Borse in rosso e dollaro forte


Ottava caratterizzata ancora da vendite sull'azionario statunitense, dopo i buoni rialzi messi a segno da inizio anno sull'ipotesi di un avvicinamento di un pivot sui tassi di interesse. Le vendite delle ultime due settimane confermano come il mercato azionario USA rimanga stabilmente inserito in un quadro dominante negativo, soprattutto per quanto riguarda il Nasdaq 100 (PC: 11.952; -29% dai picchi del novembre 2021), ma anche per l'S&P500 (PC: 3.953; -18% picchi di inizio 2022) che pure ha ridotto le perdite rispetto ai minimi di metà ottobre e si è recentemente riportato al test dei massimi del 13 dicembre a 4.180 (massimo 4.208 il 2 febbraio), dove sono prevalse però le vendite. Il superamento di tale livello, improbabile, rimane la condizione necessaria per un miglioramento del quadro tecnico su orizzonti plurisettimanali. La violazione di quota 4.000 ha fornito un segnale di rinnovata debolezza: il tono peggiorerebbe ulteriormente al di sotto del valido supporto in area 3.750-3.800, che riaprirebbe la strada a una ridiscesa sui minimi di metà ottobre a ridosso di 3.500.

In termini intermarket, "le sorti del listino azionario statunitense rimangono legate, con correlazione inversa, a quelle del dollaro USA". L'EurUsd (PC: 1,0563), dopo un minimo a 0,9592 il 28.09.2022, ha messo a segno un forte rimbalzo che ha riportato le quotazioni su un massimo a ridosso di 1,1060 il 2 febbraio, dove sono prevalsi realizzi. La violazione del supporto in area  1,0600-1,0750 ha fatto ripartire le vendite di euro su orizzonti plurisettimanali, con primo obiettivo il test del supporto critico in area 1,0200-1,0400. Il quadro plurimensile rimane favorevole al dollaro statunitense fintantoché le quotazioni stazionano al di sotto della valida resistenza in area 1,1000-1,1100. 

Il mercato azionario europeo rimane più forte, anche se appare assai improbabile un decoupling su orizzonti strategici con l'azionario statunitense. Sull'Eurostoxx50 (PC 4.193) il forte rimbalzo dai minimi del 03 ottobre a 3.236 si è spinto fino a un massimo a ridosso di 4.310, non lontano dai massimi di metà novembre a ridosso di 4.400: per mantenere una buona impostazione le quotazioni devono ora mantenersi al di sopra di area 3.950-4.000. La tenuta del valido supporto a ridosso di 3.800 è essenziale per mantenere un quadro positivo su orizzonti plurisettimanali.

Le principali materie prime hanno avuto un andamento negativo, risentendo dell'apprezzamento del dollaro USA. È comunque opportuno mantenere le posizioni su orizzonti strategici, visto il quadro fragile mercato azionario.  

OPERATIVAMENTE: si conferma quindi la strategia in essere long commodities e dollaro Usa e short azionario, attuata con i seguenti Etc quotati su Borsa italiana (si ricorda che ancorché quotati in euro comportano un’esposizione lunga sul dollaro Usa: un elemento a favore in questa situazione di incertezza sul fronte geopolitico e di rientro dei capitali negli USA grazie al rialzo dei rendimenti dei governativi):

LUNGHE: Oro (ticker PHAU: PC 161,83); Argento (ticker PHAG: PC 18,740); Platino (ticker PHPT: PC 79,990); Palladio (ticker PHPD: 128,77); Caffè (ticker COFF: PC 1,0778); Cotone (ticker COTN: PC 2,7585); Rame (ticker COPA: PC 33,890); Alluminio (ticker ALUM: PC 3,0595); Zucchero (ticker SUGA: PC 10,1240); Cacao (ticker COCO: PC 2,2633) e Zinco (ticker: ZINC: PC 9,256).

CORTE: ETF short sull’S&P500 Xtrackers S&P500 Inv Day (ticker XSPS: PC 7,927).

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)