Dobbiamo forse aiutare la Germania?


Dodici anni dopo circa, essere stati etichettati ingloriosamente con l'acronimo di PIGS ( Portogallo, Italia, Grecia e Spagna ) dall'establishment tedesco, volendo in questa sigla raccogliere tutti i paesi del sud Europa con enorme difficoltà fiscale e con il debito pubblico fuori controllo, quasi a creare distanziamento fisico con degli indesiderati, il tempo come sempre, galantuomo, sta restituendo alla Germania le stesse sofferenze, questa volta per errori strategici che stanno mettendo a serio rischio tutta la capacità produttiva industriale.

Dopo circa venti anni i nodi stanno venendo al pettine e sono tutti riconducibili alla scelta, intrapresa in via individuale e senza distinguo nell'azione politica, con lo zampino sia dalla CDU che dalla SPD, con l'intento di rendersi la prima nazione europea ad essere approvvigionata direttamente dal gas russo. Prima Nord Stream1, inaugurato da Gerhard Schroeder ad inzio millennio, e successivamente con la CDU al comando, Nord Stream2, che vede centinaia di km di tubi posati sul fondale marino per sbarcare direttamente sul suolo tedesco appunto.

La Germania, quindi, senza distizione politica tra sedicente destra e sedicente sinistra, ha sempre avuto come unico intento, quella di essere  indipendente energeticamente dalle politiche europee ed ergersi quale guida dell'Unione Europea in ragione della propria posizione strategica conseguita dai vantaggi della stretta relazione con la Russia di Putin.

Il piano proseguiva a gonfie vele, finchè la Russia non ha deciso di imbracciare le armi mettendosi contro tutte le Nazioni del Patto Atlantico, attaccando l'Ucraina.

Ironia della sorte, dopo appena un decennio, la stessa Germania si trova ad essere stretta nella morsa tra Europa e Russia. Da una parte c'è chi si domanda in merito all'opportunità di aiutare una nazione che in barba all'Unione Europea, solo 10 anni fa ha conseguito il più grande surplus commerciale, superiore persino alla Cina, grazie all'attacco speculativo condotto in prima linea nei confronti dei cosidetti PIGS, vendendo i Titoli di Stato che possedevano in grande misura, per poi scendere in Grecia e costringere il governo a ipotecare la nazione in cambio di un salvataggio che giunse in extremis.

Dall'altra, persone con una visione più lungimirante, conservando ancora il sogno di creare una grande Europa unita, e magari, proprio facendo leva sulla evidente debolezza di chiunque voglia proseguire il prorpio percorso in maniera individuale, rafforzare la necessità di integrazione.

Oggi, con Putin che minaccia ogni giorno di chiudere il rubinetto del gas, si trova costretta a tenersi in piedi con giochi di equilibrismo politico, mostrando interamente le proprie debolezze e soprattutto il doppio gioco che inevitabilmente si trova a dover mantenere.

In questo scacchiere, l'Europa si trova a varare poltiche rese per lo più inefficaci dalle diatribe interne ai membri più importanti, rendendo meno efficace l'azione politica con riflessi importanti su tutta l'attività economica; fondamentalmente la medesima situazione che accadde all'epoca di Draghi in qualità di Presidente della Bce e del relativo salvataggio dell'Euro.

Attualmente il board della banca centrale non ha mostrato la medesima capacità e forza nell'azione, e il tutto accade mentre si tenta di normalizzare la politica monetaria, mentre i dati macro evidenziano una caduta importante delle vendite retail.

Le borse europee, nella scorsa settimana hanno beneficiato del rimbalzo avvenuto in Usa, ampiamente previsto, ma le prospettive per il prossimo semestre risultano estremamente volatili, evideziando una certa confusione nei movimenti finanziari.

Market mover della scorsa settimana sono stati i dati di bilancio di Amazon. la quale avendo semplicemente confermato gli utili e le prospettive, ha fatto decollare il Nasdaq di 200 punti in un solo colpo.

AMAZON

Il grafico del Nasdaq evidenzia l'influenza dirompente della singola azione.

Come fatto nel recente passato, impossibile non evidenziare la pericolosità di un derivato che dipenda così inequivocabilmente da singole realtà societarie, rendendo estremamente volatile l'intero universo finanziario.  

Walmart, che in settimana aveva comunicato un profit warning, non ha creato gli stessi sbalzi, per intenderci.

In Italia invece si vive di pochissimi spunti degni di nota, ma anche un pò fuori dalle classiche opportunità di trading, come nel caso di Prima Industrie, la quale, in base a quanto comunicato a fine giugno, ha ricevuto da Alpha Private Equity Funds Management Company e Peninsula Investments una manifestazione di interesse non vincolante raggiungendo un accordo con alcuni azionisti del gruppo per l'acquisto di azioni Prima Industrie. Nello stesso comunicato viene riportato come possibile prezzo di acquisto un importo pari a 25 euro per azione. L'operazione attualmente è ancora sottoposta a due diligence.

Inzia così il mese di agosto, un mese particolare, capace di vivere grossi scossoni di mercato, come di essere dormiente al pari di un sombrero sotto un cactus, di solito nasconde una spia appostata ma altre, un contadino che fa la siesta.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)