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Mercato obbligazionario: gli interrogativi non mancano


La Banca Centrale Europea sembra orientata a innalzare i tassi di interesse giovedì prossimo, ma ciò che accadrà dopo luglio è ancora incerto, e i mercati finanziari sono alla ricerca di chiare indicazioni.

Negli ultimi dodici mesi, i tassi d'interesse nella zona euro sono aumentati di 400 punti base, raggiungendo il 3,5%, il livello più elevato degli ultimi 22 anni. Tuttavia, ora alcuni osservatori e analisti sostengono che ci stiamo avvicinando al picco, considerando il rallentamento (relativo…) dell'inflazione su scala globale e la debolezza (lieve…) dell'economia.

In particolare, alcuni sottolineano che finora la BCE ha fornito indicazioni relativamente precise per le riunioni seguenti, mentre ora ci si aspetta che diventi più vaga. Quindi, è normale che i mercati si stiano interrogando su aspetti cruciali.

Di quanto aumenteranno ancora i tassi d'interesse della BCE?
I mercati e gli economisti danno per scontato un aumento di un quarto di punto percentuale, portando i tassi al 3,75%, per la prossima riunione. In prospettiva, sebbene l'inflazione generale stia rallentando, è ancora sufficientemente elevata da giustificare un aumento moderato dei tassi anche per la riunione di settembre.

Quali segnali la BCE potrebbe inviare riguardo alla futura politica monetaria?
Le aspettative dei mercati riguardo a un ulteriore rialzo dopo luglio non sono più così solide, visto che alcuni falchi all'interno della BCE hanno suggerito che un aumento a settembre non sia certo. La banca centrale potrebbe diventare più cauta, affermando che seguirà attentamente i dati prima di prendere altre decisioni.

Alcuni analisti, poi, prevedono una pausa nel ciclo di aumenti a settembre, stanti le nuove previsioni dello staff della BCE che potrebbero segnalare che l'inflazione dovrebbe raggiungere l'obiettivo del 2%. Tuttavia, gli analisti ritengono che la BCE potrebbe riprendere il rialzo dei tassi in futuro, se necessario, seguendo l'esempio della Federal Reserve.

Non a caso, infatti, i mercati monetari suggeriscono un ulteriore aumento dopo luglio, indicando che i tassi potrebbero raggiungere un picco di circa il 4%.

Quando ci si aspetta un calo dell'inflazione "core" da parte della BCE?
Sebbene l'inflazione generale sia diminuita per il terzo mese consecutivo a giugno, i cosiddetti prezzi "core", come quelli dei servizi, sono cresciuti costantemente e non sembra che diminuiranno a breve. L'inflazione "core", considerata un indicatore più fedele al trend reale, è solo leggermente rallentata al 6,8% dal 6,9%, lontana dal calo sostenuto che i responsabili della politica monetaria vorrebbero osservare.

Quali sono le implicazioni dell'indebolimento dell'economia sulla politica monetaria?
I banchieri centrali hanno ribadito che l'obiettivo principale rimane l'inflazione, nonostante la stretta monetaria possa danneggiare l'economia. Per questa ragione è ovviamente diffusa la convinzione che l'indebolimento dell'economia avrà un impatto minimo sulla politica monetaria, poiché ciò che conta per la riunione di settembre sarà senza ombra di dubbio l'inflazione "core".

Va però anche considerato che il rallentamento della crescita potrebbe rafforzare la posizione dei "colombe" all'interno della BCE. A giugno, l'attività economica nella zona euro ha subito un brusco arresto a causa dell'aggravarsi della recessione nel settore manifatturiero e della limitata crescita del settore dei servizi, che in precedenza era stato molto resiliente.

Addirittura, secondo Bank of America, le previsioni della BCE sono troppo ottimistiche, mentre Barclays prevede una stagnazione per diversi trimestri a partire dalla seconda metà del 2023.

Qual è l'impatto di una politica monetaria più restrittiva sulle condizioni di finanziamento?
I dati sui prestiti bancari indicano che l'aumento dei tassi d'interesse più elevato nella storia della BCE ha iniziato a influire sulle condizioni di credito, e gli ultimi dati del 25 luglio sono al centro dell'attenzione. Infatti, vi sono evidenze che indicano come il volume dei prestiti stia diminuendo significativamente e questo potrebbe portare a una sostanziale riduzione del PIL.

Come sempre, staremo a vedere, ma è evidente che chi più chi meno, si naviga tutti a vista.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve mostra una leggera risalita dei rendimenti sul tratto della curva a medio e a lunga rispetto alla scorsa analisi. Infatti, rispetto alla scorsa lettura il rendimento della scadenza a 10 anni sale in area 3,03% rispetto al 3,00% precedente, mentre la scadenza trentennale sale in area 2,51% rispetto al precedente 2,43%. Sempre immutata la conformazione della curva, che rimane invertita e con un nuovo lieve restringimento del differenziale 10Y-2Y che è passato agli attuali -70 bps da precedenti -88 bps. Stabile il tratto a breve, con la curva che evidenzia ora un massimo di rendimento sulle scadenze di metà 2024 sempre in area 4,20%. Stabilità anche per le previsioni dei tassi forward su Euribor 6 mesi sulle scadenze a breve. La curva rimane impennata e vede ora i tassi attesi sempre in area 4,40% per metà 2024, per poi scendere sotto al 3,00% solo a fine 2025 assestandosi successivamente nell’intervallo 2,70% - 3,00% a partire dal 2027.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si nota il proseguimento della fase di lateralità sui rendimenti delle diverse aree valutarie. L’area UK vede il rendimento per il GILT in lieve correzione in area 4,26% dal precedente 4,38% e con Trendycator che si conferma in stato LONG. Ritoccano lievemente al rialzo i rendimenti del BUND, che si porta ora in area 2,44% rispetto al precedente 2,41% e con Trendycator che si mantiene stabilmente in stato LONG. Sostanziale stabilità per i rendimenti del nostro Btp decennale, ora in area 4,06% con uno spread in area 162 bps e modello Trendycator che continua ad indicare un potenziale passaggio a stato NEUTRAL dal LONG. Infine, l’area USA con i rendimenti del Treasury decennale che consolidano l’ultima salita e sono stabili in area 3,84% e con Trendycator che è tornato in stato LONG.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Consueta sezione dell’analisi sui mercati obbligazionari, con l’introduzione sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.