questa settimana, Biden si sposterà a Bruxelles, per il vertice della Nato, e poi a Ginevra dove incontrerà il leader del Cremlino, Vladimir Putin.

Nel frattempo gli States proseguono la loro competizione tecnologica con la CINA, con Repubblicani e Democratici uniti per approvare un piano di investimenti da quasi 250 miliardi $ in tecnologia e scienza. Ieri infatti il Senato ha dato via libera ad un testo di legge che prevede 190 miliardi $ di spesa in tecnologia e ricerca e ben 50 miliardi per la fabbricazione di chip e semiconduttori.

USA - CINA

In CINA il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo ha approvato la “legge anti-sanzioni straniere”, dopo che il massimo organo legislativo ha saltato le consuete procedure per approvarla senza consultazione pubblica. Il presidente di AmCham China, Greg Gilligan, ha detto: “Questa nuova legge presenta problemi di conformità potenzialmente inconciliabili per le società straniere rispetto a un conflitto di leggi tra giurisdizioni straniere e CINA". "Il fatto che l'Anp affretti una nuova legge con importanti implicazioni per gli investitori stranieri attraverso il processo legislativo dopo solo due letture e senza l'opportunità di un commento pubblico mette gravemente a repentaglio la fiducia degli investitori stranieri nel sistema legale cinese”. La misura ha effetto immediato e va a colpire persone o organizzazioni, direttamente o indirettamente, coinvolte nella formulazione, decisione o attuazione di sanzioni straniere. Inoltre consente al Consiglio di Stato di estendere le misure ai parenti delle persone colpite ed ai dirigenti senior delle organizzazioni. Venerdì scorso il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha detto che la nuova legge non dovrebbe avere un impatto sugli investimenti esteri in CINA: “Semmai, questa legge fornirà solo un ambiente legale trasparente e prevedibile e un ambiente commerciale stabile per le imprese straniere in CINA".

Giovedì scorso i ministri del commercio di CINA e Stati Uniti, Wang Wentao e Gina Raimondo, hanno avuto una conversazione telefonica nel corso della quale i due hanno concordato di promuovere il sano sviluppo della cooperazione pragmatica nel commercio e negli investimenti. Raimondo ha anche espresso alcune preoccupazioni degli USA, come quelle relative alle politiche industriali ingiuste e distorsive del mercato della CINA. Nelle ultime settimane ci sono stati anche altri contatti tra gli alti funzionari dei due paesi; il vice premier Liu He ha parlato con la rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai e il segretario al Tesoro, Janet Yellen.

Tai giovedì ha parlato con il suo collega taiwanese John Deng sottolineando l’importanza delle relazioni commerciali di Washington con Taipei. Nel 1994 le due parti hanno firmato un accordo quadro per il commercio e gli investimenti, o TIFA. L'ultimo incontro risale all’ottobre 2016, ma le due parti hanno deciso di organizzare per le prossime settimane l'undicesimo incontro TIFA. Contatti tra USA e Taiwan potrebbero creare ulteriori tensioni tra Washington e CINA, dato che quest’ultima considera Taiwan parte del suo territorio.

Infine gli States proseguono la loro competizione tecnologica con la CINA, con Repubblicani e Democratici uniti per approvare un piano di investimenti da quasi 250 miliardi $ in tecnologia e scienza. Ieri infatti il Senato ha dato via libera ad un testo di legge che prevede 190 miliardi $ di spesa in tecnologia e ricerca e ben 50 miliardi per la fabbricazione di chip e semiconduttori.

LA POLITICA DELLA FED

 Il tema dell’occupazione crea qualche grattacapo all’economia americana. Secondo gli ultimi dati forniti dall’U.S. Labor Department, quasi 10 milioni di potenziali lavoratori sono ancora considerati disoccupati anche se le posizioni aperte disponibili ad aprile hanno toccato quota 9,3 milioni.

Le difficoltà nel riportare le persone a lavoro, provocano maggiori spese per i datori di lavoro. Salari più elevati a loro volta innescheranno prezzi più alti e potrebbero portare a quel tipo di pressioni inflazionistiche a lungo termine al di sopra del normale che la FED sta cercando di evitare. Ian Shepherdson, capo economista a Pantheon Macroeconomics ha detto: “Sfortunatamente, vediamo buone ragioni per pensare che la partecipazione al lavoro potrebbe non tornare rapidamente ai suoi livelli pre-Covid”. “Qualsiasi cosa stia succedendo, la FED ha bisogno che un gran numero di queste persone ritorni al lavoro in autunno”. Un’inflazione a livelli troppo alti potrebbe costringere la banca centrale a stringere la politica monetaria più velocemente di quanto voglia, portando ripercussioni su un’economia dipendente dal debito e quindi criticamente legata a tassi d’interesse bassi.

Il dato annualizzato dei prezzi al consumo a maggio è cresciuto ad un ritmo del 5%, tuttavia è generalmente riconosciuto dagli economisti che il rapido aumento dell’inflazione sia dovuto in gran parte a fattori temporanei che si allenteranno con il continuare della ripresa ed il ritorno ad un’economia normale dopo lo choc della pandemia, anche se questo non è certo. I funzionari della FED, nelle loro previsioni più recenti, hanno stimato un’inflazione core al 2,2% per tutto il 2021. Per Shepherdson i numeri attuali suggeriscono un dato più vicino al 3,5%: “Questo è un enorme errore e potenzialmente pone una seria minaccia alla visione favorevole della FED sull’inflazione a medio termine a causa del suo potenziale impatto del mercato del lavoro”.

Secondo Joseph LaVorgna, capo economista per le Americhe a Natixis, l’inflazione è relativamente sotto controllo, ma pensa che la FED potrebbe incontrare problemi nelle pressioni deflazionistiche. Con l’aumentare del debito pubblico: “La pressione politica per fare nulla sarà intensa”, ha detto LaVorgna. “Se la FED non può (o non vuole) rimuovere un eccessivo accomodamento politico quando l’economia si sta espandendo, come potranno farlo i responsabili decisionali quando la crescita rallenterà inevitabilmente?”.

Venendo alle notizie economiche, ieri è emerso come la domanda per la “reverse repo facility” (struttura di pronti contro termine inversa) della FED abbia raggiunto l’ammontare record di 486.1 miliardi $. Ben 46 aziende hanno quindi parcheggiato la loro liquidità overnight presso la FED, nonostante il rendimento dello 0%.

DATI MACROECONOMICI

La bilancia commerciale di Aprile tra beni e servizi degli USA (differenza tra beni e servizi importati ed esportati) ad aprile registra una contrazione di 68,9 miliardi di dollari contro una previsione di -69 miliardi ed un dato di marzo pari a -75 miliardi (dato rivisto da -74,4 miliardi). Il dato è rilasciato dal Bureau of Economic Analysis.

L’indice dei prezzi al consumo a livello mensile a maggio cresce dello 0,6% rallentando rispetto al +0,8% di aprile e contro un consensus del +0,4%. Il dato annualizzato, invece, registra un +5% a maggio, dopo il +4,2% di aprile e contro una stima del +4,7%. Il dato core (che esclude il settore alimentare e dell’energia) a livello mensile rallenta rispetto ad aprile, passando dal +0,9% al +0,7% di maggio; si tratta comunque di una crescita superiore alle attese, visto che il consensus era fissato al +0,4%. Il dato core annualizzato di maggio registra un +3,8% dopo il +3,0% di aprile, con numeri superiori al consensus fissato al 3,4%. Guardando nei dettagli del dato core, si nota ancora un grosso contributo da parte dei settori più influenzati dalle riaperture, come le tariffe aeree (+7%), il vestiario (+1.2%) ed il settore auto (usate +7.3%, nuove +1.6%). Forti anche le vendite di mobilio (+1.9%). Ci sono però elementi dalle caratteristiche meno transitorie, come gli alloggi (+0.3%) e il cosiddetto "food away from home" (+0.55%) che potrebbe risentire delle difficoltà di reperire personale nei ristoranti, con conseguente aumento dei costi, ribaltati sui listini. I dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.

Ancora in calo il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, che nella settimana terminata il 5 giugno arrivano a 376 mila (la settimana precedente erano a 385 mila). Una contrazione, l’ultima registrata, che però ha leggermente deluso il consensus che era fissato a 370 mila. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.

Il dato preliminare di giugno dell’indice sulla fiducia dei consumatori, elaborato dall’Università del Michigan, raggiunge gli 86,4 punti. Numeri superiori sia al dato di maggio (82,9 punti) che al consensus (84 punti). I dati sono rilasciati dall’University of Michigan.

PORTAFOGLI AZIONARI

Ed anche nella settimana appena trascorsa non mancano le soddisfazioni nei Portafogli azionari del LombardReport. Nel Portafoglio LombardReport storico, anche se non abbiamo raggiunto target segnaliamo il massimo storico sul titolo CAMPARI e la risalita del titolo BIOMARIN grazie alla performance del settore biofarmaceutico. Ricordiamo che anche BIOMARIN è in attesa di alcune autorizzazioni alla commercializzazione di nuovi farmaci da parte della FDA, come successo questa settimana al titolo BIOGEN. Unica criticità sempre il titolo COGNIZANT con la strategia “Nasdaq Weekly”, che dopo la discesa dovuta alla pubblicazione della trimestrale economica, sta lateralizzando. Su questo Portafoglio abbiamo inserito 4 nuovi ordini di acquisto su titoli italiani, ovviamente senza svenarsi.

Buone notizie provengono dal Portafoglio “The Challenge” con il titolo italiano NEXI che, dopo tanti sali e scendi in questi mesi, finalmente siamo riusciti ad andare a target con un guadagno del +16,58%. Sugli altri titoli del Portafoglio siamo messi sicuramente bene, a maggior ragione dopo il recupero del titolo CRONOS, l’unica criticità permane sul titolo francese NOVACYT sul quale abbiamo già messo un ordine di acquisto per il secondo lotto. Segnali di acquisto che abbiamo ampliato con ordini su diversi titoli italiani ed un ETF, appena quotato su Milano, riguardante i settori: retail online e marketplace online. Infine siamo entrati in acquisto sul titolo olandese JUST EAT TAKEAWAY società leader nella consegna di cibo online che collega consumatori e ristoranti attraverso la propria piattaforma che copre 23 Paesi nel mondo.

Alla prossima.

FOCUS SU TITOLI

INCYTE - La FDA ha esteso il periodo di revisione per la sua crema “ruxolitinib” per il trattamento della dermatite atopica (eczema). In particolare, la Food and Drug Administration ha esteso il periodo di revisione per la domanda del nuovo farmaco di Incyte. La data dell'azione è stata prorogata di tre mesi al 21 settembre. In una nota della società si legge: "La FDA ha esteso la data dell'azione per concedere il tempo di rivedere ulteriori analisi dei dati precedentemente presentati forniti da Incyte in risposta alla richiesta di informazioni della FDA”.

TESLA - Il CEO di Tesla, Elon Musk, in settimana in un evento in streaming ha presentato la prima Model S Plaid, una versione high-end e ultraveloce della sua berlina sportiva, guidando l'auto a tutta velocità lungo la pista di prova dell'azienda e sul palco dell'evento per la sua presentazione. Tesla ha realizzato il Plaid "per mostrare a tutti che un'auto elettrica può essere la migliore, la più veloce, la più sicura e sostenibile”, ha detto Musk.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.

Non ci sono titoli che hanno pubblicato i propri risultati economici trimestrali in questa settimana.


ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (6/14/2021)
Non sono presenti ordini di acquisto per la settimana entrante.

Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.